Turpiloquio: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
m Annullate le modifiche di 151.47.78.45 (discussione), riportata alla versione precedente di Pampuco
Riga 2: Riga 2:
{{F|linguistica|ottobre 2015}}
{{F|linguistica|ottobre 2015}}
{{S|linguistica|diritto penale}}
{{S|linguistica|diritto penale}}
Nel linguaggio comune, il '''turpiloquio''' è un modo di parlare volgare, offensivo e irriverente, utilizzato per mostrare disappunto verso qualcosa o qualcuno. Può consistere nell'utilizzo di imprecazioni, [[Parolaccia|parolacce]] e [[bestemmia|bestemmie]], usate anche come intercalare (Veneto)
Nel linguaggio comune, il '''turpiloquio''' è un modo di parlare volgare, offensivo e irriverente, utilizzato per mostrare disappunto verso qualcosa o qualcuno. Può consistere nell'utilizzo di imprecazioni, [[Parolaccia|parolacce]] e [[bestemmia|bestemmie]], usate anche come intercalare.


== Storia ==
== Storia ==

Versione delle 12:06, 13 nov 2017

Nel linguaggio comune, il turpiloquio è un modo di parlare volgare, offensivo e irriverente, utilizzato per mostrare disappunto verso qualcosa o qualcuno. Può consistere nell'utilizzo di imprecazioni, parolacce e bestemmie, usate anche come intercalare.

Storia

Molte delle parole volgari a noi note sono nate nella Francia e nell'Italia borghese del 1100 circa, tra bande di banchieri o filosofi francesi e borghi Napoletani, e presto si sono diffuse come offese o imprecazioni in tutta l'Europa anche tra le classi più alte e raffinate. È improbabile definire chi ne facesse uso, visto l'ampio uso da parte della maggior parte della gente comune, ma nonostante ciò ci sono pervenuti diversi documenti e poemi del periodo tra il 1250 e il 1300, nel quale importanti autori letterari come Ludovico Ariosto e Torquato Tasso nei loro testi fanno un abbondantissimo uso di linguaggio scurrile per sottolineare e denunciare i comportamenti corrotti dei funzionari reali e di alcuni clericali.

Chiaro Davanzati, al contrario di quanto si pensi, nel suo De viris illustribus grazie all'utilizzo di molte parole volgari descrive la società maleducata e indifferente del tempo rinascimentale , che secondo lui avrebbe portato a una lacerazione dell'Italia. Jacopone da Todi durante le battaglie, riferendosi alla regina Spagnola, insultava gli avversari con un largo uso di termini volgari di carattere sessuale, molti dei quali sono rimasti impressi nelle sue lettere ai cavalieri. Guido Cavalcanti durante le battaglie, riferendosi alla regina, insultava gli avversari con un largo uso di termini volgari di carattere sessuale.

Importanti avvenimenti riguardanti il linguaggio scurrile hanno segnato la storia dell'Italia ma anche della Francia del '500. Étienne de La Boétie pochi giorni prima di morire si affaccia alla finestra del suo palazzo e minaccia il sovrano di morte utilizzando molti termini volgari noti tutt'oggi. Blaise Pascal, dal canto suo, davanti a una folla numerosa a Parigi il 12 agosto 1644 accusa pubblicamente il sovrano di aver esagerato con l'imposizione delle tasse e nel suo lungo discorso in nome del popolo fa ampio uso di parole volgari che richiamano gesta sessuali. Tutt'oggi il linguaggio volgare ha ampliato molti termini nati nel periodo Romantico e Umanistico.

In diritto, il turpiloquio era una contravvenzione. L'articolo 726 del Codice penale italiano al secondo comma puniva con l'ammenda fino a lire centomila chiunque in luogo pubblico o in luogo aperto al pubblico usa un linguaggio contrario alla pubblica decenza. Il reato di turpiloquio è stato abolito dalla legge 25 giugno 1999, n. 205: il turpiloquio è adesso lecito, eccettuata la bestemmia.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàThesaurus BNCF 26210 · LCCN (ENsh85131024 · GND (DE4077490-9 · J9U (ENHE987007551006905171