Cattedrale di Malaga

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cattedrale dell'Incarnazione
La cattedrale di Málaga dalla caratteristica facciata incompiuta
StatoBandiera della Spagna Spagna
Comunità autonomaAndalusia
LocalitàMalaga
Coordinate36°43′12.15″N 4°25′12.43″W / 36.720042°N 4.42012°W36.720042; -4.42012
Religionecattolica
TitolareGesù
Diocesi Malaga
ArchitettoPedro López, Diego de Siloé e Diego de Vergara
Stile architettonicoRinascimento
Inizio costruzione1528
Completamento1783 (non terminata)
Sito webmalagacatedral.com/

La cattedrale dell'Incarnazione di Malaga (in spagnolo: Catedral de la Encarnación de Málaga) è uno dei più importanti monumenti rinascimentali dell'Andalusia. Nel 1855 è stata insignita del titolo di basilica minore[1].

Situata in pieno centro storico a breve distanza dal porto e dalla collina di Gibralfaro, la cattedrale si staglia nel panorama cittadino con la sua ampia volumetria. Rimane tuttavia incompiuta per quanto riguarda la torre campanaria meridionale, motivo per cui è affettuosamente soprannominata dagli abitanti La Manquita ("la monchetta").

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La storia dell'edificio, che sorge sul sito di un'antica moschea (della quale rimane solamente il patio degli aranci), è alquanto travagliata: cominciata nel 1528[2] su progetto degli architetti spagnoli Pedro López, Diego de Siloé[2] e Diego de Vergara, la cattedrale fu inaugurata nel 1588 ma per via dell'ambizioso progetto i lavori proseguirono a rilento fino al sisma del 1680, che la danneggiò gravemente. La costruzione fu ripresa nel 1719 e interrotta nuovamente nel 1783[2], lasciando da quel momento il progetto incompiuto.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è suddivisa in due ordini con colonne, corinzio al livello inferiore e composito a quello superiore. Delle due torri campanarie che fiancheggiano la facciata solamente una, quella settentrionale, è stata completata e misura 84 metri di altezza.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno, diviso in tre navate fiancheggiate da cappelle, misura 97 metri di lunghezza per 62 di larghezza e 35 di altezza. Le volte riccamente decorate poggiano su pilastri con colonne corinzie.

Gli affreschi dell'altare maggiore, realizzati nel 1580, raffigurano scene della Passione di Gesù.[3]

Degno di nota è il gigantesco coro, costruito dal 1595 al 1632 in mezzo alla navata da Vergara il Giovane e Díaz de Palacios, con stalli in legni pregiati (mogano, cedro e granadillo, portati appositamente dall'America[2]) scolpiti da Luiz Ortiz e José Micael e ornati da 40 statue di santi realizzate nel 1658 da Pedro de Mena[2].

Pregevole anche il deambulatorio, fiancheggiato da quattro cappelle. La prima di queste, impreziosita da un retablo di epoca barocca, è detta Capilla de la Virgen de los Reyes per via della presenza di una statua mariana (XV secolo) e delle statue oranti dei Re Cattolici. Nella stessa cappella, il dipinto raffigurante il Martirio di San Paolo è opera di Enrico Simonet. Il retablo della terza cappella, realizzato nel XVI secolo è in stile gotico. La quarta cappella, detta Dorada, conserva un'Annunciata di Juan de Villanueva.[3]

Sul lato destro della navata, la prima cappella ospita un'Addolorata scolpita da Pedro de Mena, mentre nella seconda si trovano un retablo in stile barocco e alcuni quadri Seicenteschi di artisti castigliani.[2] Di Alonso Cano è invece la statua della Madonna del Rosario che, nello stesso lato della navata, è conservata nella terza cappella.[3]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Sito GCatholic.org
  2. ^ a b c d e f TCI, p. 165.
  3. ^ a b c TCI, p. 166.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN131450110 · BAV 494/24679 · LCCN (ENn88029430 · GND (DE4509353-2 · BNE (ESXX86900 (data) · J9U (ENHE987007362505105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n88029430