Basilica dei Santi Cesidio e Rufino: differenze tra le versioni

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== Storia ==
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[[File:Trasacco chiesa ss cesidio e rufino2.jpg|thumb|left|La facciata e il campanile]]
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La tradizione vuole che la basilica sia stata eretta sui resti dell'antico palazzo imperiale di [[Claudio]]. [[Rufino di Assisi|Rufino vescovo]], nel 237 circa iniziò i lavori della chiesa, affidandola al figlio [[Cesidio e compagni|Cesidio]], martirizzato poi anch'egli, come il padre, insieme ai compagni di fede Placido ed Eutichio durante le persecuzioni romane. La chiesa primitiva sarebbe andata distrutta nel [[937]], a seguito di un'incursione degli [[Ungari]], ma l'edificio sarebbe stato presto ricostruito. L'attuale edificio, di caratteristiche duecentesche, fu eretto sulle vestigia di uno più antico, del che sono testimoni gli atti custoditi nell'archivio parrocchiale. Negli anni successivi prese le forme di una vera e propria basilica e la sua fama crebbe, venendo citata nelle [[Bolla pontificia|bolle pontificie]] di [[papa Pasquale II]] e di [[papa Clemente III]] nel [[XII secolo]].
La tradizione vuole che la basilica sia stata eretta sui resti dell'antico palazzo imperiale di [[Claudio]]. [[Rufino di Assisi|Rufino vescovo]], nel 237 circa iniziò i lavori della chiesa, affidandola al figlio [[Cesidio e compagni|Cesidio]], martirizzato poi anch'egli, come il padre, insieme ai compagni di fede Placido ed Eutichio durante le persecuzioni romane. La chiesa primitiva sarebbe andata distrutta nel [[936]], a seguito di un'incursione degli [[Ungari]], ma l'edificio sarebbe stato presto ricostruito<ref>{{cita web|url=https://www.basilicasanticesidioerufino.it/storia-basilica-santi-cesidio-e-rufino.html|titolo=Storia basilica Santi Cesidio e Rufino|editore=Basilica Santi Cesidio e Rufino|data=10 aprile 2012|accesso=4 giugno 2018}}</ref>. L'attuale edificio, di caratteristiche duecentesche, fu eretto sulle vestigia di uno più antico, del che sono testimoni gli atti custoditi nell'archivio parrocchiale. Negli anni successivi prese le forme di una vera e propria basilica e la sua fama crebbe, venendo citata nelle [[Bolla pontificia|bolle pontificie]] di [[papa Pasquale II]] e di [[papa Clemente III]] nel [[XII secolo]].


La basilica raggiunse il suo massimo ampliamento nel [[1618]] allorquando, per aumentarne la capienza, fu aggiunta una quarta [[navata]], oltre a quelle laterali del [[XIII secolo]], per volere dell'abate [[Cicerone De Blasis]]. Particolare che la contraddistingue è la presenza di due porte d'ingresso "quella degli uomini" e "quella delle donne"<ref>{{cita web|url=http://www.trasacco.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=65|titolo=Chiesa SS. Cesidio e Rufino - I portali|editore=Terre Marsicane|accesso=}}</ref>. Sebbene danneggiata dal [[terremoto di Avezzano]] del [[1915]], la basilica non ha perso il suo valore, e fu restaurata.
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Versione delle 13:36, 4 giu 2018

Basilica dei Santi Cesidio e Rufino
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Abruzzo
LocalitàTrasacco
IndirizzoPiazza Umberto I - Trasacco e Piazza Umberto I, Trasacco
Coordinate41°57′30.24″N 13°32′17.12″E / 41.9584°N 13.53809°E41.9584; 13.53809
Religionecattolica
TitolareSan Cesidio
Diocesi Avezzano
ConsacrazioneXIII secolo
FondatoreSan Cesidio
Sito webwww.basilicasanticesidioerufino.it

La basilica dei Santi Cesidio e Rufino è l'edificio di culto principale di Trasacco, in provincia dell'Aquila. La basilica ha la dignità di basilica minore[1] ed è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902.[2]

Storia

La facciata e il campanile

La tradizione vuole che la basilica sia stata eretta sui resti dell'antico palazzo imperiale di Claudio. Rufino vescovo, nel 237 circa iniziò i lavori della chiesa, affidandola al figlio Cesidio, martirizzato poi anch'egli, come il padre, insieme ai compagni di fede Placido ed Eutichio durante le persecuzioni romane. La chiesa primitiva sarebbe andata distrutta nel 936, a seguito di un'incursione degli Ungari, ma l'edificio sarebbe stato presto ricostruito[3]. L'attuale edificio, di caratteristiche duecentesche, fu eretto sulle vestigia di uno più antico, del che sono testimoni gli atti custoditi nell'archivio parrocchiale. Negli anni successivi prese le forme di una vera e propria basilica e la sua fama crebbe, venendo citata nelle bolle pontificie di papa Pasquale II e di papa Clemente III nel XII secolo.

La basilica raggiunse il suo massimo ampliamento nel 1618 allorquando, per aumentarne la capienza, fu aggiunta una quarta navata, oltre a quelle laterali del XIII secolo, per volere dell'abate Cicerone De Blasis. Particolare che la contraddistingue è la presenza di due porte d'ingresso "quella degli uomini" e "quella delle donne"[4]. Sebbene danneggiata dal terremoto di Avezzano del 1915, la basilica non ha perso il suo valore, e fu restaurata.

Esterno

La struttura, a pianta rettangolare irregolare; la facciata a capanna è assai povera, con una finestra a semicerchio e due rettangolari. Sulla destra sorge un compatto ed imponente campanile a pianta quadrangolare, e dalla forma piramidale, scandito in due livelli. Il secondo livello infatti, quello della cella campanaria, ha la forma di una torretta. La facciata è inoltre arricchita da un piccolo portale, conservatosi nella sua forma medievale nei secoli, con una copertura soprastante. Sul lato sinistro della basilica è posto una cappella, detta "oratorio della Concezione", e un portale trecentesco perfettamente conservato, detto "portale degli Uomini". Scandito a tre livelli con colonne tortili, è attorniato da due grifoni e da decorazioni floreali sui marmi.

Interno

L'interno è suddiviso in tre navate, avendo conservato l'impianto trecentesco. L'ambone è duecentesco, mentre la decorazione floreale a capriate scoperte e è barocca. Importante è il colonnato di pietra montana e la cappella dei santi di Trasacco, ove sono conservate le loro reliquie. Nel reliquiario d'argento, in particolare, si conserva il cosiddetto "braccio di san Cesidio". Tutte le reliquie vengono conservate con devozione e sono ben visibili[5].

Nell'oratorio si trovano i resti dei monumenti funerari dei Titecii, ovvero della gens Titecia, famiglia che fu a capo dell'amministrazione di Supinum, in epoca imperiale. Si tratta dei resti di un gruppo di lastre decorate da fregi d'armi e insegne militari[6].

Note

  1. ^ (EN) Catholic.org Basilicas in Italy
  2. ^ Elenco degli edifizi Monumentali in Italia, Roma, Ministero della Pubblica Istruzione, 1902. URL consultato il 27 maggio 2016.
  3. ^ Storia basilica Santi Cesidio e Rufino, su basilicasanticesidioerufino.it, Basilica Santi Cesidio e Rufino, 10 aprile 2012. URL consultato il 4 giugno 2018.
  4. ^ Chiesa SS. Cesidio e Rufino - I portali, su trasacco.terremarsicane.it, Terre Marsicane.
  5. ^ SS. Martiri Cesidio e Rufino (i documenti), su trasacco.terremarsicane.it, Terre Marsicane.
  6. ^ Campanelli, 2001, pp. 172-178.

Bibliografia

  • Adele Campanelli et al., Il tesoro del lago: l'archeologia del Fucino e la Collezione Torlonia, Pescara, Carsa edizioni, 2001, SBN IT\ICCU\UMC\0099815.
  • Muzio Febonio (con Giuseppe Cuciz), Vita dei Santi Cesidio e Rufino e Compagni Martiri di Trasacco, Tarcento, Stefanutti, 1926, SBN IT\ICCU\PBE\0040075.
  • Quirino Lucarelli, Biabbà: storia di una cultura subalterna ovvero abbecedario delle tradizioni…, Avezzano, Centro studi marsicani, 2003, SBN IT\ICCU\AQ1\0070369.
  • Paola Nardecchia, Pittori di frontiera: l'affresco quattro-cinquecentesco tra Lazio e Abruzzo, Pietrasecca di Carsoli, Associazione culturale Lumen, 2001, SBN IT\ICCU\BVE\0235769.

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