Stanislao Bellini

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Stanislao Bellini
NascitaVerona, 6 giugno 1904
MorteLago di Garda, 10 settembre 1931
Cause della morteIncidente aeronautico
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Anni di servizio-1931
GradoCapitano
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Stanislao Bellini (Verona, 6 giugno 1904Lago di Garda, 10 settembre 1931) è stato un militare e aviatore italiano, che fu pilota collaudatore dell'idrocorsa Macchi M.C.72 presso il Reparto Alta Velocità di Desenzano del Garda.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

V Rossa dei velocisti della Regia Aeronautica
L'esemplare matricola MM.181 del macchi M.C.72 conservato presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.

Nacque a Verona il 6 giugno 1904.[1] Appassionatosi al mondo dell'aviazione si arruolò nella Regia Aeronautica, frequentando la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Aquila, al termine del quale conseguì il brevetto di pilota militare e il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo. Partecipò successivamente alle operazioni di riconquista della Cirenaica, venendo decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare.[1]

Nel 1931 passò, su sua richiesta, in forza al Reparto Alta Velocità[2] di Desenzano del Garda, dove partecipò al II Corso[N 1] per piloti di idrovolante da competizione.

Nel 1931, in vista della partecipazione della squadra italiana alla Coppa Schneider decisa da Italo Balbo per tentare di conquistare definitivamente il trofeo, fu deciso di impiegare il nuovo idrocorsa Macchi M.C.72 progettato dall'ingegnere Mario Castoldi.[3] Il propulsore Fiat AS.6 da 2.300 hp del nuovo idrovolante non era ancora stato messo a punto, e presentava grossi problemi, e pertanto si decise di effettuare serrati voli di collaudo al fine di risolvere gli inconvenienti emersi.[3] Il primo esemplare, assegnato al pilota Giovanni Monti, andò perso per il distacco dell'albero delle eliche controrotanti il 2 agosto, causando la morte del pilota.[4]

Dopo la mancata partecipazione all'edizione della Coppa Schneider, il comandante del RAV, colonnello Mario Bernasconi, assegno a lui il compito di conquistare il record mondiale di velocità di categoria volando sul secondo esemplare che doveva avere luogo il giorno stesso in cui gli inglesi avrebbero conquistato la Schneider senza alcun avversario.[4] I voli di collaudo, in vista del tentativo fissato per il 13 settembre, si susseguirono a ritmo intenso.[5]

Il 10 settembre decollò a bordo dell'M.C.72 per un'ultima prova generale, con l'ordine di Bernasconi che si fosse presentato il problema del ritorno di fiamma nel propulsore egli avrebbe dovuto ammarare immediatamente.[5] Subito dopo il decollo, mentre volava a qualche centinaio di metri di quota in direzione nord, avvenne il primo ritorno di fiamma con conseguente detonazione.[5] Valutandola come non problematica decise di rimanere in volo, ma poco dopo ne avvenne una seconda ancora più forte.[5] Decise allora di rimanere in volo per tentare di dimostrare che la conquista del record fosse possibile, ma poco dopo il velivolo esplose in volo,[5] sotto gli occhi di Bernasconi e Castoldi, causando la morte del pilota. Citato da Balbo in un discorso alla Camera dei Deputati,[6] per onorarne la memoria fu insignito della Medaglia d'argento al valor aeronautico.[6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«pilota d'aeroplano, in oltre 150 ore di voli di guerra eseguite spesso in condizioni atmosferiche avverse, dava prova di ardire e sereno sprezzo del pericolo. In diversi bombardamenti eseguiti contro un forte door ribelle, dava per agio all'osservatore di meglio colpire l'avversario, dava per agio all'osservatore di meglio colpire l'avversario, persisteva, noncurante delle avverse condizioni atmosferiche e del tiro di fucileria a mantenere l'apparecchio a bassa quota, concorrendo così efficacemente ad infliggere al nemico fortissime perdite. Cirenaica, maggio 1929-marzo 1930
Medaglia d'argento al valor aeronautico - nastrino per uniforme ordinaria
«Valoroso capitano aviatore, pilota ardito ed abilissimo, incontrava gloriosa morte durante un tentativo per toccare le più alte velocità. Desenzano sul Garda, 10 settembre 1931
— Bollettino Ufficiale Aeronautico 24 ottobre 1931

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gli altri piloti ammessi al corso erano: maggiore Guglielmo Cassinelli; capitano Osvaldo Baldi; tenente Ariosto Neri; tenente Giovanni Buffa; tenente Antonio Lippi; tenente Giancarlo Nicelli; tenente Pietro Scapinelli; maresciallo Eraldo Fruet e sergente maggiore Mario Gori.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Mancini 1936, p. 81.
  2. ^ Tra Berici e Lessini, maggio 2013, p. 32.
  3. ^ a b Bedoni 1971, p. 82.
  4. ^ a b Bedoni 1971, p. 84.
  5. ^ a b c d e Bedoni 1971, p. 85.
  6. ^ a b Bedoni 1971, p. 86.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Don Berliner, History's Most Important Racing Aircraft, Barnsley, Pen & Sword Ltd., 2013.
  • Mario Bendoni, L'epopea del Reparto Alta Velocità, Asola, Editrice Rongoni & Gozzoli, 1971.
  • Massimo Ferrari, Le ali del ventennio: l'aviazione italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Milano, Franco Angeli Storia, 2005, ISBN 88-464-5109-0.
  • Paolo Ferrari e Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
Periodici
  • Piloti coraggiosi nella valle dell'Agno, in Tra Berici e Lessini, n. 1, Brendola, Cassa rurale e artigiana di Brendola, maggio 2013, pp. 20-31.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]