Tartufo bianco della Toscana

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Tartufo bianco della Toscana
Origini
Altri nomiTuber magnatum
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
Zona di produzioneAlcune zone dell’Appennino nord-orientale e una fascia centrale piuttosto ampia che si estende dal Valdarno inferiore (Pisa, San Miniato) fino al confine con il Lazio (San Casciano dei Bagni)[1]
Dettagli
Categoriaortofrutticolo
SettoreProdotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Il tartufo bianco della Toscana[2] è una varietà di Tuber magnatum che si può trovare in alcune parti dell'Appennino settentrionale (parte orientale) e in una zona centrale abbastanza vasta che si estende dalla provincia di Pisa fino a toccare i confini del Lazio. La specifica legge regionale 50/95 definisce, con l'obiettivo di distinguere le zone di produzione, cinque aree di provenienza: Casentino, Colline Sanminiatesi, Mugello, Val Tiberina e Crete Senesi.

Alla vista si presenta di colore giallino con tonalità tendenti al verde, con superficie esterna liscia, di dimensioni che spaziano da quelle di un'arachide a quelle di un pompelmo. L'interno è di colore marrone sbiadito con lievi sfumature rossastre e sottili venature più chiare. Va consumato fresco, in quanto il processo di cottura ne altererebbe le proprietà organolettiche.

Modalità e periodo di raccolta[modifica | modifica wikitesto]

La normativa vigente prevede, come periodo autorizzato per la raccolta, i tre mesi a cavallo tra il 10 settembre ed il 31 dicembre[3]. Le zone in cui viene raccolto sono di solito le valli umide e ombreggiate, nei versanti collinari esposti a nord o lungo il letto di fiumi e ruscelli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il tartufo bianco, su Ufficio del Turismo Mugello Toscana vacanza verde. URL consultato il 13 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2016).
  2. ^ Tartufo bianco della Toscana, su Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Toscana. URL consultato il 14 novembre 2018.
  3. ^ Prodotti Tipici della Toscana e del Chianti, su chianti.it. URL consultato il 4 maggio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Palazzuolo sul Senio, La Toscana dei tartufi (PDF) (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]