Telarc International Corporation

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Telarc International Corporation
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Fondazione1977 a Cleveland
Fondata daJack Renner
Robert Woods
Sede principaleCleveland
GruppoConcord Music Group
SettoreMusicale
Prodotti
  • Musica classica
  • Blues
  • Jazz
  • Pop/Rock Crossover
  • Country
Sito webwww.telarc.com/

Telarc International Corporation è un'etichetta americana audiofila, indipendente, fondata nel 1977 da due musicisti di formazione classica ed ex insegnanti, Jack Renner e Robert Woods. Con sede a Cleveland (Ohio), il marchio ha avuto una lunga collaborazione con l'Orchestra Sinfonica di Cincinnati e l'Orchestra di Cleveland, così come con l'Atlanta Symphony Orchestra e la St. Louis Symphony. Malgrado l'avvio come etichetta di sola musica classica, Telarc ha pubblicato incisioni di jazz, blues e country.

Nel 1996, Telarc si fuse con un'altra etichetta indipendente, Heads Up, oggi sua controllata. Alla fine del 2005 entrambe furono acquistate da Concord Records, e oggi funzionano quali unità semi-autonome del Concord Music Group[1].

Il suono Telarc[modifica | modifica wikitesto]

Telarc è nota per l'alta qualità delle sue registrazioni, incapsulate nello slogan "The Telarc Sound".[2] I suoi tecnici del suono sono altamente considerati all'interno del business di registrazione e hanno portato Telarc a 54 Grammy Award al proprio marchio e agli altri due che distribuisce, Heads Up e MCG[3]. Nel 2004 ha ricevuto il premio "Label of the Year" dalla rivista Gramophone[4]. Telarc è stata una delle prime etichette a registrare musica con un convertitore analogico-digitale a 20-bit (ADC) negli ultimi anni 1980 e utilizza formati a 24 bit dal 1996. Attualmente, la maggior parte delle pubblicazioni di Telarc sono Super Audio CD (in genere ibridi) basati su registrazioni Direct Stream Digital (DSD).

Riduzione del personale[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 2009, per una ristrutturazione aziendale del Concord Music Group, Telarc annunciò che avrebbe tagliato ventisei posti di lavoro e che avrebbe anche smesso di produrre le proprie registrazioni. Questi tagli di lavoro includevano anche l'altamente considerato, pluri-premiato team di produzione. Il fondatore ed ex presidente di Telarc Robert Woods si dimise nel marzo 2009; fu sostituito da Dave Love, presidente di Heads Up, il quale fu poi lasciato andare il mese successivo. La nuova Five/Four Productions fu costituita da quattro membri del team di produzione Telarc: gli ingegneri premio Grammy Michael Bishop e Robert Friedrich, il produttore premio Grammy Thomas Moore e il capo tecnico Bill McKinney[5][6].

Keeping the Blues Alive[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013, la Fondazione Blues onorò Telarc con il suo Premio Keeping the Blues Alive (KBA)[7]. Ogni anno la Fondazione Blues premia così i singoli e le organizzazioni che hanno contribuito in modo significativo alla musica blues. La cerimonia KBA si è svolta in concomitanza con il 29º International Blues Challenge (IBC). I KBA vengono assegnati sulla base del merito da un gruppo selezionato di professionisti del blues a favore di coloro che lavorano per promuovere attivamente e documentare la musica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nicholas Wapshott, Business & Financial News, Breaking US & International News | Reuters.com (XML), su today.reuters.com, 9 febbraio 2009. URL consultato l'11 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2006).
  2. ^ About Telarc International, su telarc.com. URL consultato l'11 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2012).
  3. ^ D.X. Ferris, Telarc wins again: Cleveland label, producer win five Grammys, in Cleveland Scene, Cleveland, Ohio, 14 febbraio 2007. URL consultato il 6 settembre 2016.
  4. ^ [1]
  5. ^ Kathryn Kroll, The Plain Dealer, Telarc International will cut 26 jobs and stop producing its own recordings | cleveland.com, su blog.cleveland.com. URL consultato l'11 agosto 2012.
  6. ^ Jason Victor Serinus, Once Telarc, Now Five/Four, su Stereophile, 8 febbraio 2009. URL consultato il 24 giugno 2016.
  7. ^ Search | The Blues Foundation, su blues.org. URL consultato il 24 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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