Manus: differenze tra le versioni

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La '''''manus''''' era presso gli [[antichi Romani]] il potere che il ''pater familias'' aveva sulla propria moglie e quella dei discendenti, se sposate con particolari modalità. Il titolare ne era il marito, se ''sui iuris'', o il ''pater'' di lui. Nel periodo antico, ''manus'' e matrimonio erano pressoché inscindibili, ma tale stretto rapporto venne meno a seguito del diffondersi del [[matrimonio romano#Le ''"nuptiae"'' ''sine manu''|matrimonio "consensuale"]] intorno al II sec. a.C. Con la costituzione della ''manus'' ('''''conventio in manum''''') la donna sposata veniva a trovarsi alla stregua di figlia rispetto al marito (''filiae loco''), di nipote rispetto all'eventuale suocero titolare della ''patria potestas'' (''neptis loco''), di sorella rispetto ai suoi stessi figli (''sororis loco'').
La '''''manus''''' era presso gli [[antichi Romani]] il potere che il ''pater familias'' aveva sulla propria moglie e quella dei discendenti, se sposate con particolari modalità. Il titolare ne era il marito, se ''sui iuris'', o il ''pater'' di lui. Nel periodo antico, ''manus'' e matrimonio erano pressoché inscindibili, ma tale stretto rapporto venne meno a seguito del diffondersi del [[matrimonio romano#Le "nuptiae" sine manu|matrimonio "consensuale"]] intorno al II sec. a.C. Con la costituzione della ''manus'' ('''''conventio in manum''''') la donna sposata veniva a trovarsi alla stregua di figlia rispetto al marito (''filiae loco''), di nipote rispetto all'eventuale suocero titolare della ''patria potestas'' (''neptis loco''), di sorella rispetto ai suoi stessi figli (''sororis loco'').


==Acquisto della manus==
==Acquisto della manus==

Versione delle 13:05, 20 mag 2018

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima isola della Papua Nuova Guinea, vedi Manus (isola).

La manus era presso gli antichi Romani il potere che il pater familias aveva sulla propria moglie e quella dei discendenti, se sposate con particolari modalità. Il titolare ne era il marito, se sui iuris, o il pater di lui. Nel periodo antico, manus e matrimonio erano pressoché inscindibili, ma tale stretto rapporto venne meno a seguito del diffondersi del matrimonio "consensuale" intorno al II sec. a.C. Con la costituzione della manus (conventio in manum) la donna sposata veniva a trovarsi alla stregua di figlia rispetto al marito (filiae loco), di nipote rispetto all'eventuale suocero titolare della patria potestas (neptis loco), di sorella rispetto ai suoi stessi figli (sororis loco).

Acquisto della manus

I modi di acquisto della manus erano tre: confarreatio, coemptio e usus.[1]

  • Usus: come previsto dalle XII tavole, si acquistava la manus sulla donna tenuta in casa come moglie per un anno ininterrotto. Per ragioni successorie, ciò poteva essere evitato facendo tornare la donna a casa del padre per tre giorni ogni anno (trinoctii usurpatio).[2]
  • Confarreatio: antica cerimonia, tipica dell'ambiente patrizio, in onore di Giove Farreo, dio protettore dell'agricoltura. L'uomo e la donna spezzavano il panis farreus (pane di farro) e lo consumavano insieme. Erano presenti alla cerimonia dieci testimoni e il Flamen Dialis.[3]
  • Coemptio: rappresentava la vendita della figlia da parte del pater familias al futuro marito o al pater di lui ove questo non fosse sui iuris. Non è altro che l'applicazione della mancipatio, opportunamente modificata affinché l'uomo non ottenesse la donna in mancipio, bensì in manu.[4]

Note

  1. ^ Gaio, Istituzioni, I, 110.
  2. ^ Gaio, Istituzioni, I, 111.
  3. ^ Gaio, Istituzioni, I, 112.
  4. ^ Gaio, Istituzioni, I, 113.

Bibliografia

  • Giovanni Pugliese (con la collaborazione di Francesco Sitzia e Letizia Vacca), Istituzioni di diritto romano. Sintesi, Torino, G. Giappichelli Editore, 1998, ISBN 9788834871775.

Collegamenti esterni