Stefano Tacconi

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Stefano Tacconi
Tacconi alla Juventus nella stagione 1989-1990
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 188 cm
Peso 80 kg
Calcio
Ruolo Portiere
Termine carriera 1994
Carriera
Giovanili
1970-1975Spoleto
1975-1976Inter
Squadre di club1
1976-1977Spoleto30 (-18)
1977-1978Pro Patria7 (-3)
1978-1979Livorno33 (-20)
1979-1980Sambenedettese38 (-31)
1980-1983Avellino90 (-93)
1983-1992Juventus254 (-231)[1]
1992-1994Genoa43 (-68)
Nazionale
19??-1988Bandiera dell'Italia Italia olimpica? (?)
1987-1991Bandiera dell'Italia Italia7 (-2)
Palmarès
 Mondiali di calcio
Bronzo Italia 1990
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Stefano Tacconi (Perugia, 13 maggio 1957) è un ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

Estremo difensore della Juventus per quasi un decennio (1983-1992) nonché capitano nelle ultime stagioni, è tuttora l'unico portiere a essersi aggiudicato tutte le cinque competizioni UEFA per club all'epoca vigenti, vinte con la formazione bianconera a cavallo degli anni 1980 e 1990;[2][3] con il club torinese ha messo in bacheca anche due scudetti e una Coppa Italia.

Tra il 1987 e il 1991 ha fatto parte della nazionale italiana, totalizzando 7 presenze e partecipando come secondo portiere al campionato d'Europa 1988 e al campionato del mondo 1990. Ha inoltre disputato da titolare i Giochi olimpici di Seul 1988.

È stato inserito dall'IFFHS al 140º posto nella classifica dei migliori portieri del mondo nel quarto di secolo 1987-2011.[4]

Biografia

È sposato in seconde nozze con Laura, da cui ha avuto quattro figli.[5] Ha un diploma di cuoco,[6] che ha messo a frutto al termine della carriera agonistica divenendo imprenditore nel campo della ristorazione.[7]

Il 23 aprile 2022 è colpito da un'ischemia cerebrale e ricoverato in prognosi riservata.[8]

Caratteristiche tecniche

Portiere dal carattere acceso,[9][10] Tacconi è stato descritto dal giornalista Vladimiro Caminiti come un estremo difensore in grado di esaltarsi nelle partite decisive, nonché dotato di grande vigore atletico,[9] che lo rendeva molto abile tra i pali.[9][11] Era solito intervenire con sicurezza se chiamato a uscire frontalmente;[9] appariva invece più restìo ad andare incontro ai palloni scagliati dalle fasce verso il centro dell'area.[9][11]

Pur essendo dotato di un buon rinvio da fondo campo,[12] non era molto abile nel gioco coi piedi: pertanto, al pari di molti altri numeri uno dell'epoca, accusò difficoltà di adattamento alle nuove regole introdotte nella stagione 1992-1993, che tra le altre cose impedirono ai portieri di intervenire con le mani in caso di retropassaggio volontario di un compagno di squadra;[13] innovazioni, queste, verso le quali Tacconi si mostrò piuttosto critico.[14]

Carriera

Giocatore

Club

Gli inizi, Avellino
Un giovane Tacconi (in piedi, primo da destra) nella Sambenedettese della stagione 1979-1980

Cresciuto nello Spoleto, nelle cui giovanili entrò nel 1970,[15] passò poi all'Inter che lo inserì nel proprio settore giovanile, militando nelle categorie Berretti e Primavera. Tornato in prestito a Spoleto per giocare da titolare il campionato di Serie D 1976-1977, la stagione seguente i nerazzurri lo dirottarono sempre in prestito alla Pro Patria,[15] dove esordì da professionista in Serie C. Al termine di un'annata caratterizzata da una frattura dell'ulna,[senza fonte] mise a referto 7 presenze.

Per la successiva stagione l'Inter lo inviò nuovamente in prestito al Livorno,[15] nella neonata Serie C1, dove trovò come allenatore Tarcisio Burgnich, che lo fece giocare titolare; il campionato 1978-1979, in cui Tacconi si avvalse di Gino Merlo come preparatore, vide gli amaranto chiudere a metà classifica, con una delle difese meno battute del torneo.[senza fonte] Archiviata la parentesi labronica, non riuscì a convincere la società interista che quindi lo cedette a titolo definitivo alla Sambenedettese,[15] in Serie B. In riva all'Adriatico Tacconi, il quale ebbe Piero Persico come preparatore, disputò il campionato cadetto 1979-1980 dove pur ben figurando sul piano personale, non riuscì a evitare la retrocessione dei rossoblù.[15]

Tacconi (in piedi, primo da destra) nell'Avellino della stagione 1982-1983

Ciò nonostante, le buone prestazioni offerte a San Benedetto del Tronto destarono le attenzioni dell'Avellino,[15] con cui il portiere esordì in Serie A nella stagione 1980-1981, agli ordini di Luís Vinício. Rimase in Irpinia per un triennio, con un'interpretazione spregiudicata del ruolo («dovevo fare anche da "libero"»),[9] emergendo tra i maggiori talenti — insieme a lui anche Barbadillo, Carnevale, De Napoli, Favero, Juary e Vignola — portati alla ribalta durante gli anni 1980 dalla provinciale biancoverde del commendatore Antonio Sibilia.[16]

Juventus
Tacconi (a destra) alla Juventus nella stagione 1983-1984, in allenamento insieme al preparatore Dino Zoff.

Nell'estate 1983 venne acquistato dalla Juventus, dove presto vinse il ballottaggio con Luciano Bodini[17] per sostituire Dino Zoff appena ritiratosi dall'attività agonistica — «ho cercato con la mia spavalderia di far dimenticare il suo mito», dirà in proposito[6] —; a Torino ebbe inizialmente proprio Zoff come preparatore (e successivamente, sul finire dell'esperienza in bianconero, anche come allenatore della squadra). Approdato in una big, Tacconi non tradì pressioni di sorta avendo un positivo impatto con la realtà juventina,[6] contribuendo nel 1984 alla conquista del double formato dal campionato di Serie A e dalla Coppa delle Coppe.

Ciò nonostante alla seconda stagione in Piemonte visse un periodo d'appannamento in campo[18] e conseguenti frizioni con la società,[19] che portarono il tecnico Giovanni Trapattoni, per larga parte dell'annata 1984-1985, a preferirgli la riserva Bodini;[6] Tacconi ritrovò la titolarità solamente a fine stagione, in occasione della vittoriosa finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles,[20] «nella maledetta notte dell'Heysel».[21]

Tacconi (a sinistra) saluta il collega Walter Zenga — con cui visse una istrionica rivalità[22] — prima del derby d'Italia del 28 ottobre 1990.

Tornato definitivamente titolare della porta bianconera, rimase a Torino per nove stagioni nel corso delle quali diventò anche capitano della squadra,[23] conquistando in ambito nazionale un altro scudetto, nel campionato 1985-1986, e la Coppa Italia 1989-1990; a livello internazionale ebbe modo di inanellare affermazioni in tutte le allora cinque competizioni per club organizzate dalla UEFA[2] — record per un portiere,[2] in seguito eguagliato dal solo Vítor Baía —: oltre alle succitate Coppa Coppe e Coppa Campioni, aggiunse infatti al suo palmarès anche la Supercoppa UEFA 1984 (pur se nell'occasione assistette al match dalla panchina[18]), la Coppa Intercontinentale 1985 dove visse «il momento sportivo più esaltante» della carriera[21] risultando decisivo nel vittorioso esito ai tiri di rigore,[24] e infine la Coppa UEFA 1989-1990.

Sarà quest'ultima, a posteriori, l'ultima stagione ad alti livelli di Tacconi. Nella successiva, 1990-1991, pur vedendolo diventare capitano della Juventus stante il sopraggiunto ritiro di Sergio Brio, arrivarono gravi screzi con il nuovo tecnico Luigi Maifredi che sfociarono in un campionato negativo,[25] mentre nell'annata 1991-1992, l'ultima a Torino, pur partendo titolare venne via via insidiato dal neoacquisto ed emergente Angelo Peruzzi,[26][27] lasciando così la società bianconera al termine della stagione, a 35 anni.

Genoa
Tacconi (a destra) al Genoa nel 1994, mentre saluta Angelo Peruzzi suo erede a Torino.[26][27]

Nell'estate 1992 si accasò al Genoa, sempre in massima serie, dove andò a sostituire il pur più giovane Simone Braglia.[28] Nel capoluogo ligure, dove fu titolare con Franco Scoglio e riserva con Giuseppe Marchioro,[29] offrì un rendimento altalenante, specie nella prima stagione.[13][14]

L'esperienza con i rossoblù finì bruscamente[30] il 12 dicembre 1994, con la rescissione del contratto (il giocatore verrà pagato fino a fine stagione)[29] e il ritiro dall'attività professionistica.

Nazionale

In maglia azzurra fu il portiere titolare della nazionale olimpica di fine anni 1980, guidata prima da Dino Zoff nel percorso di qualificazione ai Giochi di Seul 1988,[31] e poi da Francesco Rocca nella fase finale del torneo[32] chiuso dagli azzurri al quarto posto.

Tacconi (secondo da sinistra) in azzurro, insieme a De Agostini, Marocchi e Schillaci, durante i giorni del Mondiale 1990.

Con la nazionale maggiore, invece, Tacconi non riuscì mai — a differenza di quanto fatto coi colori bianconeri — a raccogliere l'eredità di Zoff (sebbene Azeglio Vicini, commissario tecnico dal 1986 al 1991, avesse un'ottima opinione di lui):[33] esordì solo a 30 anni, nel giugno 1987, e scese in campo unicamente in partite amichevoli, quasi sempre da subentrato, per un totale di 7 presenze e 2 gol subìti. Prese parte, come riserva di Walter Zenga, al campionato d'Europa 1988 in Germania Ovest, che vide gli azzurri semifinalisti, e al campionato del mondo 1990, concluso dall'Italia padrona di casa al terzo posto.

Pur senza mai scalfire la titolarità di Zenga, fu generalmente considerato un «eccellente vice»,[34] potenzialmente degno della maglia numero uno,[35] e la sua rivalità con il collega dell'Inter — volutamente istrionica benché caratterizzata da reciproca stima — tenne banco a lungo nelle pagine dei quotidiani sportivi dell'epoca.[22]

Militò in nazionale fino al 1991, anno in cui, con l'arrivo in panchina di Arrigo Sacchi, fu scavalcato dall'emergente Gianluca Pagliuca nel ruolo di vice-Zenga ed escluso dal giro azzurro.[36]

Dopo il ritiro

Il 22 agosto 2008, superati i cinquant'anni di età, tornò brevemente all'attività tra i dilettanti con l'Arquata di Arquata del Tronto, nel campionato marchigiano di Prima Categoria.[37] Debuttò il 24 aprile 2010 nella vittoria 4-2 della sua squadra sul Montalto, ottenendo l'approdo in Promozione, prima volta nella storia dell'Arquata.[38][39]

Politica

Dopo il ritiro dall'attività agonistica, Tacconi tentò d'intraprendere la carriera politica. Nel 1999 si candidò alle elezioni europee[40] con Alleanza Nazionale - Patto Segni, nella circoscrizione Italia Nord-Occidentale ottenendo oltre 9.000 preferenze, senza risultare eletto.

Nel 2005 annunciò di volersi presentare come candidato presidente della Regione Lombardia con il Nuovo MSI, ma non riuscì a presentare le firme sufficienti per sostenere la sua candidatura.[41] Nel 2006 si candidò, ancora per Alleanza Nazionale, a consigliere comunale di Milano, a sostegno di Letizia Moratti, ottenendo tuttavia 57 voti, che non gli valsero l'elezione.[42]

Cinema e televisione

Al cinema, nel 1990 interpretò a scopo benefico il mediometraggio autobiografico Ho parato la luna di Ornella Barreca;[43][44] il ruolo di Tacconi da giovane fu ricoperto dall'allora diciannovenne Davide Micillo, al tempo terzo portiere della Juventus.[30] Nel 2008 partecipò in un cameo alla pellicola Amore, bugie & calcetto di Luca Lucini, interpretando sé stesso assieme ad altri ex calciatori. In televisione, nel 2003 partecipò al reality show L'isola dei famosi su Rai 2, venendo eliminato alla seconda puntata con il 54% dei voti.[45] È saltuariamente opinionista in varie trasmissioni sportive nazionali.

Statistiche

Presenze e reti nei club

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1976-1977 Bandiera dell'Italia Spoleto D 30 -18 - - - - - - - - - 30+ -18+
1977-1978 Bandiera dell'Italia Pro Patria C 7 -3 CI-S ? ? - - - - - - 7+ -3+
1978-1979 Bandiera dell'Italia Livorno C1 33 -20 CI-S ? ? - - - - - - 33+ -20+
1979-1980 Bandiera dell'Italia Sambenedettese B 38 -31 CI 4 -6 - - - - - - 42 -37
1980-1981 Bandiera dell'Italia Avellino A 30 -33 CI 5 -6 - - - - - - 35 -39
1981-1982 A 30 -26 CI 4 -1 - - - - - - 34 -27
1982-1983 A 30 -34 CI 6 -10 - - - - - - 36 -44
Totale Avellino 90 -93 15 -17 - - - - 105 -110
1983-1984 Bandiera dell'Italia Juventus A 23 -22 CI 7 -9 CdC 9 -7 - - - 39 -38
1984-1985 A 12 -16 CI 7 -3 CC 5 -3 SU 0 0 24 -22
1985-1986 A 30 -17 CI 7 -7 CC 6 -3 CInt+TE 1+5 -2 + -6 49 -35
1986-1987 A 30 -27 CI 9 -6 CC 4 -1 - - - 43 -34
1987-1988 A 30+1[46] -28 + 0[46] CI 11 -9 CU 4 -3 - - - 46 -40
1988-1989 A 34 -36 CI 5 -5 CU 8 -8 - - - 47 -49
1989-1990 A 33 -36 CI 8 -5 CU 12 -9 - - - 53 -50
1990-1991 A 34 -32 CI 6 -8 CdC 8 -5 SI 1 -5 49 -50
1991-1992 A 28 -17 CI 4 -1 - - - - - - 32 -18
Totale Juventus 254+1 -231 64 -53 56 -39 7 -13 382 -336
1992-1993 Bandiera dell'Italia Genoa A 11 -24 CI 5 -8 - - - - - - 16 -32
1993-1994 A 20 -21 CI 0 0 - - - - - - 20 -21
lug.-dic. 1994 A 12 -22 CI 2 0 - - - - - - 14 -22
Totale Genoa 43 67 7 -8 - - - - 50 -75
Totale carriera 496 -463 90+ -84+ 56 -39 7 -13 649+ -599+

Cronologia presenze e reti in nazionale

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
10-6-1987 Zurigo Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole -1 Ingresso al 46’ 46’
16-11-1988 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Amichevole -
22-12-1988 Perugia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Scozia Scozia Amichevole - Ingresso al 50’ 50’
22-4-1989 Verona Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Amichevole -1 Ingresso al 46’ 46’
21-12-1989 Cagliari Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera dell'Argentina Argentina Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
26-9-1990 Palermo Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
13-2-1991 Terni Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera del Belgio Belgio Amichevole - Ingresso al 46’ 46’
Totale Presenze 7 Reti -2

Palmarès

Club

Tacconi solleva da capitano della Juventus la Coppa UEFA 1989-1990

Competizioni giovanili

Inter: 1975-1976

Competizioni nazionali

Juventus: 1983-1984, 1985-1986
Juventus: 1989-1990

Competizioni internazionali

Juventus: 1983-1984
Juventus: 1984
Juventus: 1984-1985
Juventus: 1985
Juventus: 1989-1990

Individuale

Onorificenze

Medaglia di bronzo al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«Campione italiano professionisti»
— Roma, 1984.[47]
Medaglia d'argento al valore atletico - nastrino per uniforme ordinaria
«Terzo classificato al campionato mondiale»
— Roma, 1990.[47]
Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ 255 (-231) se si considera lo spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA 1988-1989 disputato il 23 maggio 1988 contro il Torino.
  2. ^ a b c Viaggio tra le Stelle: Stefano Tacconi, su juventus.com, 23 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013).
    «Con la Juventus vince praticamente tutto. Fin dalla sua prima stagione in cui "mette le mani" sullo Scudetto e sulla Coppa delle Coppe, vinta a Basilea contro il Porto anche per merito delle sue parate. Nelle due stagioni successive si porta a casa un altro Scudetto, Supercoppa Europea, la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale, quest'ultima contribuendo in modo decisivo nella lotteria dei rigori. Quando si chiude il ciclo di Trapattoni e Platini, riesce ancora a togliersi la soddisfazione di vincere la Coppa Italia e la Coppa UEFA, entrambi da capitano»
  3. ^ Ad eccezione della Coppa Intertoto (1995-2008), introdotta dopo il suo ritiro.
  4. ^ (EN) The World's best Goalkeeper of the Quarter of a Century (1987-1911), su iffhs.de (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2012).
  5. ^ Tacconi: ecco il mio film sul calcio [collegamento interrotto], su iltempo.it, 9 maggio 2010.
  6. ^ a b c d Emanuele Fiorilli, Tacconi a spillo, in Guerin Sportivo, nº 9 (529), Bologna, Conti Editore, 27 febbraio - 5 marzo 1985, pp. 38-40.
  7. ^ Jacopo Della Porta, Il grande Stefano Tacconi apre un ristorante a Reggio, su gazzettadireggio.gelocal.it, 11 maggio 2016. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato il 5 ottobre 2016).
  8. ^ Luca Stamerra, Juventus - Malore per Tacconi: ricoverato in gravi condizioni ad Alessandria per un'ischemia cerebrale, su eurosport.it, 23 aprile 2022.
  9. ^ a b c d e f Stefano Bedeschi, Gli eroi in bianconero: Stefano TACCONI, su tuttojuve.com, 13 maggio 2013. URL consultato il 3 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2016).
  10. ^ Stefano Tacconi, lo spaccone che prese il posto di Zoff, su it.sports.yahoo.com, 25 maggio 2016. URL consultato il 3 ottobre 2016 (archiviato il 5 ottobre 2016).
  11. ^ a b Gianni Brera, Fate riposare questo Baggio, in la Repubblica, 12 marzo 1991. URL consultato il 24 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
  12. ^ Gianni Ranieri, Zenga: Napoli ci amerà, in Stampa Sera, 2 luglio 1990, p. 6. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato il 7 novembre 2017).
  13. ^ a b Gigi Garanzini, Portieri, anche i piedi hanno le ali, in Corriere della Sera, 28 giugno 1993, p. 29.
  14. ^ a b Gessi Adamoli, Tacconi, ultimo show, in la Repubblica, 30 dicembre 1993. URL consultato il 23 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017).
  15. ^ a b c d e f Che fine ha fatto Stefano Tacconi?, su calcioblog.it, 30 maggio 2014. URL consultato l'11 settembre 2017 (archiviato il 12 settembre 2017).
  16. ^ Marco Montanari, C'era una volta il Commendatore, in Guerin Sportivo, n. 1, gennaio 2015, p. 82.
  17. ^ Calzaretta, p. 104.
  18. ^ a b Calzaretta, p. 112.
  19. ^ Tacconi contro la Juve, "È mancata l'onestà", in la Repubblica, 27 marzo 1985, p. 38. URL consultato il 28 febbraio 2016 (archiviato il 4 marzo 2016).
  20. ^ Calzaretta, p. 116.
  21. ^ a b Calzaretta, Tarzan lo stilista, p. 121.
  22. ^ a b Fabio Bianchi, Zenga e Tacconi: quando la rivalità era uno spettacolo, in La Gazzetta dello Sport, 18 ottobre 2002. URL consultato il 24 marzo 2017 (archiviato il 25 marzo 2017).
  23. ^ Calzaretta, p. 128.
  24. ^ Calzaretta, p. 120.
  25. ^ Fulvio Bianchi, Maifredi, mister solitudine, in la Repubblica, 11 maggio 1991. URL consultato l'11 settembre 2017 (archiviato il 12 settembre 2017).
  26. ^ a b Fabio Vergnano, Tacconi chiude la porta, in La Stampa, 30 giugno 1991, p. 34.
  27. ^ a b Maurizio Crosetti, Ossessione Peruzzi per Tacconi, in la Repubblica, 22 agosto 1991. URL consultato il 4 ottobre 2016 (archiviato il 5 ottobre 2016).
  28. ^ Genoa, Simone Braglia: "Spinelli mi ha tradito e per colpa di Tacconi ho pianto", su ligurianotizie.it, 6 novembre 2013. URL consultato l'11 settembre 2017 (archiviato il 12 settembre 2017).
  29. ^ a b Panini, p. 6.
  30. ^ a b Tacconi fa il ribelle, col Genoa ha rotto, in la Repubblica, 8 dicembre 1994. URL consultato il 5 marzo 2016 (archiviato il 12 settembre 2017).
  31. ^ Olimpica, Zoff chiama Ancelotti, in la Repubblica, 21 marzo 1987. URL consultato il 18 luglio 2017 (archiviato il 3 luglio 2018).
  32. ^ Fabrizio Bocca, L'Italia d'autunno, in la Repubblica, 2 settembre 1988. URL consultato il 18 luglio 2017 (archiviato il 7 settembre 2017).
  33. ^ Tacconi chiude con la nazionale. Pagliuca farà il secondo, in la Repubblica, 22 maggio 1991. URL consultato il 24 marzo 2017 (archiviato il 25 marzo 2017).
  34. ^ Nicola Cecere, Calcio, La beffa di Maradona rovina le notti magiche, su gazzetta.it, 21 maggio 2014. URL consultato il 24 marzo 2017 (archiviato il 22 agosto 2017).
  35. ^ Fulvio Bianchi, "Ho fatto troppa panchina", in la Repubblica, 25 settembre 1990. URL consultato il 24 marzo 2017 (archiviato il 25 marzo 2017).
  36. ^ Franco Badolato, Scocca l'ora di Pagliuca, in La Stampa, 15 giugno 1991, p. 35. URL consultato il 29 novembre 2017 (archiviato il 1º dicembre 2017).
  37. ^ Andrea Losapio, Tacconi, ritorno al calcio giocato, su tuttomercatoweb.com, 22 agosto 2008.
  38. ^ Stefano Sica, Arquata-Tacconi: un binomio che significa promozione, su tuttomercatoweb.com, 26 aprile 2010. URL consultato il 15 aprile 2012 (archiviato il 17 settembre 2011).
  39. ^ Stefano Tacconi: «Impressionante Cavani col ritmo dei suoi gol», su iamnaples.it, 30 marzo 2012.
  40. ^ Giuliano Zincone, Questa è la politica, bellezza, in Corriere della Sera, 1º maggio 1999, p. 13 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012).
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  42. ^ Consiglio comunale: chi arriva e chi parte, su milano.corriere.it, 30 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2012).
  43. ^ Maurizio Crosetti, Volo al cinema!, in Guerin Sportivo, nº 15 [739], 12-18 aprile 1989, pp. 32-37.
  44. ^ Stefano Tacconi – Ho parato la luna, su trashopolis.com, 1º dicembre 2007. URL consultato il 5 marzo 2016 (archiviato il 25 settembre 2014).
  45. ^ Isola dei famosi: Tacconi escluso, il televoto salva la Ruta, in Corriere della Sera, 27 settembre 2003, p. 38 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  46. ^ a b Spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA 1988-1989.
  47. ^ a b Benemerenze sportive di Stefano Tacconi, su coni.it, Comitato olimpico nazionale italiano. URL consultato il 1984.
  48. ^ Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana – Tacconi Sig. Stefano, su quirinale.it. URL consultato l'8 aprile 2011 (archiviato il 9 settembre 2011).

Bibliografia

  • Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012, vol. 11 (1994-1995), ed. speciale per La Gazzetta dello Sport, Modena, Panini, 2012.
  • Nicola Calzaretta, I colori della vittoria, Pisa, Goalbook Edizioni, 2014, ISBN 978-88-908115-9-3.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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