Camillo Pellegrino (storico)

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Camillo Pellegrino (Capua, 1598Capua, 9 novembre 1664) è stato uno scrittore, storico e storiografo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Alessandro Pellegrino, appartiene a un'antica e nobile famiglia che aveva già dato i natali a un suo omonimo Camillo Pellegrino senior (vissuto tra il 1527 e il 1603), molto noto negli ambienti letterari napoletani.

Camillo Pellegrino junior, originario di Capua, si trasferisce durante l'adolescenza presso i Gesuiti di Napoli, dove studia discipline come la matematica, il diritto canonico, la teologia.

Finiti gli studi superiori si trasferisce a Roma, dove stringe amicizie tra l'ambiente letterario, come quelle ottenute frequentando l'Accademia degli Umoristi di Francesco Barberini.

Ispirato dalla bellezza dei monumenti e delle rovine antiche di Roma, una volta tornato in terra natìa, in quella che fu l'antica Campania Felix, intraprende un attento lavoro di collezionismo, certo del fatto che Capua antica (attuale Santa Maria Capua Vetere) non avesse nulla da invidiare a Roma quanto a vestigia del passato.

Comincia ad acquistare e collezionare vari oggetti antichi tra cui reperti ed epigrafi, raccogliendoli nella propria villa (attualmente non visitabile in quanto proprietà privata) a Casapulla. Istituendo una piccola casa museo con gli oggetti rinvenuti dalla vicina Capua e Calatia, lo storico e letterato seicentesco ha tramandato un repertorio epigrafico apprezzato e ricordato persino da Theodor Mommsen[1], avendo compreso da subito che i reperti avessero bisogno di un’accurata analisi storica, al di là dell’ostentazione del pezzo antico in sé.

Muore a Capua il 9 novembre 1664, senza lasciare eredi diretti.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Sappiamo che realizzò due opere, oggi perdute, chiamate Storia di Capua e Commento di tutte le epigrafi, dove ricostruiva la storia dei reperti acquistati.

Purtroppo questi testi, che oggi sarebbero stati essenziali per delineare parte della storia del materiale di reimpiego, sono andati perduti per volere dello stesso autore.

Sono pervenute, invece:

  • Series Abbatum Cassinensium ab anno 720, Napoli, 1645;
  • Dell'origine dell'antica famiglia detta di Colimenta, Napoli, 1640;
  • Dell'antico sito di Capua, Napoli, 1643;
  • Discorsi della Campagna Felice, Napoli, 1651;
  • Historia Principum Longobardorum, Napoli, 1645.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ricordato per i suoi meriti come studioso da Theodor Mommsen, celebre epigrafista padre del CIL (Corpus Inscriptionum Latinarum) , il quale nella prefazione delle iscrizioni capuane del volume X del Corpus ricorda Pellegrino come studioso esperto con le paroleet inter antiquarios Neapolitanos non suae tantum aetatis facile principes”.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pasquale Belgiorno, Gli uomini illustri di Casapulla, Caserta, Spring Edizioni, Caserta 2000.
  • Laura Chioffi, La collezione epigrafica di Camillo Pellegrino a Casapulla, Roma 2007
  • Theodor Mommsen, Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlino 1863
  • Raffaele Orsi, Storia di Casapulla che ha distrutta la leggenda popolare della sua origine, Casapulla 1930

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