Dialetto lucerino: differenze tra le versioni

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Voce principale: Dialetti della Puglia.
Lucerino
Lucèrìne
Parlato inBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Puglia
Locutori
Totalecirca 35.000
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue italiche
  Lingue romanze
   Dialetti italiani meridionali
    Dialetti dauno-appenninici
     Lucerino
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
"I figghje quanne i crissce te sò figghje, quanne sò cressciúte te sò parinde, quanne se nzorene te sò ninde"

Dove è parlato il lucerino

Il dialetto lucerino, parlato nella città di Lucera e in alcune frazioni limitrofe, rientra nei dialetti pugliesi settentrionali (dauno-appenninici), a loro volta facenti parte dei dialetti italiani meridionali, che comprendono ad esempio la lingua napoletana. Nell'impianto generale di derivazione greco-latina, il lucerino ha assorbito vocaboli dall'arabo, dal francese, dallo spagnolo e dal tedesco[1]. Presenta le maggiori affinità con gli altri dialetti dauno-appeninici e con i dialetti garganici[2].

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Lucera.

La colonizzazione greca e poi romana di Lucera ha influenzato in modo notevole l'idioma cittadino. Sarà comunque il periodo medievale, in particolare le dominazioni saracene ed angioine, a far acquisire al lucerino un carattere molto singolare, con un importante arricchimento dei vocaboli[3], che lo differenziano dagli altri parlati del Tavoliere, del Subappenino Dauno e del Gargano[4]. In opposizione ai Saraceni, attorno al 1275, Carlo d'Angiò raccolse, all'interno della Fortezza svevo-angioina di Lucera, circa 140 famiglie francoprovenzali, che successivamente si stabilirono nei centri vicini di Faeto e Celle San Vito, dove ancora oggi è parlata la lingua francoprovenzale. Tutti questi cambiamenti furono decisivi per lo sviluppo del dialetto lucerino, in particolare il periodo arabo che ha lasciato una notevole impronta nel parlato cittadino, basti pensare alla forma ijà! tuttora usata.

Esempi linguistici

Di seguito alcuni esempi del dialetto lucerino:

  • Alijà, usato per indicare l'atto di sbadigliare per fame o per sonno. Originariamente dal latino halitus, poi dallo spagnolo alear[5];
  • Ijà!, termine arabo, usato come intercalare[6];
  • Mafissce!, esclamazione usata per dire "non ce n'è più, niente", dall'arabo māfīš;
  • Mammalucche, usato per indicare una persona goffa, sciocca, sottomessa. Deriva dall'arabo mamluk (posseduto, schiavo)[7];
  • Scarceofele (carciofo), dal greco "kyndra" (cinara); poi dall'arabo "kharshuf", sciocco, minchione, fuoco d'artificio che gira vorticosamente prima di dirigersi verso l'alto)[8].

Poesia

Il dialetto lucerino rientra nei dialetti dauno-appenninici (IIIa) nel sistema dei dialetti italiani meridionali

Il lucerino è stato utilizzato da diversi poeti locali. Si elencano alcune pubblicazioni.

  • Enrico Venditti, Poesie in dialetto lucerino, Lucera, Catapano, 1965
  • Enrico Venditti, Giuvanne e Frangische, Tip. Catapano, Lucera, 1971
  • Enrico Venditti, U cacc’e mitte, Tip. Catapano, Lucera, 1972
  • Enrico Venditti, A tramúte, Tip. Catapano, Lucera, 1974
  • Enrico Venditti, Tantannarrète, Tip. Catapano, Lucera, 1977
  • Costantino Catapano, Na zènn d lucerin, Lucera, Catapano, 1980, rist. 2004
  • Lella Chiarella, A ruchele d’u Castille, Lucera, Orion, 1980
  • Zefferino Di Gioia-Fiorenzo Fattibene, Citte citte ammizz'a Chiazze, Edistampa, Lucera, 1982
  • Zefferino Di Gioia-Fiorenzo Fattibene, 'Ndò sckoppa 'ndrone, Edistampa, Lucera, 1984
  • Lella Chiarella, I trascurze mammanonne, Lucera, Catapano, 1984
  • Enrico Venditti, Vecchio Ferragosto Lucerino, Ed. C. Catapano, Lucera, 1985
  • Enrico Venditti, U mègghie poste, Tip. Catapano, Lucera, 1987
  • Lella Chiarella, Jurne pe jjurne. Poesie in dialetto lucerino (a cura di Domenico D'Agruma), Lucera, Orion, 2000
  • Pasquale Zolla, Keléure è mmore d’u pajèse mìje, Lucera, 2001

Teatro e musica

Dagli ultimi decenni degli anni Novanta, un ruolo importante nella trasmissione del dialetto lucerino è svolto del Gruppo teatrale "Amici dell'Arte"[9], guidato da Germano Benincaso dal 1969. Il gruppo ha portato in scena numerose commedie con adattamenti in vernacolo lucerino, e opere inedite realizzata dal Benincaso. La prima opera data alle stampe è Ze Necole (Tip. Catapano, Lucera, 1975); a seguire altre quattordici commedie tra le quali Mast don Tubbije (Tip. Catapano, Lucera, 1976) e Nu marijule onèste (Tip. Re-me-Graf, Foggia, 1982).

Nel 1993 il gruppo ha pubblicato anche il cd E so’ Lucera ancòre: arie, stornelli e canti lucerini.[10]

Di seguito la prima strofa di Stornelli lucerini e la relativa traduzione in italiano:

(LUCERINO)

«Teneme nu Castille
sop' a na bèlla coppe;
d'abbasce l'è guardà
pecchè 'nze pò 'nghianà.
Po' stace ' Anfitèatre,
pèrò si vin'a sere,
tu nenn u puje truva
pecchè luce 'nge ne stà.
Rit. Lariulì, lariulà;
lariulì, lariulì, là, là.»

(IT)

«Abbiamo un Castello
sopra un bel colle;
dal basso lo devi guardare
perché non si può salire
Poi c'è l'Anfiteatro,
però se vieni la sera,
tu non lo puoi trovare
perché luce non ce n'è.
Rit. Lariulì, lariulà;
lariulì, lariulì, là, là.»

Note

  1. ^ Dialetto Lucerino
  2. ^ Francesco Piccolo. Il dialetto di Lucera (Foggia). Pisa,1939
  3. ^ Dionisio Morlacco, Dizionario del dialetto di Lucera, Lucera, 2015
  4. ^ Francesco Piccolo. Il dialetto di Lucera (Foggia). Pisa,1939, pag. 3
  5. ^ Dialetto Lucerino
  6. ^ I Cunde, M'Arrecorde
  7. ^ Dialetto Lucerino
  8. ^ Dialetto Lucerino
  9. ^ Amici dell'Arte
  10. ^ "...E sò' Lucere ancòre"
  11. ^ Stornelli lucerini

Bibliografia

  • G.M. Rufo, U sdragh, in "Luceria", A. I, marzo, fasc. 2, Tip. Frattarolo, Lucera, 1910
  • Francesco Piccolo, Il dialetto di Lucera (Foggia), in L'Italia dialettale. Rivista di dialettologia italiana, vol. XIV-XV, Anno 1938-39, Tip. G. Cursi e F., Pisa, 1939
  • Maria Luisa de Peppo, La fonetica, la morfologia e la sintassi del dialetto di Lucera, Tesi di laurea in Lettere, Univ. degli Studi di Bologna, A. A. 1942-43; La cadenza melodiosa nel dialetto di Lucera, in Saggi linguistici dell'Istituto di Glottologia
  • Enrico Venditti, Ciacianella. Vicende e personaggi della vecchia Lucera, Lucera, Catapano, 1969
  • Maria Giuseppa Del Gaudio, Fonetica, fonematica e lessico nel dialetto di Lucera, Tesi di laurea, Univ. degli Studi di Chieti, A. A. 1977-78
  • Michele Melillo, Lucera e i Saraceni: problemi di lingua e storia, Lucera (lezione tenuta in occasione della V Settimana di Studi Pugliesi, 9.5.1980)
  • Enrico Venditti, Luceríne ’mbocaciùcce, Tip. Catapano, Lucera, 1980
  • Lella Chiarella-Mimmo D'Agruma, Proverbi lucerini, motti e modi di dire, Lucera, Edistampa, 1981
  • Enrico Venditti, Ciacianella 2, Lucera, Catapano, 1983
  • Michele Dell'Anno (a cura di), U matremoneje de Seppine e Mariuccia, III Scuola Media Statale di Lucera, 1983
  • Pasquale Zolla, Maste Frangiscke u scarpare, Lucera, Edistampa, 1984
  • Pasquale Zolla, 47: murte che parle, Lucera, Edistampa, 1985
  • Dionisio Morlacco, Chi campa véde. Profili di popolani, Lucera, Catapano, 1987
  • Pasquale Zolla, U munn’è fatt’a pesature, Lucera, Catapano, 1988
  • Michele Urrasio, Enrico Venditti, Lucera, Catapano, 1989
  • Pasquale Zolla, Nucére, pajése de Sanda Marije, Lucera, Edistampa, 1991
  • Lella Chiarella-Mimmo D'Agruma, U farnale. Arguzia ironia estro nel dialetto di Lucera, Lucera, Edistampa, 1991
  • Le parole della memoria. Antologia della poesia dialettale della Daunia, Lucera, 1992
  • Dionisio Morlacco, Bazar Tripoli. Noterelle di costume, Lucera, Catapano, 1994
  • Raffaele Montanaro, I mestire de ‘na vote (I mestieri di una volta), Lucera, 1998
  • Lella Chiarella-Mimmo D'Agruma, Racconti, favole e leggende popolari di Lucera, Lucera, Orion, 2002
  • Romano Petroianni, U murare. Interiezioni, locuzioni ed espressioni in dialetto lucerino, Lucera, Scepi, 2004
  • Pasquale Zolla, Parle kume t'ha fatte mammete: Dizionario enciclopedico/etimologico del dialetto di Lucera, Tip. Catapano, Lucera, 1ª Ed. 2005, rist. 2014
  • Romano Petroianni, Na defreschate de cape, Lucera, 2007
  • Raffaele Montanaro, Ati timbe (Altri tempi), Lucera, 2007
  • Pasquale Zolla, Ce stéve ‘na vóte... a’kkussì s’akkundav’ a Llucére, Lucera, Catapano, 2007
  • Pasquale Zolla, Pe ‘na bbèlla fèmmene... dicianne de uèrre(traduzione dell’Iliade di Omero), Lucera, 2009
  • Enrico Venditti, Cifre di memoria. Poesie e saggi per la cultura e la storia (a cura di Giuseppe Trincucci), Foggia, Litostampa, 2009
  • Giuseppina Bellucci, Le tradizioni popolari di Lucera, Appunti di etnografia e civiltà nel 1950, Grafiche Quadrifoglio, Foggia, 2011
  • Poveri ma felici. Lucera di una volta nei racconti di Vincenzo Palumbo (a cura di Massimiliano Monaco), Lucera, Catapano, 2013
  • Donna Cuncettella e Donna Rusaria. Dialoghi in dialetto lucerino (a cura di Giuseppe Trincucci), Lucera, Catapano, 2014
  • Dionisio Morlacco, Dizionario del dialetto di Lucera, Lucera, 2015
  • Lino Zicca-Lino Montanaro, Bar De Chiara. Storie da bar: un album di ricordi, di fatti, di fantasie, di aneddoti e di personaggi, Lucera, Catapano, 2016
  • Aldo Pedicino, Terra mia. Grammatica, poesia e modi di dire in dialetto lucerino (a cura di Massimiliano Monaco), Lucera, 2016
  • Aldo Pedicino, Vocabolario lucerino, dattiloscritto presso la Biblioteca Comunale di Lucera

Voci correlate

Collegamenti esterni