Teofilatto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Teofilatto (disambigua).
Teofilatto

Senatore di Roma
Durata mandato904 –
924
MonarcaSergio III
(fino al 14 aprile 911)
Anastasio III
(fino al giugno 913)
Lando
(fino al marzo 914)
Giovanni X
(fino al 924)

Dati generali
Partito politicoPartito "spoletino" e antiformosiano
Professionefunzionario pontificio
Teofilatto
Patrizio romano
Nascita860
Morte924
DinastiaTeofilatti
PadreGregorio
Consorte Teodora
FigliMarozia, Teodora II, Teofilatto II, Sergia, Bonifacio
Religionecristianesimo

Teofilatto (latino: Theophylactus; 860 circa – Roma, 924 circa) è stato un nobile romano.

Fu superista[1] e vestararius e governò di fatto Roma con i titoli di senator Romanorum e di gloriosissimus dux nel primo quarto del X secolo.

Biografia

Il patrizio Teofilatto apparteneva alla cerchia degli Optimates romani, ricchi latifondisti, ecclesiastici e alti funzionari che, a partire dal VII secolo, in epoca bizantina e fino a tutto l'XI secolo, si erano attribuiti le funzioni dell'antico Senato romano con il nuovo nome di Ordo senatorius[2].

Esponente del partito "spoletino" e antiformosiano, il suo nome compare nelle fonti nel 901[3] come partecipante in un placito dell'imperatore Ludovico III di Provenza in qualità di judex palatinus insieme ad altri nobili romani[4], tra i quali Crescenzio. In tale documento viene descritto come figlio del nomenclator Gregorio (anni 875-885)[5], forse identificabile con l'"apocrisario"[6] presso la corte di Costantinopoli al tempo di papa Giovanni VIII (872-882), figlio a sua volta del nomenclator Teofilatto (a. 826). Queste importanti cariche ricoperte nella corte pontificia rivelerebbero la solida posizione e il radicamento della sua famiglia nell'ambito del Palatium o Patriarchium pontificium (palazzo del Laterano) già nella seconda metà del IX secolo.

Secondo alcuni storici la sua residenza si trovava nei pressi del Quirinale, vicino alla basilica dei Santi Apostoli (anche se secondo altri l'ipotesi apparirebbe dubbia)[7]. Prese in moglie l'aristocratica romana Teodora[8].

Nel 904 Teofilatto sostenne la ri-elezione di papa Sergio III, suo probabile parente[9], e ottenne i titoli di magister militum e di Sacri palatii vestararius[10], a cui si aggiunsero i titoli di gloriosissimus dux e di senator Romanorum. Attraverso il primato sull'aristocrazia di Roma, Teofilatto e la sua famiglia ebbero il controllo della città: egli assunse di fatto il governo assoluto, limitando i poteri dello stesso papato e determinandone spesso la politica, ponendo le basi di un governo che sulla base delle fonti di poco successive, generalmente ostili, fu definito Saeculum obscurum (la cosiddetta "pornocrazia romana"). Tale concentrazione di potere, se non lo rese, come disse lo storico Pietro Fedele, il più potente d'Europa, senz'altro gli consentì di essere uno degli uomini più ricchi e influenti dell'Occidente cristiano della sua epoca[11]. Il dominio di Teofilatto si protrasse per circa un ventennio, fino alla sua morte.

Attorno al 910 concesse la figlia Marozia in moglie al di lui forse coetaneo Alberico, duca di Spoleto, con il quale era alleato da circa un decennio. Come rappresentante di papa Giovanni X (914-928) ebbe il mandato di stringere accordi con i principi longobardi dell'Italia centro-meridionale, principali artefici della lega anti-araba, a cui aveva già contribuito il defunto principe Atenolfo I di Capua, mediante i quali con l'appoggio militare di Alberico di Spoleto nel 915 riuscì a sconfiggere i Saraceni stanziatisi presso il Garigliano, dopo aver subito per circa 40 anni i saccheggi di Roma e dei dintorni dell'Urbe[12].

Non è ancora accertato se Gregorio de Tusculana (ca. 950 circa - ca. 1010), il capostipite dei conti di Tuscolo da cui discesero i Colonna, fosse uno dei figli di Alberico di Roma, o secondo la più recente storiografia, discenda da un altro Teofilatto consul et dux e vestararius[13], forse figlio di Teofilatto suo omonimo premorto al padre.[14]

Non comparendo altre sue notizie oltre il 915, si ritiene sia morto tra il 920 e il 924.

Discendenza

Dalla moglie Teodora ebbe numerosi figli, tra i quali:

Albero genealogico

Teofilatto,
c. 860–924
Teodora
Ugo d'Italia
887-948
(sposato con Marozia)
Alberico di Spoleto
d. 925
Marozia
890–937
Papa Sergio III
904–911
Teodora
Graziano
(Console)
Alda di Vienne
Alberico di Roma
905–954
Davide o Deodato
Papa Giovanni XI
931–935
Teodora (II)
Giovanni Crescenzi
Teofilatto (?)
Papa Giovanni XII
955–964
Papa Benedetto VII
974-983
Marozia
Papa Giovanni XIII
965–972
Crescenzio il Vecchio
Gregorio I, conte di Tuscolo
c. 950–1010
Papa Benedetto VIII
1012–1024
Alberico III, conte di Tuscolo
d. 1044
Papa Giovanni XIX
1024–1032
Pietro, duca dei Romani
Gaio
Ottaviano
Papa Benedetto IX
1032–1048

Note

  1. ^ La figura del superista fu modellata sull'esempio del magister militum di romana memoria.
  2. ^ Girolamo Arnaldi, Le Origini dello Stato della Chiesa, Torino, UTET Libreria, 1987; Valeria Beolchini, Tusculum II: Tuscolo, una roccaforte dinastica a controllo della valle Latina, pp. 31-35
  3. ^ Cesare Manaresi, I Placiti del Regnum Italiae, vol.I, p.412; Fonti per la storia d'Italia, n.92, 1955.
  4. ^ Non è da escludere che essendo il primo citato nell'elenco dei judices, ricoprisse sin da allora la carica di Primicero dei Notai, ritenuta da P.L. Galletti omologa a quella di Principe del Soglio. Pier Luigi Galletti e Josè Maria Fonseca de Evora, Del Primicero della Santa Sede Apostolica e di altri uffiziali maggiori del sacro palagio lateranense Roma 1776, p.14.
  5. ^ Il "nomenclatore" era una delle sette grandi cariche o uffici altrimenti definiti Giudici Palatini della Corte pontificia, il cui ufficio onorifico era quello di comunicare ai membri dell'assemblea l'invito del Papa a partecipare alla sua mensa durante le celebrazioni. Se fosse accertata questa ipotesi, attraverso questa parentela sarebbe stato il fratello di Costantino e di Costantina (donna ritenuta di facili costumi e unitasi con diversi rappresentanti dell'alta nobiltà romana), oltre che cognato del Magister militum e Vestararius Giorgio de Aventino coinvolto nella scomunica da parte di Giovanni VIII reo tra l'altro con G. di essersi appropriati del tesoro del papa. Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, v. alla voce Gregorio il Nomenclatore; Pier Luigi Galletti e Josè Maria Fonseca de Evora, Del Primicero della Santa Sede... cit., pp.99-100; Catholic Encyclopedia, vol. 11, voce Palatini.
  6. ^ L'apocrisario era il rappresentante permanente della Santa Sede presso la corte di Costantinopoli; la carica fu istituita da papa Leone I.
  7. ^ In questa zona abitò con certezza suo nipote Alberico di Roma (912 circa - 954).
  8. ^ Costei secondo alcuni sarebbe stata della famiglia dei domini de via Lata, quindi parente di papa Adriano I, altri suppongono una discendenza in linea materna dagli Stefaneschi: Daniela Gallavotti Cavallero, S. Maria del Priorato (S. Maria in Aventino) Istituto nazionale di studi romani, 1986, p.12.
  9. ^ Enciclopedia dei Papi, Ed. Treccani, v. Sergio III
  10. ^ Il vestararius custodiva le vesti preziose e gli altri tesori non in moneta del palazzo pontificale
  11. ^ Probabilmente questa posizione egemonica consentì ai suoi eredi, i Conti di Tuscolo prima e i Colonna poi, di incarnare a Roma la fazione aristocratica, che in seguito si identificò con il partito imperiale e ghibellino, tradizionalmente avversario della fazione popolare degli Orsini di parte papale e guelfa: Franca Allegrezza, Organizzazione del potere e dinamiche familiari. Gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento, 1998.
  12. ^ Pietro Fedele, La battaglia del Garigliano dell'anno 915 ed i monumenti che la ricordano, in Archivio Società Romana di Storia Patria, A. XXII (1899), p. 181 e segg.
  13. ^ Ipotesi suffragata anche dal necrologio del monastero dei SS. Ciriaco e Nicola in via Lata, in cui nel 949 risulta Teofilatto vestararius sposato con Marozia senatrix figlia di Teodora e genitori di Gregorio di Tuscolo sposato con una nobile Maria; v. F. Lazzari, I Teofilatti nel necrologio del sec. XI del monastero dei SS. Ciriaco e Nicola in via Lata, in Annali del Lazio meridionale, XIV/2, n. 28, 2014
  14. ^ v. V. Beolchini, Tusculum II: Tuscolo, una roccaforte dinastica a controllo della valle Latina, Roma 2006, p.55; U. Longo, Gregorio di Tuscolo, in Dizionario Biografico degli Italiani. Secondo la più recente storiografia o parte di essa la discendenza maschile di Alberico di Spoleto si estinse nel 964. v. Chris Wikham, Roma medievale. Crisi e stabilità di una città, 900-1150, Roma 2013, p.255.
  15. ^ Pietro Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del papato nel secolo X, in Archivio della R. Società Romana di Storia Patria, voll. XXXIII-XXXIV, 1910-11.

Bibliografia

  • George L. Williams, Papal Genealogy. The Families and Descendants of the Popes, 2004.

Voci correlate

Controllo di autoritàVIAF (EN37148570346824310615 · GND (DE1123881448 · WorldCat Identities (ENviaf-37148570346824310615