Teatro romano di Ostra antica

Teatro romano di Ostra antica | |
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Civiltà | Romana |
Utilizzo | Teatro, poi diventato cava di materiali da costruzione dopo la caduta di Roma. |
Epoca | I - VI secolo |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Comune | Ostra Vetere |
Scavi | |
Data scoperta | 1903 |
Date scavi | 1903, 1904 - 2005 |
Archeologo | Giuseppe Baldoni, Carisio Ciavarini, Edoardo Brizio, Soprintendenza Archeologia Marche |
Amministrazione | |
Ente | Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro |
Responsabile | Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e comune di Ostra Vetere |
Visitabile | Si |
Sito web | Ostra antica - sito web ufficiale |

Il teatro romano di Ostra antica è un teatro di epoca romana situato nell' area archeologica di Ostra antica, nel comune di Ostra Vetere (AN). Dista pochi chilometri dalla cittadina marchigiana di Ostra Vetere.

Storia ed Architettura
[modifica | modifica wikitesto]Il Teatro venne scavato dal Cav. Baldoni durante la campagna del 1903-1904, situato tra l'area forense e le terme, che, con i suoi 44,60 m di diametro, rappresenta il più piccolo edificio di tale tipologia rinvenuto nella regione marchigiana. Ne furono messe in luce la scena, con la parete di fondo movimentata dall'alternanza di nicchie a pianta rettangolare e semicircolare, e parte di una pavimentazione in grandi lastre di cotto, riferibile alla zona dell’orchestra. La pianta dei resti portati in luce ci restituisce un diametro massimo dell’edificio teatrale di 48,60 m e all’ epoca era conservato, in alcuni punti, per circa 2 metri di altezza dal piano di campagna antico.
L'ima cavea, spogliata già in antico e già individuata nel 1903, è stata ricavata al di sotto del piano di campagna antico, probabilmente con l’intenzione di rendere più stabile l'edificio. La media cavea è stata vista e disegnata durante i vecchi scavi. Resti del secondo ordine di gradinate, infatti, compaiono nella pubblicazione di scavo, anche se solo parzialmente esistenti; tali strutture, non rintracciate nelle indagini del 2005, dovevano partire dal piano di calpestio antico e probabilmente poggiavano su arcate di sostegno. L’aspetto costruttivo della summa cavea non è noto, purtroppo, ma la sua esistenza è indiziata da alcune basi di pilastri: è possibile, dunque, che fosse in materiale deperibile nell'alzato, ma poggiante su arcate e pilastri in muratura. L’edificio teatrale si caratterizza, inoltre, per la sua imponente "frons scaenae", che ha una lunghezza, come detto, di 48,60 m (pari circa a 164 piedi romani), purtroppo non più conservata in elevato, come ai tempi del Baldoni. Al suo centro si apre un’esedra semicircolare la cui ampiezza è di 7,90 m (27 piedi romani). Le campagne di scavo successive hanno dunque permesso di individuare degli aspetti che non erano stati né visti né ipotizzati all'epoca degli scavi del Baldoni e nelle successive elaborazioni dei dati e nel contempo hanno consentito anche di meglio definire la pianta complessiva della struttura e i suoi rapporti con la piazza del foro. Tutte le strutture, che risultano rasate a vari livelli e in cui in alcuni casi è possibile riconoscere le tracce di asportazione dei materiali costruttivi, sono realizzate con “tecnica mista”. Si tratta, cioè, di murature composte da una cortina di mattoni legati da malta di calce di buona qualità, che racchiude un nucleo in blocchi calcarei grossolanamente sbozzati, anch'essi legati con malta.
L'edificio termale ed il teatro erano separati da una larga strada lastricata con direzione NO-SE. Un secondo asse viario perpendicolare al precedente e di un terzo tratto parallelo al primo delimitavano una vasta area riconosciuta come il Foro ovvero la piazza principale della città, sulla quale si affacciavano, oltre al teatro, alcuni edifici, tra cui un tempio.
Nuovo millennio
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2005, il funzionario della Soprintendenza allora responsabile della zona, decise di condurre una campagna di scavo nell'area del teatro già indagato dal Baldoni. Lo scavo, che ha sostanzialmente confermato i dati emersi nelle esplorazioni dei primi del Novecento, ha tuttavia permesso di precisare alcuni aspetti di carattere architettonico, quali, ad esempio, il fatto che «la parte relativa all’ emiciclo dell’orchestra e al primo ordine di gradinate era stata costruita al di sotto del livello di calpestio esterno», mentre «solo a partire dal secondo ordine di gradinate l’edificio era totalmente sorretto da una struttura autoportante realizzata in opera laterizia». Un altro dato significativo è costituito dal ritrovamento di alcuni pilastri, che, verosimilmente, «dovevano sorreggere il portico continuo con cui il teatro prospettava verso il piazzale del foro», struttura questa non presente nella pianta disegnata dal Baldoni.[1]
Stando al rinvenimento di un’iscrizione onoraria, si daterebbe all'epoca tiberiana la costruzione del teatro, che chiudeva con la sua fronte rettilinea il lato meridionale del piazzale forense. Il teatro di Ostra aveva un diametro di 44,60 m e doveva presentare un’articolazione in tre ordini di gradini. Gli scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche su questo edificio hanno verificato la generale attendibilità della planimetria prodotta durante le operazioni di scavo del 1903-1904 e hanno messo in luce l’intera area del proscenio e la parte orientale della cavea.[2]
I resti del Teatro romano di Ostra Vetere sono stati riqualificati nel 2020 con un intervento finanziario del Ministero della cultura - Sabap Ancona Pesaro Urbino. I lavori hanno consentito di ripristinare la funzionalità della cavea e della scaena. I lavori hanno compreso i seguenti interventi: chiusura dei saggi di scavo rimasti aperti dalla campagna 2005; sistemazione del terreno nel settore dell'orchestra, mediante ribassamento dell'attuale piano di calpestio, posa in opera di materiale inerte stabilizzato; rimozione delle protezioni ad onduline che erano presenti sulle sommità delle strutture murarie fuori terra e loro sostituzione con volumi di sacrificio, realizzati con tecnica e con in materiali compatibili (laterizi e malta di calce idraulica); modellamento del terreno a riproduzione dei volumi occupati in antico dall'ima e media cavea e ricopertura della superficie con un manto vegetale; riproposizione del perimetro esterno del teatro con sistemi non invasivi, quali tracce vegetali; realizzazione di camminamenti per rendere fruibile sia alcuni settori interni sia il perimetro esterno del complesso. Le finalità dell'intervento sono quelle di conferire maggiore leggibilità al manufatto e, contemporaneamente, restituirlo alla fruizione pubblica. Il muro perimetrale esterno, non giunto fino a noi, è rappresentato da una fila di lecci, elemento arboreo tipico di molti edifici romani per spettacoli delle Marche. L'area è corredata da pannelli esplicativi distribuiti lungo i percorsi di visita ed è liberamente fruibile.
Seguendo l'esempio di altri teatri antichi come quello di Pompei, Helvia Recina o Falerone anche il teatro di Ostra antica, su impulso del comune di Ostra Vetere, dalla seconda decade degli anni 2000 ha cominciato ad essere nuovamente usato come luogo di produzione artistica oltre che come sito archeologico. Nel 2021 per la prima volta la stagione organizzata dal Montesaxnovo Festival di Ostra Vetere ha rappresentato lo spettacolo "Le Metamorfosi di Ovidio" nel teatro romano.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Michele Silani, Cristian Tassinari, Prime considerazioni sulla città romana di Ostra alla luce dei nuovi scavi, in www.academia.edu, 2014, p. 834.
- ^ Pier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Cristian Tassinari, Monumentalizzazione degli spazi pubblici e partecipazione alla vita politica nel municipium romano di Ostra (Ostra Vetere, Ancona), in www.academia.edu, 2014, p. 373.
- ^ Il 7 agosto un nuovo appuntamento per il Montesaxnovo Festival di Ostra Vetere, su valmisa.com.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia moderna
[modifica | modifica wikitesto]- C. Ciavarini, Gli scavi di Ostra eseguiti negli anni 1903 e 1904 dal Maggiore Cav. Giuseppe Baldoni di Montalto (con una pianta), Ancona , 1908.
- R. Virzì, La città romana di Ostra in P.L. Dall'Aglio, S. De Maria, A. Mariotti, (a cura di), Archeologia delle valli marchigiane Misa, Nevola e Cesano, Perugia 1991, pp. 160–179.
- Pier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Cristian Tassinari, Atti del IV Convegno Internazionale di Studi Veleiati, Veleia - Lugagnano Val d’Arda, 20-21 Settembre 2013 - Monumentalizzazione degli spazi pubblici e partecipazione alla vita politica nel municipium romano di Ostra (Ostra Vetere, Ancona), su academia.edu, 2014. URL consultato l'11 ottobre 2023.
- Pier Luigi Dall'Aglio, Carlotta Franceschelli, Michele Silani, Cristian Tassinari, Amore per l'antico - Dal Tirreno all'Adriatico, dalla Preistoria al Medioevo e oltre. Studi di antichità in ricordo di Giuliano de Marinis Vol. 2 - Prime considerazioni sulla città romana di Ostra alla luce dei nuovi scavi, su Gabriele Baldelli, Fulvia Lo Schiavo (a cura di), academia.edu, 2014. URL consultato l'11 ottobre 2023.
- Federica Boschi, Michele Silani, Rivista di topografia antica XXII 2012 - Aerofotografia e geofisica nella Valle del Misa (Ancona): nuovi dati per la topografia urbana di Ostra, su academia.edu, 2014. URL consultato l'11 ottobre 2023.
- Pier Luigi Dall'Aglio e Carlotta Franceschelli, Ostra: archeologia di una città romana delle Marche (scavi 2006-2019), su academia.edu, Bologna, Ante Quem, 2020, ISBN 978-88-7849-150-2.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Ager Gallicus
- Regio VI Umbria
- Suasa
- Via Salaria Gallica
- Diocesi di Ostra
- Antiquarium Città romana di Ostra
- Teatri delle Marche
- Valle del Misa
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teatro romano di Ostra antica
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su musei.beniculturali.it.