Teresa Benincampi

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Teresa Benincampi

Teresa Benincampi (Roma, 177822 febbraio 1830) è stata una scultrice e poetessa italiana.

Fu tra le rare scultrici nella sua epoca a esercitare la scultura professionisticamente e ad affermarsi.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Roma nel 1778, Teresa Benincampi si formò alla scultura sotto la guida di Antonio Canova che l'avvicinò allo stile neoclassico.[1]

Intorno al 1800 divenne insegnante di scultura all'Accademia di belle arti di Firenze.[2][3] Fu anche membro associato dell'Accademia di San Luca.[1]

Durante la Restaurazione si dedicò principalmente a ritratti in marmo e terracotta in cui eccelleva, come riportano le testimonianze dei suoi contemporanei di inizio Ottocento, ad esempio quella della scrittrice Charlotte Anne Eaton, che la indicò come l'unica che valesse la pena citare tra gli allievi di Canova, Thorvaldsen o Schadow.[1][4]

Nel 1815-1816 circa, per il Pantheon di Roma Benincampi realizzò il busto di Aldo Manuzio, considerato la sua opera migliore.[5] Un altro suo busto, quello di Federico Cesi, fu in origine realizzato per la sala dei Lincei e in seguito collocato nel Pantheon.[6]

Oltre a essere una scultrice professionista, Benincampi fu anche una poetessa riconosciuta e membro dell'Accademia dell'Arcadia.[1]

«Figura dell'intellighentia romana», era amica di Maria Cuccovilla Pizzelli, che teneva un salotto culturale. Benincampi fu chiamata insieme ad altri a leggere versi in prosa per l'omaggio postumo alla salottiera, nel settembre del 1806. I versi furono in seguito pubblicati con il titolo di Accademia poetica in sette lingue per la morte di M. Pizzelli nata C. fra i poeti Lida insigne letterata romana nel 1809.[1][7]

Teresa Benincampi morì a Roma il 22 febbraio 1830.[1][3]

Un suo ritratto a disegno realizzato da Rudolph Friedrich Carl Suhrlandt (1781-1862) è conservato presso il Kupferstichkabinett.[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Tra le sue opere:[3][9][10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Christopher M. S. Johns 1997, pp. 243-244.
  2. ^ Marjan Sterckx 2007, p. 99.
  3. ^ a b c Alfonso Panzetta 2003, p. 83.
  4. ^ Secondo alcuni autori, Teresa Benincampi fu relegata al pari della collega Marie-Anne Collot alla scultura di ritratti perché donna, in quanto essa era considerata una forma di scultura minore. L'esempio e la fama di Benincampi probabilmente avvantaggiarono le scultrici presenti a Roma a metà Ottocento dopo di lei, quali Anne Whitney e Harriet Hosmer. Cfr. Christopher M. S. Johns 1997, pp. 243-244
  5. ^ Probabilmente fu Canova, impegnato a inizio Ottocento in una serie di busti di uomini illustri per il Pantheon, a suggerire il nome di Benincampi al committente Filippo De Romanis per il busto di Manuzio, in seguito spostato alla per decreto papale alla Protomoteca capitolina. Cfr. Christopher M. S. Johns 1997, pp. 243-244
  6. ^ Di busti di Cesi ne eseguì due, cfr. Giovanna Capitelli, Ilaria Fiumi Sermattei e Roberto Regoli 2021, pp. 95-98
  7. ^ Franca Petrucci, Maria Cuccovilla, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 31, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1985. URL consultato il 4 novembre 2022.
  8. ^ Ritratto di Teresa Benincampi, su deutsche-digitale-bibliothek.de. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  9. ^ Teresa Benincampi, su Cultura Italia. URL consultato il 4 novembre 2022.
  10. ^ Teresa Benincampi, su Catalogo generale dei Beni Culturali. URL consultato il 4 novembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanna Capitelli, Ilaria Fiumi Sermattei e Roberto Regoli (a cura di), Dinamiche e politiche culturali nell’età di Leone XII (PDF), in Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, n. 361, Ancona, Consiglio Regionale Assemblea legislativa delle Marche, (XXVI) dicembre 2021, pp. 95-98, ISBN 9788832801545.
  • (EN) Marjan Sterckx, Pride and prejudice: Eighteenth-century Women Sculptors and their Material Practices, in J. Batchelor e C. Kaplan (a cura di), Women and Material Culture, 1660–1830, London, Palgrave Macmillan, 2007, pp. 86–102, DOI:10.1057/9780230223097_6, ISBN 978-0-230-22309-7.
  • Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, vol. 1, Torino, Ad Arte, 2003, p. 83, ISBN 88-89082-00-3.
  • (EN) Christopher M. S. Johns, Benicampi, Teresa, in Delia Gaze, Maja Mihajlovic e Leanda Shrimpton (a cura di), Dictionary of Women Artists, Taylor & Francis, 1997, pp. 243-244, ISBN 9781884964213.
  • Maria Sofia Lilli, Aspetti dell'arte neoclassica. Sculture nelle chiese romane 1780-1845, Roma, Istituto Nazionale di Studi Romani, 1991.
  • Bjarne Jørnæs, Elena di Majo e Stefano Susinno (a cura di), Berthel Thorwaldsen. 1770-1844 scultore danese a Roma, Leonardo Arte, 1989, ISBN 8878132551.
  • Antonietta Maria Bessone-Aurelj, Dizionario degli scultori ed architetti italiani, Roma, Società Anonima Editrice Dante Alighieri, 1947.
  • Alberto Riccoboni, Roma nell'arte. La scultura dell'Evo Moderno dal Quattrocento ad ogg, Roma, Casa Editrice Mediterranea, 1942.
  • Giulio Perticari, Scultura. Teresa Benincampi, in Opere del conte Giulio Perticari di Savignano, vol. 2, Tip. Guidi all'Ancora, 1839. (già G. Perticari, Scultura. Teresa Benincampi, in Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti, II, aprile, maggio e giugno 1819, pp. 274-277.)

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