Copyright Act: differenze tra le versioni

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Il ''Copyright Act'' del [[4 marzo]] 1909 (''An Act to amend and consolidate the Act respecting copyright'')<ref>la ''Section 15'' fu poi riformata dal ''Copyright Act'' del [[9 luglio]] 1926: Public n° 464-69th Congress-H. R. 10774)</ref> faceva obbligo per le voci depositate per una registrazione di ''copyright'', che la ''[[Library of Congress]]'' aveva il compito di decidere quali tipologie e singoli libri o altri articoli dovessero essere conferiti in copia alla collezione permanente del Congresso, ovvero trasferite alle biblioteche governative del [[Distretto della Columbia]] per essere rese lì consultabili.
Il ''Copyright Act'' del [[4 marzo]] 1909 (''An Act to amend and consolidate the Act respecting copyright'')<ref>la ''Section 15'' fu poi riformata dal ''Copyright Act'' del [[9 luglio]] 1926: Public n° 464-69th Congress-H. R. 10774)</ref> faceva obbligo per le voci depositate per una registrazione di ''copyright'', che la ''[[Library of Congress]]'' aveva il compito di decidere quali tipologie e singoli libri o altri articoli dovessero essere conferiti in copia alla collezione permanente del Congresso, ovvero trasferite alle biblioteche governative del [[Distretto della Columbia]] per essere rese lì consultabili.


Su domanda dell'autore, del proprietario del copyright, o di un detentore legale di diritti, dovevano essere restituite al richiedente le richieste di deposito (con relativa copia del documento) rimaste presso il ''Copyright Office'' dal 1929 al 1935, e non inoltrate alla Biblioteca del Congresso per tale tipo di valutazione. Ciò valeva per le richieste di qualsiasi natura purchè presentate a mezzo stampa e pubblicate (articoli, libri, composizioni musicali, fotografie, ritagli di fotografie, [[incisione|incisioni]], [[litografia|litografie]]), ''potendosi escludere fotografie identificative di opere d'arte, manoscritti e opere tetrali dattiloscritte''. L'atto dispone che, scaduti i termini per i detentori dei diritti, se ritenute opportune o utilio dalla ''Library of Congress'', le opere non sarebbero andate distrutte, ma rimaste in deposito presso il ''Copyright Office'', pubblicandone periodicamente un ''Catalog of Copyright Entries''<ref>{{cita web|url= https://books.google.it/books?id=Da8hAQAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=catalog+of+copyright+entries+1940-1943+part+i&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjS5IXn-ubZAhUDBSwKHZZlDl4Q6AEIFDAA|titolo= Catalog of Copyright Entries. New Series: 1940-1943|lingua= en|data= 1940|editore= Library of Congress|citazione= Includes Part 1, Books, Group 1, Nos. 1-12 (1940-1943)|accesso= 13 marzo 2018|p = 3}}</ref>.
Su domanda dell'autore, del proprietario del copyright, o di un detentore legale di diritti, dovevano essere restituite al richiedente le richieste di deposito (con relativa copia del documento) rimaste presso il ''Copyright Office'' dal 1929 al 1935, e non inoltrate alla Biblioteca del Congresso per tale tipo di valutazione. Ciò valeva per le richieste di qualsiasi natura purché presentate a mezzo stampa e pubblicate (articoli, libri, composizioni musicali, fotografie, ritagli di fotografie, [[incisione|incisioni]], [[litografia|litografie]]), ''potendosi escludere fotografie identificative di opere d'arte, manoscritti e opere tetrali dattiloscritte''. L'atto dispone che, scaduti i termini per i detentori dei diritti, se ritenute opportune o utilio dalla ''Library of Congress'', le opere non sarebbero andate distrutte, ma rimaste in deposito presso il ''Copyright Office'', pubblicandone periodicamente un ''Catalog of Copyright Entries''<ref>{{cita web|url= https://books.google.it/books?id=Da8hAQAAIAAJ&printsec=frontcover&dq=catalog+of+copyright+entries+1940-1943+part+i&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjS5IXn-ubZAhUDBSwKHZZlDl4Q6AEIFDAA|titolo= Catalog of Copyright Entries. New Series: 1940-1943|lingua= en|data= 1940|editore= Library of Congress|citazione= Includes Part 1, Books, Group 1, Nos. 1-12 (1940-1943)|accesso= 13 marzo 2018|p = 3}}</ref>.


=== Leggi UE e statunitensi successive ===
=== Leggi UE e statunitensi successive ===

Versione delle 01:38, 4 apr 2018

Il Copyright Act del 1976 è uno statuto limitato alla legislazione sul copyright degli Stati Uniti d'America e rimane la base primaria per la legge sul copyright al loro interno.

Approvato per via degli interessi delle Compagnie Cinematografiche di Hollywood (come per esempio la Walt Disney), prima dell'emanazione di questo Copyright Act si prevedeva che la durata del copyright fosse di 14 anni, quindi significava che dopo 14 anni chiunque poteva pubblicare un libro, una canzone affrontando solo i costi tecnologici dell'operazione.[senza fonte]

Cenni storici

Con il Computer Software Copyright Act del 12 dicembre 1980 si ebbe una revisione legislativa del Copyright Act del 1976, e questo nuovo testo per primo definì il software come opera soggetta al diritto d'autore, in quanto assimilabile ad una serie di istruzioni utilizzabili tramite un computer per ottenere un risultato, escludendo la brevettabilità del software per la mancanza di novità e originalità.

La durata del copyright fu ulteriormente estesa, in seguito, con l'approvazione della legge nota come Sonny BonoCopyright Term Extension Act nel 1998.

Atti federali precedenti

Il Copyright Act del 4 marzo 1909 (An Act to amend and consolidate the Act respecting copyright)[1] faceva obbligo per le voci depositate per una registrazione di copyright, che la Library of Congress aveva il compito di decidere quali tipologie e singoli libri o altri articoli dovessero essere conferiti in copia alla collezione permanente del Congresso, ovvero trasferite alle biblioteche governative del Distretto della Columbia per essere rese lì consultabili.

Su domanda dell'autore, del proprietario del copyright, o di un detentore legale di diritti, dovevano essere restituite al richiedente le richieste di deposito (con relativa copia del documento) rimaste presso il Copyright Office dal 1929 al 1935, e non inoltrate alla Biblioteca del Congresso per tale tipo di valutazione. Ciò valeva per le richieste di qualsiasi natura purché presentate a mezzo stampa e pubblicate (articoli, libri, composizioni musicali, fotografie, ritagli di fotografie, incisioni, litografie), potendosi escludere fotografie identificative di opere d'arte, manoscritti e opere tetrali dattiloscritte. L'atto dispone che, scaduti i termini per i detentori dei diritti, se ritenute opportune o utilio dalla Library of Congress, le opere non sarebbero andate distrutte, ma rimaste in deposito presso il Copyright Office, pubblicandone periodicamente un Catalog of Copyright Entries[2].

Leggi UE e statunitensi successive

Sulla base del WIPO Copyright Treaty del 1996, furono implementate il Digital Millennium Copyright Act negli Stati Uniti, e la Copyright Directive n. 29/2001 dall'Unione Europa, che riformarono il Sistema di Gestione del diritto d'autore. Il Digital Millennium Copyright Act (DMCA) rende illegali la produzione e la divulgazione di tecnologie, strumenti o servizi che possano essere usati per aggirare le misure di accesso ai lavori protetti dal copyright (anche conosciuti come DRM) ed inoltre criminalizza l'elusione di un dispositivo di controllo d'accesso, anche quando non vi sia un'effettiva violazione del diritto d'autore.
E' mitigato dall' Online Copyright Infringement Liability Limitation Act, che limita la responsabilità degli Online Service Provider (compresi dunque gli Internet Service Provider) e degli altri intermediari -non qualificati giuridicamente con precisione- che operano su Internet, ma non degli utenti, a patto che vengano osservate determinate procedure.

Proposte di legge
  • IPRED2 (proposta di Direttiva, ritirata nel 2010): prevedeva norme penali.
  • Proposta di Direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale 14.09.2016 COM(2016) n. 593[5]
  • Stop Online Piracy Act (1996, non approvato): nella stesura proposta avrebbe permesso ai titolari di copyright statunitensi di agire direttamente per impedire la diffusione di contenuti protetti, e al Dipartimento di Giustizia e ai titolari di copyright di procedere legalmente contro i siti web accusati di diffondere o facilitare le infrazioni del diritto d'autore.
  • Public Domain Enhancement Act (2006, proposta di legge): minitassa sul copyright elevato a 95 anni, pubblico dominio delle opere orfane.

Contenuto

Il Copyright Act spiega i diritti basilari del copyright legati ad un supporto, codifica la dottrina del "fair use" (uso consentito), e converte il termine del copyright su un'opera, da un periodo fisso, rinnovabile a richiesta, ad un periodo esteso basato sulla data della morte del creatore.

Con l'emanazione di questa legge, la durata del copyright venne prolungata:

  • 50 anni dalla morte del creatore;
  • 75 anni se appartenente ad una impresa.

Note

  1. ^ la Section 15 fu poi riformata dal Copyright Act del 9 luglio 1926: Public n° 464-69th Congress-H. R. 10774)
  2. ^ (EN) Catalog of Copyright Entries. New Series: 1940-1943, su books.google.it, Library of Congress, 1940, p. 3. URL consultato il 13 marzo 2018.
    «Includes Part 1, Books, Group 1, Nos. 1-12 (1940-1943)»
  3. ^ Corte di giustizia dell'Unione europea, Sentenza CGEU, caso Scarlet Extended e SABAM, su curia.europa.eu, 24 novembre 2011. URL consultato il 13 marzo 2018.
  4. ^ Bruxelles: comunicazioni e linee guida sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, su dmit.it, 29 dicembre 20178. URL consultato il 12 marzo 2018.
  5. ^ Statement AIB sulle riforme in materia di Copyright proposte nel 2016 dalla Commissione Europea, su aib-web.it, Roma, 27 gennaio 2017. URL consultato il 12 marzo 2018.

Bibliografia

  • Giorgio Jarach - Alberto Pojaghi Manuale del diritto d'autore Mursia editore ISBN 9788842538172 pag.364-377

Interprogetto

Collegamenti esterni

Voci correlate