Gneo Domizio Corbulone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gneo Domizio Corbulone
Console suffetto dell'Alto impero romano
Statua equestre di Gneo Domizio Corbulone
Nome originaleGnaeus Domitius Corbulo
Nascita5 circa
Peltuinum
Morte67
Corinto
FigliDomizia Longina
Consolato39
Legatus Augusti pro praetoreGermania Inferiore nel 47
Gneo Domizio Corbulone
NascitaPeltuinum, 5 circa
MorteCorinto, 67
Cause della mortesuicidio
EtniaItalico
ReligioneReligione romana
Dati militari
Paese servitoImpero romano
Forza armataEsercito romano
ArmaFanteria
GradoDux e Imperator (comandante)
ComandantiCaligola
Nerone
GuerreGuerre romano-partiche
CampagneCampagne armeno-partiche di Corbulone
Altre carichepolitico
voci di militari presenti su Wikipedia

Gneo Domizio Corbulone (latino: Gnaeus Domitius Corbulo; Peltuinum, 5 circa – Corinto, 67) è stato un politico e generale romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Imparentato con Caligola in quanto fratellastro dell'ultima moglie dell'imperatore, Milonia Cesonia, prima da Tiberio e poi da Caligola venne incaricato di sovrintendere al miglioramento delle strade principali in Italia, che la negligenza dei precedenti incaricati aveva lasciato andare quasi in disfacimento. In questa opera commise atti di crudeltà e fu accusato di estorsione e sotto l'imperatore Claudio dovette dare conto di questi atteggiamenti risarcendo coloro che aveva maltrattato. Nella metà del 39, sempre sotto Caligola, divenne console suffetto, per poi essere esautorato pochi mesi dopo.

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campagne armeno-partiche di Corbulone.
Le Campagne armeno-partiche di Corbulone.

Fu legato nella Germania Inferiore nel 47, dove si distinse combattendo contro i Frisi e i Cauci comandati da Gannasco (a lui si deve la costruzione di un canale artificiale, la cosiddetta fossa Corbulonis), riuscì a mantenere una disciplina eccellente fra le sue truppe acquistando notevole popolarità fra i soldati, ma Claudio gli impedì di proseguire oltre nella conquista, spostandolo sul Reno. Qui, per non demoralizzare le sue truppe con l'inerzia, fece loro costruire due canali all'epoca importanti, uno dei quali fra la Mosa e il Reno.

In seguito Nerone lo pose a capo delle operazioni contro i Parti; riorganizzato l'esercito, dopo aver sconfitto Vologase I, Corbulone conquistò Artaxata nel 58 e Tigranocerta nel 59 permettendo a Nerone di porre Tigrane VI sul trono di Armenia nel 60. Nel 63 restaurò il prestigio di Roma, concludendo con Tiridate I di Armenia (sostituitosi a Tigrane VI) un accordo che riconosceva il protettorato romano. Tiridate ricevette quindi l'incoronazione a Roma.

Essendo divenuto uno dei più grandi generali del tempo,Corbulone si era attirato l'odio dello stesso Nerone, perché il suo potere e la sua influenza sull'esercito erano grandi e, se si fosse messo alla testa di un'insurrezione, avrebbe potuto diventare imperatore. Sembra però che egli non avesse mai nutrito un tale pensiero nei riguardi di Nerone, il quale ricambiò tale fedeltà con la morte, accusandolo di aver aderito alla congiura antineroniana del genero Annio Vinciano; lo richiamò in Grecia e diede ordini per la sua esecuzione. Saputo del fato che lo attendeva, Corbulone si immerse la spada nel petto esclamando: "Axios!" (Io sono degno).

Nel 70 sua figlia Domizia Longina andò sposa a Domiziano.

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

Corbulone e le sue imprese sono state narrate in due romanzi storici di Simon Scarrow:

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN73382755 · ISNI (EN0000 0000 7853 9584 · CERL cnp00284475 · LCCN (ENnb2007025461 · GND (DE102391718 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007025461