Peppino di Capri: differenze tra le versioni

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* {{cita libro|autore=[[Maurizio Maiotti]] (con la collaborazione di Armando Buscema)|titolo= 1944-1963: i complessi musicali italiani |editore=Maiotti Editore |anno=2010, alla voce: ''Peppino di Capri e i suoi Rockers''|pagine= 38-51}}
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* Enzo Giannelli, "Peppino Di Capri", in "Gli urlatori, tutti i figli italiani di Elvis", Roma, Armando Curcio Editore, 2012, pag. 118.
* Enzo Giannelli, "Peppino Di Capri", in "Gli urlatori, tutti i figli italiani di Elvis", Roma, Armando Curcio Editore, 2012, pag. 118.
* Gianmarco Cilento, ''Peppino di Capri e i Suoi Rockers'', [[Graus Editore]], 2018


== Altri progetti ==
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Versione delle 17:37, 12 ago 2018

Peppino di Capri
Peppino Di Capri nel 1965
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica leggera
Canzone napoletana
Twist
Periodo di attività musicale1956 – in attività
StrumentoPianoforte
EtichettaCarisch, Splash, Baby Records, Dischi Ricordi, Polygram, Lucky Planets
Sito ufficiale
Premio Festival di Sanremo 1973 Categoria Campioni
Premio Festival di Sanremo 1976 Categoria Campioni

Peppino di Capri, pseudonimo di Giuseppe Faiella (Capri, 27 luglio 1939), è un cantante e attore italiano.

Ha partecipato a quindici Festival di Sanremo vincendo quello del 1973 con il brano Un grande amore e niente più e nel 1976 con il brano Non lo faccio più. Ha anche vinto il Festival di Napoli del 1970 (l'ultimo) con il brano: Me chiamme ammore. I suoi più grandi successi sono Champagne e Roberta.

Biografia

Gli esordi (1953-1957)

Originario di una famiglia di musicisti (il nonno fu musicista nella banda di Capri e il padre Bernardo, che aveva un negozio di dischi e di strumenti musicali, nel tempo libero suonava il sax, il clarinetto, il violoncello e il contrabbasso in un'orchestra), si esibisce per la prima volta all'età di quattro anni nel 1943 suonando il pianoforte davanti alle truppe americane di stanza sull'isola natale durante la guerra.[1]

A sei anni inizia a studiare pianoforte con una severa insegnante tedesca a Napoli, ma nel 1953 inizia anche ad esibirsi con l'amico Ettore Falconieri che suona la batteria, nei night-club di Capri (il Number Two) e della vicina Ischia (Il rangio fellone) con la denominazione Duo Caprese. L'insegnante, venuta a sapere la cosa, decide di cacciare Peppino che inizia così a dedicarsi esclusivamente alla nascente musica rock d'importazione americana.[2]

Il 26 agosto 1956 Peppino ed Ettore riescono anche ad esibirsi in televisione, nella trasmissione televisiva Primo applauso, interpretando due brani: Cry e Tu vuo' fa' l'americano condotta da Enzo Tortora, non vinsero e non ottennere contratti discografici.

Sempre con Falconieri, detto Bebè, alla batteria, e altri amici (Pino Amenta al basso, Mario Cenci alla chitarra e Gabriele Varano al sax), forma nel 1958 un complesso i Capri boys vagamente ispirati ai tipici gruppi musicali rock statunitensi di quegli ultimi anni, e iniziano ad avere buon successo nei vari locali delle due isole del golfo di Napoli, a volte rielaborando successi d'epoca napoletani o americani o a volte componendo da soli nuovi brani.

In particolare il chitarrista perugino Mario Cenci si rivelerà molto prolifico e creativo nella composizione. In quello stesso anno Peppino e Mario si iscrivono alla SIAE. Il cantante firmerà tutte le sue canzoni fino al 1989 con il suo nome di battesimo, in quanto iscritto alla società degli autori con quest'ultimo e non con il suo futuro pseudonimo. In quello stesso anno, Cenci scrive versi e musica di Let me cry.

La svolta; l'esordio discografico e i primi successi (1958-1959)

In una serata ad Ischia, nell'agosto 1958, il gruppo viene notato da un dirigente della casa discografica milanese Carisch, lì in vacanza, che gli propone un contratto discografico. Il 26 settembre i cinque musicisti partono per Milano con una Fiat 1100 per incidere dieci brani proposti dalla casa discografica, quasi tutti già eseguiti dal gruppo nelle loro serate nei locali e quindi di sicuro successo. Mario Cenci propone, poi, il cambio di nome al gruppo dicendo a Peppino: "Siccome ti chiami Peppino e vieni da Capri ti chiamerai Peppino di Capri". Il nome completo della band sarà, quindi, Peppino di Capri e i suoi Rockers.

Di certo appare netta l'ispirazione del gruppo alla produzione rock'n'roll americana di fine anni cinquanta e, seppure non venga mai dichiarato espressamente, forti in quel periodo sono i riferimenti del look di Peppino di Capri alla figura del rocker texano Buddy Holly, che in talune interpretazioni pare persino omaggiare nella tipica tecnica del canto a singhiozzo come ad esempio in "Don't Play that song".[3]

Dal 26 al 30 settembre il gruppo inciderà negli studi della Carisch dieci brani, che saranno pubblicati poco per volta in cinque 45 giri. Il 20 ottobre '58 viene pubblicato il primo Let me cry/You're divine dear, ma è il terzo, pubblicato il 28 novembre, Pummarola boat/Nun è peccato, che gli porta il grande successo, grazie al brano sul lato B, Nun è peccato, scritto da Ugo Calise che diventa un evergreen della canzone napoletana.

Peppino di Capri con i suoi Rockers nel 1961; da sinistra a destra Pino Amenta, Mario Cenci, Peppino di Capri, Gabriele Varano ed Ettore "Bebè" Falconieri

Il 15 dicembre esce il quinto che ripeterà il successo immediato: 'Mbraccio a mme/Malatia, anche qui grazie al retro: fin da queste prime canzoni è possibile evidenziare il riuscito tentativo di Peppino e dei suoi colleghi di rinnovare nel tessuto ritmico la sonorità della musica partenopea innestando in essa varie sonorità: dal mambo, al cha cha cha. Il 16 dicembre esce il primo 33 giri del cantante che racchiude tutti i dieci brani pubblicati precedentemente che riscuoterà un ottimo successo di vendite risultando uno degli album italiani più venduti della stagione.

L'anno successivo incide per contratto molto materiale spesso rielaborando successi del Festival di Sanremo o brani già famosi di cantanti e gruppi stranieri. Bisognerà tuttavia aspettare la fine dell'anno per ottenere un altro grandissimo successo: la sua incisione di Voce 'e notte, classico napoletano del 1905, che scalerà immediatamente le classifiche.

La consacrazione (1960-1966)

Nel 1960 si completa la consacrazione dell'artista che pubblica vari 45 giri e due album di grandissimo successo, risultando onnipresente in hit parade. Nell'anno delle Olimpiadi, Peppino di Capri e i Rockers si esibiscono anche al mitico Ballo dei Re a Napoli, nel palazzo Serra di Cassano. All'inizio dell'anno sforna uno dei suoi maggiori evergreen: Nessuno al mondo, versione italiana della planetaria No arms can ever hold you del 1955. Poi c'è Nun giurà canzone di Armando Romeo già autore di Malatia, Abrete sesamo, rielaborazione di una classica ballata sudamericana cha cha cha, al ritmo di rumba-rock. In estate bissa con A pianta e' stelle e Luna caprese, revisione di un successo partenopeo di sei anni prima che d'ora in poi diventerà unanimemente famosa come un brano del suo repertorio. Finita l'estate riprende il lavoro discografico con I te vurria vasà altra graditissima rielaborazione della canzone del 1899 e Per un attimo; queste due saranno inserite in due film.

Nel frattempo inizia pure l'attività cinematografica recitando in alcuni musicarelli accanto a Mina e altri cantanti d'epoca. Sarà protagonista accanto a Maurizio Arena del film Maurizio, Peppino e le indossatrici (1961), dove si esibisce in altri successi come Vicino o mare e Lassame.

Anche il 1961 fu un anno di ottimi successi di vendita: da Ciento strade a Stanotte nun durmi, alla rielaborazione della popolare Parlami d'amore Mariù, al cha cha cha Cinque minuti ancora originariamente di Don Marino Barreto Jr, anche in questo caso molte di queste incisioni saranno utilizzate (spesso con la presenza filmica di Peppino e dei suoi musicisti) in film della stagione, spesso come riempitivi o per semplice moda.

Nello stesso anno sposa la modella torinese Roberta Stoppa. In autunno si esibirà negli Stati Uniti alla celebre Carnegie Hall e intraprenderà molte tournée in America Latina. Nello stesso periodo Peppino e il suo complesso iniziano a distinguersi per l'abbigliamento. Le celebri giacche di lamè, da un'idea del batterista Falconieri, cominceranno ad andare a ruba e di moda proprio con il lancio effettuato dal cantante.

A dicembre di quell'anno lancia il fenomeno del twist in Italia grazie alla sua interpretazione del brano Let's Twist Again inciso alcuni mesi prima negli Stati Uniti da Chubby Checker, la canzone finirà dal 24 febbraio 1962 in prima posizione in classifica per varie settimane raggiungendo il milione di copie, e verrà usata anche nel film Twist, lolite e vitelloni dove il cantante è ancora una volta presente come attore.

Nel 1962 riscuote altri graditissimi successi come Don't play that song e St. Tropez twist che lo riconferma quell'estate come il re del twist. Nell'agosto dello stesso anno effettua una tournée in Germania dove incide anche alcuni brani in tedesco mai pubblicati in Italia. Continua anche le tournée in America.

A fine anno ottiene notevole successo anche la sua versione di Speedy Gonzales (brano di Pat Boone), che arriva in prima posizione per due settimane dal 12 gennaio 1963. A quei tempi, come testimoniano i rotocalchi dell'epoca, sono celebri i suoi acquisti di automobili americane (come la celebre Ford Thunderbird cabriolet).

Nel 1963 partecipa e vince la seconda edizione del Cantagiro davanti a Little Tony, Celentano e Gino Paoli con la canzone Non ti credo. Lo stesso anno scala le classifiche con Roberta dedicata a sua moglie. Nell'autunno incide Baby, il suo ultimo grande successo della sua "prima" stagione, versione italiana della famosa Be my baby, delle Ronettes raggiungendo i vertici delle classifiche. In questo stesso periodo partecipa a varie tournée, in particolare ebbe modo d'esibirsi di fronte allo Scià di Persia Reza Pahlavi.

In primavera partecipa alla prima edizione di Un disco per l'estate 1964 con la canzone Solo due righe, classificandosi al quarto posto. Non abbandona la tradizione napoletana rielaborando nello stesso anno Chiove e incidendo altri successi stranieri, molto spesso tradotti in italiano dal chitarrista Cenci.

Nel giugno 1965 con il suo gruppo fa da spalla alle esibizioni italiane dei Beatles, insieme a gruppi come i New Dada e Fausto Leali, e alcuni mesi dopo incide la versione italiana di Girl, celebre successo dei quattro di Liverpool tratto dall'album Rubber Soul. Dello stesso anno altri successi stranieri come Melancolie, La lunga strada e Morire a Capri (brano di Gilbert Bécaud).

Nel 1966 incide quello che viene ricordato come uno dei primissimi brani ska italiani, forse proprio il primo, Operazione sole. In autunno partecipa per la prima volta al Festival di Napoli, cantando Ce vo' tiempo e Lucia. L'esibizione di Ce vo' tiempo verrà utilizzata anche nel film Operazione San Gennaro.

Nei tre anni successivi per il cantante continua il periodo non particolarmente proficuo. Partecipa per la prima volta nel 1967 al festival di Sanremo con la canzone "Dedicato all'amore" che non entra in finale e non riscuote successo. Di conseguenza nello stesso anno rallenta anche la produzione discografica, incidendo infatti altri tre singoli che non entrano in hit parade.

Nel 1968 incide una delle prime canzoni del paroliere Claudio Mattone "E sera" (in gara a Un disco per l'estate) che non arriva in finale e non riscuote molte vendite, ma successivamente un certo successo. Nell'estate dello stesso anno il complesso dei Rockers si scioglie per la crisi di vendite e il mancato riscontro del pubblico dal vivo. Un mese dopo il cantante caprese effettua una tournée negli USA reclutando gli ex "Novelty" di Fausto Leali. Non trovandosi però molto bene con il batterista e il bassista, poco dopo richiama Amenta e Falconieri. Resteranno invece nel gruppo con la denominazione cambiata in "New Rockers" Piero Braggi alla chitarra, e Gianfranco Raffaldi alle tastiere.

Nel 1969 si presenta al Festival di Napoli con "Tu" prima canzone scritta dal compositore Mimmo Di Francia (che non poté firmarla in quanto non ancora iscritto alla SIAE), che riscuote un buon successo tanto che il cantante viene espressamente invitato a cantarla a "Canzonissima". Sul finire dello stesso anno, si separa dalla moglie Roberta.

La rinascita (1970-1973)

La rinascita comincia proprio nel 1970, con la fondazione di una sua etichetta discografica, la Splash. Nello stesso anno arriva la vittoria al Festival di Napoli con Me chiamme ammore di Mimmo di Francia, che lo fa rientrare nella hit parade e l'incontro con Giuliana, che diventa la sua seconda moglie. Nasce (dalla precedente moglie Roberta) anche il suo primo figlio, Igor.

Pubblica sul finire dell'anno l'album "Napoli ieri - Napoli oggi" che visti i buoni risultati di vendita convince di Capri a pubblicare un secondo album con la stessa copertina di velluto ma di colore diverso (il primo rosso, il secondo verde) e altri due seguiti nel 1973 e nel 1975. Questi dischi che rielaborano in chiave quasi rock brani classici della canzone partenopea accostati a nuove composizioni suscitano ancora oggi interesse da parte del pubblico.

Nel 1971 partecipa al Festival di Sanremo con il brano di Pino Donaggio L'ultimo romantico che passa inosservato, successivamente pubblica Musica, Frennesia (che avrebbe dovuto partecipare alla non avvenuta edizione del Festival di Napoli di quell'anno) e Amare di meno, sigla della trasmissione televisiva Rischiatutto condotta da Mike Bongiorno. L'anno successivo è la volta di altri due LP: Hits Vol.I e Hits Vol.II che accostano successi attuali a moderne reincisioni di brani del periodo Carisch.

Peppino di Capri firma alcuni autografi ai suoi fan, dopo il concerto al Teatro Alfieri di Torino del 20 ottobre 2008

Altri successi del 1972 sono Una catena d'oro presentata a Un disco per l'estate (primo brano di Depsa), Solo io e Magari (Depsa/Di Francia) presentata a Canzonissima.

Il trionfo l'ottiene l'anno successivo, con due hit come Un grande amore e niente più, su testo di Franco Califano, che vince il Festival di Sanremo 1973 e Champagne, composta da Mimmo di Francia su versi di Iodice e Depsa, che diventa, da quel momento, la sua canzone simbolo. Sempre nel 1973 partecipa alla Piedigrotta: Le nuove Canzoni di Napoli, con Scusa (Depsa/Di Francia). Nel 1974 e 1975 torna in gara a Un disco per l'estate rispettivamente con Amore grande, amore mio e Piccolo ricordo. Vince nuovamente il Festival di Sanremo nel 1976 con Non lo faccio più, sul finire dello stesso anno pubblica un album che rielabora nuovamente i successi anni sessanta: ...e comincio così con un solo inedito Trovarsi e perdersi.

Nel 1977 ottiene un buon successo con Incredibile voglia di te (Depsa-Iodice-Di Francia) e continua il filone delle reinterpretazioni di classici partenopei con Aiere e Piccere che entra in classifica. Nel 1978 dall'album Verdemela vengono tratti due successi: Fiore di carta, versione italiana di How deep is your love dei Bee Gees, e Auguri (Depsa-Iodice/Di Francia). L'anno successivo con Fresca fresca che presenta alla trasmissione televisiva Tilt condotto da Stefania Rotolo rientra in classifica e con Portami a ballare presenta l'edizione di Domenica In di quell'anno. Viene pubblicato anche il disco Viaggi.

Gli anni successivi (1980-oggi)

Nei decenni successivi continua la carriera musicale, ottenendo altri successi come Tu cioè, E mo' e mo' e Il sognatore. Nel 1982 pubblica un disco, Juke-Box, dove reinterpreta classici degli anni sessanta in chiave moderna. L'esecuzione dei cori nell'album è affidata alla pop-band napoletana de Il Giardino dei Semplici.

Peppino di Capri è un musicista noto anche all'estero: ha rappresentato l'Italia all'Eurovision Song Contest casalingo del 1991 con il motivo Comm'è ddoce 'o mare (prima canzone non in italiano dello Stivale) finendo settimo. Ha inoltre partecipato, ma in ruoli perlopiù minori, a vari film; ultimo, in ordine cronologico, è Terra bruciata (1999), dove interpreta Champagne seduto al piano.

Nel 1997 Di Capri pubblica il suo primo (ed unico) singolo su CD. Contiene tre canzoni: (Incredibile)Voglia di te, Mambo e Ammore scumbinato. Di Mambo realizza anche un video molto curato, per la regia di Fulvio Iannucci.

Il 26 maggio del 2005 viene insignito dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dell'onorificenza di Commendatore ordine al merito della Repubblica Italiana.

Nel 2008 ha festeggiato i cinquant'anni di carriera musicale, e il 20 ottobre, nel periodo in cui cadeva l'anniversario della pubblicazione del suo 45 giri di debutto, ha tenuto un concerto al Teatro Alfieri di Torino (la città a cui, in quegli anni, era particolarmente legato per via della moglie Roberta), ottenendo il tutto esaurito e un grande successo. A dicembre del 2008 ha pubblicato (in collaborazione con la Rai) il doppio DVD 50°, con un disco con il concerto dal vivo registrato a Roma (tratto dall'ultima tournée) e un altro disco con una selezione di apparizioni televisive a partire dal 1960. Detiene insieme a Milva, Toto Cutugno e Al Bano il record di partecipazioni al Festival di Sanremo, ben 15. Nel 2006 ha scritto la colonna sonora della fiction Rai Capri in collaborazione con il figlio Edoardo.

Nel maggio del 2013 lancia il nuovo brano per l'estate, in lingua napoletana, dal titolo 'A voglia 'e cantà. A dicembre del 2013, in occasione del quarantesimo anniversario del suo successo Champagne lancia una nuova versione accompagnata da un videoclip a cartone animato, sceneggiato dallo stesso Peppino di Capri con Mimmo di Francia. Fulvio Iannucci ne ha curato la regia. Il cartoon è stato realizzato dalla casa di produzione di Nicola Barile Tilapia Animation e presentato in anteprima al Capri Hollywood Festival. Nel 2015 Gué Pequeno lancia un nuovo brano con titolo Fiumi di Champagne (versione rap di Champagne), cui partecipa anche Peppino di Capri. Il video musicale è uscito il 18 novembre 2015, tratto dal film Natale col boss.

Nell'estate 2016 esce il singolo Sogno di una Sera (501 esima canzone pubblicata) scritta da Alessandro (Ubi) Hueber e Marco (Elfo) Buongiovanni.

Vita privata

Nel 1959 conobbe a Ischia la diciottenne torinese Roberta Stoppa, modella principiante con la quale convisse sin da subito. I due si sposarono nel 1961. Sul finire degli anni sessanta i due tuttavia affrontarono un periodo di forte crisi coniugale, che culminò nel 1970 proprio con la nascita del loro primo figlio Igor e con l'inizio di una nuova relazione da parte di Peppino con una giovane studentessa napoletana di biologia, Giuliana Gagliardi, oltretutto sorella della moglie di Mimmo Di Francia.

Quando alcuni anni dopo Peppino e Roberta divorziarono definitivamente, il cantante instaurò stabilmente la sua storia con Giuliana. I due si sposarono nel 1978 e poco dopo ebbero i due figli Edoardo (1981) e Dario (1986).

Discografia

Album

Raccolte

78 giri

45 giri

EP

CD singoli

Filmografia

Partecipazioni a manifestazioni canore

Azzurro

Cantagiro

  • 1963: Non ti credo (1º posto)

Canzonissima

  • 1960: Malatia
  • 1961: Voca e va, piscatò
  • 1967: Voce 'e notte
  • 1968: Nessuno al mondo
  • 1969: Tu
  • 1970: Me chiamme ammore - Suspiranno
  • 1972: Amare di meno - Reginella - Munasterio 'e Santa Chiara - Magari
  • 1973: Un grande amore e niente piu - Piano piano, dolce dolce - Champagne
  • 1974: Piano piano, dolce dolce - Mai

Festival di Napoli

  • 1966: Lucia (9º posto) - Ce vo' tiempo - Quanno duie se vonno bene
  • 1967: 'O tiempo 'e Maria (non finalista)
  • 1969: Tu (4º posto)
  • 1970: Me chiamme ammore (1º posto)
  • 1971: Frennesia

Festival di Sanremo

Festivalbar

Un disco per l'estate

  • 1964: Solo due righe (4º posto)
  • 1965: La lunga strada
  • 1966: Operazione sole
  • 1968: È sera
  • 1972: Una catena d'oro (semifinalista)
  • 1974: Amore grande, amore mio
  • 1975: Piccolo ricordo

Note

  1. ^ Gigi Vesigna, La gavetta dei VIP?, in Oggi, 12 giugno 2013, p. 94-98.
  2. ^ Peppino Di Capri, su cinquantamila.corriere.it.
  3. ^ Peppino di Capri "Don't play that song" - YouTube

Bibliografia

  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Dizionario della canzone italiana, edizioni Curcio, 1990; alla voce di Capri, Peppino
  • Fernando Fratarcangeli, Peppino di Capri. La canzone napoletana si veste di rock, pubblicato in Raro!, nº 86, febbraio 1998, pagg. 14-17
  • Fernando Fratarcangeli, Peppino di Capri. Gli Extended-Play, pubblicato in Raro!, nº 247, ottobre 2012, pagg. 18-21
  • Fernando Fratarcangeli, Peppino di Capri. I Long Playin' Carisch, pubblicato in Raropiù, nº 2, maggio 2013, pagg. 18-23
  • Geo Nocchetti, Peppino di Capri. Il sognatore, edizioni Rai/Eri, 2004
  • Vincenzo Faiella e Sergio Vellino, Peppino di Capri. Cinquant'anni dal 1958 al 2008, Nicola Longobardi editore, 2008
  • Maurizio Maiotti (con la collaborazione di Armando Buscema), 1944-1963: i complessi musicali italiani, Maiotti Editore, 2010, alla voce: Peppino di Capri e i suoi Rockers, pp. 38-51.
  • Enzo Giannelli, "Peppino Di Capri", in "Gli urlatori, tutti i figli italiani di Elvis", Roma, Armando Curcio Editore, 2012, pag. 118.
  • Gianmarco Cilento, Peppino di Capri e i Suoi Rockers, Graus Editore, 2018

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