Federico Chabod

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Federico Chabod

Presidente della Valle d'Aosta
Durata mandato10 gennaio 1946 –
24 ottobre 1946
PredecessoreCarica istituita
SuccessoreSeverino Caveri

Dati generali
Partito politicoPartito d'Azione
Titolo di studioLaurea in lettere
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneStorico, docente universitario

Federico Chabod, oppure Frédéric Chabod[1] (pron. fr. AFI: [fʁedeʁik ʃabo]) (Aosta, 23 febbraio 1901Roma, 14 luglio 1960), è stato uno storico, alpinista, politico e partigiano italiano, patrocinatore della causa valdostana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Aosta dal notaio Laurent Chabod,[2] originario della frazione di Tignet (Valsavarenche), e da Giuseppina Baratono di Ivrea, compiuti gli studi secondari al Regio Ginnasio e Liceo d'Aosta, frequentò la Facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Torino, dove si laureò nel 1923 con Pietro Egidi e Gaetano Salvemini con una tesi su Niccolò Machiavelli, da cui scaturì nel 1924 un saggio intitolato Introduzione al 'Principe'.

Dopo la laurea, frequentò i seminari di Friedrich Meinecke all'Università di Berlino e avviò la sistematica esplorazione dell'archivio spagnolo di Simancas, da cui nacquero gli studi sul Ducato di Milano nell'età di Carlo V e di Filippo II. Dal 1928 iniziò la collaborazione con l'Enciclopedia Italiana per la quale scrisse numerosi articoli sull'Europa dal Rinascimento all'Illuminismo.

Prestò, come la grande maggioranza dei docenti universitari, il giuramento di fedeltà al fascismo imposto dal regime pena la perdita della cattedra e l'esclusione dall'insegnamento.[3]

Esponente del pensiero laico e anticlericale[4], nel 1934 iniziò la sua carriera universitaria alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Perugia per passare poi, nel 1938, alla facoltà di Lettere dell'Università degli Studi di Milano. Nel 1936 progettò una storia della politica estera italiana dal 1861 al 1914 alla quale lavorò fino al 1951. Vicino al Partito d'Azione, partecipò alla resistenza in Valle d'Aosta con il nome di battaglia Lazzaro (it.) o Lazare[5] (fr.), prese parte alla stesura della Dichiarazione di Chivasso e divenne in seguito primo presidente del Consiglio della Valle, contribuendo ad assicurarle la condizione di regione a statuto speciale. Chabod si distinse anche nella lotta contro un'eventuale annessione della Valle d'Aosta alla Francia.

Nel 1946 fu chiamato alla facoltà di Lettere della Sapienza - Università di Roma e, lo stesso anno, alla direzione dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Benedetto Croce. Fu direttore della Rivista storica italiana e della Scuola di storia moderna e contemporanea dell'Università di Roma, membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, della British Academy, dottore honoris causa all'Università di Oxford e di Granada, presidente della Società internazionale degli storici. Morì a causa di un male incurabile a Roma il 14 luglio 1960[6].

Gli è intitolata la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea dell'Università "La Sapienza" a Roma.

Il fratello minore Renato Chabod è stato un politico, avvocato e alpinista italiano, senatore dal 1958 al 1968.

Omaggi postumi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1966 le guide della Valsavarenche gli dedicarono un rifugio ai piedi della parete nord-ovest del Gran Paradiso, vetta che Chabod, alpinista d'eccezione, per primo ascese senza guide dal lato sud-ovest.

Il convitto regionale, in via Amilcar Crétier a Aosta.

Ad Aosta, gli sono stati intitolati un viale e il convitto regionale; a Ivrea, una strada della città; alla Sapienza, un'aula nella facoltà di Lettere e filosofia.

Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896[modifica | modifica wikitesto]

Le premesse di questo importante libro sono tracciate già nel 1943, mentre gli anni successivi sono dedicati a costanti ampliamenti e messe a punto, fino alla prima edizione del 1951. L'interesse principale dell'opera è quello di capire quali fossero le aspirazioni e le forze morali che componevano l'Italia dell'epoca considerandone però gli uomini presi come singoli individui con le proprie passioni. Infatti nel capitolo ….e gli uomini del primo volume (Le cose e gli uomini) presenta i ritratti dei protagonisti della vita politica dell'epoca come il re Vittorio Emanuele II, affiancato da personaggi come il conte di Robilant e vari ministri e diplomatici.

Il lavoro di Chabod mostra quale sia l'idea di etica di lavoro storico, il cosiddetto canone Chabod. Innanzitutto bisogna prendere conoscenza di più fonti possibili per poterle confrontare, e nell'ambito della stesura del testo e nel dialogo con il lettore, è necessario evidenziare le note di riferimento, così da creare una connessione tra il lettore e le fonti scientifiche. Nasce quindi una nuova storiografia che si distanzia da quella precedente. Il canone Chabod fu sostanzialmente rispettato da tutti gli storici venuti dopo, come Renzo De Felice (che si laureò proprio con Chabod a Roma nel 1954) e Rosario Romeo[7].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1955 l'Accademia dei Lincei gli ha conferito il Premio Feltrinelli per la Storia.[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Targa dedicata a Federico Chabod all'Hôtel-de-Ville (municipio) di Aosta.
Lo Stato e la vita religiosa a Milano nell'epoca di Carlo V
Storia di Milano nell'epoca di Carlo V
Carlo V e il suo impero
  • Storia dell'idea d'Europa, Prefazione di Ernesto Sestan e Armando Saitta, Universale Laterza, seconda edizione 1965
  • Idea di Europa e politica dell'equilibro
  • L'idea di nazione

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il suo nome è espresso anche in lingua francese in virtù del bilinguismo vigente in Valle d'Aosta: cf. chieracostui.com - Frédéric Chabod.
  2. ^ Maturi, Walter. "Federico Chabod : Historian if Italian Foreign Policy" . In Chabod, Federico; Italian Foreign Policy: The Statecraft of the Founders, 1870-1896, p. xvii, Princeton University Press, 2014. https://doi.org/10.1515/9781400864225.xxvii
  3. ^ Simonetta Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce. In: La Repubblica, 16 aprile 2000.
  4. ^ ...l'Italia, creatrice del Papato doveva distruggere il Papato, doveva spaparsi..., in Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896. Le premesse, Bari 1951, p. 227.
  5. ^ www.tourdugrandparadis.it - Tour du Grand-Paradis.
  6. ^ Colpito da un male inesorabile, costretto ad abbandonare parte della sua opera organizzativa, ma fino all'ultimo impegnato nella ricerca e nelle conversazioni con i discepoli, Chabod moriva a Roma il 14 luglio 1960, dopo esser voluto salire, per un'ultima volta, a salutare le cime della sua Valsavarenche, così in Marco Cuaz e Giuseppe Ricuperati, Federico Chabod. L'avventura intellettuale di un uomo europeo
  7. ^ Vittorio Vidotto, Guida allo studio della storia contemporanea, Bari, Editori Laterza, 2008, ISBN 978-88-420-7312-3.
  8. ^ Premi Feltrinelli 1950-2011, su lincei.it. URL consultato il 17 novembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Luisa Cicalese, Federico Chabod, Annali di storia moderna e contemporanea, 17, Milano, Vita e Pensiero, 2010.
  • GianPaolo Ferraioli, Federico Chabod e la Valle d'Aosta tra Francia e Italia, Roma, Aracne, 2010, ISBN 978-88-548-3420-0.
  • Marta Herling e Pier Giorgio Zunino (a cura di), Nazione, nazionalismi ed Europa nell'opera di Federico Chabod: atti del Convegno, Aosta, 5-6 maggio 2000, Firenze, L. S. Olschki, 2002, ISBN 88-222-5076-1.
  • Gennaro Sasso, Il guardiano della storiografia. Profilo di Federico Chabod e altri saggi, Bologna, Il Mulino, 2002, ISBN 88-15-08743-5.
  • Gennaro Sasso, Profilo di Federico Chabod, Bari, Laterza, 2010.
  • Sergio Soave, Federico Chabod politico, Bologna, Il Mulino, 1989, ISBN 88-15-02322-4.
  • Brunello Vigezzi (a cura di), Federico Chabod e la nuova storiografia italiana dal primo al secondo dopoguerra, 1919-1950, Milano, Jaca Book, 1984, ISBN 88-16-95004-8.
  • Franco Venturi, CHABOD, Federico, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 24, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1980. URL consultato il 31 marzo 2015.
Periodici
  • Per Federico Chabod. Atti del seminario internazionale a cura di Sergio Bertelli, presentazione di Fernand Braudel, Annali della Facoltà di Scienze Politiche, a.a. 1980-81, Materiali di storia 5, Perugia.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente della Valle d'Aosta Successore
carica istituita 1946 Severino Caveri
Controllo di autoritàVIAF (EN29576321 · ISNI (EN0000 0001 0883 3013 · SBN CFIV065677 · BAV 495/76706 · LCCN (ENn83019330 · GND (DE123556341 · BNF (FRcb12175870n (data) · J9U (ENHE987007259790405171 · NSK (HR000233621 · NDL (ENJA00464397 · WorldCat Identities (ENlccn-n83019330