Santa Giusta (Italia)

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Disambiguazione – Se stai cercando altre località italiane omonime, vedi Santa Giusta#Italia.
Santa Giusta
comune
(IT) Santa Giusta
(SC) Santa Justa
Santa Giusta – Stemma
Santa Giusta – Veduta
Santa Giusta – Veduta
Basilica di Santa Giusta, facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Oristano
Amministrazione
SindacoAndrea Casu (lista civica) dal 26-10-2020
Territorio
Coordinate39°52′50.52″N 8°36′32.98″E / 39.8807°N 8.60916°E39.8807; 8.60916
Altitudine10 m s.l.m.
Superficie69,22 km²
Abitanti4 617[1] (30-11-2023)
Densità66,7 ab./km²
FrazioniCirras, Corte Baccas
Comuni confinantiAles, Arborea, Marrubiu, Morgongiori, Oristano, Palmas Arborea, Pau
Altre informazioni
Cod. postale09096
Prefisso0783
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT095047
Cod. catastaleI205
TargaOR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) santagiustesi
(SC) santajustesus
Patronosanta Giusta
Giorno festivo14 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santa Giusta
Santa Giusta
Santa Giusta – Mappa
Santa Giusta – Mappa
Posizione del comune di Santa Giusta all'interno della provincia di Oristano
Sito istituzionale

Santa Giusta (Santa Justa in sardo) è un comune italiano di 4 619 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione del Campidano di Oristano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rovine del ponte romano di Othoca

È stata fondata dai Fenici nell'VIII secolo a.C. col nome di Othoca, tuttavia non mancano testimonianze dell'età del bronzo con i vari nuraghi sparsi nel territorio. Passata ai Romani con tutta la Sardegna e la Corsica, divenne un centro di cristianità, e nell'anno 130, sotto l'impero di Adriano, vi furono martirizzate le sante Giusta, Giustina ed Enedina. A seguito della caduta dell'impero romano d'Occidente, Othoca venne progressivamente abbandonata; nel medioevo la popolazione si spostò nei pressi della chiesa romanica di Santa Giusta.

Il villaggio di Santa Giusta fece parte del giudicato di Arborea, nella curatoria del Campidano di Simaxis, e alla caduta del giudicato (1410) entrò a far parte del marchesato di Oristano fino a ad essere inglobato nel Regno di Sardegna aragonese a partire dal 1478, dopo la sconfitta dell'ultimo marchese Leonardo Alagon. Il paese poi si spopolò per le continue incursioni barbaresche, dovute alla vicinanza al mare, che portavano a frequenti assalti e saccheggi.

A partire dall'XI secolo fu sede di diocesi; il vescovo Ugo fu inviato nel 1164 a Pavia presso Federico Barbarossa dal giudice d'Arborea Barisone I per ottenere dall'imperatore l'investitura a Re di Sardegna. Nel 1226 vi si tenne un importante sinodo della Chiesa Sarda per l'applicazione delle riforme decretate dal Quarto concilio lateranense. La sede vescovile fu soppressa da papa Giulio II con la bolla Aequum reputamus del 1503, e confermata da un'altra bolla papale del 1515, che ne sancì l'unione con l'arcidiocesi di Oristano. La diocesi fu riistituita nel 1968 come sede vescovile titolare.

Nel 1637 a Santa Giusta furono sconfitti i francesi, che guidati dall'arcivescovo di Bordeaux, avevano occupato Oristano.

Nel 1767, in epoca sabauda, il paese fu annesso dal re Carlo Emanuele III al marchesato d'Arcais, feudo dei Nurra, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Santa Giusta sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 15 novembre 2006.[3]

«Stemma semipartito troncato: il primo, d'oro, alla palma di verde, posta in sbarra; il secondo, di verde, all'anfora fittile da trasporto, d'oro; il terzo, di cielo, alla imbarcazione di canne palustri (fassone), d'oro, sostenuta dallo specchio d'acqua di azzurro, fluttuoso di argento, fondato in punta, esso fassone accompagnato dal sole orizzontale sinistro, d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo con la bordatura di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Santa Severa

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Ponte romano

Luoghi di interesse naturalistico[modifica | modifica wikitesto]

Stagno

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 69 abitanti, pari all'1,28% della popolazione.[5]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Santa Giusta è il campidanese oristanese.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei sindaci dal 1866[modifica | modifica wikitesto]

Elezione con voto riservato a coloro che pagavano le tasse.

  • Garau Antonio (1866-1871)
  • Maxia Francesco (1871-1875)
  • Figus Giovanni (1875-1878)
  • Contini Buschettu Giovanni (1878-1881)
  • Pinna Agostino (1881-1882)
  • Tolu Giovannino (1883-1883)
  • Figus Giovanni (1890-1891)
  • Figus Giuseppe (1892-1895)
  • Figus Giovanni (1896-1897)
  • Corrias Eugenio (1897-1914)
  • Matta Giovanni (1914-1917)

Elezione a suffragio universale maschile

  • Puddu Gavino (1917-1920)
  • Scano Vincenzo (1921-1921)
  • Piras Salvatore (1922-1927)

Frazione di Oristano 1927-1947

Elezione a suffragio universale maschile e femminile.

  • Figus Beniamino (1947-1952)
  • Carrus Vincenzo (1952-1956)
  • Melis Salvatore (1956-1958)
  • Cadoni Pietro (1958-1959)
  • Puddu Peppino (1959-1960)
  • Garau Daniele (1960-1964)
  • Carrus Vincenzo (1964-1970)
  • Figus Delio (1970-1975)
  • Cannas Bernardino (1975-1980)
  • Garau Luigi (1980-1990)
  • Melis Tino (1990-2005)
  • Figus Antonello (2005-2010)
  • Pinna Angelo (2010-2015)
  • Figus Antonello (2015-2020)
  • Casu Andrea (2020- in carica)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Santa Giusta (Oristano) D.P.R. 15.11.2006 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 17 settembre 2021.
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  5. ^ demo.istat.it, https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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