Diocesi di Verona

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Diocesi di Verona
Dioecesis Veronensis
Chiesa latina
Suffraganea delpatriarcato di Venezia
Regione ecclesiasticaTriveneto
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoDomenico Pompili
Vicario generaleOsvaldo Checchini
Vescovi emeritiGiuseppe Zenti
Presbiteri908, di cui 580 secolari e 328 regolari
954 battezzati per presbitero
Religiosi436 uomini, 1.746 donne
Diaconi42 permanenti
 
Abitanti947.353
Battezzati866.523 (91,5% del totale)
StatoItalia
Superficie3.053 km²
Parrocchie380 (14 vicariati)
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Matricolare
Santi patroniSan Zeno
San Pietro martire
Santi Fermo e Rustico
IndirizzoPiazza Vescovado 7, 37121 Verona, Italia
Sito webwww.chiesadiverona.it
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La basilica di San Zeno a Verona

La diocesi di Verona (in latino Dioecesis Veronensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea del patriarcato di Venezia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2020 contava 866.523 battezzati su 947.353 abitanti. È retta dal vescovo Domenico Pompili.

Palazzo vescovile[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo del Vescovado (Verona).

Più volte modificato, pare iniziato già nel X secolo. Precedente al vescovo Ognibene, nel 1172, è la grande torre tufacea (la parte più antica attuale), mentre il porticato interno risale al XV secolo con colonne di spoglio del 1120 - 1130. Una scultura della Vergine, già sulla facciata interna del palazzo, è di ignoto autore veneziano del XIII secolo e si ammira ora al museo canonicale. Teobaldo III ai tempi di Cangrande fece l'ala meridionale con bifore ove furono collocati gli alloggi del vescovo. Nel 1453 fu rimodernata l'ala meridionale, mentre Ermolao Barbaro fece costruire la Sala dei Sinodi.

Vi lavorarono anche Domenico Brusasorzi nel 1566, Agostino Ugolini, Leonardo Manzati.

Un'altra loggia nel XVII secolo venne edificata sul lato orientale del cortile di accesso dell'edificio, in forme ancora sammicheliane.[1]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Verona.

La diocesi comprende la grande maggioranza della provincia di Verona e una piccola porzione della provincia di Brescia (zona sud e sud-ovest del Lago di Garda); inoltre una parrocchia si trova in provincia di Rovigo. Confina a nord con l'arcidiocesi di Trento, ad est con la diocesi di Vicenza, a sud con le diocesi di Padova e di Adria-Rovigo, e a ovest con quelle di Mantova e di Brescia.

Sede vescovile è la città di Verona, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Matricolare.

Il territorio è suddiviso in 380 parrocchie, raggruppate in 14 vicariati: Verona centro, Verona nord-ovest, Verona nord-est, Verona sud, Lago veronese-Caprino, Lago bresciano, Valpolicella, Valpantena-Lessinia, Est veronese, Bussolengo, Villafranca, Bovolone-Cerea, Isola della Scala-Nogara, Legnago.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini della diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della Chiesa a Verona sono conosciute grazie al Carmen Pipinianum del IX secolo, che comprende un elenco dei primi otto vescovi, da sant'Euprepio di Verona a san Zeno, morto tra il 372 e il 380, il quale, secondo la tradizione, «reduxit Veronam ad baptismum».[3] Degna di nota è anche la famosa Pianeta di Ravenna (chiamato Velo di Classe), in cui sono segnalati non solo i vescovi di Verona, ma anche santi e vescovi di altre diocesi, venerati a Verona nel IX secolo. Secondo Lanzoni, questi due documenti trasmettono un catalogo di vescovi «da ritenersi, attesa l'alta antichità del medesimo, derivante dai dittici, integro e genuino».[4] Primo vescovo storicamente documentato è Lucillo, il sesto del catalogo, che prese parte al concilio di Sardica nel 342/343.

L'episcopato di Euprepio viene collocato non prima del temporaneo periodo di pace dato alla Chiesa sotto l'imperatore Gallieno (260). Nello stesso Carmen sono menzionati i santi Fermo e Rustico, martirizzati a Verona secondo una tradizione di dubbio valore storico. L'esistenza di san Zeno, che fu un contemporaneo di sant'Ambrogio di Milano e autore di una serie di scritti religiosi, è storicamente attestata da antichi documenti. Si sa inoltre che, al tempo di san Zeno, il paganesimo era ancora profondamente radicato a Verona, in particolare nel contado. Dopo il vescovo Siagrio, la diocesi veronese passò dalla metropoli di Milano a quella di Aquileia. A metà del VI secolo condivise, come tutte le diocesi suffraganee, le posizioni assunte nei riguardi dei Tre Capitoli dalla Chiesa di Aquileia.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Ratoldo, vescovo all'inizio del IX secolo, impose vita comunitaria ai canonici (806) e riorganizzò il clero. Tra i maestri della sua scuola ci fu il diacono Pacifico, grande conoscitore del greco e dell'ebraico. Raterio (metà del X secolo) fu invece un illustre autore, che favorì l'apprendimento e la fondazione della scuola della cattedrale.

Papa Lucio III morì a Verona nel 1183 dopo avere incontrato in città Federico Barbarossa e avervi celebrato un sinodo, durante l'episcopato di Ognibene, noto canonista. Sempre a Verona si tenne il conclave che elesse papa Urbano III, che passò quasi tutto il suo breve pontificato a Verona.

In questo stesso periodo, durante l'episcopato del cardinale Adelardo, la città di Verona venne divisa in parrocchie. Nel 1336 il numero delle parrocchie cittadine era di 52.

Nel XIII secolo i vescovi Iacopo di Braganze e Gerardo Cossadoca furono entrambi esiliati da Ezzelino da Romano. Anche il vescovo Manfredo Roberti subì insulti e persecuzioni da parte dei ghibellini. Nel 1276 si svolse un sinodo contro i catari, che erano numerosi anche fra il clero. Poco più di vent'anni prima era stato assassinato (1252) e canonizzato (1253) Pietro da Verona, un inquisitore domenicano veronese che aveva condotto con energia una repressione dell'eresia.

Nel 1338 il vescovo Bartolomeo della Scala fu assassinato dal nipote Mastino, signore di Verona. Ciò condusse papa Benedetto XII a revocare ai signori scaligeri il privilegio di nominare i vescovi. Nello stesso secolo il vescovo Pietro della Scala cercò invano di riportare i canonici che obbedivano al patriarca di Aquileia sotto il controllo del loro vescovo. Quando però i Visconti conquistarono Verona, il vescovo Pietro fu bandito.

Nel XV secolo il vescovo Francesco Condulmer istituì una scuola degli accoliti per dare lustro al culto e per dare una formazione al clero. La nuova scuola sostituiva l'antica scuola della cattedrale, che era stata soppressa con l'istituzione dell'università. Verso la fine del secolo il cardinale Giovanni Michiel restaurò la cattedrale e il palazzo episcopale.

Epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1751 la soppressione del patriarcato di Aquileia, da cui Verona aveva sempre dipeso, pose fine alle contese fra il vescovo e i canonici, che fino ad allora erano stati soggetti al patriarca. Contestualmente Verona divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Udine.

Il 1º maggio 1818, in forza della bolla De salute Dominici gregis di papa Pio VII, Udine divenne semplice vescovato e Verona divenne suffraganea della sede metropolitana di Venezia.

Nel XIX secolo fu fondata a Verona la Congregazione degli Stimmatini. Nello stesso secolo molto importante fu anche l'attività di san Daniele Comboni, che fondò a Verona un istituto missionario e poi una congregazione religiosa dedicate alle missioni africane. L'istituto comboniano trasse origine da un preesistente istituto fondato da don Nicola Mazza.

Nel 2006 Verona ospitò il IV convegno ecclesiale nazionale e ricevette la visita di papa Benedetto XVI.

L'8 agosto 2014, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, cedette la parrocchia di Caselle di Pressana alla diocesi di Vicenza.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Persone legate alla diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Santi, beati, venerabili e servi di Dio della diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 947.353 persone contava 866.523 battezzati, corrispondenti al 91,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 645.159 645.402 100,0 915 679 236 705 422 3.280 319
1970 713.513 717.613 99,4 1.195 714 481 597 681 3.439 368
1980 757.337 778.330 97,3 1.155 695 460 655 3 778 3.940 379
1990 771.500 799.829 96,5 1.190 720 470 648 13 685 3.635 379
1999 758.000 787.668 96,2 1.173 735 438 646 18 625 2.650 381
2000 750.000 828.279 90,5 1.115 715 400 672 18 611 2.570 381
2001 750.000 829.000 90,5 1.091 691 400 687 18 694 2.490 381
2002 785.000 845.926 92,8 1.095 695 400 716 18 590 2.534 381
2003 778.000 837.948 92,8 1.080 700 380 720 18 601 2.300 381
2004 775.000 845.021 91,7 1.059 689 370 731 18 574 1.953 380
2010 843.229 923.830 91,3 996 649 347 846 31 522 2.240 381
2014 847.171 933.782 90,7 952 622 330 889 37 525 2.052 379
2017 869.384 940.289 92,5 958 606 352 907 44 480 1.862 380
2020 866.523 947.353 91,5 908 580 328 954 42 436 1.746 380

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Complesso del Vescovado, su verona.com. URL consultato il 12 marzo 2024.
  2. ^ Nel 2022 sono state soppresse le parrocchie di San Bernardino e San Matteo apostolo, assorbite rispettivamente nelle parrocchie di San Zeno maggiore e Gesù Divino Lavoratore, portando il numero delle parrocchie a 378.
    Gazzetta Ufficiale - Soppressione Parrocchia San Bernardino, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 21 aprile 2023.
    Gazzetta Ufficiale - Soppressione Parrocchia San Matteo Apostolo, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 21 aprile 2023.
  3. ^ Il testo latino del Carmen, nella parte che si riferisce ai vescovi veronesi, recita così:
    (LA)

    «Primum Verona predicauit Euprepis episcopus,
    secundum Dimidrianus, tertius Simplicius,
    quartus Proculus confessor pastor et egregius;

    quintus fuit Saturninus et sextus Lucilius;
    septimus fuit Gricinus doctor et episcopus;
    octauus pastor et confessor Zeno martyr inclitus.»

    (IT)

    «Primo a Verona predicò il vescovo Euprepio,
    secondo Demetriano, terzo Simplicio,
    quarto Procolo, confessore e pastore egregio;

    quinto fu Saturnino e sesto Lucilio;
    il settimo fu Gricino, dottore e vescovo;
    ottavo fu, pastore e confessore, Zeno, martire glorioso.»

  4. ^ Lanzoni, op. cit., p. 923.
  5. ^ Secondo Lanzoni, Lucillo è il primo vescovo del catalogo veronese documentato anche da altre fonti storiche.
  6. ^ Nella cronotassi riportata da Lanzoni, Valente occupa il 30º posto dopo Arborio; pur consapevole del fatto che quella non è la sua posizione cronologica, Lanzoni non ritiene di spostarlo in quanto «ogni tentativo di correzione sarebbe arbitraria»; op. it., p. 934. Il sito ufficiale della diocesi colloca Valente prima di Verecondo.
  7. ^ Il Velo di Classe riporta non solo i vescovi, ma anche i santi venerati a Verona; a questi, nel corso dei secoli furono aggiunti nomi spuri, oppure nomi di santi o martiri riconosciuti tardivamente come vescovi (Lanzoni, op. cit., pp. 927-930). Queste varianti spiegano i motivi per cui la cronotassi di Lanzoni riconosce 35 vescovi da Euprepio a Sigiberto; per lo stesso periodo, il sito ufficiale della diocesi menziona 41 vescovi, mentre Gams 47.
  8. ^ Vittorio De Donato, Annone, santo, in Dizionario biografico degli italiani, volume 3 (1961).
  9. ^ Eduard Hlawitschka, Egino, in Dizionario biografico degli italiani, volume 42 (1993).
  10. ^ Per un breve periodo, dal 954 al 956, fu trasferito alla sede episcopale di Liegi.
  11. ^ Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, p. 806. Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. I, p. 522, nota 3 di Verona.
  12. ^ Morì il 1º febbraio 1815. Cfr. Eubel, vol. 6, p. 439.
  13. ^ Prima di ricevere la consacrazione episcopale, fu trasferito alla sede di Udine (Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. X, p. 808). Ricevette l'ordinazione episcopale a Roma il 16 gennaio 1853 (Giovanni Tonolo, TREVISANATO, Giuseppe Luigi, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 96, 2019).
  14. ^ Morì prima di prendere possesso della sede veronese (Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. X, p. 808).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN145404600 · ISNI (EN0000 0004 1776 5229 · LCCN (ENn79089712 · J9U (ENHE987007342160205171 · WorldCat Identities (ENlccn-n79089712