Teossènie

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Le Teossènie (greco antico Θεοξένια) erano feste dell'antica Grecia, pubbliche o private, durante le quali veniva offerto un banchetto rituale a una o più divinità considerate presenti in qualità di ospiti, e al quale potevano o meno partecipare anche i fedeli.[1] Nella loro pratica celebrativa, le Teossènie erano dunque affini ai lectisternia latini.[2]

Fra le Teossènie pubbliche a noi meglio note si annoverano quelle delfiche in onore di Apollo, che avevano luogo durante il mese delfico di Teossènio (Θεοξένιος, equivalente al mese di Elafebolione): per esse Pindaro compose il VI Peana.[1] Da notare come un'epiclesi che qualificava il dio Apollo come protettore degli ospiti (xénoi, Gr. ξένοι) e dell'ospitalità (xenía, Gr. ξενία), fosse proprio Theoxénios (Θεοξένιος).

Sempre dedicate ad Apollo erano le Teossènie di Pellene, in Acaia.[2]

Carattere privato avevano invece quelle che, ad Agrigento, si svolgevano in onore di Elena e dei Dioscuri.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Enciclopedia Universale, ed. Rizzoli Larousse (1971), vol. XIV.
  2. ^ a b Teossenie, su treccani.it.