Testo sacro

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Una Bibbia cristiana illustrata e scritta in Lingua amarica etiope.
Una Bibbia cristiana illustrata e scritta in Lingua amarica etiope.
 
Pagina in sanscrito di un passo del Sutra del Loto.
Pagina in sanscrito di un passo del Sutra del Loto.
 
Copertina di un'edizione moderna del Corano.
Copertina di un'edizione moderna del Corano.

I testi sacri (o sacre scritture) sono dei documenti o delle opere letterarie ritenute sacre dalle religioni e movimenti spirituali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Storicamente i testi sacri hanno assunto caratteri vari, ma la mitologia fondamentale riguarda per lo più l'origine del mondo (cosmogonia), quella dell'uomo o di un suo capostipite mitico e divinizzato. Un altro tipo di libri sacri riguarda i riti e i cerimoniali, un terzo le regole o le leggi divine.

Malgrado le antiche civiltà abbiano prodotto testi manoscritti per molti secoli, la prima scrittura stampata per un'ampia diffusione è stata il Sutra del Diamante, un testo buddhista di origine indiana, stampato in Cina nell'anno 868.

La religione dell'antica Grecia classica fondandosi sui culti cittadini, non possedeva un testo sacro vero e proprio, ma erano considerati particolarmente autorevoli i poemi mitologici omerici e di Esiodo[1] accanto ai quali si ponevano anche riti e culti misterici. A partire da Platone, tuttavia, la religione greca accoglie al suo interno la riflessione teologica dei filosofi mutando la propria prospettiva[2].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Sono ritenute interamente divini o parzialmente ispirati in origine, in alcune religioni i fedeli usano titoli come Parola di Dio per indicare le sacre scritture, in altre, come nel Buddhismo, questi scritti spesso iniziano con l'invocazione "Così ho udito" (sanscrito: एवं मया श्रुतम् Evam mayā śrutam) indicando con ciò che tale opera è ritenuta diretto insegnamento del Buddha Śākyamuni. Anche i non credenti spesso scrivono in maiuscolo i nomi delle sacre scritture come segno di rispetto o per tradizione.

Gli atteggiamenti riguardo ai testi sacri differiscono da religione a religione: alcune religioni rendono disponibili i propri testi scritti con la massima libertà, mentre altre sostengono che i segreti sacri devono rimanere nascosti a tutti tranne che al leale e all'iniziato (esoterismo); altre ancora fanno entrambe le cose, rendendo pubblici alcuni testi e riservandone altri ad una cerchia ristretta di iniziati.

La maggioranza delle religioni promulgano norme che definiscono i limiti dei testi sacri e che controllano o impediscono cambiamenti e aggiunte. Le traduzioni dei testi devono ricevere il benestare ufficiale, ma la lingua originale con cui era stato compilato il testo sacro ha spesso la preminenza assoluta.

Testi sacri delle religioni[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei testi sacri usati nell'ambito delle varie religioni (in ordine alfabetico):

Bahá'í[modifica | modifica wikitesto]

Buddhismo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Canone buddhista.

Confucianesimo[modifica | modifica wikitesto]

Cristianesimo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Canone della Bibbia.

Bibbia cristiana:

Nel mormonismo:

Ebraismo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Testi sacri ebraici.

Induismo[modifica | modifica wikitesto]

Islam[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ḥadīth e Sunna.

Shintoismo[modifica | modifica wikitesto]

Sikhismo[modifica | modifica wikitesto]

Taoismo[modifica | modifica wikitesto]

Zoroastrismo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Walter Burkert, La religione greca, Milano, Jaca Book, 1983, p. 253, ISBN 88-16-40585-6.
  2. ^ Walter Burkert, op. cit., p. 566.
    «A partire da Platone, e attraverso di lui, la religione è qualcosa di essenzialmente diverso da ciò che prima era stata. Per i Greci, a partire da Omero, religione aveva sempre significato accettazione della realtà in modo ingenuo […] Attraverso Platone la realtà perde effettualità in favore di un mondo superiore, incorporeo e immutabile, che deve valere come primario; l'Io si concentra in un'anima immortale, che nel corpo è straniera e imprigionata.»

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