Giuseppe Poggi: differenze tra le versioni

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Ritratto di Giuseppe Poggi (1889)

Giuseppe Poggi (Firenze, 3 aprile 1811Firenze, 5 marzo 1901) è stato un architetto e ingegnere italiano.

Biografia

prima versione del piano regolatore di Firenze redatto da Poggi nel 1865

È stato, almeno dai tempi di Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti, l'architetto che maggiormente ha influenzato il volto di Firenze odierno.

Inizialmente ricevette molte commissioni dalla nascente borghesia ottocentesca per la creazione, la ristrutturazione e l'ammodernamento di ville, palazzi e giardini (Villa Favard, Palazzo Gondi, Palazzo della Gherardesca...), dove operava in sodalizio con pittori come Annibale Gatti. In particolare ebbe successo per la sua qualità nel coniugare uno stile neo-rinascimentale, consono alla storia cittadina, con le nuove mode, soprattutto legate ai parchi all'inglese.

Firenze vista da piazzale Michelangelo
Palazzo del Lungarno Cellini

Nel 1864 ricevette il prestigioso incarico di studiare il nuovo assetto urbanistico di Firenze, iniziando il cosiddetto Risanamento: una volta abbattute le mura della parte nord realizzò i Viali di Circonvallazione, con alcune piazze scenografiche (Piazza Beccaria, Piazza della Libertà) dagli edifici raccordati stilisticamente sui lati, mentre al centro restavano in isole pedonali le antiche porte trecentesche. Nel Piazzale Donatello isolò il cimitero degli inglesi, circondato da cipressi in un insieme suggestivo che emozionò scrittori e pittori del romanticismo, come Arnold Böcklin, che vi si ispirò per il suo capolavoro dell'Isola dei morti.

In seguito creò sulla sponda opposta il viale dei Colli, ariosa passeggiata panoramica coronata dal Piazzale Michelangelo, forse il suo capolavoro.

È sepolto nel Cimitero di Trespiano di Firenze.

Suo fratello Enrico Poggi fu altra importante personalità del tempo.

Archivio personale

Le sue carte sono conservate in più sedi: La Biblioteca di Scienze tecnologiche (sede di Architettura) dell'Università degli studi di Firenze conserva il Fondo Giuseppe Poggi[1], composto da disegni che documentano i lavori edilizi per privati. L'Archivio di stato di Firenze conserva 77 unità e 171 piante[2]. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato conserva 2070 disegni in due fondi distinti[3].

Note

  1. ^ Fondo Giuseppe Poggi, su Università degli studi di Firenze. Chartae: fondi archivistici del Sistema bibliotecario di Ateneo. URL consultato il 7 dicembre 2017.
  2. ^ Archivio di Stato di Firenze. Elenco dei fondi di architettura arte e cultura contemporanee, su archiviodistato.firenze.it. URL consultato il 7 dicembre 2017.
  3. ^ Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. Archivio disegni, su sbap-fi.beniculturali.it.

Bibliografia

  • Loredana Maccabruni e Pietro Marchi (a cura di), Una capitale e il suo architetto. Eventi politici e sociali, urbenistici ed architettonici. Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, Firenze, Edizioni Polistampa, 2015.|
  • C. Del Lungo, Cenni sulla vita e sui lavori dell'architetto Giuseppe Poggi, Civelli, Firenze 1911.
  • F. Borsi, La capitale a Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, Colombo, Roma 1970.
  • C. Cresti-L. Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell'Ottocento, Uniedit, Firenze 1978, pp. 192-193.
  • E.M.Agostini, Giuseppe Poggi: la costruzione del paesaggio, Diabasis, Napoli 2004.
  • V. Arrighi, Scheda su Giuseppe Poggi, in Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana, a cura di E. Insabato, C. Ghelli, Edifir, Firenze 2007, pp. 297–300
  • F. Canali - V. C. Galati, con introduzione di Gabriele Morolli, L'Archivio privato professionale dei disegni di Giuseppe Poggi "Indice compendiario" storiografico-interpretativo, «Bollettino della Società di Studi Fiorentini, 20, 2011, pp, 12, 28.
  • F. Canali, Camillo Boito, Firenze e gli amici 'fiorentini':Giuseppe Poggi e Cesare Guasti (e gli epistolari inediti con Telemac Signorini, Ferdinando Martini, Aristide Nardini),«Bollettino della Società di Studi Fiorentini, 20, 2011, pp, 40, 87.

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