La signora di tutti

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La signora di tutti
Isa Miranda in una sequenza del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1934
Durata97 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generedrammatico
RegiaMax Ophüls
SoggettoSalvator Gotta
SceneggiaturaMax Ophüls, Hans Wilhelm, Curt Alexander
ProduttoreAngelo Rizzoli
Casa di produzioneNovella Film
Distribuzione in italianoAnonima Pittaluga
FotografiaUbaldo Arata
MontaggioFerdinando Maria Poggioli
MusicheDaniele Amphitheatroff
ScenografiaGiuseppe Capponi
Interpreti e personaggi

La signora di tutti è un film del 1934 diretto da Max Ophüls, tratto dall'omonimo romanzo di Salvator Gotta.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Leonardo (Memo Benassi) e Gaby (Isa Miranda) nel film

Per l'affascinante Gabriella Murge, in arte Gaby Doriot, perdono la testa numerosi uomini: prima per lei si suicida un noto professore, poi sarà la volta dell'anziano Leonardo, del quale frequenta la casa perché interessata al figlio Roberto.

Una notte Leonardo conduce Gaby in giardino per confessarle il suo amore, ma questo non sfugge alla moglie di lui, ridotta su una sedia a rotelle, che nel tentativo di raggiungere il marito e la ragazza, precipita dalle scale e muore.

Una volta vedovo, Leonardo può sposare la giovane Gaby, ma in breve tempo dilapida tutti i suoi averi e anche somme non sue, per cui sarà condannato al carcere.

Quando esce, trova i muri tappezzati di manifesti con il ritratto di Gaby, che nel frattempo è diventata una diva del cinema.

Leonardo gira per la città colto da una crisi di disperazione, finché non viene investito da un'automobile e muore. La notizia ripresa dai giornali sconvolge la vita di Gaby, soprattutto quando incontra Roberto, il suo mancato amore, che nel frattempo ha felicemente sposato la sorella. L'attrice, non sopportando più gli eventi, andrà verso il suicidio, come una liberazione.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Unico film girato in lingua italiana dal regista Max Ophuls è prodotto dalla Novella Film dell'editore Angelo Rizzoli che con questa pellicola fa il suo debutto nella settima arte. Il marchio della nuova casa cinematografica riprende il nome del noto rotocalco femminile rilanciato da Rizzoli nel 1927.

La pellicola, girata negli stabilimenti della Cines di via Veio a Roma, risulta oggi di grande interesse, per la qualità che si stacca nettamente dalla produzione media italiana degli anni '30, ma anche per l'operazione produttiva, basata sull'intuizione di Rizzoli delle possibilità di una strategia multimediale nel campo dell'editoria[1].

Dopo tre film con piccolissime parti, questa produzione segna il debutto da protagonista di Isa Miranda, che grazie a questa pellicola divenne una stella di prima grandezza del cinema italiano dell'epoca.

Presentato alla 2ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia vince la Coppa del Ministero delle Corporazioni assegnata per la qualità tecnica.

Grande successo ottenne la canzone La signora di tutti interpretata da Nelly Corradi.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonio Costa, Angelo Rizzoli, Max Ophuls e "La signora di tutti", in Storia del Cinema Italiano, vol.5 1934-1939, Centro Sperimentale di Cinematografia, a cura di Orio Caldiron, Marsilio Ed. Bianco & Nero, 2006, pp. 118-119

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Savio, Ma l'amore no, Sonzogno, Milano, 1975.
  • Giovanni Spagnoletti (a cura di), Il cinema di Max Ophüls, Catalogo Incontri Cinematografici Monticelli-Parma (1978)
  • Dizionario dei film, Sugarco, Milano, 1990.
  • Le attrici, Gremese editore, Roma, 1999.

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