Susan Youssef

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Susan Youssef nel 2010.

Susan Youssef (Brooklyn, 1977) è una regista e sceneggiatrice statunitense di origini libanesi e siriane[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Susan Youssef è nata a Bay Ridge (Brooklyn, New York) da padre libanese e madre siriana. Trascorse l'infanza a Staten Island dove frequentò una chiesa cattolica. Il suo primo viaggio in Libano risale al 1999, quando, poco più che ventenne, le fu offerto un lavoro come insegnante a Beirut.[2]

In Libano, iniziò a scrivere per il giornale Daily Star. In questo ambiente incontrò molti cineasti e raccolse informazioni sui campi-profughi palestinesi.[2] Quindi tornò negli Stati Uniti d'America e realizzò un cortometraggio sui nonni che inviò alle scuole di cinema come prova di ammissione. Nonostante i suoi genitori fossero contrari, Youssef fu accettata alla facoltà di cinema dell'Università del Texas. Durante i suoi studi ad Austin, Youssef lavorò come cameriera in un dive bar. Nel 2002, fece un viaggio in Palestina, dal quale trasse ispirazione per il suo primo lavoro come regista, un documentario studentesco intitolato Forbidden to Wander, proiettato al MoMA di New York nel 2005.[3]

Il suo primo cortometraggio narrativo, Marjoun, parla degli effetti degli attentati dell'11 settembre 2001 su una famiglia araba negli Stati Uniti. Il film fu presentato al Sundance Film Festival 2006.[2] Nel 2011, Youssef scrisse e diresse il suo primo lungometraggio, una storia d'amore ambientata nella Striscia di Gaza intitolata Habibi Rasak Kharban (tradotto in italiano: tesoro, qualcosa non va nella tua testa). Il film fu presentato in anteprima mondiale alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.[4] e vinse il Muhr d'Oro come miglior film al Festival internazionale del cinema di Dubai.[5] Fu in seguito proiettato al Festival di Toronto, al Human Rights Watch Festival di Londra, e in alcune università statunitensi quali Princeton e Harvard.[6]

Il secondo lungometraggio della regista, Marjoun and the Flying Headscarf, riprende il personaggio protagonista introdotto in Marjoun.[2]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Brandon Harris, Susan Youssef, Habibi, su filmmakermagazine.com, Filmmaker Magazine, 16 novembre 2012. URL consultato il 25 maggio 2020.
  2. ^ a b c d (EN) Kaleem Aftab, Susan Youssef: 'Every time I make a film I learn more about being an Arab in America', su thenational.ae, The National, 12 marzo 2019. URL consultato il 25 maggio 2020.
  3. ^ (EN) Jacob Jersham, MoMA is accused of anti-Israel tilt on documentary film series, su nysun.com, The New York Sun, 31 gennaio 2005. URL consultato il 25 maggio 2020.
  4. ^ Michela Greco, L'amore contro il degrado e la guerra in due sguardi femminili, su news.cinecitta.com, Cinecittà News, 5 settembre 2011. URL consultato il 25 maggio 2020.
  5. ^ (EN) Leonard Klady, Habibi, su screendaily.com, Screendaily, 11 settembre 2011. URL consultato il 25 maggio 2020.
  6. ^ (EN) News: Habibi the film, su habibithefilm.com. URL consultato il 25 maggio 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]