Cuauhtémoc

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Cuauhtémoc

Cuauhtémoc (Tenochtitlán, 1496Las Hibueras, 28 febbraio 1525) è stato l'undicesimo e ultimo sovrano azteco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Ahuitzotl e discendente di Acamapichtli (dinastia risalente al 1376), occupò il trono di Tenochtitlán alla morte del cugino Cuitláhuac, che a sua volta era salito al trono alla morte di Motecuhzoma II. Volle che la regina fosse Tecuichpoch, figlia ancora minorenne di Motecuhzoma e della regina Teotlacho. Nei secoli passati il suo nome è stato italianizzato come Guantamozino[1].

Il suo grande regno era frammentato in piccole signorie, insofferenti al pagamento del costante tributo e per questo favorevoli agli spagnoli.

Cuauhtémoc, informato che Hernán Cortés stava pianificando di raggiungere con i suoi soldati la capitale dell'impero azteco, organizzò la difesa: rafforzò la piazza (centro nevralgico della vita cittadina), riunì scorte alimentari e distrusse i ponti che collegavano la capitale galleggiante alla terraferma. L'avanzata spagnola fu frenata per 75 giorni (dal 30 maggio al 13 agosto del 1521); alla fine, il 13 agosto del 1521, gli aztechi si asserragliarono sull'isolotto di Tlatelolco.

Qui, debilitato e senza possibilità di continuare la difesa, Cuauhtémoc tentò di porre in salvo la sua famiglia su una barca, ma fu incatenato e portato davanti a Cortés. La leggenda vuole che Cuauhtémoc abbia detto a Cortés, con tono sprezzante:

«Signor Malinche, ho fatto tutto ciò che era in mio potere ed in mio dovere per difendere la città e non posso fare più niente, quindi vengo trascinato a forza davanti alla tua persona ed al tuo potere. Prendi il pugnale che hai nella cinta e con quello uccidimi.»

Cortés decise di tenerlo in vita, e secondo alcuni racconti «lo abbracciò e gli disse che sarebbe ritornato a rigovernare la splendida Tenochtitlàn ormai in rovina»[2], nei fatti fu preso come prigioniero.

Secondo una leggenda, giorni dopo, il tesoriere Julían de Alderete chiese ai prigionieri dove fosse nascosto il tesoro di Motecuhzoma e non ottenne risposta. Allora mise nell'olio bollente i piedi di Cuauhtémoc e del Signore di Tacuba (o Signore di Tlacopan). La leggenda dice che sopportarono il tormento con grande valore.

Formalmente, Cuauhtémoc continuò a essere il governatore di Tenochtitlán, ma i suoi poteri furono trasferiti a un suo cugino Tlacotzin, meno incline alla rivolta[3].

Cortés non si fidò mai completamente dell'ultimo sovrano azteco e, secondo la ricostruzione degli storici, Cuauhtémoc, sospettato di tradimento e congiura, venne ucciso per impiccagione a Itzamkanac, nella provincia di Acalan (Campeche), all'alba del 28 febbraio del 1525.

Tomba di Cuauhtémoc a Ixcateopan

Lasciò un figlio, noto in spagnolo col nome di Diego Mendoza de Austria Moctezuma; oggi Cuauthémoc riposa nel Museo de Santa María de la Asunción, nella località di Ixcateopan de Cuauhtémoc, Guerrero.

Cuauhtémoc nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Ultimo imperatore azteco, in lui si incarna la lotta delle popolazioni indigene del Messico contro i colonizzatori spagnoli ed è diventato un paradigma di valore e di eroismo per i messicani fin dagli anni '20 dell'Ottocento contro ogni nemico che può venire dall'esterno, sia questo un sovrano europeo come Massimiliano I del Messico o gli Stati Uniti d'America. In Città del Messico un grande monumento in suo onore è stato eretto nel 1887 e sul basamento di questo monumento si può leggere: A la memoria de Quauhtémoc y de los guerreros que combatieron heroicamente en defensa de su patria - MDXXI ("Alla memoria di Cuauhtémoc e dei guerrieri che combatterono eroicamente nella difesa della loro patria - 1521").

In suo onore, la marina militare messicana ha varato nel 1982 la ARM Cuauhtémoc, nave scuola per i cadetti della sua accademia navale.

Gli sono state intitolate molte località del Messico, tra cui:

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fabio Cozzani, Hernán Cortés, Viareggio, Cinquemarzo, 2018, p. 16.
  2. ^ Ibidem.
  3. ^ Federico Cannaccini, Il medioevo in 21 battaglie, Bari, Laterza, 2022.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Huey tlatoani di Tenochtitlán Successore
Cuitláhuac 1521 - 1521 -
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