Stellaria media
Progetto:Forme di vita - implementazione Classificazione APG IV.
Il taxon oggetto di questa voce deve essere sottoposto a revisione tassonomica. |
Centocchio comune | |
---|---|
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
Ordine | Caryophyllales |
Famiglia | Caryophyllaceae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Caryophyllidae |
Ordine | Caryophyllales |
Famiglia | Caryophyllaceae |
Genere | Stellaria |
Specie | S. media |
Nomenclatura binomiale | |
Stellaria media (L.) Vill., 1789 | |
Nomi comuni | |
Budellina |
Il centocchio comune (nome scientifico Stellaria media, (L.) Dominique Villars, 1789) è una piccola pianta (alta fino a 40 cm) bienne, di aspetto erbaceo e molto comune sul territorio italiano, appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.
Sistematica[modifica | modifica wikitesto]
Sia la famiglia (Caryophyllaceae) che il genere (Stellaria) sono abbastanza vasti: la prima comprende una settantina di generi, il secondo un centinaio e più di specie (alcune classificazioni ne elencano fino a 200). Questa specie appartiene alla sottofamiglia delle Alsinoideae caratterizzata dall'avere il calice dialisepalo.
Variabilità[modifica | modifica wikitesto]
La Stellaria media insieme ad altre due specie (Stellaria neglecta e Stellaria pallida) formano un instabile complesso polimorfo per la presenza di individui diploidi e tetraploidi. La variabilità si manifesta attraverso diversi caratteri; qui ne elenchiamo alcuni:
- la pelosità in generale,
- la forma delle foglie,
- la lunghezza delle varie parti delle piante,
- la forma dei sepali,
- lo sviluppo dei petali,
- il numero degli stami.
Alcuni autori individuano fino a 50 forme intermedie per questa specie, questo perché i caratteri possono mescolarsi in ogni possibile combinazione.
Nell'elenco che segue, che per la sua corposità è una conferma della forte variabilità della specie, sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. alsinoides Schleicher ex Gremli (1874) (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. apetala Celak. (1881) (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. boraeana (Jordan) Sudre (1907) (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. catalaunica (Sennen & Pau) Sennen (sinonimo = Stellaria neglecta)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. cupaniana (Jordan & Fourr.) Nyman (1878) : il fusto si presenta con una pelosità diffusa. Si trova al sud.
- (sinonimi :
- = Stellaria cupaniana (Jord. & Fourr.) Bég.;
- = S. media (L.) Vill. subsp. postii Holmboe;
- = S. media (L.) Vill. subsp. media var. pubescens Post;
- = Stellaria neglecta Weihe subsp. neglecta var. cupaniana auct.)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. glabra Raunk. (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. media)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. eliezeri (Eig) Zohary (1966) (sinonimo = S. media)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. humilis Sarato ex Arcangeli (1882) (sinonimo = Stellaria pallida)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. major (W.D.J.Koch) Arcang (1882) (sinonimo = Stellaria neglecta Weihe)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. glabra Raunk.) : è la specie più comune con petali più brevi dei sepali (ma raramente sono nulli). È presente soprattutto al nord in habitat umidi.
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. apetala Gaudin
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. apetala auct., non Gaudin (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. media
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. neglecta (Weihe) K.Koch (sinonimo = Stellaria neglecta Weihe)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. pallida Dumort. (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. media var. pubescens Post (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. cupaniana (Jord. & Fourr.) Nyman)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. neglecta (Weihe) Gremli (1874) (sinonimo = Stellaria neglecta Weihe)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. pallida (Dumort.) Aschers. & Graebn. (1898) (sinonimo = Stellaria pallida (Dumort.) Piré)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. postii Holmboe (1914) (sinonimo = S. media (L.) Vill. subsp. cupaniana (Jord. & Fourr.) Nyman)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. romana Beg. : i sepali e i petali hanno la stessa lunghezza; il fusto ha una sola linea di peli; i sepali sono più acuti. Questa pianta è stata individuata per il momento solo nella zona di Roma.
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. umbrosa (Opiz) Nyman (1878) (sinonimo = Stellaria neglecta)
- Stellaria media (L.) Vill. subsp. vulgaris Raunk. (sinonimo = S. media (L.) Vill.)
- Stellaria media (L.) Vill. var. apetala sensu (1936), non (Ucria) (sinonmo = Stellaria pallida)
- Stellaria media (L.) Vill. var. brachypetala (Opiz) Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = S. media)
- Stellaria media (L.) Vill. var. glabella Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria pallida)
- Stellaria media (L.) Vill. var. glaberrima G. Beck sensu Fern. (sinonimo = S. media subsp. pallida)
- Stellaria media (L.) Vill. var. ellipticifolia Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria neglecta)
- Stellaria media (L.) Vill. var. neglecta (Weihe) Mert. & Koch (1831) (sinonimo = Stellaria neglecta)
- Stellaria media (L.) Vill. var. minor Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria pallida)
- Stellaria media (L.) Vill. var. ovalifolia Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = Stellaria neglecta)
- Stellaria media (L.) Vill. var. pallida (Dumort.) P. Fourn. (1936) (sinonimo = Stellaria pallida)
- Stellaria media (L.) Vill. var. pedicellata Rouy & Foucaud in Rouy (1896) (sinonimo = S. media)
- Stellaria media (L.) Vill. var. procera Klatt & Richter (sinonimo = S. media subsp. media)
Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]
La specie Stellaria media, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Alsine media L.
- Stellaria alpicola Lamotte (1877)
- Stellaria apetala Ucria (1796)
- Stellaria brachypetala Opiz (1826)
- Stellaria cucubaloides Pau (1887)
- Stellaria dichotoma Georgi (1800)
- Stellaria grandiflora Woods in Hooker (1838)
- Stellaria monogyna D. Don (1825)
- Stellaria pilosa Dulac (1867)
- Stellaria xanthanthera Pobedimova (1929)
- Stellularia media (L.) O. Kuntze (1891)
Specie simili[modifica | modifica wikitesto]
Le due specie seguenti, insieme alla Stellaria media, appartengono ad un gruppo di specie molto simili (vedi il paragrafo “Variabilità”):
- Stellaria neglecta Weihe: i petali sono più grandi dei sepali; gli stami sono più numerosi (quasi sempre 10); la dimensione dei semi va da 1,1 a 1,7 mm.
- Stellaria pallida (Dumort.) Piré: i petali sono quasi nulli o assenti; i sepali sono piccoli (minori di 3 mm); i semi sono minori di 0,8 mm.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome del genere (Stellaria) è di origine latina e fa riferimento alla forma stellata del fiore. I nomi comuni (specialmente quelli vernacolari) fanno facilmente riferimento agli animali pennuti (sia uccelli che animali da pollaio) che si cibano delle giovani piante e dei suoi semi.
In inglese questa pianta si chiama: Chickweed; mentre i francesi la chiamano: Mouron des oiseaux; i tedeschi la chiamano: Vogelmiere.
Morfologia[modifica | modifica wikitesto]
Normalmente questa pianta è strisciante e piccola, ma in certi casi può arrivare fino a 80 cm di estensione. La forma biologica della pianta è emicriptofita bienne/terofita reptante (T rept/H bien) : piante a ciclo biennale con fusti striscianti e con gemme poste a livello del terreno.
Radici[modifica | modifica wikitesto]
Le radice sono sottili è sono del tipo fittonante.
Fusto[modifica | modifica wikitesto]
Il fusto è strisciante o sdraiato di colore rossastro, mentre i rami sono ascendenti a sezione cilindrica con 1 o 2 file di peli alternate presenti soprattutto negli internodi. È una pianta molto ramosa; la ramosità si sviluppa per propaggine ai nodi che spesso producono radici se sono a contatto col terreno.
Foglie[modifica | modifica wikitesto]
La forma delle foglie è ovata o ellittica – cuoriforme con base arrotondata e apice acuto; il margine è intero; sono inoltre glabre. Le foglie basali sono picciolate, quelle superiori sono sessili. Il picciolo e pubescente o cigliato. La disposizione delle foglie lungo il fusto è opposta. Dimensioni delle foglie: 1 – 2 cm.
Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]
L'infiorescenza a dicasio normalmente si trova all'apice della ramosità, ma a volte è disposta all'ascella di brattee verdi (in questo caso si tratta di un singolo fiore). I peduncoli di sostegno del fiore sono lievemente riflessi. Lunghezza dei peduncoli fiorali: 1 – 3 cm.
Fiori[modifica | modifica wikitesto]
I fiori sono pentameri, ermafroditi, attinomorfi, dialipetali ed eteroclamidati.
- Calice: i 5 sepali sono liberi fra di loro ed hanno la forma ovale-oblunga con apice ottuso, sono lunghi 3 – 5 mm. I sepali sono inoltre cigliati.
- Corolla: i 5 petali, anche questi liberi sono bilobati (cioè divisi in due parti fin quasi alla base) e completamente bianchi, sono uguali o lunghi 2/3 dei sepali (a volte sono mancanti). I petali durante la notte o in caso di cattivo tempo si chiudono.
- Androceo: gli stami sono variabili (normalmente sono da 3 a 5, ma possono arrivare fino a 10 e a volte addirittura sono completamente assenti).
- Gineceo: l'ovario e supero e sincarpico; gli stili sono 3.
- Fioritura: normalmente da aprile a giugno; secondo le zone più o meno temperate cresce in preferenza nei mesi invernali quando il terreno è umido o ricco d'acqua e può fiorire da gennaio a dicembre; .
- Impollinazione: tramite api[1] e mosche.
Frutti[modifica | modifica wikitesto]
Il frutto consiste in una capsula ovale (o piriforme) deiscente (a maturità) per 6 denti lunghi un terzo della lunghezza della capsula mentre la capsula può essere lunga 1,5 – 2 volte il calice che è persistente. All'interno sono contenuti diversi semi reniformi appiattiti di colore brunastro provvisti sul dorso di 4 serie di protuberanze tondeggianti. La dimensione dei semi va da 0,8 a 1,3 mm.
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
- Geoelemento: il geoelemento di questa specie è Cosmop. ossia “Cosmopolita”, è quindi una pianta relativa a tutte le zone del mondo, nessuna in particolare evidenza. Probabilmente si tratta di una pianta archeofita, inizialmente di origine mediterranea, e poi in seguito divenuta cosmopolita.
- Diffusione: la specie è diffusa in tutto il mondo e in Italia è comunissima.
- Habitat: questa pianta si trova un po' dappertutto nei campi coltivati, nelle zone frequentate dal bestiame, nei giardini ma anche in zone ruderali e sui margini di strade e sentieri. È facile trovarla anche nei centri urbani (è una pianta sinantropa). In effetti questa pianta è indifferente al tipo di suolo; comunque è nitrofila.
- Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1600 m s.l.m., raramente fino a 2500 m s.l.m..
Usi[modifica | modifica wikitesto]
Farmacia[modifica | modifica wikitesto]
- Sostanze presenti: saponine, sali alcalini, tannino, vitamine del gruppo B e C.
- Proprietà curative: diuretiche (facilita il rilascio dell'urina), vulnerarie (guarisce ferite) e astringenti (limita la secrezione dei liquidi), galattogoga (aumenta la secrezione lattea), carminativa (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali), espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali), lassativa (ha proprietà purgative) e diaforetica (agevola la traspirazione cutanea).
- Parti usate: foglie e semi, raccolti in estate; si usa sotto forma di infuso o tintura. Le parti prima vanno essiccate al sole. Vengono consigliati anche bagni al “Centocchio” per depurare la pelle (prurito, eczema, foruncoli) oppure impacchi sulle parti irritate.
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
In alcune zone il “Centocchio” viene mangiato in insalata (solo le parti apicali) o cotto; ma si deve fare attenzione per la presenza di saponina. PESTO AL CENTOCCHIO: Mettere nel tritatutto una tazza di CENTOCCHIO, mezza tazza di pinoli, noci o mandorle, un pezzetto di parmigiano e sale e olio Q.b e tritare tutto. Si può utilizzare per condire la pasta o per crostini.
Giardinaggio[modifica | modifica wikitesto]
Il “Centocchio” se coltivato in giardino o in vaso non presenta particolari difficoltà. Deve essere sistemato in una zona semi – ombreggiante e va annaffiato molto spesso (il terreno deve risultare sempre umido). Si riproduce esclusivamente per seme, anche se i fusti possono emettere radici avventizie. In un anno una pianta può produrre oltre diecimila semi che (si dice) rimangono quiescenti, nel terreno, fino a 80 anni.
Altre informazioni[modifica | modifica wikitesto]
- In più di qualche caso il “Canticchio comune” è considerata una pianta infestante per il suo rapidissimo sviluppo; inoltre, occupa spazio altrimenti disponibile per specie più utili, e assorbe molto azoto dal terreno impoverendolo velocemente.
- Tra gli animali si è notato che le oche sono ghiotte di quest'erba. Sembra che stimoli la femmina all'imbecco della prole.
- È spesso confusa con la mordigallina.[2][3]
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ http://www.florabeilles.org/serie/stellaria-neglecta_apis-mellifera
- ^ Paola Marucci, Centocchio, la stellina dei prati, su Foglie di Alchemilla, 30 gennaio 2015. URL consultato il 7 gennaio 2021.
- ^ ▷Centocchio in cucina, come riconoscerlo ed utilizzarlo Le mie RICETTE con e senza, su Le mie RICETTE con e senza, 20 marzo 2018. URL consultato il 7 gennaio 2021.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
- Roberto Chej, Piante medicinali, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 767.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 208, ISBN 88-506-2449-2.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Stellaria media
Wikispecies contiene informazioni su Stellaria media
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Fungoceva.it. URL consultato il 16-09-2008.
- Flora delle Alpi Marittime, su floramarittime.it. URL consultato il 16-09-2008.
- Catalogazione floristica - Università di Udine, su flora.uniud.it. URL consultato il 16-09-2008.
- Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 16-09-2008.
- Crescent Bloom, su crescentbloom.com. URL consultato il 16-09-2008.
- Flora Europaea - Royal Botanic Garden Edinburgh, su 193.62.154.38. URL consultato il 16-09-2008.