Vito Pallavicini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Spiker)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Vito Pallavicini (Vigevano, 22 aprile 1924Vigevano, 16 agosto 2007) è stato un paroliere italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È nato a Vigevano, in provincia di Pavia, il 22 aprile 1924. Dopo essersi laureato in Ingegneria chimica, nel 1946 inizia a collaborare al giornale L'informatore vigevanese, un settimanale di cronaca locale fondato nel 1945 da Carlo Natale che per vent'anni venderà diecimila copie a settimana (in una città che all'epoca si aggirava tra i 45 e i 55.000 abitanti), dedicandosi al giornalismo e occupandosi inizialmente di sport e poi anche di cronaca e costume.

Il 22 aprile del 1959 sta festeggiando il compleanno con alcuni amici, quando uno di essi, il maestro Pino Massara, gli dice che una casa discografica è alla ricerca di un paroliere: sebbene fino a quel momento non abbia mai scritto una canzone, in tre minuti è pronto un testo, che Massara mette in musica e che viene lanciato da Nicola Arigliano: è Amorevole, che diventa uno dei successi dell'anno[1].

Nello stesso anno scrive il testo per un altro grande successo, Ghiaccio bollente di Tony Dallara. È l'inizio di una carriera piena di successi: ben presto, oltre che per Massara, scrive per altri noti musicisti, come Carlo Alberto Rossi, con cui scrive Le mille bolle blu che viene presentata al Festival di Sanremo 1961 da Mina e Jenny Luna, e Stanotte al luna park per Milva, anche questa partecipante a Sanremo.

Al festival torna molte altre volte: nel 1964 con Come potrei dimenticarti cantata da Tony Dallara, nel 1965 con Io che non vivo (senza te), grande successo di Pino Donaggio (ripreso poi da Elvis Presley e incisa col titolo You Don't Have to Say You Love Me), nel 1970 con “ ciao anni verdi” composta da Nando de Luca , cantata da Rosanna Fratello e in molte altre edizioni, divenendo, con più di cinquanta canzoni suddivise per ventuno edizioni, l'autore con più partecipazioni a Sanremo. Inoltre in due edizioni, quella del 1965 e quella del 1966, ha partecipato con ben sette brani, stabilendo un ulteriore record.

Negli anni '60 si dedica anche alla traduzione in italiano di successi stranieri, come The House of the Rising Sun, che traduce con Mogol in La casa del sole, per i Los Marcellos Ferial, o Downtown che la sua interprete originale Petula Clark incide con il titolo Ciao Ciao, o ancora Tous les garçons et les filles che diventa Quelli della mia età, sempre cantata dalla francese Françoise Hardy. È alla fine degli anni sessanta che, su musiche di Paolo Conte e arrangiamento di Nando de Luca ,scrive i pezzi più maturi ed importanti della sua carriera, successi come Azzurro, Insieme a te non ci sto più e Deborah.

Tra le tante collaborazioni, Pallavicini, insieme a Enrico Intra, Paolo Conte e Mansueto Deponti, scrive nel 1967, per Giusy Romeo (meglio conosciuta successivamente come Giuni Russo), il brano jazz francese No amore, con cui in coppia con Sacha Distel, parteciperà al Festival di Sanremo 1968, ma non classificandosi in finale.

Sempre con Enrico Intra ed anche Pino Massara, scrive sulla fine del 1967, ancora per Giusy Romeo, il brano Amerai. Sempre per Giusy Romeo, scrive insieme ad Enrico Intra ed Al Bano, nel 1968, la canzone estiva L'onda, con cui Giusy parteciperà al Festivalbar, al Cantagiro e ad Un disco per l'estate.

Ha collaborato con vari grandi artisti italiani: oltre a quelli citati, si possono ricordare Toto Cutugno, Iva Zanicchi, Patty Pravo, Nicola Di Bari, Fred Bongusto, Betty Curtis, Edoardo Vianello, Carmen Villani.

Anche se ha firmato la maggior parte dei brani da lui scritti con il proprio nome, ha utilizzato anche gli pseudonimi Spiker[2] e Calimero[3].

È scomparso nel 2007 all'età di 83 anni[4].

Canzoni scritte da Vito Pallavicini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Dizionario della canzone italiana", di Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), ed. Curcio, 1990; alla voce Pallavicini Vito, di Enzo Giannelli, pp. 1262-1264

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN10273486 · ISNI (EN0000 0000 5947 0825 · SBN CFIV182251 · Europeana agent/base/100895 · LCCN (ENn2009028883 · GND (DE1147156514 · BNE (ESXX861985 (data) · BNF (FRcb14771845s (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n2009028883