Sulayman ibn al-Hakam, "al-Musta'in"

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigation Jump to search

Sulaymān ibn al-Hakam "al-Mustaʿīn", in arabo سليمان الثاني (... – Cordova, luglio 1016), fu a due riprese Califfo omayyade del Califfato di Cordova (al-Andalus), dal 1009 al 1010 e, una seconda volta, dal 1013 al 1016.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Omayyade, era un bisnipote di ʿAbd al-Raḥman III, e cugino di II grado di Hisham II ibn al-Ḥakam.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1009, dopo che Muḥammad II ibn Hishām ("al-Mahdī"), ebbe con un colpo di mano spodestato e messo in prigione il califfo Hishām II ibn al-Ḥakam, approfittando del fatto che l'uomo forte del califfato, Abd al-Rahman Sanchuelo, era impegnato in una campagna militare in León contro il re Alfonso V, e dopo aver sconfitto e ucciso suo figlio Hishām, aspirante califfo, Sulaymān al-Mustaʿīn si mise alla testa dei berberi, che avevano abbandonato al-Mahdī e, alleatosi col conte di Castiglia Sancho Garcés, sconfisse al-Mahdī, il primo novembre dello stesso anno, nella battaglia di Alcolea.
Mentre al-Mahdī si rifugiava a Toledo, egli entrò a Cordova, dove permise il saccheggio ai suoi alleati berberi e castigliani, liberò e riconobbe califfo Hishām II, per poi deporlo dopo alcuni giorni, venendo riconosciuto lui stesso come califfo dalle sue truppe berbere, assumendo il titolo onorifico (laqab) di al-Mustaʿīn bi-llāh (colui che cerca l'aiuto di Dio).

Nel 1010 al-Mahdī, che nel frattempo a Toledo aveva riorganizzato le sue truppe di mercenari (i Saqāliba, ossia "Schiavoni", razziati essenzialmente nell'Europa mediterranea e slava), alleatosi ai conti di Barcellona, Raimondo Borrell III e d'Urgell, Ermengol I. nel maggio di quello stesso anno, sconfisse Sulaymān al-Mustaʿīn nei pressi della città e riconquistò Cordova, che fu messa a sacco dai Catalani, mentre al-Mustaʿīn fuggiva da Cordova.
Al-Mahdī era califfo per la seconda volta, ma gli Schiavoni gli si rivoltarono contro e, sempre nel 1010, nel mese di luglio, lo assassinarono, riportando sul trono Hishām II per la terza volta.

Sulaymān al-Mustaʿīn non riconobbe Hishām II, come califfo e portò avanti la guerra civile che opponeva i berberi, suoi sostenitori agli schiavi, sostenitori di Hishām II, permettendo così al conte di Castiglia, Sancho Garcés di recuperare le fortezze che Almanzor, a suo tempo, aveva conquistato.

Nel 1013, i Berberi conquistarono e saccheggiarono spietatamente Cordova, deposero e molto probabilmente uccisero, nel maggio di quello stesso anno, Hishām II e Sulaymān divenne califfo, per la seconda volta.

Per ingraziarsi le varie etnie che dominavano il califfato, arabi, berberi e schiavi Sulaymān al-Mustaʿīn iniziò una politica di concessioni talmente grandi che il potere del califfo si era ridotto alla città di Cordova.

Ne approfittò il governatore di Ceuta, ʿAlī ibn Ḥammūd, che organizzato un poderoso esercito di schiavi, conquistò la città il primo luglio 1016 ed alla richiesta dove fosse il loro legale califfo, Hishām II, quando seppero che era stato ucciso, giustiziarono al-Mustaʿīn ed elessero nuovo califfo ʿAlī ibn Ḥammūd.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rafael Altamira, "Il califfato occidentale", in: «Storia del mondo medievale», vol. II, 1999, pp. 477-515.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore califfo indipendente di al-Andalus Successore
Hishām II ibn al-Ḥakam 1009–1010 Muḥammad II (al-Mahdī)
Predecessore califfo indipendente di al-Andalus Successore
Hishām II ibn al-Ḥakam 1013–1016 ʿAlī ibn Ḥammūd