Isole Chagos

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Isole Chagos
Chagos Archipelago
Geografia fisica
LocalizzazioneOceano Indiano
Coordinate7°18′36.88″S 72°24′09.55″E / 7.310244°S 72.402653°E-7.310244; 72.402653
Superficie63,17 km²
Geografia politica
StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Territorio britannico d'oltremareBandiera del Territorio britannico dell'Oceano Indiano Territorio britannico dell'Oceano Indiano
Centro principaleDiego Garcia (4.000 ab.)
Fuso orarioUTC+6
Demografia
Abitanti4.000
Cartografia
Mappa di localizzazione: Oceano Indiano
Isole Chagos
Isole Chagos
voci di isole del Regno Unito presenti su Wikipedia
Isole Chagos
Isole Chagos - Localizzazione
Isole Chagos - Localizzazione
Territorio a status conteso
Motivo del contenziosoContese fra:
Bandiera di Mauritius Mauritius
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Situazione de factoBandiera del Regno Unito Amministrate dal Regno Unito dal 1965
Posizione dell'ONUBandiera di Mauritius Mauritius
Informazioni generali
Area63,17 km²

Chagos (o anche Ciagos o Chago) è un arcipelago situato nell'Oceano Indiano a sud delle isole Maldive e a nord-est rispetto alle isole Mauritius.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione orale delle Maldive, occasionalmente pescatori e mercanti che si perdevano per mare rimanevano bloccati sulle isole, venendo poi riportati a casa.

Visitate dai portoghesi nel XVI secolo, le isole Chagos furono poi una colonia francese fino al 1814 quando, in seguito alla sconfitta di Napoleone Bonaparte, furono cedute alla Gran Bretagna. Il centro amministrativo delle Chagos aveva base nelle Mauritius, anch'esse possedimento britannico.

Queste isole, assieme ad altri piccoli arcipelaghi, formano dal 1965 il Territorio Britannico dell'Oceano Indiano. Tale territorio, scorporato da Mauritius poco prima dell'indipendenza dal Regno Unito, nel 1965, è rivendicato da Mauritius come parte delle isole esterne. Diego Garcia è sede dal 1966 di una base aeronavale degli Stati Uniti, la costruzione della quale (su concessione del Regno Unito) generò una controversia internazionale, tra alcuni deportati e l'amministrazione britannica, visto che l'intera popolazione indigena (circa 2000 persone) era stata deportata nell'isola di Mauritius.

Nel 2010 l'amministrazione britannica ha istituito una riserva protetta in gran parte dell'arcipelago e della zona marina competente, per un totale di 545.000 chilometri quadrati, con divieto di accesso e pesca. La zona protetta, che è sempre stata disabitata, costituisce la continuazione a sud della riserva creata dal governo delle isole Maldive per i territori marini a loro competenti. La creazione di tali zone sarebbe giustificate dall'enorme interesse naturalistico delle isole e dalla presenza di un ambiente bio-marino unico. In realtà la creazione della riserva marina sembrerebbe un tentativo per impedire un possibile ritorno della popolazione nativa deportata[1].

Un telegramma segreto pubblicato da WikiLeaks ha rivelato le parole di un alto ufficiale britannico: "Gli ex-abitanti troveranno difficile, se non impossibile, continuare la loro battaglia per tornare nell'isola se l'intero arcipelago di Chagos diventasse una riserva marina". Gli ufficiali statunitensi si sono dimostrati d'accordo e la riserva è stata creata.[2]

Il 25 febbraio 2019 la Corte internazionale di giustizia, in un'opinione consultiva, ha confutato i titoli di sovranità esercitati dal governo britannico.[3] Il successivo 23 maggio l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato a larga maggioranza la richiesta al Regno Unito di restituire l'arcipelago a Mauritius,[4] adottando poi una risoluzione il 22 maggio seguente, in cui si richiese al Regno Unito di eseguire la restituzione entro sei mesi. Alla scadenza del termine, il Regno Unito si è tuttavia rifiutato di obbedire.[5] Il 30 gennaio 2021 anche il tribunale marittimo dell'ONU ha stabilito che il Regno Unito non ha sovranità sulle Chagos e che deve restituirle alla Repubblica di Mauritius.[6]

Il 27 agosto 2021, l'agenzia postale delle Nazioni Unite, la Upu, ha ordinato lo stop alla vendita e l'utilizzo dei francobolli britannici alle Chagos.[7]

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

L'arcipelago conta sei atolli con terre emerse, con 55 isole, quattro atolli sommersi e sette barriere coralline sommerse, disposti intorno al banco delle Chagos, il più grande atollo dell'arcipelago (250 km di lunghezza per 150 km di larghezza). Comprese le lagune interne degli atolli la sua superficie complessiva è di 54 400 km², con solamente 60 km² di terre emerse (di cui 40 km² nella sola isola-atollo di Diego Garcia). Le coste sono complessivamente lunghe 698 km.

L'isola principale, che è anche l'unica abitata, è Diego Garcia, che dal 1971 ospita una base navale della United States Navy, diventata con gli anni una delle basi più importanti delle forze militari statunitensi nel mondo. La base è stata il punto di partenza per attacchi aerei durante la prima guerra del Golfo (1991), la guerra in Afghanistan e la guerra in Iraq del 2003.

Le altre terre sono isole minuscole su perimetro di atolli disabitati. La vegetazione consiste di palme da cocco e bassi cespugli. La fauna è costituita da granchi, tra cui abbondanti i granchi del cocco, e da topi, portati involontariamente dall'uomo ai tempi della lavorazione della copra.

Elenco degli atolli dell'arcipelago[modifica | modifica wikitesto]

Da nord a sud:

  • atollo sommerso di Colvocoresses (scoperto nel 1975)
  • atollo sommerso di Speakers (40 x 23 km)
  • atollo di Blenheim (11 x 4 km) con tre isole, di cui l'isola Est è la maggiore (200 x 70 m) e la sola coperta di vegetazione
  • atollo delle isole Salomone (9 x 5 km) con undici isole: da nord a sud in senso orario comprende le isole de la Passe (isola del Passaggio), Mapou, Takamaka, Fouquet, Sepulture, Jacobin, du Sel (isola del Sale), Poule, Boddam, Diable (isola Diavolo) e Anglaise (isola Inglese)
  • atollo di Pero Banhos (28 x 26 km) con 32 isole (vedi voce)
  • barriera corallina sommersa di Benares (3 km per 700 m)
  • atollo sommerso Victory (6 x 4 km)
  • Banco delle Chagos (150 x 100 km) con sette isole: Danger (isola Pericolo), isole Aigle (isole Aquila) e Trois Freres (Tre fratelli) sul lato ovest e l'isola Nelson sul lato nord
  • atollo delle isole Egmont o delle Sei Isole (12 x 6 km) con sei isole: des Rats (isola dei Ratti), Cipaille, Lubine, Carre Pate, Tattamucca e Sudest.
  • atollo sommerso di Cauvin (diametro di 4 km)
  • atollo sommerso di Owen
  • atollo sommerso di Pitt (69 x 10/32 km)
  • atollo Diego Garcia (56 x 24 km) un'isola principale omonima e tre isolotti
  • atollo sommerso di Ganges (5 km di lunghezza)
  • atollo sommerso di Wight (diametro di circa 2 km)
  • atollo sommerso di Centurion (10 x 3 km)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Philippe Sands, L'ultima colonia. Sullo sfondo della decolonizzazione la storia di un popolo che lotta per la sua terra, 2023, trad. Elisa Banfi, Guanda, Milano, ISBN 978 88 235 3248 9
  2. ^ Rob Evans and Richard Norton-Taylor, WikiLeaks: Foreign Office accused of misleading public over Diego Garcia | Politics, London, The Guardian, 2 dicembre 2010. URL consultato il 20 ottobre 2013.
  3. ^ The International Court of Justice said the islands were not lawfully separated from the former colony of Mauritius, BBC news, 25 febbraio 2019.
  4. ^ Onu: "Londra restituisca le isole Chagos"
  5. ^ Enrico Franceschini, Il Regno Unito non abbandona le Isole Chagos: "Sono nostre e ce le terremo", in la Repubblica, 22 novembre 2019.
  6. ^ Enrico Franceschini, Le isole Chagos vincono un'altra battaglia: per l'Onu, il Regno Unito deve restituirle alle Mauritius, in la Repubblica, 30 gennaio 2021.
  7. ^ Mauritius. Stop francobolli GB alle Chagos, Londra deve restituire isole, in LaRampa.it, 27 agosto 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Philippe Sands, L'ultima colonia. Sullo sfondo della decolonizzazione la storia di un popolo che lotta per la sua terra, 2023, trad. Elisa Banfi, Guanda, Milano, ISBN 978 88 235 3248 9

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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