Quirinalia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Quirinalia
Tiporeligiosa
Periodo17 febbraio
Celebrata aRoma
ReligioneReligione romana
Oggetto della ricorrenzaFestività romane in onore del dio Quirino

I Quirinalia erano una festività romana che ricorreva il 17 febbraio ed era dedicata al dio Quirino.[1] La festa venne istituita da Numa Pompilio.[2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La festività sottrae in qualche modo alla giurisdizione curiale, ossia a un ordinamento clanico o gentilizio, la totalità dei cittadini, dando loro la possibilità di configurarsi come tali, anziché come membri di una singola curia. Quest'operazione, che si inquadra nel processo che portò gradualmente i romani delle assemblee curiali (comitia curiata) alle assemblee popolari (comitia tributa), si esplica fondando la nuova realtà del nome del dio Quirino.[4][5]

Nel giorno dedicato a questo dio era concesso di celebrare il rito della prima torrefazione del farro a coloro che non lo avevano fatto in precedenza, nel giorno prescritto dalla propria curia. In tal modo coloro che per forza di cose o per propria volontà si sottraevano all'ordini curiale (qualificabili come stolti rispetto all'ordine stesso) rimediavano sul piano religioso rifugiandosi nel dio Quirino, la cui festa era detta anche "festa degli stolti" (stultorum feriae).[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Varrone, De lingua latina, VI, 3, 2.
  2. ^ Dario Sabbatucci, La religione di Roma antica: dal calendario festivo all'ordine cosmico, Il Saggiatore, 1988, pp. 63-64, 231, ISBN 88-04-30954-7.
  3. ^ (EN) Robert E. A. Palmer, The Archaic Community of the Romans, Cambridge University Press, 2009, p. 161, ISBN 0-521-12476-X.
  4. ^ Filippo Coarelli, Il Campo Marzio: dalle origini alla fine della Repubblica, Quasar, 1997, pp. 49-53, ISBN 88-7140-106-9.
  5. ^ (EN) Kurt A. Raaflaub, Social struggles in archaic Rome: new perspectives on the conflict of the orders, Wiley-Blackwell, 2005, p. 109, ISBN 1-4051-0061-3.
  6. ^ Giulio Vaccai, Le feste di Roma antica: miti, riti, costumi, Fratelli Bocca Editori, 1927, p. 221, ISBN non esistente.