Strada statale 63 del Valico del Cerreto
Strada statale 63 del Valico del Cerreto Via Clodia Nova | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regioni | ![]() ![]() |
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Dati | |
Classificazione | Strada statale |
Inizio | Aulla |
Fine | Gualtieri |
Lunghezza | 137,400 km |
Provvedimento di istituzione | Legge 17/05/1928 n° 1094[1] |
Gestore | Tratte ANAS: da Aulla a Reggio Emilia; dal 2001, la gestione del tratto Reggio Emilia - Gualtieri è passata alla Regione Emilia-Romagna, che ha ulteriormente devoluto le competenze alla Provincia di Reggio Emilia |
La strada statale 63 del Valico del Cerreto (SS 63), così denominata fino a Reggio Emilia, strada provinciale 63 R del Valico del Cerreto (SP 63 R) da Reggio Emilia a Gualtieri, è una strada statale e regionale che collega la Toscana all'Emilia-Romagna. Ha inizio ad Aulla si dirige verso l'Appennino tosco-emiliano, toccando Fivizzano, Sassalbo, valica il Passo del Cerreto, dove la strada entra in Emilia-Romagna, attraversa Ventasso, Castelnovo ne' Monti, Casina, Vezzano sul Crostolo, Puianello, Rivalta; entra poco dopo a Reggio Emilia, ed esce a nord della città. Dopo la città emiliana, attraversa Cadelbosco di Sopra, Cadelbosco di Sotto, Santa Vittoria e arriva a Gualtieri, sul fiume Po, dove si immette nel tratto provinciale della ex strada statale 62 della Cisa.
In seguito al decreto legislativo n. 112 del 1998, dal 2001 la gestione del tratto Reggio Emilia - Gualtieri è passata dall'ANAS alla Regione Emilia-Romagna, che ha ulteriormente devoluto le competenze alla Provincia di Reggio Emilia. Quest'ultima ha denominato la strada come provinciale (SP 63 R) non essendoci in Emilia-Romagna la classificazione di strada regionale.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]
Nel XVIII secolo era chiamata anche strada ducale o strada ducale di Lunigiana. Era questo un percorso appenninico irregolare e di antica origine, la cui sistemazione definitiva e parzialmente carrozzabile della strada ebbe inizio solo nel XVIII secolo, quando il duca Ercole III incaricò l'ingegnere Lodovico Bolognini della realizzazione della strada ducale di Castelnovo Monti, che si sarebbe collegata alla Lunigiana e da qui al mar Tirreno. Il progetto venne presentato nel 1785. Il cantiere si interruppe nel 1796, con l'avvento di Napoleone e gli eventi politici connessi alla dissoluzione del ducato. La strada era stata sistemata fino al tratto Reggio - Busana.
Nel 1788 l'antico percorso della strada viene così descritto da Lodovico Ricci nella Corografia dei Territori di Modena, Reggio e degli altri Stati appartenenti alla Casa d'Este:
«Strada Ducale di Lunigiana, ossia di Castelnuovo ne' Monti". Esce dalla Città di Reggio volgendo il suo corso a Mezzogiorno, e scorre sopra un ponte di figura Romboidale di due arcate, sormonta il torrente Crostolo, corre presso la Ducal Villa di Rivalta, attraverso il feudo d'Albinea, il borgo di Pujanello, ed entra nel feudo di Vezzano, dove il Torrente Campola sbocca nel Crostolo. Ivi si piega a dritta verso ponente, e costeggiando il Rio Campola prosegue per Sedrio, traversa il detto torrente e giunge al borgo di Pecorile in Canossa. Continua la strada attraverso i Feudi di Paderna, e di Sordiglio, ed ivi piegandosi nuovamente al Meriggio stendesi pel Feudo di Pavullo, ed entra in Sarzano. Quindi prosiegue alla Casina, e poco dopo sormonta i due nuovi Ponti sovrapposti alli rivi Tassubio e Rezola, giunge a Migliara, scorre per Marola, attraversa i Feudi Pantano, San Donino, Busanella, e giunge a Fellina. Quivi trova un ramo di strada al Mezzodì, che passando la Secchia alla Gatta corre per Menozzo e Ligonchio a Sillano, e cala in Garfagnana. Da questo stretto ramo se ne stacca un altro, che volgendosi anche più a mattina stendesi per Quara, Gova, Romanoro, Pietravolta, S. Pellegrino, e scende pure a Castelnuovo di Garfagnana. Uscita di Fellina la Strada della Lunigiana piega al Ponente, passa sopra un Ponte il Rio di Carbonara, e lasciando sulla sinistra la Pietra di Bismantova, mette capo a Castelnovo ne' Monti. Uscita di quella terra ritorna nella Giurisdizion di Bismantova, stendesi alle cale del Garfagnolo, entra nei Feudi di Busana, passa per le borgate di Cervarezza, e rivolta alla faccia di Meriggio corre sulla pendice di Ventasso. Non molto dopo attraversa il paese di Busana, e lasciando la Secchia alla sinistra continua sempre colla stessa direzione per le borgate di Nismozza, Aquabona e giunge a Culagna. Esce di Culagna rivolta a Ponente, e dopo qualche tratto passa sulla confluenza di due Torrenti detti Canalazzo e Biola, e li sormonta amendue in un bel ponte di cinque archi, poscia entra nel Feudo di Valbona, e taglia pel tratto di due miglia la pendice di macigno, che quasi perpendicolare sovrasta ivi alla Secchia sulla sinistra. Quivi piegata al Meriggio cala nel fiume, indi sale al Cerreto, e ne attraversa l'abitato, poscia continuamente montando per due miglia e mezzo ginge alla cima dell'alpi fino ai confini di Sassarbio Giurisdizione di Fivizzano, paese della Lunigiana, e dominio del Gran-Ducato di Toscana» |
XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]
Periodo napoleonico[modifica | modifica wikitesto]
Il governo napoleonico, che aveva nella creazione di strade e ponti una delle maggiori priorità civili e militari, riprese il progetto estense immaginando un collegamento fra il mar Ligure e Adriatico attraverso il dipartimento del Crostolo (nuovo nome assunto dalla provincia di Reggio Emilia), sistemando la strada del Cerreto fra La Spezia e Reggio e da qui ripristinando il canale Naviglio, via d'acqua navigabile che si collegava al Po attraverso le località di Mancasale, Bagnolo in Piano, Novellara, Gualtieri. Del progetto della strada fu di nuovo incaricato, con altri esperti, l'ingegnere Bolognini, che lo presentò nel 1808. Il naviglio Reggio Po venne comunque sistemato nello stesso anno, mentre i lavori nella strada appenninica procedettero a rilento.
Restaurazione[modifica | modifica wikitesto]
Dopo il Congresso di Vienna l'Emilia e la Toscana erano di nuovo divisi in vari stati, tutti legati alla Casa d'Austria. Si riproponeva la questione del collegamento fra pianura padana e mar Tirreno e se fosse più conveniente il percorso della strada del Cerreto o quello della Cisa, nel Ducato di Parma. Nel 1818 una commissione formata da rappresentanti del Ducato di Parma, del duca di Modena e Reggio Francesco IV, del granduca di Toscana e dell'imperatore d'Austria esaminò il problema, ma le discussioni sul percorso e sui finanziamenti si protrassero fino al 1828. Alla fine il percorso definitivo, nel tratto toscano e ligure, passava dal valico del Cerreto per Fivizzano, Sarzana e Spezia. Nel 1831 la strada era in buona parte terminata.
Dopo l'Unità d'Italia[modifica | modifica wikitesto]
Dopo l'Unità d'Italia la strada venne classificata come strada di interesse nazionale nº 23 (in seguito diverrà la nº 38 e infine la strada statale nº 63, come è tuttora). Vennero eseguite diverse rettifiche del tracciato, fra cui nel 1867 la rettifica Aulla - Fivizzano. Il nuovo Stato italiano diede impulso alle ferrovie e si pose la questione del tracciato di collegamento dell'Appennino nord - occidentale con la pianura Padana. Si pose di nuovo l'alternativa fra la strada della Cisa o quella del Cerreto, e prevalse la prima opzione, caratterizzata da un terreno notevolmente meno impervio. La ferrovia Parma-La Spezia fu inaugurata il 1º agosto 1894.
XX secolo[modifica | modifica wikitesto]
Il tracciato della strada era piuttosto tortuoso e nel corso del XX secolo subì numerose rettifiche, prevalentemente nel tratto reggiano.
Negli anni '90 è stata realizzata in provincia di Reggio Emilia una variante a scorrimento veloce dalla località Bocco, in comune di Casina, alla località Ca’ del Merlo nel comune di Carpineti, lunga 7,6 km e composta da numerose gallerie e viadotti che hanno sostituito la statale storica, declassata a comunale, e reso più rapido il collegamento con il capoluogo reggiano. A questo tratto in variante, che comprende sei gallerie costruite tra il 1992 e il 1997, si è aggiunta nel 2017 la variante Bocco-Canala[2], già prevista nel progetto originale dell'ANAS del 1992, che evita la frazione del Bocco con due gallerie ed un viadotto, tagliando numerosi tornanti. Le gallerie del nuovo tracciato ora sono 8, con le lunghezze che variano dai 300 m ai 2500 m (galleria Seminario). Sempre negli anni '90 è stata inaugurata la variante di Felina e la galleria “Costarella”, in comune di Castelnovo Monti.
Il 28 maggio 2004 è stata aperta la variante di Collagna, che con i suoi 2 km di lunghezza libera dal traffico il centro del piccolo comune montano e consente di accorciare ulteriormente i tempi di viaggio.[3]
Ad aprile 2006, nell’ambito dei lavori dell’Alta Velocità, è stata realizzata nel territorio della frazione di Sesso, ad ovest di Reggio Emilia, una variante al tratto declassato della statale. L’arteria, che collega via dei Gonzaga (ex SS63) a via Hiroshima e alla conseguente viabilità verso sud, contribuisce ad alleggerire il traffico della frazione migliorandone la qualità urbana, e coincide con l’inizio della numerazione chilometrica del tratto di statale verso la bassa reggiana, declassato a provinciale (SP 63 R).
Nel settembre 2013 sono iniziati i lavori di adeguamento del tratto storico tra Cà del Merlo e Felina, che prevedevano l’allargamento della sede stradale, la parziale rettifica del tracciato mediante la costruzione di un nuovo ponte e il raddoppio di uno già esistente, e quindi un collegamento più fluido tra le gallerie e la variante di Felina; l’adeguamento si è concluso nel 2015. Infine, tra il 2013 e il 2019 è avvenuta l’apertura della variante “del Ponte Rosso”[4], che evita uno stretto tornante semplificando l’accesso al centro abitato di Castelnovo Monti.
Con la conclusione dei lavori nel 2019, l’intero tratto tra la località Bocco di Casina e Castelnovo ne'Monti, pari a circa 17 km, è stato ammodernato. In futuro si provvederà a realizzare una variante che sostituisca l’attuale tracciato che dalla località Bocco procede fino a Reggio Emilia, attualmente il tratto più problematico della statale in quanto sono presenti molte curve in una sede stradale piuttosto stretta, ed è percorso giornalmente da numerosi pendolari che dalle località dell’Appennino scendono a lavorare nel capoluogo.[5]
A fine 2020 è iniziato il complesso lavoro di completa ristrutturazione delle sei gallerie originarie della variante del 1992, partendo dalla galleria Casina, per poi proseguire con la Seminario e le altre di lunghezza inferiore. L’intervento comprende anche la sistemazione dell’interconnessione di Ca’ del Merlo tra la galleria Seminario e il breve tratto (circa 700 metri) di statale storica non ancora ammodernata dagli interventi del 2013, da anni teatro di pericolosi incidenti per l’improvviso restringimento di carreggiata.[6] L’ammodernamento della galleria Casina si è concluso a giugno 2021.
Il 24 febbraio 2022 un autobus della linea extraurbana diretto a Castelnovo ne’Monti ha preso fuoco all’interno della galleria Seminario, provocandone la chiusura per accertamenti tecnici e per eseguire i necessari interventi di ripristino, che hanno compreso anche la sostituzione degli impianti elettrici e delle vecchie lampade con luci a led a basso consumo[7]. Il traffico da Casina a Ca’ del Merlo è stato temporaneamente deviato lungo il vecchio tracciato, fino alla riapertura della galleria il 31 maggio 2022.
Per i ciclisti[modifica | modifica wikitesto]
Caratteristiche dell'ascesa al passo del Cerreto dal versante toscano. Partendo da Aulla in direzione della strada statale 63 prima di iniziare la vera salita bisogna attraversare alcune frazioni di Aulla: Pallerone e Serricciolo, dopodiché si entra senza più abbandonarlo nel comune di Fivizzano passando per i paesi di Rometta, Soliera e Cormezzano. Dopo quest'ultimo la strada incomincia a salire anche se in modo molto dolce verso Fivizzano. Questo tratto di circa 7 km ha le pendenze maggiori alla fine; il chilometro prima di Fivizzano presenta pendenze interessanti, così come il passaggio attraverso il medesimo paese. A Fivizzano per giungere al passo del Cerreto mancano ancora 18 km: i più duri! La salita dopo aver passato Verrucola si fa subito molto impegnativa, le pendenze in alcuni tratti arrivano al 10%; questo tratto "duro" è lungo 4–5 km, dopo la strada spiana leggermente presentando un breve tratto di pianura. L'ascesa però riprende subito, e porta alla pieve di San Paolo; questo tratto presenta una difficoltà media, con due rettilinei abbastanza lunghi. Appena prima del bivio per Sassalbo c'è una piccola discesa che serve da trampolino di lancio per gli ultimi 6 km, dei quali i primi due sono impegnativi, quelli centrali più semplici e gli ultimi due molto impegnativi, i più lunghi. Con una curva molto lunga ed un ultimo pezzo di 400 m si arriva al passo del Cerreto a quota 1261 m compiendo in quasi 40 km un dislivello di 1200 m. Questa è una salita lunga, la più lunga della Lunigiana, ma non impossibile, anche perché presenta alcuni tratti nei quali si può rifiatare. La discesa dal passo verso Aulla è abbastanza veloce, un paio di volte si possono superare i 70 km/h, l'asfalto paragonato a quello degli altri passi lunigianesi è buono.
Per i motociclisti[modifica | modifica wikitesto]
Il tratto di strada a ridosso del passo del Cerreto è particolarmente apprezzata dai mototuristi, in virtù delle innumerevoli curve e dei paesaggi spettacolari che attraversa.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Elenco delle Strade Statali e delle Autostrade, ANAS, 1992.
- ^ Casina: inaugurata la variante della SS63 Bocco-Canala. FOTO & VIDEO, su Reggionline - Quotidianionline - Telereggio - Trc - TRM, 9 ottobre 2017. URL consultato il 5 ottobre 2020.
- ^ Emilia Romagna, l’Anas apre al traffico la Variante di Collagna alla Statale n° 63 ‘del Valico del Cerreto’, su Anas S.p.A., 22 dicembre 2016. URL consultato il 30 dicembre 2021.
- ^ Aperta la variante del Ponte Rosso / Fotogallery, su Redacon, 15 marzo 2019. URL consultato il 5 ottobre 2020.
- ^ Variante statale 63: le prime immagini, su vezzano.net. URL consultato il 5 ottobre 2020.
- ^ Indicazioni importanti sui prossimi cantieri lungo la SS 63 dall'incontro con Anas, su Redacon, 24 gennaio 2020. URL consultato il 10 gennaio 2021.
- ^ Brutte notizie per i pendolari della Montagna: galleria del Seminario chiusa fino a fine maggio Reggionline -Telereggio – Ultime notizie Reggio Emilia |, su reggionline.com. URL consultato il 1º aprile 2022.
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