Psicologia dello sviluppo

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Jean Piaget, primo studioso dell'apprendimento e dello sviluppo nei bambini

La psicologia dello sviluppo è una branca della psicologia che studia i cambiamenti che si verificano nel comportamento e nella personalità in funzione del tempo, dal momento del concepimento fino al momento della morte, e che infatti viene anche detta psicologia del ciclo di vita. Si differenzia dalla psicologia dell'età evolutiva, la quale prende in considerazione solo la fase di sviluppo che va dalla nascita all'adolescenza.

La psicologia dello sviluppo è stata oggetto di discussione per molti secoli. Lo sviluppo dipende, nella maggior parte dei casi sia da fattori biologici che da fattori ambientali, ma è ancora da stabilire in quale misura essi abbiano peso. Per fattori biologici si intende l'insieme del patrimonio genetico che influenza lo sviluppo psicosomatico dell'individuo e le sue future competenze, mentre per fattori ambientali si intende il complesso di esperienze a cui l'individuo va incontro nell'arco della vita.

La psicologia dello sviluppo nasce e si diffonde all’incirca nell'800, grazie a cambiamenti sociali ed economici come ad esempio la rivoluzione industriale che ha dato molta importanza alla scolarizzazione, il miglioramento economico, una maggiore attenzione nei confronti delle malattie infantili con conseguente diminuzione della mortalità infantile.

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

Le tre domande[modifica | modifica wikitesto]

La psicologia dello sviluppo tenta di dare una risposta a tre domande fondamentali: "Quando", "Come" e "Perché".

Quando

Si riferisce al processo continuo di cambiamento che è la caratteristica dell’infanzia. L’obiettivo è quello di creare e classificare delle fasce d’età in cui la maggior parte dei bambini acquisisce determinate abilità e capacità (come ad esempio quando i bambini iniziano a parlare, oppure quando i bambini iniziano a camminare).

Esistono delle traiettorie comuni che, in assenza di patologie, ogni individuo, nell'infanzia, percorre fino a giungere a tappe di sviluppo ben precise. È assodato che alcune abilità o competenze (come per esempio il linguaggio) vengano sviluppate entro finestre temporali e sequenze ben precise (dalla lallazione). Scopo della psicologia evolutiva è trovare queste tappe di sviluppo comuni a tutti gli individui.

Come

Si indaga sui modi del comportamento e quindi come il bambino si relaziona ed entra in contatto con il mondo esterno (ad esempio come riescono i bambini a creare un gruppo).

Seguire il progresso di ogni singola competenza degli individui e studiarne i meccanismi di sviluppo. Esistono due diversi tipi di differenze tra le abilità degli individui: le differenze di ritmo (diversi periodi di apprendimento per le stesse abilità) e di stile (per esempio, nel linguaggio, apprendere più velocemente vocaboli o più la sintassi). L'ambiente esterno ha una notevole influenza sull'ordine di apprendimento delle competenze.

Perché

Riguarda la spiegazione dello sviluppo e quindi cerca di comprenderne le cause (ad esempio perché alcuni bambini sviluppano una capacità a due anni e altri a tre).

Cerca e spiega i processi che stanno alla base di ogni competenza, distinguendo ancora una volta tra fattori genetici e ambiente esterno.

Le domande “come” e “quando” si occupano della descrizione dello sviluppo; mentre il “perché” è relativo alla spiegazione.

Sviluppo e maturazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo sviluppo è un cambiamento incrementale e si compone di due fattori principali: la maturazione e l'apprendimento. Per maturazione si parla della modificazione innata della specie, mentre per apprendimento si intende l'insieme di esperienze vissute dall'individuo. Premesso che le tappe maturative nei bambini sono uguali in tutto il mondo, si può affermare che entro l'adolescenza lo sviluppo cerebrale si porta al termine. A questo punto, un certo numero di abilità vengono dimenticate, pur mantenendo una certa plasticità (possibilità di imparare nuove abilità nel corso del tempo). Allo sviluppo si contrappongono cambiamenti decrementali come il Deterioramento, la Perdita, il Declino e la Regressione. Durante lo sviluppo possono verificarsi dei fenomeni assimilabili alle perdite (es. Audiomutismo fisiologico), ma che in realtà fanno parte della maturazione del soggetto. I traumi possono condurre a delle regressioni a periodi dello sviluppo precedente (fissazioni).

Fasi dello sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

La psicologia dello sviluppo studia il processo di crescita o organizzazione delle persone, crescita fisica e psicologica. I macroperiodi dello sviluppo sono:

Idea d'infanzia[modifica | modifica wikitesto]

La nostra immagine dell’infanzia è influenzata da fattori ambientali, sociali e personali. Infatti l’idea d’infanzia si costruisce sulla base delle esperienze e dell’immagine della realtà che ognuno possiede.

La psicologia dello sviluppo propone tre prospettive, ovvero tre diverse idee di infanzia.

Prospettiva storica[modifica | modifica wikitesto]

Propone tre diverse immagini del bambino: il bambino come adulto in miniatura, il bambino come vittima e il bambino dei diritti.

Nel Medioevo non esisteva un’idea di infanzia o di bambino e fino all’800 circa i bambini erano considerati come gli adulti, erano degli adulti in miniatura, condividevano infatti giochi e attività e solamente intorno all’800 cominciarono a delinearsi le prime differenze, a partire dagli abiti.

In questo senso è stata fondamentale la rivoluzione industriale che ha portato alla promulgazione dei Factory Acts che hanno portato all’idea di infanzia che è predominante ai giorni nostri.

Il bambino come vittima invece è quel prototipo di bambino sottoposto a maltrattamenti di notevole frequenza. Molto spesso durante il XVII e XVIII secolo questi maltrattamenti erano giustificati dalla morale religiosa. Un orientamento molto diffuso nel 1700 era il metodismo che vedeva il bambino come naturalmente cattivo e per questo doveva essere educato con la violenza e con la forza.

Il bambino dei diritti invece è la figura di bambino che è diffusa tutt’oggi, visto alla luce di bisogni educativi sia della famiglia che della società. Nel 1989 fu emanata la Dichiarazione del World Summit for Children grazie al quale i bambini conquistano dei diritti specifici e una figura specifica e non più subordinata agli adulti.

Prospettiva culturale[modifica | modifica wikitesto]

Indaga le differenze che esistono tra le varie culture in quanto gli individui vengono educati sulla base dei valori condivisi della società.

Un esempio riguarda l’atto di tenere i bambini in braccio: nella società occidentale il bambino e la madre sono quasi del tutto “assorbiti” l’uno con l’altro, la madre parla al bambino, gli sorride; mentre nella società Kaluli i bambini sono abituati fin da piccolissimi ad essere rivolti verso l’esterno perché secondo questa cultura i bambini devono sempre essere coinvolti in scambi tra più parti.

Un altro esempio a favore delle differenze tra le varie culture riguarda l’importanza del gioco: nella cultura occidentale il gioco è enfatizzato per favorire le abilità cognitive del bambino; mentre nella società messicana di famiglie a basso reddito il gioco non è ritenuto importante in quanto agiscono sulla base del “modello lavorativo”.

Esistono due orientamenti culturali, uno collettivistico e l’altro individualistico.

Una cultura è individualistica quando enfatizza l’individualità, l’autonomia e la difesa dei propri diritti, esempi di culture individualistiche sono le culture dell’Europa Settentrionale, la Finlandia o la Svizzera.

Invece una cultura è collettivistica quando enfatizza la dipendenza reciproca e la conformità sociale, esempi di questo orientamento sono le culture dell’Estremo Oriente quali la Cina e il Giappone.

Prospettiva personale[modifica | modifica wikitesto]

È l'insieme delle credenze riguardo alla natura e allo sviluppo dei bambini, e del ruolo degli adulti al suo interno.

Metodi di osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Esistono diversi metodi di osservazione dei soggetti nell'ambito dello sviluppo. Tra questi, i principali sono:

  • Osservazione naturalistica: i soggetti vengono osservati nei loro luoghi di vita quotidiani (casa, scuola, luogo di lavoro, eccetera). L'osservatore dev'essere acuto (misurando solo ciò che interessa misurare) e privo di pregiudizi. Questo tipo di osservazione è particolarmente utile per soggetti giovanissimi e permette di valutare la normalità di un contesto, ma si corre il rischio che la presenza dell'operatore influenzi alcuni comportamenti dei soggetti.
  • Osservazione strutturale: viene eseguita in ambienti standardizzati come, per esempio, laboratori di ricerca. Si possono osservare comportamenti rari, di limite e socialmente indesiderabili; tuttavia, i soggetti possono sentirsi "sotto esame" e, quindi, trattenersi in qualche modo da un comportamento normale.
  • Osservazione psicofisiologica: vengono rilevate caratteristiche fisiologiche (dette anche "percorsi psicologici"), come battito cardiaco o il funzionamento cerebrale, collegati con determinati aspetti psicologici. È utile per valutare operazioni mentali in soggetti incapaci di verbalizzare (per esempio nei bambini piccoli), tuttavia alcune risposte fisiologiche possono essere ricondotte o causate da fattori diversi.
  • Osservazione nel "Real World": è il metodo più difficoltoso per studiare gruppi di soggetto, poiché molte variabili non possono essere controllate, si possono studiare solamente differenze tra gruppi diversi e non c'è assegnazione casuale.

Il disegno correlazionale[modifica | modifica wikitesto]

In psicologia è utile pensare che alcuni fenotipi (aspetti psicologici, nel nostro caso) vanno di pari passo, ovvero sono in qualche modo legati fra loro. Per fenotipo si intende tutto ciò che può essere misurato, mentre il genotipo è l'effettivo corredo cromosomico che può anche non essere espresso (Vedi anche la parte di Genetica).

Uno strumento efficace per misurare il grado di correlazione tra due (o più) fenotipi è la correlazione. La correlazione è un concetto matematico che si esprime mediante una costante, detta costante di correlazione r, il cui valore varia da -1 a +1. Per valore assoluto tendente a zero, si indica che due (o più) aspetti correlano poco tra loro e, viceversa, per valore assoluto tendente a uno, si indica che due (o più) aspetti correlano molto fra loro. Il segno del valore del coefficiente di correlazione indica il tipo di proporzionalità che c'è fra le variabili esaminate: se positivo si tratta di proporzionalità diretta, se negativo si tratta di proporzionalità inversa. In psicologia, si usa questo operatore perché spesso i fenotipi tendono a manifestarsi insieme.

Va precisato che le misurazioni possibili in uno studio di correlazione possono essere di due tipi:

  1. Si misurano due (o più) variabili nello stesso momento e si valuta di quanto esse correlano;
  2. Si misura una sola variabile in due (o più) momenti diversi e si valuta di quanto questa varia nel tempo.

Un particolare tipo di correlazione è la regressione, in cui ogni variabile indipendente è correlata con quella dipendente attraverso un coefficiente che ci dice il grado di correlazione tra le due variabili. Si parla anche di significatività per indicare la percentuale di probabilità di trovare lo stesso fenotipo in un'altra popolazione. Il limite maggiore di uno studio correlazionale è l'impossibilità di stabilire il verso della correlazione, ovvero quale variabile causi l'altra. Per questo motivo, si tende ad utilizzare altri metodi per stabilire come siano questi legami causa/effetto, per esempio mediante il disegno sperimentale in laboratorio.

Il disegno sperimentale[modifica | modifica wikitesto]

Il disegno sperimentale in laboratorio è un metodo di ricerca che consiste nel

  1. misurare una variabile d'interesse;
  2. somministrare una variabile di laboratorio;
  3. misurare gli effetti sulla variabile d'interesse dopo l'esperimento.

I trattamenti somministrati ai soggetti rappresentano la variabile indipendente, mentre le reazioni dei soggetti, presumibilmente causate dalla variabile indipendente, rappresentano quella dipendente. Se l'esperimento è privo di fattori disturbanti e interferenze, questo tipo di indagine permetterebbe di risalire alla relazione di causa/effetto tra le due variabili in esame. È di vitale importanza l'assenza di altri fattori che potrebbero influire sul risultato finale (sulla variabile dipendente nello specifico) e per ridurre questo rischio i campioni vengono assegnati casualmente (o "in cieco").

Metodi di studio[modifica | modifica wikitesto]

Si sono formate diverse scuole di pensiero sul metodo di studio più corretto per valutare le diverse fasi dello sviluppo.
Il metodo introspettivo è stato presto abbandonato perché vi era confusione tra soggetto ed oggetto. Il metodo elettroencefalico ha fornito maggiori informazioni sulla corrispondenza fra diversi stati comportamentali e il relativo andamento elettrochimico del cervello.
Le tecniche comportamentali vere e proprie sono:

  • Movimento Oculare
  • Preferenza visiva: basato sull'esposizione ripetuta a coppie di immagini, si osserva quale il bambino preferisce.
  • Risposte condizionate: si fonda sulla precoce capacità di apprendimento per condizionamento per studiare lo sviluppo auditivo.
  • Abituazione e Disabituazione: alla ripetuta esposizione ad un certo stimolo, grazie alla memoria cellulare si crea un legame più forte tra due neuroni.

Studio di un fenotipo nel tempo[modifica | modifica wikitesto]

Lo studio dello sviluppo degli individui deve tenere conto dell'evoluzione continua dell'organismo, cercando di suddividerla in base a criteri rappresentativi. Occorre quindi scegliere un'unità di misura temporale che tenga conto dell'insieme di caratteristiche, comportamenti ed intenzioni di un dato periodo (quadro normativo). Una volta definite le caratteristiche di una fase sarà possibile descrivere il livello di abilità medio, il discostamento della popolazione da questo livello e, di conseguenza, la variabilità normale. Se ad esempio parliamo della Fase delle 50 parole, possiamo presumere che i bambini a questa età produrranno un numero di parole variabile (presumiamo) tra le 35 e le 70, mentre un numero di parole più basso può indicare un'anormalità. Se le fasi sono ordinate gerarchicamente e sono universali si parla di stadi. I metodi per studiare un certo fenotipo in momenti diversi sono:

  • Studio Cross-Sectional (o Disegno trasversale): vengono somministrati dei test a gruppi eterogenei di persone di età diverse presi nello stesso momento, tenendo conto delle differenze, per esempio, di età. Si sviluppa, in particolare, un effetto detto di coorte, che si basa sul presupposto che se le tappe di sviluppo sono vicine, ci si aspetterà la presenza di differenze dovute al gruppo di appartenenza mentre se le tappe di sviluppo sono lontane, ci si aspetterà la presenza di differenze dovute a fattori culturali. Questo sistema è particolarmente veloce ed economico, tuttavia non permette di guardare le stesse persone nel tempo. Questo tipo di effetto costituisce poi un'ulteriore modalità di osservazione, basata sullo studio di un gruppo omogeneo di individui della stessa età in più momenti (studio di selezione);
  • Disegno longitudinale: si prendono gruppi di soggetti (in numero minore rispetto al Cross-Sectional), si decide quali intervalli di tempo andare a considerare si misura in ognuno di quegli intervalli il fenotipo interessato. C'è il rischio che, durante il corso dell'esperimento, alcuni soggetti non si ripresentino alle sedute e alcune manifestazioni fenotipiche possono manifestarsi in modalità diverse a seconda dell'età;
  • Disegno sequenziale: si tratta dell'unione dello studio Cross-Sectional, longitudinale e di coorte. È un metodo di studio particolarmente favorevole poiché consente di avere virtualmente a disposizione un range di età vastissimo.

Genetica del comportamento[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del discorso di sviluppo, la genetica ha un ruolo fondamentale, in particolar modo in riferimento alla genetica del comportamento o comportamentale. Quest'ultima tenta di rispondere alle seguenti domande:

  1. Perché siamo diversi?
  2. Perché i figli assomigliano ai genitori?
  3. Perché i figli degli stessi genitori possono essere diversi?

Alla base di questo discorso c'è un grande interesse verso le differenze tra gli individui e bisogna ancora una volta tener presente l'importanza del fattore ambientale.

Breeding selettivo[modifica | modifica wikitesto]

Studiando topi da laboratorio, R.C.Tyron mise in evidenza l'esistenza di due tipi di topi: i topi bravi ad uscire da un labirinto e topi meno bravi ad uscire dallo stesso labirinto. Egli divise i topi in base al numero di errori che essi facevano nell'uscire dal labirinto e fece accoppiare topi "intelligenti" con altri topi "intelligenti" e topi meno "intelligenti" con altri topi meno "intelligenti" e scoprì che andando avanti con le generazioni di topi, gli errori diminuivano progressivamente nei topi "intelligenti" e aumentavano progressivamente negli altri. Questo esperimento permise di ipotizzare come possibile causa dell'aumentare/diminuire degli errori dei topi il fattore genetico.

Family studies[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi familiari si basano sull'ipotesi che se due individui legati da un certo grado di parentela vivono nello stesso ambiente, ci si può aspettare una correlazione, per un certo tratto psicologico, che varia a seconda del grado di parentela che intercorre tra loro. Esistono due tipi di studi familiari in questo senso:

  1. Studi gemellari: studiano i gemelli e le loro caratteristiche in comune, avendo essi un grado di parentela di 1.00 .
  2. Studi gemellari adottivi: si riferiscono a coppie di gemelli separati alla nascita e che non condividono geni con gli individui della famiglia adottiva; sono utili per esaminare i fattori ambientali nello studio.

Va precisato che uno studio condotto su coppie di gemelli identici (monozigoti) che condividono lo stesso ambiente non dicono se un certo tratto psicologico dipende da fattori genetici o ambientali. I fattori causali possono dividersi in:

  • Fattori genetici
  • Ambiente condiviso
  • Unici (ambiente unico) e personali

Metodi per valutare le somiglianze tra gemelli[modifica | modifica wikitesto]

Ci sono due strumenti che ci dicono delle somiglianze/differenze fra gemelli:

  1. Correlazione (da 0.00 a 1.00)
  2. Dicotomie e grado di concordanza/discordanza

Il primo si riferisce ancora una volta alla correlazione vista in precedenza in termini quantitativi, mentre il secondo ci dice se un certo tratto psicologico è condiviso o meno da entrambi i gemelli in termini qualitativi.

Inoltre, per spiegare l'ereditabilità di un certo tratto psicologico, si usa un'altra variabile, "h2", definita come:

h2 = 2 x ("correlazione tra monozigoti" - "correlazione tra dizigoti")

Formalizzando:

  • Correlazione tra monozigoti: rMZ
  • Correlazione tra dizigoti: rDZ

per cui la formula diventa:

h2 = 2 x ( rMZ - rDZ)

Le influenze ambientali uniche non condivise (Not Shared) "NSE" si calcolano con la formula:

NSE = 1 - rMZ

mentre le influenze ambientali condivise (Shared) "SE" si calcolano con la formula:

SE = 1- (h2 + NSE)

.

In totale, quindi, si ha che

Fattore genetico + NSE + SE = 1

dove 1 rappresenta il totale delle differenze.

Principi importanti[modifica | modifica wikitesto]

  1. Canalizzazione: esistono alcuni genotipi la cui manifestazione è scarsamente o per niente influenzata dall'ambiente. Un esempio tipico è quello della lallazione nei neonati sordi, che si manifesta anche se l'ambiente non influisce immediatamente (i neonati sordi non hanno la cognizione dell'abilità "lallare") ma successivamente.
  2. Range di possibilità: il genotipo di cui siamo dotati influenza il numero delle abilità che possiamo imparare e il grado di competenza a cui possiamo svilupparle.
  3. Interazione gene-ambiente: l'ambiente può influire sul fenotipo di un individuo in maniera attiva (se l'ambiente è stato scelto) o passiva (se non è stato scelto). Un altro tipo di influenza è quella evocativa, ovvero un certo stimolo dell'ambiente evoca una certa risposta nel soggetto al fine di bloccarlo o perpetrare la risposta. Le modalità con cui questa interazione agisce dipendono in gran parte dall'età e dal grado di maturazione dell'individuo.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aureli T., L'osservazione del comportamento del bambino, Bologna, Il Mulino, 1997.
  • Bronfenbrenner U., Ecologia dello sviluppo umano, Il Mulino, Bologna, 1986
  • Bruner J.S., Il Conoscere - Ed. Armando Roma 1982.
  • Camaioni L., La prima infanzia, Bologna, Il Mulino, 1996.
  • Camaioni L., Manuale di psicologia dello sviluppo, Bologna, Il Mulino, 1993.
  • Fonzi A. (ed.), Manuale di psicologia dello sviluppo, Firenze, Giunti, 2001.
  • Josselyn M., Lo sviluppo sociale del fanciullo, Firenze, Giunti Barbera 1964.
  • Petter G., Lo sviluppo mentale nelle ricerche di Jean Piaget, Firenze, Giunti Barbera 1984.
  • Piaget J., Lo sviluppo mentale del bambino, Torino, Einaudi 1967.
  • Piaget J., La nascita dell'intelligenza, Firenze, La Nuova Italia, 1973.
  • H. Rudolph Schaffer, Psicologia delo sviluppo, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2005.

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