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Stepan Bandera

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Stepan Andrijovič Bandera
NascitaStaryj Uhryniv, 1º gennaio 1909
MorteMonaco di Baviera, 15 ottobre 1959
Cause della morteAvvelenamento
EtniaUcraino
ReligioneCattolico di rito orientale
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Ucraina Governo Nazionale Ucraino (1941)
Forza armata Esercito Insurrezionale Ucraino
Anni di servizio1929 - 1959
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante di Esercito Insurrezionale Ucraino
DecorazioniEroe dell'Ucraina (revocata nel 2011)
Altre carichePolitico, militare
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Stepan Andrijovič Bandera (in ucraino Степан Андрійович Бандера?; Staryj Uhryniv, 1º gennaio 1909Monaco di Baviera, 15 ottobre 1959) è stato un politico ucraino, figura di estrema destra e leader dell'OUN-B, fazione radicale militante dell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN),[1][2][3][4][5][6][7] e fondatore dell'Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA).

Attivo nelle organizzazioni nazionaliste ucraine sin da giovane, nel 1936 fu condannato a morte in Polonia per il suo coinvolgimento nell'assassinio (nel 1934) del ministro dell'interno polacco Bronisław Pieracki; la pena fu poi commutata in ergastolo. Evaso dal carcere nel 1939 a seguito dell'invasione e conquista della Polonia da parte della Germania nazista, si trasferì a Cracovia, capoluogo del Governatorato Generale.

Pur in seno ad una politica collaborazionista[8], per Bandera fu imprescindibile l'indipendenza dell'Ucraina, per proclamare la quale parve occasione propizia l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel 1941. La Germania nazista risultò invece infastidita dal tentativo di restaurazione, nel territorio appena occupato, di uno Stato ucraino indipendente, anche se dichiaratamente allineato al progetto nazista. Il rapporto con i tedeschi fu perciò complicato e segnato da arresti che costarono a Bandera anche l'internamento nel lager di Sachsenhausen. Nel 1944 fu liberato affinché conducesse azioni di sabotaggio contro l'Armata Rossa.

A guerra finita, riparò in Germania Ovest con moglie e figli, sotto protezione alleata. Fu assassinato a Monaco di Baviera da un agente del KGB nel 1959.

Figura controversa della storia ucraina contemporanea, nell'ovest del paese Bandera è esaltato da alcuni come eroe nazionale, mentre a sud-est, tra la minoranza russa, è ricordato come traditore fascista e alleato di Hitler.[9][10][11] Nel 2010, il presidente ucraino Viktor Juščenko gli conferì l'onorificenza postuma di Eroe dell'Ucraina, revocata nel 2011 sulla base di una sentenza della Corte amministrativa distrettuale di Donec'k.

Nonostante si ritenga che, insieme ai suoi seguaci, abbia forti responsabilità nel massacro di civili polacchi[12] e nell'Olocausto in Ucraina,[13][14] si tratta di una figura centrale del nazionalismo ucraino. La sua famiglia subì pesanti ritorsioni dai sovietici e dai polacchi, oltre che dagli stessi tedeschi.[15]

Biografia

Infanzia e adolescenza

Nacque nel 1909 nel villaggio galiziano di Staryj Uhryniv, nell'allora Regno di Galizia e Lodomiria, in Austria-Ungheria, figlio di Andrij e di Myroslava Glodzins'ka. A Staryj Uhryniv il padre, sacerdote uniate cattolico, esercitava le funzioni di parroco, nelle quali era succeduto al suocero Volodymyr Glodzins'kyj.[16]

Il giovane Bandera nel 1923, in divisa scout

Cresciuto in una famiglia patriottica e religiosa, Bandera non frequentò la scuola elementare a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e fu educato a casa dai suoi genitori. Dopo la dissoluzione dell'Austria-Ungheria a fine ottobre 1918, la Galizia finì per breve tempo sotto il controllo delle autorità dell'autoproclamata Repubblica Popolare dell'Ucraina Occidentale. Il padre di Bandera, che si unì all'esercito galiziano ucraino come cappellano, fu attivo nel movimento nazionalista precedente alla guerra polacco-ucraina, che fu combattuta tra il novembre 1918 e il luglio 1919 e si concluse con la sconfitta dell'Ucraina e la conquista polacca della Galizia. La madre si trasferì con i suoi figli nel villaggio di Jahilnycja, nel distretto di Čortkiv, mentre suo marito Andrij era lontano. L'offensiva di Čortkiv nel giugno 1919 vide inizialmente l'esercito galiziano ucraino avanzare con successo nell'area, ma, a causa dell'inferiorità numerica, furono ben presto respinto dai polacchi oltre il fiume Zbruč. Con l'arrivo dei polacchi e suo marito lontano, Myroslava e i suoi figli iniziarono il viaggio di quasi 100 miglia verso ovest fino a Staryj Uhryniv. Lungo il cammino Myroslava si ammalò e non si riprese mai del tutto. Morì di tubercolosi all'età di 31 anni.

La pubblicazione di Mykola Michnov'skyj del 1900, L'Ucraina indipendente, influenzò notevolmente il giovane Bandera. Dal 1919 al 1927 studiò al ginnasio di Stryj e nel 1922 divenne un membro di Plast, un'organizzazione ucraina giovanile di ispirazione scautistica, diventando poi un affiliato ad una organizzazione studentesca giovanile clandestina; proseguì quindi gli studi presso il Politecnico di Leopoli dal 1928 al 1932, in questo periodo nel 1928 divenne un membro della sezione propaganda e spionaggio dell'Organizzazione Militare Ucraina.[17]

Adesione all'OUN e carriera

Nel 1931 entrò nell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) e vi fece rapidamente carriera, diventando capo-propaganda nel 1931 nella divisione territoriale occidentale e vicecomandante. Nella conferenza dello OUN a Berlino, avvenuta nel giugno 1933, venne confermato al comando dell'Organizzazione per l'Ucraina Occidentale; nello stesso anno organizzò una campagna studentesca antipolacca. Per protesta contro l'Holodomor, che aveva stremato la Repubblica Popolare Ucraina, pianificò l'assassinio del console sovietico a Leopoli e nel 1934, a seguito di una risoluzione della conferenza berlinese, programmò l'assassinio del ministro degli interni polacco Bronisław Pieracki, incaricato della campagna di "pacificazione della Galizia"[17], provocando la risposta governativa polacca con arresti di massa del 1934, tra cui lo stesso Bandera,[18] e la sua condanna a morte (13 gennaio 1936), con pena poi convertita in ergastolo in una seconda sentenza a Leopoli[17]. Fu imprigionato in Polonia nel carcere della Santa Croce di Wronki e poi a Brėst, da cui evase il 13 settembre 1939, poco dopo l'invasione tedesca della Polonia.[19]

Collaborazione con i nazisti

Dopo l'evasione, si spostò a Cracovia, sede del Governatorato Generale tedesco; lì entrò in contatto con Andrij Mel'nyk, leader dell'OUN. La divergenza di idee e strategie portò però i due ad un aperto conflitto, che ebbe come conseguenza la spaccatura all'interno del movimento indipendentista, con una fazione denominata OUN-M (capitanata da Mel'nyk e di indirizzo più conservatore) ed una denominata OUN-B (capitanata da Bandera e più rivoluzionaria).[20]

Prima della proclamazione dell'indipendenza del 30 giugno 1941, Bandera organizzò e supervisionò i cosiddetti "Gruppi Mobili" (in ucraino, мобільні групи), piccoli gruppi di 5-15 persone che avrebbero avuto il compito di seguire l'avanzata tedesca verso l'Ucraina Orientale, cercare supporto per le attività dell'OUN-B e collocare propri militanti fra le nuove autorità locali.[21] Il numero complessivo di coloro che parteciparono a questi gruppi di propaganda fu di circa 7.000 persone, reclutate anche nei circoli intellettuali; tra questi ultimi troviamo lo scrittore Ivan Bahrianyi ed il poeta Vasyl Barka.[senza fonte]

Dichiarazione d'indipendenza e arresto

Nell'imminenza dell'Operazione Barbarossa, i tedeschi, diffidando della lealtà di Bandera e preferendogli il capo del Comitato centrale, Volodymyr Kubijovyč,[22] ne prevennero l'ingresso in Ucraina da Cracovia.[23] Il capo dell'OUN-B perse così la possibilità di effettuare di persona la proclamazione con cui, la sera del 30 giugno 1941, a Leopoli, l'organizzazione dichiarò la nascita di un'Ucraina indipendente e apertamente impegnata a collaborare con la Germania.[24] Con l'ingresso a Leopoli, i tedeschi e la milizia ucraina organizzata dall'OUN-B diedero avvio al primo dei due violenti pogrom del luglio 1941.[25]

Il 3 luglio 1941 il sottosegretario di stato al Governatorato Generale Ernst Kundt incontrò a Cracovia Bandera e altri quattro esponenti del governo ucraino autoproclamato. I tedeschi si imposero come "conquistatori", intimarono di desistere dall'iniziativa di instaurazione dello Stato e, pur riconoscendo la legittimità delle aspirazioni ucraine, negarono la loro approvazione da parte di Hitler. Bandera tentò invano di sostenere l'esistenza di un qualche benestare tedesco, finché riconobbe di aver agito senza di esso e, in un tentativo di conciliazione, si adeguò verbalmente alla pretesa tedesca.[26] Il 5 luglio fu comunque arrestato e tradotto a Berlino in Ehrenhaft ("prigionia onorevole"). L'11-12 luglio lo raggiunse Jaroslav Stec'ko, autoproclamato capo del governo ucraino; entrambi furono poi rilasciati con obbligo di presentazione alla polizia. Bandera tornò libero il 14 luglio.[27]

Nel corso del mese, il rapporto tra i tedeschi e l'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini fu segnato dall'insanabilità del dissidio sull'indipendenza, che frustrò le reciproche offerte di cooperazione e produsse in settori dell'OUN-B la tentazione di resistere agli occupanti in nome dello stesso Bandera. I vertici restavano però collaborativi, nonostante l'irriducibile pretesa di sovranità. Il 19 luglio Bandera e Stec'ko, di fronte allo smembramento dell'Ucraina tra Governatorato Generale e Commissariato del Reich, indirizzarono garbate lettere di protesta a Hitler.[28]

A sciogliere l'ambiguità di queste relazioni, scatenando la reazione tedesca, fu a fine agosto l'assassinio di Mykola Scibors'kij dell'OUN-M. Bandera, Stec'ko e altri esponenti di spicco dell'OUN-B, previo ordine di Heydrich, furono arrestati il 15 settembre 1941.[28] Da questo momento, e fino all'autunno 1944, Bandera restò prigioniero dei tedeschi, a Berlino e nella prigione (Zellenbau) del campo di Sachsenhausen. Vi sono in proposito testimonianze discordi su quando e quante volte sia transitato da Berlino al lager.[29]

Rilascio e nuova collaborazione con i nazisti

Nell'aprile 1944 Bandera e Stec'ko furono avvicinati da un funzionario del RSHA, l'ufficiale delle SS Otto Skorzeny, per discutere di attività di sabotaggio ai danni dell'Armata Rossa.[30] Il 28 settembre Bandera uscì dallo Zellenbau e fu messo agli arresti domiciliari a Berlino, ma ebbe libertà di movimento e contatti in città. Il 14 novembre l'OUN annunciò ufficialmente la sua liberazione. Con il rilascio del capo dell'OUN e di altri prigionieri politici, il regime nazista, di fronte alla sconfitta imminente, sperava di sollevare le popolazioni dell'Europa orientale contro i sovietici in avanzata.[31]

I tedeschi sovvenzionarono sia l'OUN-B di Bandera sia l'Esercito Insurrezionale Ucraino con armi e munizioni, inviando agenti addestrati ad azioni di sabotaggio per agire con l'OUN-B dietro le linee sovietiche.[senza fonte]

Bandera, a causa delle sue posizioni razziste e nettamente antisemite, è stato associato anche ai crimini compiuti dall'OUN-B e dall'UPA ai danni di polacchi ed ebrei, molti dei quali deportati o fucilati. Tuttavia la maggior parte di essi avvenne mentre Bandera era impossibilitato a parteciparvi e a dirigere i due gruppi, in quanto si trovava prigioniero a Berlino ed a Sachsenhausen.[32][senza fonte]

Ritorsioni tedesche e sovietiche sulla famiglia

Bandera aderiva a un'ideologia fascista[33], antisemita e antipolacca ed era sostenitore della superiorità della razza ucraina, ma si opponeva anche all'occupazione dell'Ucraina da parte della Germania nazista, collaborando però con i tedeschi per combattere i sovietici.[34]

Questo gli fruttò sia accuse di collaborazionismo da parte dei sovietici, sia di ambiguità da parte dei tedeschi. Oltre al suo arresto, la famiglia di Bandera subì diverse e pesanti ritorsioni da tedeschi, polacchi e sovietici, durante e dopo la guerra. Nel 1941 suo padre, il reverendo Andrij, fu condannato a morte da un tribunale militare sovietico e fucilato; dei sei fratelli e sorelle, Marta-Maria e Oksana vengono arrestate e imprigionate in un gulag, sempre nel 1941, per essersi rifiutate di fornire informazioni sul fratello e di cooperare con i sovietici (furono poi liberate nel 1960, ma non poterono ritornare; Marta morì in Siberia nel 1962, Oksana poté tornare in Ucraina solo nel 1989), Aleksandr e Vasilij muoiono invece nel lager di Auschwitz nel 1942, assassinati da prigionieri polacchi nel reparto dei prigionieri di guerra, mentre Bogdan morì al fronte combattendo contro i tedeschi; nel 1946, con l'annessione piena dell'Ucraina all'URSS, Volodymyra, altra sorella, e suo marito, il reverendo Volodymyr Davydjuk, furono arrestati dalle autorità sovietiche e imprigionati in un gulag (Volodymyra fu liberata nel 1956 e tornò nel suo Paese).[35] [36]

Stepan Bandera, che dal 1945 risiedette a Monaco di Baviera con la moglie ed il figlio, fu invece oggetto di una lunga serie di intimidazioni e attentati di matrice sovietica, fino a quello fatale del 1959.[senza fonte]

Morte e indagini

Il 15 ottobre 1959, all'ingresso della casa in Kreittmayrstraße n. 7 a Monaco di Baviera, fu trovato in una pozza di sangue, caduto dalle scale, ma ancora vivo; morì poco dopo. Dopo l'autopsia fu comunicato che la sua morte era dovuta ad avvelenamento da cianuro di potassio, di cui tenui tracce erano state rivenute nel corpo. Bandera, che per prudenza aveva sei appartamenti a disposizione e li cambiava quasi ogni giorno, aveva una guardia del corpo, che era appena andata via dopo la fine del turno, ed era armato. Tuttavia l'assassino lo attese proprio sul pianerottolo e non ebbe tempo di estrarre la pistola per difendersi. Il 20 ottobre 1959 fu sepolto nel cimitero di Waldfriedhof a Monaco di Baviera. Sul luogo dell'omicidio non furono trovate tracce dell'assassino e si arrivò perfino a ipotizzare che Bandera fosse stato avvelenato con una capsula ingerita col cibo dell'ultimo pranzo o che si fosse suicidato, mentre la stampa sovietica suggerì che fosse stato assassinato da Theodor Oberländer, che era il ministro per le persone espulse, i rifugiati e le vittime di guerra del governo Adenauer della Repubblica Federale Tedesca, insinuando che Bandera fosse a conoscenza di presunte responsabilità di Oberländer nel pogrom di Leopoli del 1941.

Due anni più tardi, Bohdan Stachynskyi, agente del KGB, di origine polacco-ucraina, disertò mentre era nella DDR e si consegnò alle autorità della Germania Ovest, confessando di essere sia l'assassino di Bandera, sia di Lev Rebet, un altro nazionalista ucraino ucciso due anni prima, entrambi ammazzati con la stessa modalità: spruzzo del veleno sul viso tramite una pistola particolare (in dotazione ai servizi segreti sovietici), caricata con due fiale di vetro contenenti cianuro di potassio. Stachynskyi, nato nel 1931 nel villaggio di Borshchovychi, a circa 20 km da Leopoli, aveva accettato da giovane, nel 1948, di essere reclutato dai servizi segreti russi dopo esser stato arrestato, temendo altrimenti conseguenze per la sua famiglia, che era simpatizzante con il movimento nazionalista ucraino clandestino, ed ebbe come primo incarico quello di scoprire l'assassino dello scrittore comunista Iaroslav Halan, ucciso nel 1949 a Leopoli. Stachynskyi fu premiato a Mosca nel dicembre 1959 con l'Ordine della Bandiera Rossa per l'assassinio di Bandera, ottenendo anche il permesso di sposare una ragazza conosciuta a Berlino, permesso difficilmente ottenibile per un agente segreto[37].

Tuttavia i frequenti viaggi in Germania Ovest di Stachynskyi, durante le preparazioni degli attentati, gli fecero sorgere dubbi sulla validità della sua scelta e lo convinsero a disertare assieme alla moglie. Mentre Stachynskyi era trattenuto e interrogato dai servizi segreti occidentali, il suo ex superiore nella DDR organizzò a Berlino Est una conferenza stampa con 130 giornalisti, durante la quale Gerhard Kehl, tenente colonnello della STASI, spiegò che Bandera era stato ucciso non in conseguenza dei suoi crimini, ma per impedire che venissero resi noti i crimini del generale Gehlen, capo dei servizi di controspionaggio della Germania Ovest (BND), che secondo Kehl era il mero successore dello spionaggio nazista; Bandera sarebbe stato ucciso da un membro del OUN, obbligato a ciò dal BND e poi deceduto per cause naturali.[37]

Il 17 novembre, dietro richiesta di Kennedy, il cancelliere tedesco Adenauer formalmente annunciò la diserzione in agosto di Stachynskyi e la sua responsabilità nei due omicidi, a cui immediatamente seguirono le contestazioni da parte sovietica, con l'accusa che in realtà si intendesse coprire il passato nazista di Theodor Oberländer; ne seguì un'accesa campagna contro il ministro, accusato di un passato di crimini nazisti. Dopo un'indagine approfondita da parte delle autorità tedesco-occidentali, si svolse il processo a Stachynskyi tra l'8 e il 15 ottobre 1962 a Karlsruhe e il 19 ottobre costui fu condannato a soli 8 anni di reclusione, in quanto rese una piena confessione ricca di dettagli e rivelò i mandanti, per l'imputazione di omicidio colposo. La Corte suprema tedesca di Karlsruhe affermò inoltre che Shelepin, capo del KGB, e Chruščëv fossero i principali responsabili dell'omicidio di Bandera, pur senza esprimere parole di condanna nei loro confronti e in accordo alla retorica della guerra fredda: l'URSS fu paragonata alla Germania nazista e Stachynskyi ad Adolf Eichmann. Stachynskyi scontò due terzi della pena prima di essere liberato[37].

La moglie e i figli di Bandera, poco dopo, emigrarono in Canada, a Toronto, dove oggi vivono ancora i discendenti.

Manifestanti di Svoboda, partito che con Pravyj Sektor si rifà all'ideologia del politico nazionalista, con l'immagine di Bandera (Kiev, 2009)
La tomba di Bandera a Monaco di Baviera

Ideologia

Bandera e l'OUN, analogamente ai nazisti, sostenevano pratiche di riproduzione selettiva volte alla creazione di una razza ucraina "pura"[33] e, tramite operazioni di pulizia etnica ai danni di ebrei, polacchi, russi e ungheresi,[38] volevano creare uno Stato monoetnico gestito da una dittatura dei leader dell'OUN.[39] Nel documento del Secondo Grande Congresso dei Nazionalisti Ucraini, l'OUN dichiarava di lottare "per un'organizzazione sistematica della salute nazionale[non chiaro] da parte dell'autorità statale ucraina e per la crescita e la forza della razza ucraina [...] per la distruzione della schiavitù, per la rovina della prigione moscovita delle nazioni, per la rovina dell'intero sistema comunista".[40]

Secondo Grzegorz Rossoliński-Liebe l'OUN sentiva un'affinità ideologica con il fascismo italiano e il nazionalsocialismo. La visione del mondo di Bandera sarebbe stata "plasmata da numerosi valori e concetti di estrema destra tra cui l'ultranazionalismo, il fascismo, il razzismo e l'antisemitismo; dal fascino per la violenza; dalla convinzione che solo la guerra potesse stabilire uno Stato ucraino; e dall'ostilità nei confronti di democrazia, comunismo e socialismo. Come altri giovani nazionalisti ucraini, ha combinato l'estremismo con la religione e ha usato la religione per sacralizzare la politica e la violenza".[41]

Secondo Per Anders Rudling "L'OUN condivideva gli attributi fascisti dell'antiliberalismo, dell'anticonservatorismo e dell'anticomunismo, del partito armato, il totalitarismo, l'antisemitismo, il Führerprinzip e l'adozione dei saluti fascisti. I suoi leader hanno sottolineato con entusiasmo a Hitler e Ribbentrop di condividere la Weltanschauung nazista e l'impegno per una Nuova Europa fascista."[42]

Lo storico statunitense Timothy D. Snyder ha descritto Bandera come un fascista che "mirava a fare dell'Ucraina una dittatura fascista a partito unico senza minoranze nazionali" e che "terroristi come Stepan Bandera furono formati non dagli imperi prebellici, ma dall'ideologia fascista e dall'esperienza della discriminazione nazionale in Polonia".[43]

Antisemitismo

Il 10 agosto 1940, Bandera scrisse una lettera ad Andrij Mel'nyk dicendo che avrebbe accettato la guida dell'OUN da parte di Mel'nyk, a patto che espellesse i "traditori" presenti nella leadership. Uno di questi era Mykola Stsibors'kyi, che Bandera accusava di assenza di "moralità ed etica nella vita familiare" per aver sposato una donna ebrea, e in particolare una "sospetta" ebrea russa.[44] Nel giugno 1941, Jaroslav Stec'ko inviò a Bandera un rapporto in cui affermava: "Stiamo creando una milizia che aiuterà a rimuovere gli ebrei e a proteggere la popolazione".[45] "Deporremo le vostre teste ai piedi di Hitler", proclamava un pamphlet banderista agli ebrei ucraini.[46]

Eredità politica

Nel gennaio 2010 Bandera fu insignito, postumo, dell'onorificenza di Eroe dell'Ucraina dal presidente Viktor Juščenko,[47] esponente di Ucraina Nostra, alla presenza del nipote Stepan Bandera jr. Questa decisione fu criticata dall'Unione europea,[48] che ne auspicava una revisione affinché l'Ucraina mantenesse il suo impegno nei confronti dei valori europei,[49] dall'organizzazione ebraica per la memoria dell'Olocausto Simon Wiesenthal Center,[39] e dal governo russo. Il Consiglio di Stato della Repubblica di Crimea annunciò ricorso alla Corte costituzionale dell'Ucraina contro la decisione, ma tale ricorso fu dichiarato inammissibile il 5 aprile 2010.[50] Nell'aprile dello stesso anno, la Corte amministrativa distrettuale di Donec'k dichiarò nullo il decreto d'intitolazione, in quanto Bandera non ebbe mai ufficialmente la cittadinanza ucraina poiché fu un cittadino dell'Impero austro-ungarico, della Seconda Repubblica di Polonia e poi un apolide, ma non ebbe mai la cittadinanza della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, predecessore legale dello Stato ucraino attuale; un ricorso contro questa sentenza fu respinto dal Tribunale Amministrativo Superiore dell'Ucraina nel gennaio 2011, rendendo la decisione definitiva.[51][52] La sentenza fu sostenuta dal nuovo presidente Viktor Janukovyč.[47][53]

Secondo The Jerusalem Post, a seguito della rivoluzione ucraina del 2014 l'opinione pubblica nei riguardi di Stepan Bandera e altri collaborazionisti è stata sempre più positiva.[54] Nell'autunno del 2014, sulla stessa linea di "riabilitazione" di Bandera, il presidente Petro Porošenko, esponente di Solidarietà Europea, sostituì il Giorno dei difensori della Patria del 23 febbraio con la "Giornata dei difensori dell'Ucraina" che si festeggia il 14 ottobre, data anniversario della fondazione dell'Esercito insurrezionale ucraino (UPA).[55] Nel 2015 il Parlamento ucraino riabilitava l'operato dell'OUN e dell'UPA, definendolo "lotta per l'indipendenza ucraina" e istituendo due giorni di festa nazionale: il 1º gennaio e il 14 ottobre, rispettivamente la data di nascita di Stepan Bandera e della formazione dell'UPA. In polemica con questi riconoscimenti, il Senato polacco nel 2016 ha definito “genocidio” i massacri dei polacchi di Volinia, sterminati dall'OUN-UPA, fondato da Bandera, nel 1943-1944 e ha invitato la Sejm, la camera bassa, a stabilire l'11 luglio quale ricorrenza nazionale in ricordo delle “vittime del genocidio”.[56]

Nel marzo 2019 il presidente Porošenko ha ufficialmente riconosciuto ai volontari dell'UPA lo status di veterani di guerra, al pari dei veterani dell'Armata Rossa.[57]

Nell'agosto 2019 il Parlamento ucraino ha respinto una mozione che chiedeva d'insignire nuovamente Bandera del titolo di Eroe dell'Ucraina.[58]

A Kiev, ogni 1º gennaio, viene organizzata una fiaccolata in onore di Bandera. Nel 2021, in relazione a questo evento, l'ambasciatore israeliano ha dichiarato: "Condanniamo fermamente qualsiasi glorificazione dei collaboratori del regime nazista".[54]

Il 1º gennaio 2022 il Parlamento ucraino, citando una dichiarazione di Bandera, affermò che: "la vittoria completa e suprema del nazionalismo ucraino avverrà quando l'Impero russo cesserà di esistere", e che il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valerij Zalužnyj "aveva ben presenti" queste raccomandazioni di Bandera.[59]

Numerose piazze e vie sono a lui intitolate in Ucraina, inoltre sono state innalzate anche delle statue che lo ritraggono. Oltre ai monumenti nell'Ucraina occidentale, a Bandera è anche dedicato un piccolo museo a Londra.[34] Nel settembre 2022 una strada che era stata intitolata a Otto Schmidt a Dnipro è stata rinominata in onore di Bandera.[60] Nel dicembre 2022 a seguito della controffensiva ucraina su Izjum, in questa città "via Pushkin" è stata rinominata "via Stepan Bandera".[61]

Onorificenze

Monumento a Stepan Bandera a Ternopil'
Eroe dell'Ucraina - Ordine della Stella d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria
«per aver difeso le idee nazionali e combattuto per uno Stato ucraino indipendente; concessione postuma per iniziativa del presidente dell'Ucraina Viktor Juščenko[62]»
— Ucraina, 1939-1945, 2010 (annullata dalla Corte Amministrativa Distrettuale di Donetsk nello stesso anno)

Note

  1. ^ Rossoliński, p. 97.
  2. ^ Jared McBride, Ukrainian Holocaust Perpetrators Are Being Honored in Place of Their Victims, su Tablet Magazine, 21 luglio 2016. URL consultato il 15 ottobre 2022.
    «..Kyiv city government just voted to name a street after far right-wing nationalist leader, Stepan Bandera..»
  3. ^ (EN) Taras Kuzio e Paul J. D'Anieri, Dilemmas of State-led Nation Building in Ukraine, Greenwood Publishing Group, 2002, pp. 166, ISBN 978-0-275-97786-3.
    «The OUN divided in 1940 into a radical wing under Bandera and a more conservative one under Melnyk ...»
  4. ^ David R. Marples, Stepan Bandera: The Resurrection of a Ukrainian National Hero, in Europe-Asia Studies, vol. 58, n. 4, 2006, DOI:10.1080/09668130600652118, ISSN 0966-8136 (WC · ACNP), JSTOR 20451225.
  5. ^ Norman J. W. Goda, Who Was Stepan Bandera?, su History News Network, 22 gennaio 2010. URL consultato il 24 settembre 2022.
  6. ^ (EN) Anna Reid, Borderland: A Journey Through the History of Ukraine, Orion, 29 settembre 2022, ISBN 978-1-3996-0918-0.
    «Stepan Bandera, leader of the Nazi-sponsored terrorist group OUN.»
  7. ^ (EN) Martin Winstone, The Dark Heart of Hitler's Europe: Nazi Rule in Poland Under the General Government, Bloomsbury Publishing, 30 ottobre 2014, ISBN 978-0-85772-519-6.
    «.. who followed the terrorist Stepan Bandera (page 104) .. These hopes were almost immediately dashed and many leaders (including Bandera in Krakow) were arrested by the Germans. Nonetheless, both wings of the OUN largely continued to work with the Nazis (page 104) .. Stepan Bandera, the leader and ideological mentor of the nationalist murderers of Poles and Jews (page 249)»
  8. ^ (EN) giovanna branca, Stepan Bandera, l’uso improprio di una «reliquia» filonazista, su il manifesto, 9 gennaio 2023. URL consultato il 4 febbraio 2023.
  9. ^ (EN) Ukraine vs. Russia: inside the divisive myth of Stepan Bandera, su thestar.com. URL consultato il 6 maggio 2022.
    «To Russians and ethnic Russians in eastern Ukraine, Bandera is a villain, a vile betrayer who allied himself with Adolf Hitler in the worst years of the Second World War.»
  10. ^ A ghost of World War II history haunts Ukraine’s standoff with Russia, su washingtonpost.com. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «But if Bandera is idolized by some in the capital and western Ukraine, he is reviled as a fascist in much of the heavily ethnic-Russian east and south as well as in Russia itself»
  11. ^ A Fascist Hero in Democratic Kiev, su nybooks.com (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2021).
  12. ^ Grzegorz Motyka, Wołyń'43 Ludobójcza czystka - fakty, analogie, polityka historyczna, Cracovia, Wydawnictwo Literackie, 2016, p. 83, ISBN 978-83-08-06207-4.
  13. ^ Arad Yitzhak, Holocaust in the Soviet Union, University of Nebraska Press, 2009, p. 89, ISBN 978-0-8032-2270-0.
  14. ^ Nega le responsabilità di Stepan Bandera nell'Olocausto, bufera sull'ambasciatore ucraino in Germania, su la Repubblica, 2 luglio 2022. URL consultato il 4 febbraio 2023.
  15. ^ Бандерштадт: місто Бандер, su gk-press.if.ua. URL consultato il 19 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2011).
  16. ^ (UK) Galina Hordasevyč, Dytynstvo Stepana Bandery, in Stepan Bandera: ljudyna i mif. URL consultato il 28 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
    «Батько його, Андрій Бандера, був одружений з Мирославою Глодзінською, батько якої, Володимир Глодзінський, був священиком у вже згаданому Старому Угринові, де потім його змінив зять.»
  17. ^ a b c Historical dictionary of Ukraine, p. 37.
  18. ^ Rossoliński, pp. 70-71.
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  20. ^ Enciclopedia Britannica Online.
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  24. ^ Державний архів Львівської області, su archivelviv.gov.ua. URL consultato il 19 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2017).
  25. ^ Rossoliński, p. 200.
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  30. ^ (UK) D. V. Vjedjenjejev e O. Je. Lysenko, Organizacija Ukraïns'kych Nacionalistiv i zarubižni specslužby (1920-1950-ti rr.) (PDF), p. 137. URL consultato il 29 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2012).
    «Завдання підривної діяльності проти Червоної армії обговорювалися на нараді під Берліном у квітні того ж року між керівником таємних операцій вермахту О. Скорцені й лідерами Організації української націоналістів С. Бандерою та Я. Стецьком.»
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  33. ^ a b A ghost of World War II history haunts Ukraine’s standoff with Russia, su washingtonpost.com. URL consultato il 19 dicembre 2019.
    «An adherent of fascist ideology [...] “He and his followers, similarly to the Nazis, advocated selective breeding to create ‘pure’ Ukrainians.”»
  34. ^ a b Russia e Ucraina non potranno mai amarsi: lo insegna la storia di Bandera, su secoloditalia.it.
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  37. ^ a b c Rossoliński, Cap 7. Paragrafo Stashyns’kyi, Oberländer, Lippolz, and the Assassination of Bandera.
  38. ^ (EN) Ukraine celebrates nazi collaborator Stepan Bandera's birthday, su morningstaronline.co.uk.
    «Though Bandera demanded the “destruction” of Jews, Poles, “Moskali” — as he termed Russians in Ukraine — and Hungarians and the OUN’s programme pledged to “combat the Jews as the prop of the Muscovite-Bolshevik regime,” Kiev now states he was “an outstanding figure and theorist of the Ukrainian national liberation movement.”»
  39. ^ a b (EN) Ivan Katchanovski, Terrorists or National Heroes? Politics of the OUN and the UPA in Ukraine (PDF), su Cpsa-acsp.ca.
    «The Simon Wiesenthal Center, a leading US-based Jewish organization, expressed its “deepest revulsion at the recent honor awarded to Stepan Bandera, who collaborated with the Nazis in the early stages of World War II, and whose followers were linked to the murders of thousands of Jews and others.” [...] The OUN envisioned a creation of an independent Ukrainian state that was allied with Nazi Germany and run as a dictatorship by OUN leaders. This monoethnic state, similar in many ways to Ustashi Croatia, was supposed to include parts of modern day Russia, Poland, and Byelorussia. The OUN regarded such minorities in Ukraine as Jews, Poles, and Russians, as hostile»
  40. ^

    «"The OUN struggles for a systematic organization of the national health by the Ukrainian state authority, and the growth and strength of the Ukrainian race." [...] The OUN claimed to struggle "for a destruction of the slavery, for the decay of the Moscow prison of nations, for the decay of the entire communist system"»

  41. ^

    «The OUN especially in the 1930s and earlym 1940s, had felt an idelogical affinity with Italian Fascism, National Socialism [...] Bandera's worldview was shaped by numerous far-right values and concepts including ultranationalism, fascism, racism, and antisemitism; by fascination with violence; by the belief that only war could establish a Ukrainian state; and by hostility to democracy, communism, and socialism. Like other young Ukrainian nationalists he combined extremism with religion and used religion to sacralize politics and violence.»

  42. ^ (EN) The OUN, the UPA and the Holocaust: A Study in the Manufacturing of Historical Myths, su carlbeckpapers.pitt.edu.
    «The OUN shared the fascist attributes of antiliberalism, anticonservatism, and anticommunism, an armed party, totalitarianism, anti-Semitism, Führerprinzip, and an adoption of fascist greetings. Its leaders eagerly emphasized to Hitler and Ribbentrop that they shared the Nazi Weltanschauung and a commitment to a fascist New Europe.»
  43. ^ (EN) A Fascist Hero in Democratic Kiev, in The New York Review, 24 febbraio 2010.
    «Bandera aimed to make of Ukraine a one-party fascist dictatorship without national minorities. […] Young terrorists such as Stepan Bandera were formed not by the prewar empires, but by fascist ideology and the experience of national discrimination in Poland.»
  44. ^ Marco Carynnyk, Foes of our rebirth: Ukrainian nationalist discussions about Jews, 1929–1947, su researchgate.net.
  45. ^ Bruder, Franziska (giugno 2008). "Radicalization of the Ukrainian Nationalist Policy in the context of the Holocaust". The International Institute for Holocaust Research, No. 12, p. 37. ISSN 1565-8643 (WC · ACNP)
  46. ^ John Pilger, THERE IS A WAR COMING, SHROUDED IN PROPAGANDA, su declassifiedaus.org.
  47. ^ a b Ukraine's Yanukovich to repeal Bandera hero decree, su reuters.com.
  48. ^ European Parliament resolution of 25 February 2010 on the situation in Ukraine, su europarl.europa.eu, 25 febbraio 2010.
  49. ^ PROPOSTA DI RISOLUZIONE sull’Ucraina, su europarl.europa.eu. URL consultato il 7 maggio 2022.
    «deplora profondamente la decisione del Presidente uscente dell'Ucraina, Viktor Yushchenko, di attribuire a Stepan Bandera, uno dei leader dell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN), che ha collaborato con la Germania nazista, il titolo postumo di "Eroe nazionale dell'Ucraina"; auspica, a questo proposito, che la nuova dirigenza ucraina riveda tali decisioni e mantenga il suo impegno nei confronti dei valori europei»
  50. ^ Constitutional Court refuses to consider case on Bandera's title of Hero of Ukraine, su Kyiv Post, 12 aprile 2010.
  51. ^ Court: Ruling on Bandera legal, su Kyiv Post, 12 gennaio 2011.
  52. ^ Update: Stepan Bandera is no longer a Hero of Ukraine, su Kyiv Post, 12 gennaio 2011. URL consultato il 7 marzo 2022.
  53. ^ Yanukovych to strip nationalists of hero status, su Kyiv Post, 5 marzo 2010. URL consultato il 7 marzo 2022.
  54. ^ a b Hundreds march with torches in tribute to Nazi collaborator in Ukraine, su jpost.com.
    «Hundreds of people marched bearing torches in the capital city of Ukraine Friday in an annual tribute to a leader who collaborated with Nazi Germany. [...] Expressions of admiration for Bandera and other collaborators have increased in scope and status following the 2014 revolution in Ukraine»
  55. ^ Ukraine-russie.Que faire des nationalistes après la guerre ?, su courrierinternational.com, 15 ottobre 2014. URL consultato il 9 maggio 2022.
  56. ^ Lo schiaffo dei nazionalisti polacchi ai neonazisti ucraini, su contropiano.org.
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  58. ^ Офіційний портал Верховної Ради України, su w1.c1.rada.gov.ua. URL consultato il 9 marzo 2022.
  59. ^ Victory to Come When Russian Empire 'Ceases to Exist': Ukraine Parliament Quotes Nazi Collaborator, su haaretz.com (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2023).
    «Quoting Ukrainian ultra-nationalist and antisemite Stepan Bandera, the Ukrainian parliament on Monday declared that “the complete and supreme victory of Ukrainian nationalism will be when the Russian Empire ceases to exist.” “Currently, the struggle with the Russian Empire continues,” the Verkhovna Rada posted on its official Twitter account, stating that Ukrainian Army Chief of Staff Valerii Zaluzhnyi was “well aware” of “these instructions of Stepan Bandera.”»
  60. ^ (UK) In the center of Dnipro, the street of Stepan Bandera appeared - the mayor, su Ukrayinska Pravda, 21 settembre 2022. URL consultato il 18 ottobre 2022.
  61. ^ (UK) Bandera Street appeared in the liberated Izium, su Ukrayinska Pravda, 3 dicembre 2022. URL consultato il 3 dicembre 2022.
  62. ^ Stepan Bandera becomes Ukrainian hero, Kyiv Post (22 January 2010).

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