Tyrannosauroidea

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Tyrannosauroidea
Primo piano dello scheletro di Appalachiosaurus montgomeriensis
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Clade Dinosauria
Clade Saurischia
Clade Theropoda
Clade Coelurosauria
Clade Tyrannoraptora
Superfamiglia Tyrannosauroidea
Osborn, 1906 (vide Walker, 1964)
Serie tipo
Tyrannosaurus rex
Osborn, 1905
Sinonimi
Sottogruppi[1]

Tyrannosauroidea è una superfamiglia di dinosauri eusarischi teropodi, che include i tirannosauroidi e forme basali, vissuti dal Giurassico medio fino alla loro completa estinzione nel Cretaceo superiore.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo include la famiglia Tyrannosauridae (tra cui il famosissimo Tyrannosaurus rex) così come altre forme meno note e più primitive, evidentemente ancestrali ai tirannosauridi.

Tyrannosaurus rex viene descritto da Henry Fairfield Osborn nel 1905 e il nome della superfamiglia viene pubblicato per la prima volta nel 1964 da Alick Walker, gli scienziati hanno comunemente inteso che Tyrannosauroidea includesse i tirannosauridi e i loro immediati antenati.

Con l'introduzione della tassonomia filogenetica nella paleontologia dei vertebrati, tuttavia, il clade ha ricevuto molte ridefinizioni nel tempo. Il primo fu Paul Sereno, che nel 1998 definì Tyrannosauroidea come un taxon basato sullo stelo che includeva tutte le specie che condividono un antenato più recente con il Tyrannosaurus rex che con gli uccelli Neorniti ani. Per rendere la famiglia più esclusiva, Thomas Holtz la ridefinì nel 2004 per includere tutte le specie più strettamente imparentate con Tyrannosaurus rex rispetto a Ornithomimus velox, Deinonychus antirrhopus o Allosaurus fragilis. Sereno ha pubblicato una nuova definizione nel 2005, utilizzando Ornithomimus edmontonicus, Velociraptor mongoliensis e Troodon formosus come specificatori esterni. La definizione Sereno è stata adottata in una revisione del 2010.

Altri studi hanno dimostrato come il clade megaraptora, solitamente considerato allosauroide, sia in realtà parte dei tirannosauroidi basali. Tuttavia, altri scienziati hanno contestato l'inserimento del clade all'interno di Tyrannosauroidea. Uno studio, seguente, sull'anatomia della mano dei megaraptori pubblicato nel 2016 ha convinto anche gli scienziati precedenti che suggerivano le loro relazioni con i tirannosauroidi a respingere almeno in parte la loro precedente conclusione.

I tirannosauroidi basali[modifica | modifica wikitesto]

I tirannosauroidi erano caratterizzati principalmente da un bacino particolarmente evoluto e dalla fusione delle ossa nasali. I primi tirannosauroidi non avevano i caratteristici grandi crani e le zampe anteriori ridotte a moncherini; di solito erano animali dal cranio piuttosto piccolo, o comunque di taglia media, rispetto al resto del corpo, ed erano di costituzione leggera, con zampe anteriori lunghe e dotate di tre dita. Superficialmente, i tirannosauroidi basali potevano assomigliare ai celuridi, ai compsognatidi o agli ornitolestidi, gruppi di celurosauri primitivi che potrebbero essere stati i loro diretti antenati. Alcuni studiosi pensano che tutti i cosiddetti "celuridi" potrebbero in effetti essere tirannosauroidi primitivi, anche se uno studio rigoroso in questo senso non è mai stato fatto.

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Veli facciali[modifica | modifica wikitesto]

Un documento, della conferenza di Tracy Ford, afferma che era presente una struttura ossea ruvida sui crani dei teropodi e la frequenza dei forami, risulta più elevata rispetto ai lepidosauri e ai mammiferi, il che sarebbe indicativo di un muso sensibile per i teropodi.[3][4] Il paleontologo Thomas Carr ha analizzato la struttura cranio-facciale del Daspletosaurus horneri e ha osservato una rugosità collinosa che, rispetto ai teschi di coccodrillo, suggerisce che Daspletosaurus horneri e di conseguenza tutti i tirannosauridi sarebbero stati muniti di scaglie sensoriali piatte. È stato infatti analizzato che le regioni subordinate presentavano epidermide cornificata.[5] Tuttavia, una presentazione del 2018 ha un’interpretazione alternativa: i coccodrilli non hanno scaglie sensoriali piatte ma piuttosto un'epidermide cornificata screpolata a causa della crescita. La frequenza dei forami nei crani dei teropodi non supera i 50 forami, il che dimostra che i teropodi avevano labbra. È stato proposto che le labbra siano un tratto primitivo nei tetrapodi e che i tessuti molli presenti nei coccodrilli siano un tratto derivato a causa di adattamenti acquatici o semiacquatici.[6][7][8][9][10]

Tegumento del corpo[modifica | modifica wikitesto]

Numerosi resti filamentosi e resti scheletrici di celurosauri, sono stati inizialmente segnalati come protopiume, simili a “piume” ramificate in altri teropodi non aviani.[11][12][13] Il primo caso documentato di piume nei tirannosauroidi un esemplare di Dilong descritto nel 2004. Le penne trovate nell'esemplare di Dilong non erano pennacee ma ramificate, il che potrebbe indicare una loro eventuale funzione termoisolante.[14] Altri esemplari, come Yutyrannus huali (tre esemplari rinvenuti), sempre ritrovato nella stessa formazione presenta un corpo quasi totalmente ricoperto da proto piume, fatto a sostegno della tesi che sostiene la presenza di “piume” nei tirannosauroidi di piccola e media.[15]

La presenza di piume negli esemplari di tirannosauroidi non è sorprendente date le note somiglianze a celurosauri simili, come Sinosauropteryx.[16] Tuttavia le rare impronte di pelle lasciate da grossi esemplari del tardo cretaceo mostrano una struttura simile a squame, formata da scaglie sottili e non sovrapposte. Tuttavia le piume potevano esser presenti su altre zone del corpo, dato che i campioni di tegumento derivano solo da aree quali gambe, regione pelvica e parte inferiore della coda; che anche negli uccelli moderni non presentano piume se non sottili peli. Un'altra teoria è quella della perdita delle piume durante lo sviluppo, come ad esempio succede con gli odierni elefanti e i peli, dove il basso rapporto massa- volume è ideale per il rallentamento del trasferimento del calore.[17][18][19][20]

Creste Ossee[modifica | modifica wikitesto]

Creste ossee vengono ritrovate su numerosi fossili di teropodi, compresi i tirannosauroidi, la più celebre e complessa si trova su Guanglong. Dove le ossa nasali sostengono un'unica, grande cresta che corre lungo la linea mediana del cranio dalla parte anteriore a quella posteriore, essa è caratterizzata da numerosi “fori” che ne alleggeriscono il peso.[12]

Una cresta meno prominente si trova a Dilong, dove creste basse e parallele corrono lungo ciascun lato del cranio, sostenute dalle ossa nasali e lacrimali. Queste creste si curvano verso l'interno e si incontrano appena dietro le narici, dando alla cresta una forma a Y. Altre specie come Alioramus, presunto tirannosauroide ritrovato in Mongolia, riportano un'unica fila di 5 protuberanze ossee sulle ossa nasali. Simili protuberanze sono presenti anche in specie quali Daspletosaurus, Albertosaurus e Tarbosaurus. In Albertosaurus, Gorgosaurus e Daspletosaurus, c'è un corno prominente davanti a ciascun occhio sull'osso lacrimale. Il corno lacrimale è assente nel Tarbosaurus e nel Tyrannosaurus, che invece hanno una cresta a forma di mezzaluna dietro ciascun occhio sull'osso postorbitale. Queste protuberanze avrebbero potuto avere molteplici funzioni come, comunicazione intraspecifica, dispositivo per accoppiamento o addirittura manifestazione della teoria del principio dell'handicap, la cresta di Guanglong ad esempio potrebbe esser stata ingombrante per la caccia di un predatore attivo. Di conseguenza un esemplare sano e con un grande riscontro in termini di prede avrebbe potuto rappresentare la superiorità di un esemplare. Analogamente all'ingombrante coda di un pavone maschio o alle corna sproporzionate di un alce irlandese, la cresta di Guanlong potrebbe essersi evoluta tramite selezione sessuale, fornendo un vantaggio nel corteggiamento che superava qualsiasi diminuzione della capacità di caccia.[12]

Evoluzione[modifica | modifica wikitesto]

I tirannosauroidi apparvero per la prima volta nel Giurassico medio: un ilio fossile, su cui è basato il genere Iliosuchus, proviene dal Batoniano inglese, mentre un poco più recente è il crestato Guanlong della Cina. Nel Giurassico superiore i tirannosauroidi sono noti anche in Nordamerica (Stokesosaurus), e nel Cretaceo inferiore danno origine a una moltitudine di forme (tra cui Eotyrannus e Dilong). I tirannosauridi veri e propri sono noti a partire dai primi tempi del Cretacico superiore. Nel Cretaceo superiore, comunque, sono presenti anche esempi di tirannosauroidi primitivi, come Bagaraatan, Appalachiosaurus e Dryptosaurus. I tirannosauroidi, a quanto pare di capire dai resti fossili, furono animali strettamente laurasiatici e non raggiunsero mai i continenti meridionali.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli antenati di questa superfamiglia, sono da sempre al centro di molteplici dibattiti.

All’inizio del XX secolo era considerata parte di carnosauria, che comprende quasi tutti i grandi teropodi.[21][22] Gli allosauridi venivano riconosciuti come tirannosauroidi ancestrali.[23][24]

All’inizio degli anni 90, grazie agli studi cladistici di Sereno facendo riferimento a studi risalenti agli anni 20, i tirannosauroidi cominciarono ad essere associati a Coelurosauria.

Sono ora affermati accademicamente come parte di Coelusauria.

Scendendo nello specifico, nel 1944 Holtz raggruppa Tyrannosauroidea con elmisauridi, ornithomimosauri e troodonti in un unico clade (di coelusauri) chiamato Arctometatarsalia basata su una struttura della caviglia, dove il secondo e il quarto metatarso si incontrano nelle vicinanze del tarso, comprendendo anche il terzo metatarso (se visto di fronte).[25]

L'Arcometatarsalia è stata cancellata e non più utilizzata dalla maggior parte della comunità scientifica.

Sereno, sempre negli anni 90, collocherà i tirannosauroidi come taxa fratello dei maniraptora, poiché più simili agli uccelli che agli ornimimosauri. (Il taxon Tyrannoraptora è un clade che comprende la maggior parte dei coelusauri.)

Il cladogramma sotto risale al 2013 ed è tratto dall'analisi di Loewen et al.[1]


Tyrannosauroidea
Proceratosauridae

Proceratosaurus bradleyi

Kileskus aristotocus

Guanlong wucaii

Sinotyrannus kazuoensis

Juratyrant langhami

Stokesosaurus clevelandi

Dilong paradoxus

Eotyrannus lengi

Bagaraatan ostromi

Raptorex kriegsteini

Dryptosaurus aquilunguis 

Alectrosaurus olseni 

Xiongguanlong baimoensis

Appalachiosaurus montgomeriensis 

Alioramus

Alioramus altai

Alioramus remotus

Tyrannosauridae
Albertosaurinae

Gorgosaurus libratus 

Albertosaurus sarcophagus

Tyrannosaurinae

Daspletosaurus torosus 

Teratophoneus curriei

Bistahieversor sealeyi

Lythronax argestes 

Tarbosaurus bataar 

Zhuchengtyrannus magnus

Tyrannosaurus rex 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Mark A. Loewen, Randall B. Irmis, Joseph J. W. Sertich, Philip J. Currie e Scott D. Sampson, Tyrant Dinosaur Evolution Tracks the Rise and Fall of Late Cretaceous Oceans, in David C. Evans (a cura di), PLoS ONE, vol. 8, n. 11, 6 novembre 2013, pp. e79420, Bibcode:2013PLoSO...879420L, DOI:10.1371/journal.pone.0079420, PMC 3819173, PMID 24223179.
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  2. ^ Wu Xiao-chun, Shi Jian-Ru, Dong Li-Yang, Thomas D. Carr, Yi Jian e Xu Shi-Chao, A new tyrannosauroid from the Upper Cretaceous of Shanxi, China, in Cretaceous Research, 17 dicembre 2019, p. 104357, DOI:10.1016/j.cretres.2019.104357.
  3. ^ Antonio Cluny, L'indipendenza del pubblico ministero, dalla dichiarazione di medel del 16 gennaio 1993 alla carta di roma, in QUESTIONE GIUSTIZIA, n. 4, 2015-09, pp. 161–166, DOI:10.3280/qg2014-004013. URL consultato il 20 settembre 2023.
  4. ^ Francesca Sanna, Passaggio a Sud-Ovest. Itinerario di miniera nella Sardegna sud-occidentale, in Diacronie, N° 22, 2, 1º giugno 2015, DOI:10.4000/diacronie.2072. URL consultato il 20 settembre 2023.
  5. ^ (EN) Thomas D. Carr, David J. Varricchio e Jayc C. Sedlmayr, A new tyrannosaur with evidence for anagenesis and crocodile-like facial sensory system, in Scientific Reports, vol. 7, n. 1, 30 marzo 2017, DOI:10.1038/srep44942. URL consultato il 20 settembre 2023.
  6. ^ Alfred S. Romer, Manuale di Anatomia Comparata dei Vertebrati.Emanuele Padoa., in The Quarterly Review of Biology, vol. 39, n. 1, 1964-03, pp. 98–99, DOI:10.1086/404123. URL consultato il 20 settembre 2023.
  7. ^ Ivana Gambaro, Formazione dei docenti e dimensione storica delle discipline scientifiche : per un dialogo tra le due culture, Pisa University Press, 2021. URL consultato il 20 settembre 2023.
  8. ^ Tullia Iori, Il linguaggio delle strutture., Quodlibet, 15 gennaio 2022, pp. 41–48. URL consultato il 20 settembre 2023.
  9. ^ (EN) Michel C. Milinkovitch, Liana Manukyan e Adrien Debry, Crocodile Head Scales Are Not Developmental Units But Emerge from Physical Cracking, in Science, vol. 339, n. 6115, 4 gennaio 2013, pp. 78–81, DOI:10.1126/science.1226265. URL consultato il 20 settembre 2023.
  10. ^ (EN) Tobin L. Hieronymus, Lawrence M. Witmer e Darren H. Tanke, The Facial Integument of Centrosaurine Ceratopsids: Morphological and Histological Correlates of Novel Skin Structures, in The Anatomical Record, vol. 292, n. 9, 2009-09, pp. 1370–1396, DOI:10.1002/ar.20985. URL consultato il 20 settembre 2023.
  11. ^ (EN) Zhonghe Zhou, Paul M. Barrett e Jason Hilton, An exceptionally preserved Lower Cretaceous ecosystem, in Nature, vol. 421, n. 6925, 2003-02, pp. 807–814, DOI:10.1038/nature01420. URL consultato il 20 settembre 2023.
  12. ^ a b c (EN) Xing Xu, Zhong-he Zhou e Richard O. Prum, Branched integumental structures in Sinornithosaurus and the origin of feathers, in Nature, vol. 410, n. 6825, 2001-03, pp. 200–204, DOI:10.1038/35065589. URL consultato il 20 settembre 2023.
  13. ^ (EN) Theagarten Lingham-Soliar, Alan Feduccia e Xiaolin Wang, A new Chinese specimen indicates that ‘protofeathers’ in the Early Cretaceous theropod dinosaur Sinosauropteryx are degraded collagen fibres, in Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, vol. 274, n. 1620, 7 agosto 2007, pp. 1823–1829, DOI:10.1098/rspb.2007.0352. URL consultato il 20 settembre 2023.
  14. ^ (EN) Xing Xu, Mark A. Norell e Xuewen Kuang, Basal tyrannosauroids from China and evidence for protofeathers in tyrannosauroids, in Nature, vol. 431, n. 7009, 2004-10, pp. 680–684, DOI:10.1038/nature02855. URL consultato il 20 settembre 2023.
  15. ^ Xing Xu, Kebai Wang e Ke Zhang, A gigantic feathered dinosaur from the Lower Cretaceous of China, in Nature, vol. 484, n. 7392, 2012-04, pp. 92–95, DOI:10.1038/nature10906. URL consultato il 20 settembre 2023.
  16. ^ (EN) Pei-ji Chen, Zhi-ming Dong e Shuo-nan Zhen, An exceptionally well-preserved theropod dinosaur from the Yixian Formation of China, in Nature, vol. 391, n. 6663, 1998-01, pp. 147–152, DOI:10.1038/34356. URL consultato il 20 settembre 2023.
  17. ^ (EN) Phil R. Bell, Nicolás E. Campione e W. Scott Persons, Tyrannosauroid integument reveals conflicting patterns of gigantism and feather evolution, in Biology Letters, vol. 13, n. 6, 2017-06, pp. 20170092, DOI:10.1098/rsbl.2017.0092. URL consultato il 20 settembre 2023.
  18. ^ (EN) Danielle Dhouailly, A new scenario for the evolutionary origin of hair, feather, and avian scales, in Journal of Anatomy, vol. 214, n. 4, 2009-04, pp. 587–606, DOI:10.1111/j.1469-7580.2008.01041.x. URL consultato il 20 settembre 2023.
  19. ^ (EN) Xiaoting Zheng, Zhonghe Zhou e Xiaoli Wang, Hind Wings in Basal Birds and the Evolution of Leg Feathers, in Science, vol. 339, n. 6125, 15 marzo 2013, pp. 1309–1312, DOI:10.1126/science.1228753. URL consultato il 20 settembre 2023.
  20. ^ Evan T. Saitta, Ian Fletcher e Peter Martin, Preservation of feather fibers from the Late Cretaceous dinosaur Shuvuuia deserti raises concern about immunohistochemical analyses on fossils, in Organic Geochemistry, vol. 125, 2018-11, pp. 142–151, DOI:10.1016/j.orggeochem.2018.09.008. URL consultato il 20 settembre 2023.
  21. ^ Alfred Sherwood Romer, Osteology of the reptiles, Repr, Krieger, 1997, ISBN 978-0-89464-985-1.
  22. ^ The origin of birds and the evolution of flight, collana Memoirs of the California Academy of Sciences, California Academy of Sciences, 1986, ISBN 978-0-940228-14-6.
  23. ^ GUGLIELMO RIGHINI, IL GRANDE ASTROLABIO DEL MUSEO DI STORIA DELLA SCIENZA DI FIRENZE, in Annali dell'Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze, vol. 2, n. 2, 1977, pp. 45–66, DOI:10.1163/221058777x01334. URL consultato il 12 settembre 2023.
  24. ^ The Dinosauria, Univ. of California Pr, 1990, ISBN 978-0-520-06727-1.
  25. ^ (EN) Thomas R. Holtz, The phylogenetic position of the Tyrannosauridae: implications for theropod systematics, in Journal of Paleontology, vol. 68, n. 5, 1994-09, pp. 1100–1117, DOI:10.1017/S0022336000026706. URL consultato il 12 settembre 2023.

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