Grande Macchia Bianca: differenze tra le versioni

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== Collegamenti esterni ==
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* [http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/1991/04/ 1990/1] immagine del telescopio spaziale Hubble
* [http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/1991/04/ 1990/1] immagine del telescopio spaziale Hubble
* [http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap060127.html 2006:] osservata con un telescopio da 12" da degli astrofili nei pressi di Parigi.
* [http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap060127.html 2006:] osservata con un telescopio da 12" da astrofili nei pressi di Parigi.
* {{cita web|http://www.nasa.gov/vision/universe/solarsystem/Saturn_storm.html|Volunteers Help NASA Track Return of the Dragon}}
* {{cita web|http://www.nasa.gov/vision/universe/solarsystem/Saturn_storm.html|Volunteers Help NASA Track Return of the Dragon}}
* {{cita web|url=http://www.spacetelescope.org/bin/images.pl?searchtype=freesearch&string=Great+White+Spot|titolo=The Great White Spot at ESA/Hubble|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070930024231/http://www.spacetelescope.org/bin/images.pl?searchtype=freesearch&string=Great+White+Spot|dataarchivio=30 settembre 2007}}
* {{cita web|url=http://www.spacetelescope.org/bin/images.pl?searchtype=freesearch&string=Great+White+Spot|titolo=The Great White Spot at ESA/Hubble|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070930024231/http://www.spacetelescope.org/bin/images.pl?searchtype=freesearch&string=Great+White+Spot|dataarchivio=30 settembre 2007}}

Versione delle 19:45, 3 ott 2017

Grande Macchia Bianca (Grande Ovale Bianco o GWS, acronimo dell'inglese Great White Spot) è il nome assegnato, per analogia con la Grande Macchia Rossa di Giove a delle tempeste periodiche di colore biancastro che si manifestano nell'emisfero boreale di Saturno e appaiono abbastanza grandi da risultare visibili dalla Terra mediante l'uso di telescopi. L'estensione di queste tempeste può raggiungere alcune migliaia di chilometri.

Caratteristiche e cause

Una Grande Macchia Bianca ripresa poco a nord dell'equatore di Saturno il 1º dicembre 1994 dal telescopio spaziale Hubble.

Le Grandi Macchie Bianche sono degli eventi che si verificano principalmente nell'emisfero settentrionale di Saturno.[1] Esse si formano inizialmente come delle macchie quasi anonime, per poi espandersi rapidamente in longitudine, arrivando talvolta a costituire una fascia che circonda tutto il pianeta.[2] Le attuali teorie suggeriscono che le Grandi Macchie Bianche siano delle massicce correnti ascensionali, originate probabilmente da instabilità termiche.[3]

La coincidenza della formazione delle Grandi Macchie Bianche con il solstizio "estivo" di Saturno è stata considerata come la prova che il maggior responsabile di questi fenomeni sia l'insolazione, anche se è stata notata una certa frequenza di questi fenomeni atmosferici nel tempo successivo al solstizio "invernale" boreale. Non è ancora noto se simili fenomeni si verifichino durante il solstizio invernale, in quanto gli anelli costituiscono un impedimento alla visuale del pianeta dalla Terra.[4]

Frequenza

Il fenomeno presenta una periodicità che si aggira sui 28,5 anni, quando l'emisfero nord di Saturno è maggiormente rivolto verso il Sole. La seguente è una lista delle osservazioni registrate di Grandi Macchie Bianche; gli anni in cui sono apparse considerati parte del ciclo sono 1876, 1903, 1933, 1960 e 1990.

Il perché nessuna macchia sia stata registrata prima del 1876 è un mistero, in qualche modo simile alla lunga mancanza di dati relativi alla Grande Macchia rossa nel XVIII e nella prima parte del XIX secolo; la Macchia del 1876 fu molto prominente, risultando visibile anche con telescopi di apertura 60 mm.[6]

Mark Kidger ha descritto nel 1992 due significative tipologie di GWS:

  1. GWS alternate in latitudine, che appaiono solamente a latitudini a nord della regione temperata settentrionale (NTZ) o in corrispondenza della regione equatoriale.
  2. GWS di alte latitudini, che ricorrono più frequentemente rispetto a quelle alternate in latitudine (~27 anni contro i ~30 delle alternate); esse tendono ad essere meno prominenti delle loro controparti equatoriali.

Sulla base dei queste apparenti regolarità, Kidger ha previsto che la prossima GWS apparirà nella NTZ nel 2016 e probabilmente sarà meno appariscente di quella comparsa nel 1990.[7]

Note

Bibliografia

  • Mark Kidger, The 1990 Great White Spot of Saturn, in Patrick Moore (a cura di), The 1993 Yearbook of Astronomy, New York, W.W. Norton & Company, 1992, pp. 176-215.
  • Dinah Moché, Chapter 9: Planets, in Astronomy: a self-teaching guide, 4ª ed., John Wiley & Sons, 1996, p. 245, ISBN 0-471-53001-8.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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