Collisione aerea di Ascoli: differenze tra le versioni

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Incidente aereo di Ascoli
Un Panavia Tornado del 6º Stormo.
Tipo di eventoincidente
Data19 agosto 2014
Ora16.30 circa
TipoCollisione in volo
LuogoPoggio Anzù, tra Venarotta e Roccafluvione, (Ascoli Piceno)
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate42°51′16″N 13°30′41″E / 42.854444°N 13.511389°E42.854444; 13.511389
Vittime4
Primo aeromobile
Numero di voloFreccia 21
Tipo di aeromobileTornado IDS MLU
OperatoreAeronautica Militare
Numero di registrazioneMM7009[1]
PartenzaAeroporto di Brescia-Ghedi
DestinazioneAeroporto di Brescia-Ghedi
Equipaggio2
Vittime2
Secondo aeromobile
Numero di voloFreccia 11
Tipo di aeromobileTornado IDS MLU
OperatoreAeronautica Militare
Numero di registrazioneMM7087[2]
PartenzaAeroporto di Brescia-Ghedi
DestinazioneAeroporto di Brescia-Ghedi
Equipaggio2
Vittime2
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Collisione aerea di Ascoli
[3]
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L'incidente di Ascoli è un incidente aereo verificatosi durante un'esercitazione operativa il 19 agosto 2014 sull'Appennino marchigiano, a poca distanza da Ascoli Piceno.

Lo scontro ha coinvolto due cacciabombardieri Panavia Tornado del 6º Stormo dell'Aeronautica Militare e ha causato la morte di entrambi gli equipaggi. È la prima collisione in volo tra due velivoli di questo tipo mai registrata.[4]

Le indagini sulle cause dell'incidente sono state affidate alla Procura di Ascoli Piceno e alla Procura Militare di Verona. Le perizie depositate 13 mesi dopo l'incidente avrebbero evidenziato carenze organizzative, tecniche e di pianificazione tuttora al vaglio degli inquirenti.[5].

La missione

I due velivoli, entrambi Tornado IDS appartenenti al 154º Gruppo CBOC (Cacciabombardieri Ognitempo Convenzionali) Diavoli Rossi, erano decollati dall'Aeroporto di Brescia-Ghedi alle 15.22 e alle 15.27 per due missioni separate di bombardamento in volo BBQ (Bassa e Bassissima Quota)[6].

Durante l'estate 2014 lo Stormo aveva anche il compito di preparare gli equipaggi degli IDS alla Steadfast Noon / Strikeval 2014, una certificazione annuale in ambito NATO mirata al coordinamento delle diverse forze dell'alleanza durante il dispiegamento di ordigni nucleari, la quale era prevista per il mese di ottobre.[7]

Scopo dell'esercitazione, che primariamente mirava alla combat readiness di piloti e navigatori, era quello di colpire due obiettivi a terra separati l'uno dall'altro da circa 28 miglia (52 km) di distanza[8] in direttrice nord-sud sull'Appennino centrale tra Marche e Abruzzo (alla periferia di Sarnano per Freccia 11 e a ovest della zona industriale di Teramo per Freccia 21), simulando una penetrazione tattica in territorio nemico e lo sgancio di armi nucleari[9].

I velivoli erano stati coinvolti nell'aggiornamento di metà servizio (MLU, Mid-Life Update) e già da qualche anno erano operativi con una quantità di apparati per la sicurezza e la navigazione di ultima generazione, tra cui un trasmettitore di posizione d'emergenza (ELT, Emergency Location Trasmitter) e un sistema multiplo di distribuzione delle informazioni (MIDS, Multi-Information Distribution System) che di fatto rendeva gli strumenti del velivolo interconnessi con il comando di terra tramite data-link.[10] Uno dei due velivoli (MM7087) era stato il primo a essere consegnato allo Stormo con tali capacità operative, da parte di Alenia Aermacchi, poco meno di quattro anni prima.[11]

L'area scelta per l'esercitazione, definita Area Tattica Marche Sud, prevede durante il giorno una quota minima di 500ft sopra il livello del suolo, con specifiche restrizioni di velocità, orario, direzione di approccio e comportamento in volo[12]. I velivoli, come d'altronde previsto per tale tipo di missione, non trasportavano alcun tipo di carico bellico offensivo, né da lancio, né di caduta[6]; in tali casi è infatti previsto solo l'equipaggiamento difensivo, costituito da chaff e flares.

L'incidente

Il contatto tra i due velivoli è avvenuto attorno alle 16.30 a un'altitudine di circa 1.000 piedi, su una zona collinare boschiva priva di abitazioni tra le località Casamurana, Tronzano e Poggio Anzù di Venarotta, causando l'esplosione del carburante e la disintegrazione degli apparecchi.[13]

I soccorsi, costituiti da personale di Aeronautica, Vigili del Fuoco e Corpo Forestale, Carabinieri, Polizia per un totale di più di 200 persone[13], hanno messo in breve tempo la zona in sicurezza e hanno provveduto a transennare la zona per consentire il recupero dei corpi, compito affidato principalmente a squadre del Soccorso alpino provenienti da sei regioni.[14]

Oltre ai quattro aviatori, che non ebbero il tempo di azionare il seggiolino eiettabile,[13] non sono state registrate vittime a terra.

Il corpo di Mariangela Valentini, uno dei due piloti, fu rinvenuto sotto una porzione della carlinga del proprio velivolo. Esso fu l'ultimo a essere recuperato dei quattro coinvolti, in quanto ancora materialmente legato al proprio seggiolino eiettabile armato, e per di più si trovava in un canalone scosceso[14]; pertanto, fu necessario attendere una squadra di artificieri del 17º Stormo incursori di Furbara affinché fosse possibile disinnescare il meccanismo di eiezione, portare i resti a valle e ricomporne la salma all'obitorio di Ascoli.

Gli equipaggi

I quattro aviatori coinvolti nell'incidente erano ufficiali di esperienza, da anni in servizio operativo e con incarichi di comando.

Freccia 21

Il primo velivolo decollato (callsign: Freccia 21[15]) aveva ai comandi il capitano pilota Mariangela Valentini (Borgomanero, 14 settembre 1982) e il capitano navigatore Piero Paolo Franzese (Benevento, 22 marzo 1979).

Valentini aveva frequentato il corso normale Borea V dell'Accademia Aeronautica (dove per qualche tempo aveva avuto modo di lavorare come Ufficiale Addetto al Comando 1º Corso Normale nel 2012), era pilota militare dal 2006 e volava sul Tornado dal 2009. Era stata schierata a Herat nell'ambito delle operazioni ISAF in Afghanistan e aveva preso parte all'intervento militare in Libia del 2011. Nel quadro del 6º Stormo, era stata comandante della 395ª e della 396ª Squadriglia.[16] Valentini è stata la prima donna delle Forze Armate italiane a perdere la vita in servizio[17].

Franzese era ex-allievo della Scuola militare Nunziatella di Napoli ed era in Aeronautica da 16 anni. Entrato in Accademia col corso normale Zodiaco IV, si era laureato in Scienze politiche. Brevettatosi navigatore militare nel 2005 presso la Naval Air Station di Pensacola (Florida), operava dall'anno successivo sui Tornado e aveva avuto una lunga serie di incarichi di comando nell'ambito del Reparto, tra cui quello del Nucleo Voli e Statistica, della Sezione Pianificazione, Navigazione e Radar-predizione, nonché della 395ª Squadriglia. Come la Valentini, nel 2011 era stato rischierato a Trapani-Birgi nel quadro dell'operazione Unified Protector, in qualità di navigatore squadriglia volo. Era sposato e aveva un figlio.[16]

Freccia 11

Il secondo velivolo decollato (callsign: Freccia 11[15]) aveva ai comandi il capitano pilota Alessandro Dotto (Ivrea, 28 giugno 1983) e il capitano navigatore Giuseppe Palminteri (Palermo, 5 febbraio 1978).

Dotto, proveniente dal corso normale Drago V dell'Accademia, era pilota militare dal 2008 e aveva completato la transizione sul Tornado nel 2011. Era stato promosso a capitano meno di due anni prima dell'incidente.[16] Da quanto emerso nel corso delle prime indagini, Dotto avrebbe dovuto essere a terra, quel giorno; infatti, stava sostituendo un altro pilota, che aveva rinunciato a decollare perché indisposto.[15]

Palminteri, entrato in Aeronautica lo stesso anno di Franzese e suo collega di corso, era anch'egli laureato in Scienze politiche e si era brevettato navigatore militare nel 2005. Aveva prestato servizio nel contingente ISAF in Afghanistan, da maggio a ottobre 2011, e in Libia, nel quadro dell'operazione Unified Protector. Ricopriva il grado di capitano nel 2008 e, nell'ottica di un avanzamento al ruolo degli ufficiali superiori, aveva frequentato nel 2013 il 79º Corso Normale presso l'Istituto di scienze militari aeronautiche.[16]

L'inchiesta

La Procura di Ascoli Piceno avviò nei giorni immediatamente successivi all'incidente un'inchiesta tecnica in collaborazione col Ministero della difesa[17] con l'obiettivo di stabilire le esatte cause della tragedia.

Nel luglio 2015 gli ufficiali comandanti Mario Pica e Giuliano Currado, incaricati dalla Procura di effettuare la perizia, consegnarono un dossier alla Procura stessa, partendo da tutti i dati disponibili provenienti dalle scatole nere (Flight Data Recorder) che hanno registrato i dati di volo dei due Tornado, dai tracciati radar militari e civili, nonché dall'unico CVR (Cockpit Voice Recorder) recuperato dal luogo dello schianto, contenente le registrazioni audio-video di una delle due cabine di pilotaggio.[18]

Dal dossier emerse che durante il volo non ci sarebbero state comunicazioni con gli equipaggi, pertanto che i due piloti non sarebbero stati a conoscenza della loro reciproca posizione. Non escludendo problemi di natura tecnica sulla strumentazione di bordo, i periti conclusero che Valentini e Dotto avrebbero volato a vista e senza un'adeguata assistenza da terra, evidenziando pertanto gravi "carenze organizzative", per le quali gli ufficiali periti segnalarono al pubblico ministero cinque possibili responsabili tra gli ufficiali incaricati alla pianificazione e al controllo della missione [18] da iscrivere nel registro degli indagati per i reati di disastro e omicidio colposo[5].


Note

  1. ^ Aircraft MM7009 Data, da airport-data.com
  2. ^ ASN Wikibase Occurrence # 168898, da aviation-safety.net
  3. ^ Tornado precipitati, continuano le ricerche, da aeronautica.difesa.it, 20 agosto 2014.
  4. ^ Scontro Tornado, «l’aereo fuori posto era quello di Mariangela Valentini», da corriere.it, 19 ottobre 2014.
  5. ^ a b Scontro tra tornado ad Ascoli, «Cinque possibili responsabili», da corriere.it, 1 ottobre 2015.
  6. ^ a b Incidente Tornado ad Ascoli Piceno, la verità sui voli a bassa quota, da fromtheskies.it, 25 agosto 2014.
  7. ^ Cambio di comando al 6º Stormo, da difesaonline.it, 14 settembre 2015.
  8. ^ Scontro Tornado, imprudenza e omissioni, da ansa.it, 2 ottobre 2015.
  9. ^ "I due tornado si schiantarono in volo per un errore organizzativo". Le carte dell’inchiesta, da notizie.tiscali.it, 13 maggio 2016
  10. ^ Tonking with the Italians, da jetwashaviationphotos.com, 4 agosto 2014
  11. ^ Consegnato all'AM il primo Tornado 'Full MLU', da aeroporti.com, 27 gennaio 2011
  12. ^ Il Traffico Aereo Operativo, Aeronautica Militare, Reparto Addestramento Assistenza al Volo, ed.2001.
  13. ^ a b c Scontro caccia - la salma di Mariangela Valentini era quasi “abbracciata” all’aereo che era la sua vita, da meteoweb.eu, 23 agosto 2014
  14. ^ a b Tornado caduti, quattro croci e un mistero, dal Giornale di Brescia, 23 agosto 2014
  15. ^ a b c Scontro tra Tornado, la perizia: uno dei piloti non doveva essere sul jet, da brescia.corriere.it, 2/10/2015.
  16. ^ a b c d I 4 capitani dell’aeronautica vittime dell’incidente nei pressi di Ascoli, da corriere.it, 20 agosto 2014.
  17. ^ a b Tornado, trovati resti di due piloti. Pinotti: "Rispettati standard sicurezza", da repubblica.it, 20 agosto 2014.
  18. ^ a b Collisione aerei militari, i periti: "Non fu colpa dei piloti. A terra i possibili responsabili", da repubblica.it, 2 ottobre 2015.


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