Juliette Binoche

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Juliette Binoche al Festival di Berlino 2022
Statuetta dell'Oscar Oscar alla miglior attrice non protagonista 1997

Juliette Binoche (Parigi, 9 marzo 1964) è un'attrice ed ex modella francese.

Ha vinto i maggiori premi di interpretazione nei principali festival cinematografici; la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla 50ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con Tre colori - Film blu (1993), l'Orso d'argento per la migliore attrice al Festival di Berlino, l'Oscar alla miglior attrice non protagonista e il Premio BAFTA per Il paziente inglese (1996) e il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes per Copia conforme (2010). Ha vinto inoltre anche un Premio César, un National Board of Review of Motion Pictures e tre European Film Award.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Jean-Marie Binoche, un mimo, regista teatrale e scultore francese, e di Monique Stalens, un'attrice polacca originaria di Częstochowa, a solo tre anni e mezzo i genitori si separano. All'età di 15 anni viene mandata a studiare in una scuola specializzata superiore d'arte, dopo la quale frequenta il Conservatoire national supérieur d'art dramatique di Parigi. All'età di 18 anni ottiene una piccola parte nel film indipendente Liberty Belle. Cercando nel contempo di costruirsi una carriera, lavora nei cinque anni successivi come commessa in un negozio di Parigi e come modella per un pittore. A 24 anni ottiene il suo primo ruolo importante nel film L'insostenibile leggerezza dell'essere (1989) di Philip Kaufman, al fianco di Daniel Day-Lewis. Il regista Leos Carax la sceglie per il suo film Gli amanti del Pont-Neuf (1991), un'esperienza fondamentale nella sua carriera di attrice; le riprese sembrano non finire mai e per questo motivo l'attrice deve declinare diverse proposte tra le quali La doppia vita di Veronica e Jurassic Park.

Nel 1992 si fa notare al grande pubblico grazie al ruolo di Anna Barton nel film Il danno di Louis Malle, tratto dall'omonimo romanzo di Josephine Hart. La sua intensa interpretazione le frutta grandi elogi e l'offerta di ruoli di rilievo come quello in Tre colori - Film blu (1993), la prima parte dell'acclamata Trilogia dei colori del regista polacco Krzysztof Kieślowski, per la quale vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile e il Premio César per la migliore attrice nel 1993. A questo premio era stata candidata già quattro volte e altre tre candidature seguiranno, durante la sua carriera. L'attrice rifiuta diverse proposte arrivate da Hollywood pur di interpretare questo ruolo, in particolare declina l'offerta del ruolo della protagonista di Jurassic Park. Il motivo principale è quello di non permettere a nessun'altra persona di scegliere per lei i film e i ruoli da interpretare, cosa che in Europa è quasi sempre possibile, ma non altrettanto negli Stati Uniti.

Juliette Binoche alla conferenza stampa Personne n'attend la nuit d'Isabel Coixet al Festival di Berlino 2015

Interpreta parti di eroina romantica ne L'ussaro sul tetto (1995), mentre ne Il paziente inglese (1997) il soggetto la impegna in un ruolo ambientato durante la seconda guerra mondiale. Quest'ultimo film le permette di superare i confini europei conseguendo ampia notorietà nei paesi anglofoni. Per la sua interpretazione ottiene infatti l'Oscar alla miglior attrice non protagonista, premio per il quale è candidata anche nel 2000 per la sua partecipazione alla commedia romantica Chocolat con Johnny Depp. Nello stesso anno Nanni Moretti la vorrebbe protagonista del suo film La stanza del figlio, vincitore poi a Cannes, anche se la parte che le viene proposta sarà efficacemente ricoperta da Laura Morante. Nel 2001 fa il suo debutto a Broadway nel dramma di Harold Pinter Tradimenti e per la sua interpretazione ottiene una candidatura al Tony Award alla miglior attrice protagonista in un'opera teatrale. Tra i suoi lavori successivi spicca il ruolo della truccatrice chiacchierona, bloccata in un aeroporto in Jet lag (2002) e le interpretazioni nel thriller Niente da nascondere (2005) di Michael Haneke e nel film drammatico Mary (2005) di Abel Ferrara che, insieme a Alcuni giorni in settembre (2005) di Santiago Amigorena, pongono le basi per l'avvio di una nuova stagione nella sua carriera d'attrice, rinnovato slancio che si concretizza con Cosmopolis (2012), il film di David Cronenberg tratto dal romanzo di Don DeLillo.

Oltre ai suoi impegni cinematografici, recita anche a Broadway. È l'attrice più pagata della storia del cinema francese[1]. Nel 2008, grazie al coreografo inglese originario del Bangladesh Akram Khan, studia danza contemporanea e parte per una tournée mondiale con lo spettacolo In I. Come veicolo promozionale per questo spettacolo compare sulla copertina di Playboy. Nel maggio 2010 torna a Cannes, dove vince il premio come migliore attrice, grazie alla sua interpretazione in Copia conforme. Nel 2015 recita nel film L'attesa, diretto da Piero Messina[2], per il quale ottiene una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice protagonista 2016. Seguono Ma Loute (2016), il secondo film interpretato dall'attrice sotto la direzione di Bruno Dumont, L'amore secondo Isabelle (2017) di Claire Denis, con Gérard Depardieu (vincitore alla Quinzaine des réalisateurs di Cannes), Il gioco delle coppie di Olivier Assayas e Le verità di Hirokazu Kore'eda, con Catherine Deneuve, due film questi ultimi che sono stati presentati a Venezia nel 2018 e nel 2019, inaugurando il film del regista giapponese la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica proprio nel 2019. Sempre nel 2019, infine, Il mio profilo migliore di Safy Nebbou, con François Civil, presentato a Berlino, edizione del festival in cui Juliette Binoche ha presieduto la giuria.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È stata legata dal 1986 al 1991 al regista Leos Carax e nel 1992 ha avuto una relazione con il tuffatore André Halle, da cui ha avuto un figlio, Raphaël (1993)[3].

Dal 1994 al 1997 è stata legata all'attore Olivier Martinez, e dal 1999 al 2003 all'attore Benoît Magimel, conosciuto sul set di I figli del secolo (1999), dove ha interpretato George Sand, e da cui ha avuto una figlia, Hannah (2000)[3].

Dal 2003 al 2004 è stata legata all'attore Mathieu Amalric[4]. Tra il 2005 e il 2009 ha avuto una relazione con lo sceneggiatore argentino Santiago Amigorena[3].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Teatro (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Juliette Binoche al Festival di Berlino 2019
Lo stesso argomento in dettaglio: Premi e riconoscimenti di Juliette Binoche.

Doppiatrici italiane[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Juliette Binoche è stato doppiato da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Juliette Binoche - Biography, su imdb.com. URL consultato il 30 aprile 2014.
  2. ^ “L’Attesa” di Piero Messina con Juliette Binoche, su xl.repubblica.it, repubblica, 7 settembre 2015. URL consultato il 13 settembre 2015.
  3. ^ a b c (FR) Juliette Binoche : Olivier Martinez, Benoît Magimel... Les hommes de sa vie, su puretrend.com. URL consultato il 18 giugno 2018.
  4. ^ Juliette Binoche: «Il modo per avere una relazione sana è non cercarla affatto», su iodonna.it, 2 marzo 2018. URL consultato il 18 giugno 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Oscar alla miglior attrice non protagonista Successore
Mira Sorvino
per La dea dell'amore
1997
per Il paziente inglese
Kim Basinger
per L.A. Confidential
Predecessore Premio César per la migliore attrice Successore
Catherine Deneuve
per Indocina
1994
per Tre colori - Film blu
Isabelle Adjani
per La regina Margot
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