Borghesia

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Quentin Massys, Il cambiavalute e sua moglie, 1514, esempio di coppia borghese.

La borghesia è la classe sociale che si afferma con la rivoluzione industriale. La sua origine è tuttavia molto antecedente e risale al medioevo, indicando una libera professione: dall'artigiano, al mercante, al medico. Successivamente diventa sinonimo di capitalista, colui che possiede un capitale da investire e pertanto i mezzi di produzione.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La parola, come evidenziato da Ottorino Pianigiani, deriva dal latino tardo búrgus nel senso di città, borgo, mediante l'aggettivo burgensis: lo stesso che cittadino.[2] In Europa il predominio storico della borghesia è associato all'affermarsi della democrazia rappresentativa.[3] Nell'Inghilterra nel XVII secolo tale classe sociale già detiene il potere economico. Grazie alle rivoluzioni del 1640 e del 1688 si affianca alla nobiltà nella gestione politica del Paese. Gli Stati Uniti nasceranno con i caratteri tipici borghesi, mancando tradizioni legate al mondo feudale.[4] In Italia e in Germania la borghesia raggiungerà il pieno potere con l'unità nazionale.[5] In Francia la Rivoluzione francese segna una tappa fondamentale nella transizione dal "mondo antico" al "nuovo", rappresentato dall'accrescimento del prestigio e del ruolo sociale borghese. Il terzo Stato abolisce privilegi e diritti di tipo feudale impostando un programma di riforme istituzionali e di cambiamenti nei rapporti sociali. Honoré de Balzac — fra gli altri — nei suoi romanzi descriverà un preciso e profondo quadro dei sentimenti del mondo borghese, che si sviluppa in modo notevole in concomitanza delle rivoluzioni scientifica e industriale.[6]

Nel XX secolo alcune sottocategorie — dai confini non di rado sfuggenti — vengono proposte per apportare precisazioni alla definizione:

  • alta borghesia composta da detentori di capitali, industriali, agrari, commercianti, ecc.;
  • media borghesia composta da impiegati con compiti dirigenziali, funzionari, etc.;
  • piccola borghesia composta da artigiani, piccoli commercianti, impiegati di categoria subordinata etc.[7]

In questa concezione, il proletariato sarebbe rappresentato da tutte le classi di lavoratori non abbienti. Tale interpretazione tende a ignorare l'originale focalizzazione sulla proprietà dei mezzi di produzione e non è condivisa da tutti gli economisti.[8]

Il sociologo statunitense William Lloyd Warner (1898-1970) proporrà una classificazione — la cosiddetta "torta a sei strati" o "stratificazione moderna in sei classi sociali" — che attualmente ispira i vari indicatori socioeconomici utilizzati per suddividere, quantificare e gerarchizzare intere popolazioni:

  1. ricchi di famiglia;
  2. nuovi ricchi;
  3. professionisti;
  4. impiegati;
  5. lavoratori;
  6. disoccupati.[9]

Nella teoria marxista[modifica | modifica wikitesto]

Per Karl Marx la borghesia è la classe sociale che detiene il controllo dei mezzi di produzione e di distribuzione: nei Manoscritti economico-filosofici del '44 individua nelle condizioni del lavoro alienato la contraddizione essenziale della società borghese, desumendo dalla dialettica hegeliana la convinzione della necessità intrinseca del superamento dell'alienazione attraverso il comunismo.[10]

Nelle arti[modifica | modifica wikitesto]

Nell'arte e nella letteratura il passaggio storico rappresentato dalla decadenza della nobiltà e dell'ascesa della borghesia, che non di rado si fonde con l'aristocrazia ormai al tramonto[11] è efficacemente immortalato — oltre che dal citato Honoré de Balzac — da Cervantes nel Don Chisciotte, Molière e dai pittori fiamminghi, che raffigurano borghesi di Anversa, Amsterdam etc.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a cura di Rossi-Lanzoni, Dizionario di sociologia (PDF), Roma, CLITT, 2013.
  2. ^ Borghese in Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana Pianigiani, su etimo.it, 7 ottobre 2023.
  3. ^ La nuova enciclopedia universale Garzanti, p. 213.
  4. ^ Beckert-Rosenbaum.
  5. ^ Universo, pp. 362-363.
  6. ^ Balzac, Honoré de, su treccani.it, Treccani, 7 ottobre 2023.
  7. ^ Grande Dizionario Garzanti.
  8. ^ Settembrini.
  9. ^ Goffman, p. 57.
  10. ^ La nuova enciclopedia universale Garzanti, p. 867.
  11. ^ Federico Chabod, Borghesia, su Enciclopedia Italiana, 1930. URL consultato il 4 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Sven Beckert-Julia B. Rosenbaum, The American Bourgeoisie: Distinction and Identity in the Nineteenth Century, Palgrave Macmillan, 2010, ISBN 9781349287512.
  • La nuova enciclopedia universale Garzanti, Milano, Garzanti, 1982, ISBN non esistente.
  • Erving Goffman, Simboli di appartenenza a una classe sociale — Sul rinfrescare le idee al pollo, traduzione e prefazione di Francesco Ranci, Milano, Biblion, 2016, ISBN 9788898490462.
  • Il Grande Dizionario Garzanti della lingua italiana, Milano, Garzanti, 1987, ISBN non esistente.
  • Domenico Settembrini, Storia dell'idea antiborghese in Italia, 1860-1989, Roma-Bari, Laterza, 1991, ISBN 9788842037446.
  • Enciclopedia Universo, vol. II, Novara, De Agostini, ISBN non esistente.

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