Università degli Studi dell'Insubria

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Coordinate: 45°48′52.56″N 8°49′31.8″E / 45.8146°N 8.8255°E45.8146; 8.8255
Università degli Studi dell'Insubria
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàVarese, Como
Altre sediBusto Arsizio, Saronno[1]
Dati generali
Nome latinoUniversitas Studiorum Insubriae
Motto"Chiaramente Insubria"
Fondazione14 luglio 1998
TipoStatale
Scuole
  • Scuola di Medicina
  • Scuola di Dottorato
Dipartimenti
  • Biotecnologie e scienze della vita
  • Diritto, economia e culture
  • Economia
  • Medicina e Chirurgia
  • Medicina e innovazione tecnologica
  • Scienza e alta tecnologia
  • Scienze teoriche e applicate
  • Scienze umane e dell'innovazione per il territorio
RettoreAngelo Tagliabue
Studenti12,493 (2022)[1]
Colori    
SportCUS Insubria
Mappa di localizzazione
Map
Sito web

L'Università degli Studi dell'Insubria è un'università statale italiana fondata nel 1998 a Varese con sede nelle città di Varese e Como. Prende il nome dall'area geografica in cui sono situate le sedi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Abside della Basilica di S. Abbondio, 2012
Chiostro della Basilica di S. Abbondio, 2012

La storia dell'Università inizia nel 1972 a Varese, quando vengono attivati i corsi della Facoltà di Medicina e Chirurgia gemmati dall'Università degli Studi di Pavia.

Nel 1990 furono attivati due ulteriori corsi: scienze biologiche gemmato dall'Università degli Studi di Milano e Economia e commercio, nato dall'Università degli Studi di Pavia; parallelamente a Como nel 1987 fu avviato il primo corso a carattere universitario: il diploma a fini speciali in informatica gestionale avviato dal Politecnico di Milano.

A Como nel XV secolo presso il collegio dei dottori giureconsulti era sorta una scuola universitaria con tre cattedre: teologia morale (attiva sin dal 1473), diritto canonico misto (fondata nel 1656 ad opera di Tommaso Verga) ed istituzioni (fondata nel 1656 ad opera di Francesco Benzi).

Tale università restò attiva fino all'anno 1795.[2]

Chiostro della Basilica di S. Abbondio, 1931

Dal 1989, Como divenne sede di regolari corsi di laurea in ingegneria originati dal politecnico milanese oltre a quelli di scienze e, dal 1994, di giurisprudenza, gemmati dall'Università degli Studi di Milano.

Nel febbraio 1997, l'osservatorio per la valutazione del sistema universitario considerò la possibilità di creare una "università bipolare" concedendo autonomia ai corsi di laurea e alle facoltà di Como e Varese. Contemporaneamente il Politecnico di Milano si ritirò dall'operazione dichiarando di puntare alla strategia del "Politecnico a rete" per valorizzare le sue sedi.

Il 14 febbraio 1998, il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica emanò il decreto per l'istituzione dell'Università degli Studi dell'Insubria, con sedi in Como e Varese.

Nel 2003, a Varese fu attivato il primo corso di laurea in ingegneria per la sicurezza del lavoro e dell'ambiente, al quale seguirono, nel 2006, il corso di laurea in giurisprudenza a Varese e quello in economia e amministrazione delle imprese a Como; quest'ultimo disattivato dal 2012 per mancanza di fondi.[3]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

L'ateneo espleta le proprie attività di ricerca nei campi dell'economia, della medicina, del diritto, delle scienze e della cultura, attraverso otto dipartimenti:[4]

  • Biotecnologie e scienze della vita
  • Diritto, economia e culture
  • Economia
  • Medicina e chirurgia
  • Medicina e innovazione tecnologica
  • Scienza e alta tecnologia
  • Scienze teoriche e applicate
  • Scienze umane e dell'innovazione per il territorio

Sedi[modifica | modifica wikitesto]

Complessivamente l'Università degli Studi dell'Insubria dispone di due sedi principali a Como e Varese e ulteriori strutture didattiche e laboratori a Busto Arsizio[5]. Secondo lo statuto, emanato l'11 marzo 2002, le due sedi hanno pari dignità: l'università ne assicura lo sviluppo paritario, armonico ed equilibrato, favorendo le iniziative comuni e l'integrazione delle attività didattiche e di ricerca.

Parte degli edifici che ospitano il polo universitario comasco, condiviso da Politecnico di Milano e Università dell'Insubria

Il polo di Varese si struttura come un campus universitario: il campus Bizzozero, ubicato nell'omonimo quartiere, alla periferia est della città. Esso consta di una decina di padiglioni didattici, del Collegio Universitario Carlo Cattaneo, del PalaInsubria (presso cui ha sede il CUS Insubria), di una struttura adibita a servizio di ristorazione, di una libreria universitaria e di diversi laboratori di ricerca.

Presso la sede di Como, di particolare interesse storico e artistico è il chiostro della basilica di Sant'Abbondio (fra i più antichi d'Europa ed utilizzato dapprima come Convento, poi come seminario vescovile), il quale accoglie il rettorato e i dipartimenti di: diritto, economia e culture; scienze umane e dell'innovazione per il territorio.

Chiostro di Sant'Abbondio di Como, sede del Dipartimento di Diritto, Economia e Culture, del Dipartimento di Scienze umane e dell'innovazione per il territorio e del Prorettore vicario dell'Università degli Studi dell'Insubria.
Palazzo Natta

Il principale ospedale universitario è l'ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese, mentre l'azienda ospedaliera Sant'Anna afferisce alla sede di Como.

Rettori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b MIUR Anagrafe Nazionale Studenti – Insubria Varese-Como, su anagrafe.miur.it. URL consultato il 2 maggio 2019.
  2. ^ Collegio dei dottori giureconsulti, sec. XV - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali
  3. ^ Il Giorno - Como - Insubria senza soldi La scure si abbatte su Economia, su ilgiorno.it, 17 settembre 2010. URL consultato il 23 marzo 2020.
  4. ^ Siti dei Dipartimenti, su uninsubria.it. URL consultato il 2 maggio 2019.
  5. ^ Sedi e orari | Università degli studi dell'Insubria, su uninsubria.it. URL consultato il 30 settembre 2019.
  6. ^ Angelo Tagliabue è il nuovo rettore dell'università degli Studi dell'Insubria, su uninsubria.it, 6 luglio 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN142308964 · ISNI (EN0000 0001 2172 4807 · LCCN (ENn99035223 · GND (DE5503367-2 · BNF (FRcb151263043 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n99035223