Stenosi carotidea

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Stenosi carotidea
Specialitàcardiologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10I65.2
MeSHD016893
MedlinePlus007427

La stenosi carotidea è un restringimento del lume dell'arteria carotide, generalmente dovuto ad aterosclerosi[1]. È associata ad un aumentato rischio di ictus e TIA[2].

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte delle stenosi carotidee è dovuta a fenomeni aterosclerotici a carico delle arterie carotidi.

Esistono però altre malattie, quali arterite di Takayasu, arterite a cellule giganti, dissecazione carotidea o displasia fibromuscolare, che possono provocare lo stesso reperto clinico con differente sintomatologia.

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

La prevalenza della malattia risulta difficile da studiare dal momento che una stenosi carotidea può rimanere asintomatica fino a restringimento anche superiore al 50%.

È stato stimato che una stenosi carotidea >50% sia presente[3]:

Il sesso maschile è 2 volte più colpito rispetto a quello femminile.

Fattori di rischio[modifica | modifica wikitesto]

I fattori di rischio allo sviluppo di stenosi dell'arteria carotide sono i medesimi che per l'aterosclerosi.

Sono presenti ulteriori fattori che permettono di stimare una maggiore o minore progressione della malattia:

Patofisiologia[modifica | modifica wikitesto]

Le forme di stenosi carotidea ad eziologia ateromasica si differenziano a seconda dell'aspetto della placca[4]:

  • la placca ateromasica può crescere fino a restringere totalmente il vaso (in presenza di circoli collaterali pervi può permanere asintomatica)
  • la presenza della placca può sovvertire la struttura dell'arteria, che assumerà una forma tortuosa il cui flusso sanguigno sarà turbolento e quindi trombogenico
  • la placca può fissurarsi o rompersi con successiva formazione di un trombo che può embolizzare ai vasi più distali (arterie cerebrali)

Nella displasia fibromuscolare, la più comune forma non aterosclerotica di stenosi carotidea, vi è un ispessimento patologico della parete arteriosa. L'arteria interessata assume un aspetto stenotico, tortuoso o aneurismatico, con maggiore suscettibilità a fenomeni trombotici o di dissecazione[5].

Presentazione clinica[modifica | modifica wikitesto]

Segni e sintomi correlati alla stenosi carotidea non sono riscontrabili soltanto alla sede di malattia, ma anche al territorio di vascolarizzazione dell'arteria carotide stessa, ovvero l'encefalo.

Le forme asintomatiche sono individuabili tramite auscultazione (soffi carotidei) o ecografia dei tronchi sovraortici.

Le forme sintomatiche possono presentarsi invece tramite attacchi ischemici transitori, a volte ingravescenti, e stroke:

Le forme correlate a dissecazione carotidea sono associate ad intenso dolore al collo[2].

Diagnosi[modifica | modifica wikitesto]

Un'ecodoppler dell'arteria carotide interna con stenosi subocclusiva

La diagnosi di stenosi carotidea viene effettuata nelle forme sintomatiche tramite ecografia Doppler, angiografia classica, AngioTc (CTA: computed tomography angiography), MRA (magnetic resonance angiography).

Di norma l'ecocolordoppler è l'esame utilizzato per porre diagnosi di stenosi carotidea, si ricorre poi ad AngioTc in caso di programmazione di intervento di rivascolarizzazione.

Vengono valutate le forme asintomatiche solo in presenza di almeno due fattori di rischio o di soffi carotidei.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

A seconda della percentuale di stenosi presente, vengono identificate due classi di severità[6]:

  • moderata (50-69%)
  • severa (70-99%)

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Un campione patologico prelevato tramite endoarteriectomia con stenosi della biforcazione carotidea

Il trattamento della stenosi carotidea è commisurato al grado di severità della malattia.

Nelle forme asintomatiche e con stenosi <70% si interviene modificando lo stile di vita per eliminare i fattori di rischio, associando la terapia medica con[1]:

Nelle forme sintomatiche (in presenza di stenosi di almeno il 50% del lume) o con stenosi >70% viene valutata la possibilità di intervento chirurgico ed impostata una terapia antiaggregante più aggressiva. L'endoarteriectomia viene considerata la procedura d'elezione, in quanto gravata da minori effetti avversi (exitus e stroke)[7] rispetto all'angioplastica con stent.

Va sottolineato che in caso di occlusione dell'arteria, ossia di una stenosi pari al 100%, non è possibile intervenire tramite trattamento chirurgico o endovascolare. In questo caso l'unica terapia possibile è quella medica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Medscape - Atherosclerotic Disease of the Carotid Artery, su emedicine.medscape.com. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  2. ^ a b Dynamed - Carotid artery stenosis, su dynamed.com. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  3. ^ Clinical considerations in the management of asymptomatic carotid artery stenosis, in Neurosurgical focus, 2011, DOI:10.3171/2011.9.FOCUS11222. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  4. ^ Mayfield Clinic - Carotid stenosis, su mayfieldclinic.com. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  5. ^ Medscape - Guideline on the Management of Patients with Extracranial Carotid and Vertebral Artery Disease [collegamento interrotto], su medscape.com. URL consultato il 24 febbraio 2016.
  6. ^ Guidelines for the prevention of stroke in patients with stroke and transient ischemic attack: a guideline for healthcare professionals from the American Heart Association/American Stroke Association, in Stroke, luglio 2014, DOI:10.1161/STR.0000000000000024.
  7. ^ (EN) Pascal Meier, Guido Knapp, Umesh Tamhane, Seemant Chaturvedi, Hitinder S Gurm, Short term and intermediate term comparison of endarterectomy versus stenting for carotid artery stenosis: systematic review and meta-analysis of randomised controlled clinical trials, in BMJ, vol. 340, c467, febbraio 2010, PMC PMC2821470 DOI10.1136/bmj.c467.

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