NGC 7635

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NGC 7635
Nebulosa a emissione
NGC 7635 (Telescopio spaziale Hubble)
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data1787
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneCassiopea
Ascensione retta23h 20m 45.5s
Declinazione+61° 12′ 45″
Coordinate galattiche112°; 0°
Distanza11000 a.l.
(3372 pc)
Magnitudine apparente (V)11 (b)
Dimensione apparente (V)15' x 8'
Caratteristiche fisiche
TipoNebulosa a emissione
Classe3:3:3
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Dimensioni5 a.l.
(2 pc)
Altre designazioni
Nebulosa Bolla; C 11; Sh2-162; GC 4947
Mappa di localizzazione
NGC 7635
Categoria di regioni H II

Coordinate: Carta celeste 23h 20m 45.5s, +61° 12′ 45″

NGC 7635 (nota talvolta come Nebulosa Bolla o C 11) è una nebulosa diffusa visibile nella costellazione di Cassiopea, verso il confine con Cefeo.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

È individuabile vicinissimo all'ammasso aperto M52, al punto che a bassi ingrandimenti appare nello stesso campo visivo; la sua caratteristica principale è una "bolla" di vuoto circondata da una nebulosa, visibile con potenti strumenti nella zona meridionale dell'oggetto, causata dal vento stellare della giovane stella centrale, di magnitudine 8,7. In un telescopio amatoriale si rivela invece bene la nebulosa, che sembra terminare a sud con una forma ad arco.

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

La nebulosa fu identificata per la prima volta da William Herschel nel 1787; fu in seguito inclusa nel Catalogue of Galactic Planetary Nebulae di Luboš Perek: infatti, a causa della sua forma circolare, fu a lungo scambiata per una nebulosa planetaria. Studi recenti hanno appurato invece che si tratta di una nebulosa ad emissione.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una regione HII, al cui vertice meridionale è presente una struttura vuota, causata dalla pressione della radiazione di una stella centrale di colore blu (classe spettrale O), SAO 20575, di nona magnitudine, il cui vento stellare raggiunge i 2000 km/s;[1] si tratta di una Gigante blu, la quale è anche responsabile della ionizzazione della nebulosa, che emette luce propria. La sua distanza dal Sole è stimata sugli 11 000 anni-luce.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, ISBN 0-521-55332-6. URL consultato l'11 giugno 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: The Caldwell Objects, Cambridge University Press, 2003, ISBN 0-521-55332-6.

Carte celesti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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