Tartaro (medicina)
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Il tartaro, in odontoiatria, è un deposito dovuto alla placca batterica e alla presenza di sali di calcio nella saliva. È un insieme di composti minerali formato per circa l’80% da sali inorganici, contenenti fosforo, calcio e sodio, e per il restante 20% da sostanze diverse.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il tartaro costituisce una zona di ritenzione della placca batterica, i depositi calcificati possono contenere dei prodotti tossici per i tessuti molli.
Il tartaro può essere:
- sottogengivale, ha un colore rossiccio per la presenza di piccole emorragie gengivali, è più consistente e si deposita nelle profondità del solco gengivale. Trovandosi al di sotto della gengiva non è immediatamente visibile e contribuisce alla formazione della tasca parodontale collegata alla parodontite. Il tartaro sottogengivale provoca spesso alitosi.
- sopragengivale, si forma in meno di due settimane[senza fonte]. Si presenta sotto forma di piccole incrostazioni bianche o giallognole che ricoprono la superficie del dente intorno all’orlo gengivale. Le gradazioni di colore vanno dal bianco al nero.
La carie è una malattia del cavo orale collegata alla presenza del tartaro e dei batteri nella bocca. Il processo carioso avviene a seguito dell’azione di alcuni tipi di batteri già presenti nella bocca, che trovano nella placca batterica e nel tartaro un ambiente ideale alla riproduzione.
Cura[modifica | modifica wikitesto]
Tali formazioni vengono rimosse tramite detartrasi da un dentista o da un igienista dentale. La cura del tartaro richiede talvolta coraggio per via del disturbo di odontofobia, che può allontanare le persone dalle visite di controllo odontoiatriche.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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