Predella: differenze tra le versioni

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[[Image:Santa Felicita, Neri di Bicci, Santa Felicita e i suoi sette figli, con predella (1464).JPG|thumb|250px|Esempio di un'opera con predella: ''Santa Felicita e i suoi sette figli'' ([[1464]]), [[Neri di Bicci]], sagrestia di [[chiesa di Santa Felicita|Santa Felicita]], [[Firenze]]]]
[[Image:Santa Felicita, Neri di Bicci, Santa Felicita e i suoi sette figli, con predella (1464).JPG|thumb|250px|Esempio di un'opera con predella: ''Santa Felicita e i suoi sette figli'' ([[1464]]), [[Neri di Bicci]], sagrestia di [[chiesa di Santa Felicita|Santa Felicita]], [[Firenze]]]]
La '''predella''' è una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare dipinte su [[pittura su tavola|legno]].
La '''predella''' è una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare [[pittura su tavola|dipinte su legno]].


La sua funzione era da un lato quella di coprire lo [[zoccolo (architettura)|zoccolo]] inefrire della cornice, dall'altro di corredate di scene accessorie la pittura principale.
La sua funzione era da un lato quella di coprire lo [[zoccolo (architettura)|zoccolo]] inefrire della cornice, dall'altro di corredate di scene accessorie la pittura principale.

Versione delle 00:26, 6 lug 2007

Esempio di un'opera con predella: Santa Felicita e i suoi sette figli (1464), Neri di Bicci, sagrestia di Santa Felicita, Firenze

La predella è una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare dipinte su legno.

La sua funzione era da un lato quella di coprire lo zoccolo inefrire della cornice, dall'altro di corredate di scene accessorie la pittura principale.

Tipico è per esempio il caso di polittici con figure dei Santi nella cui predella venivano dipinte scene della loro vita o anche scene della vita di Cristo in qualche modo collegate.

La predella più anytica della quale si abbia traccia in Italia è quella della Maestà dipinta da Duccio di Buoninsegna per l'alatre maggiore del Duomo di Siena nel 1308.

Non necessariamente predella e pala erano dipinte dallo stesso autore: a volte erano curate da allievi, altre dal maestro stesso, altre ancora poteva venir aggiunta in un secondo momento. A volte poi la predella dava l'opportunità di misurarsi con rappresentazioni più originali rispetto al soggetto rpincipale della pala, magari canonizzato dale richieste dei committenti.

Con il frequente smembramento e dispersione dei polittici tre-quattrocenteschi la predella era uno degli elementi che più facilmente veniva staccato, magari diviso e alienato.

Tra le predelle famose c'è quella con le Storie di San Giuliano dipinta da Masaccio nel 1423, di straordinaria vitalità espressiva.

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