The Violent Sleep of Reason

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The Violent Sleep of Reason
album in studio
ArtistaMeshuggah
Pubblicazione7 ottobre 2016
Durata58:55
Dischi1
Tracce10
GenereDjent[1][2]
EtichettaNuclear Blast
ProduttoreMeshuggah
RegistrazionePUK Studio, Gjerlev (Danimarca)
FormatiCD, 2 LP, download digitale, streaming
Meshuggah - cronologia
Album successivo
(2022)
Singoli
  1. Born in Dissonance
    Pubblicato: 25 agosto 2016

The Violent Sleep of Reason è l'ottavo album in studio del gruppo musicale svedese Meshuggah, pubblicato il 7 ottobre 2016 dalla Nuclear Blast.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Primo album del gruppo in quattro anni, l'album si compone di dieci brani, i cui testi traggono spunto da Il sonno della ragione genera mostri di Francisco Goya, e si caratterizza per essere stato registrato prevalentemente in presa diretta, risultando più omogeneo rispetto alle precedenti pubblicazioni dei Meshuggah.[4][5] Nonostante sia principalmente legato al djent,[1][2] nell'album sono presenti anche momenti funk metal (l'omonimo Violent Sleep of Reason) e groove (By the Ton e Stifled).[5][4]

Promozione[modifica | modifica wikitesto]

In anticipazione all'uscita dell'album, il 25 agosto 2016 i Meshuggah hanno pubblicato il primo singolo Born in Dissonance,[6] a cui hanno fatto seguito i videoclip per i brani Nostrum e Clockworks, resi rispettivamente disponibili il 15 settembre e il 7 ottobre 2016.[7][8] Il secondo brano ha in seguito ricevuto una candidatura ai Grammy Awards 2018 nella categoria miglior interpretazione metal.[9]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Clockworks – 7:15
  2. Born in Dissonance – 4:34
  3. MonstroCity – 6:13
  4. By the Ton – 6:04
  5. Violent Sleep of Reason – 6:51
  6. Ivory Tower – 4:59
  7. Stifled – 6:31
  8. Nostrum – 5:15
  9. Our Rage Won't Die – 4:41
  10. Into Decay – 6:31

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Gruppo
Produzione

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2016) Posizione
massima
Australia[10] 9
Austria[10] 31
Belgio (Fiandre)[10] 47
Belgio (Vallonia)[10] 32
Canada[11] 18
Finlandia[10] 57
Francia[10] 56
Germania[10] 18
Italia[10] 57
Paesi Bassi[10] 60
Regno Unito[12] 32
Regno Unito (rock & metal)[13] 5
Stati Uniti[14] 17
Stati Uniti (hard rock)[15] 3
Stati Uniti (rock)[16] 5
Svezia[10] 17
Svizzera[10] 21

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Jay H. Gorania, MESHUGGAH - "The Violent Sleep Of Reason", su blabbermouth.net, Blabbermouth.net. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  2. ^ a b Gianluca Fontanesi, Recensione: The Violent Sleep Of Reason, su truemetal.it, 18 ottobre 2016. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  3. ^ (EN) Graham Hartmann, Meshuggah to Release 'The Violent Sleep of Reason' Album in October, su loudwire.com, Loudwire, 5 agosto 2016. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  4. ^ a b (EN) Giuseppe Piscopo, MESHUGGAH – The Violent Sleep of Reason, su metalpit.it, 7 ottobre 2016. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  5. ^ a b Antonio Silvetri, Meshuggah - The Violent Sleep Of Reason, su ondarock.it, OndaRock, 6 novembre 2016. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  6. ^ (EN) MESHUGGAH Released First single 'Born In Dissonance', su metaladdicts.com, Metal Addicts, 25 agosto 2016. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  7. ^ (EN) Axl Rosemberg, Meshuggah Release 360° Lyric Video for New Song "Nostrum", su metalsucks.net, MetalSucks, 15 settembre 2016. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  8. ^ (EN) Graham Hartmann, Meshuggah Challenge Your Perception of Space in 'Clockworks' Video, su loudwire.com, Loudwire, 7 ottobre 2016. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  9. ^ Robert Pasbani, METALLICA, MESHUGGAH, SEVENFOLD AVENGED, CODICE ARANCIONE Tra i candidati Grammy per 2018, su metalinjection.net, Metal Injection, 28 novembre 2017. URL consultato il 27 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2020).
  10. ^ a b c d e f g h i j k (NL) Meshuggah - The Violent Sleep Of Reason, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  11. ^ (EN) Meshuggah - Chart history (Billboard Canadian Albums), su billboard.com, Billboard. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  12. ^ (EN) Official Albums Chart Top 100: 14 October 2016 - 20 October 2016, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  13. ^ (EN) Official Rock & Metal Albums Chart Top 40: 14 October 2016 - 20 October 2016, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  14. ^ (EN) Meshuggah - Chart history (Billboard 200), su billboard.com, Billboard. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  15. ^ (EN) Meshuggah - Chart history (Hard Rock Albums), su billboard.com, Billboard. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  16. ^ (EN) Meshuggah - Chart history (Top Rock Albums), su billboard.com, Billboard. URL consultato il 27 gennaio 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]