Papa Leone VIII: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
=== Un laico alla corte papale ===
=== Un laico alla corte papale ===
Romano di nascita, figlio del protoscrinario Giovanni<ref name=":0">{{Cita|Piazzoni, 2000}}</ref>, proveniva da una famiglia tutto sommato benestante, residente sul ''clivus Argentarii''<ref name=":1">{{Cita|Rendina|p. 250}}</ref>. Benché reggesse l'incarico di ''protoserinus'' (ovvero protoscrinario, cioè il capo della Cancelleria del Laterano<ref name=":0" />), Leone non apparteneva al clero, ma era un laico<ref name=":0" />.
Romano di nascita, figlio del protoscrinario Giovanni<ref name=":0">{{Cita|Piazzoni, 2000}}</ref>, proveniva da una famiglia benestante, residente sul ''clivus Argentarii''<ref name=":1">{{Cita|Rendina|p. 332}}</ref>. Benché reggesse l'incarico di ''protoserinus'' (lo stesso che “protoscrinario”, cioè il capo della Cancelleria del Laterano<ref name=":0" />), Leone era un laico<ref name=":0" />.


In tale veste, Leone fu inviato nell'estate del 963 da [[papa Giovanni XII]] presso l'imperatore [[Ottone I di Sassonia]] che stava assediando il deposto re d’Italia [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] nella fortezza di [[San Leo (Italia)|San Leo]], in territorio pontificio<ref name=":1" /><ref name=":2">Cfr. [[Papa Giovanni XII]]</ref>, per reclamare contro l’invasione delle terre del ''Patrimonium Sancti Petri'' da parte del re tedesco. Costui, in risposta, mostrò le lettere che aveva intercettato e che provavano il tradimento del papa, il quale, dopo averlo incoronato imperatore e aver sancito patti di reciproca lealtà, si era invece rivolto ad [[Adalberto II d'Ivrea|Adalberto]], figlio di Berengario, per un’alleanza politica anti-tedesca.
=== Inviato di Giovanni XII ===
In tale veste, Leone fu inviato nell'estate del 963 da [[papa Giovanni XII]] presso l'imperatore [[Ottone I di Sassonia]] che stava assediando [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] a [[San Leo (Italia)|San Leo]], in territorio pontificio<ref name=":1" /><ref name=":2">Cfr. [[Papa Giovanni XII]]</ref>.


=== I due pontificati ===
=== I due pontificati ===

==== Elezione ====
==== Elezione ====
Ritornato a Roma, Leone visse i tragici momenti che portarono Giovanni XII a fuggire da Roma e l'apertura del concilio in San Pietro ad opera di Ottone il 6 novembre<ref name=":2" />. Quando Giovanni, dal suo esilio in [[Corsica]], si rifiutò di comparire davanti al Concilio per discolparsi, Ottone decise di nominare, inaspettatamente, il morigerato, pio e docile Leone come pontefice<ref name=":0" /><ref>{{Cita|Gregorovius|p. 43}}:{{Citazione|d'altronde, l'animo di Leone era debole, pieghevole all'altrui volere, e ciò assai bene s'acconciava ai disegni di Ottone.}}</ref>. Dopo aver decretato la caduta di Giovanni dal [[Soglio di Pietro|Soglio]] il 4 dicembre<ref name=":2" /> l'imperatore, andando contro tutte le norme del [[diritto canonico]] riguardo al conferimento degli ordini sacri<ref>{{Cita|Piazzoni, 2000}}{{Citazione|All'ancor laico Leone furono conferiti in un sol giorno - contro quanto previsto dal diritto canonico del tempo - tutti gli ordini sacri.}}</ref>, impose ai vescovi ivì presenti di consacrarlo [[suddiacono]], [[diacono]] e [[presbitero]] il giorno 5<ref name=":0" /> dal vescovo cardinale di Ostia, Siccone<ref name=":1" />. Il giorno 6 dicembre<ref name=":3">{{Cita web|url = https://w2.vatican.va/content/vatican/it/holy-father/leone-viii.html|titolo = Leone VIII|accesso = 9 novembre 2015|editore =vatican.va}}</ref>, nella [[Basilica di San Pietro]], fu consacrato vescovo di Roma dal [[vescovo di Ostia]] Siccone, da quello di [[Vescovo di Porto e Santa Rufina|Porto]], Benedetto, e da quello di [[Vescovo di Albano|Albano]], Gregorio<ref name=":0" />.
Ritornato a Roma, Leone visse i tragici momenti che portarono Giovanni XII a fuggire dall’Urbe, incalzato dall’alleato tradito Ottone, e l'apertura del concilio in San Pietro ad opera dello stesso imperatore il 6 novembre<ref name=":2" />, durante il quale vennero pronunciate contro il papa varie gravissime accuse di indegnità. Quando Giovanni, dal suo esilio in [[Corsica]], si rifiutò di comparire davanti al Concilio per discolparsi, lo stesso sinodo il 4 dicembre lo dichiarò decaduto dal [[Soglio di Pietro|Soglio]]<ref name=":2" />. Ottone, che a questo punto aveva bisogno di un pontefice fidato e di chiara probità morale, andando contro tutte le norme del [[diritto canonico]] riguardo al conferimento degli ordini sacri<ref>{{Cita|Piazzoni, 2000}}{{Citazione|All'ancor laico Leone furono conferiti in un sol giorno - contro quanto previsto dal diritto canonico del tempo - tutti gli ordini sacri.}}</ref>, impose ai vescovi ivì presenti la nomina, inaspettatamente, del morigerato, pio e docile Leone<ref name=":0" /><ref>{{Cita|Gregorovius|p. 43}}:{{Citazione|d'altronde, l'animo di Leone era debole, pieghevole all'altrui volere, e ciò assai bene s'acconciava ai disegni di Ottone.}}</ref>. Il giorno successivo<ref name=":0" /> il vescovo cardinale di Ostia, Siccone<ref name=":1" /> lo consacrò [[suddiacono]], [[diacono]] e [[presbitero]]. Il giorno 6 dicembre<ref name=":3">{{Cita web|url = https://w2.vatican.va/content/vatican/it/holy-father/leone-viii.html|titolo = Leone VIII|accesso = 9 novembre 2015|editore =vatican.va}}</ref>, nella [[Basilica di San Pietro]], fu consacrato vescovo di Roma dallo stesso Siccone, dal [[Vescovo di Porto e Santa Rufina]] Benedetto, e dal [[Vescovo di Albano]] Gregorio<ref name=":0" />.


==== Il primo pontificato (6 dicembre 963 - febbraio 964) ====
==== Il primo pontificato (6 dicembre 963 - febbraio 964) ====

===== La fuga da Roma e la reinstaurazione di Giovanni XII =====
===== La fuga da Roma e la reinstaurazione di Giovanni XII =====
Leone, però non era ben accetto dai romani, in quanto imposto con la forza da parte dell'imperatore senza aver prima consultato il popolo. Infatti, quando il 14 febbraio del [[964]]<ref name=":2" /> l'imperatore partì per una spedizione contro [[Spoleto]]<ref name=":1" />, roccaforte di quell'[[Adalberto II d'Ivrea|Adalberto]] figlio di [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] che era entrato in combutta con Giovanni XII per spodestare Ottone<ref>Il [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] ci fornisce, difatti, un fallito attentato alla vita di Ottone patrocinato da Giovanni XII:
Leone, però, non era ben accetto dai romani, in quanto imposto con la forza da parte dell'imperatore senza aver prima consultato il popolo. E dunque Ottone preferì rimanere per un po’ a controllare la situazione. Non si sbagliava, e dovette reprimere nel sangue una sollevazione popolare, con tanto di assalto al Vaticano e barricate a [[ponte Sant'Angelo]], scoppiata il successivo 3 gennaio e sobillata dal lontano Giovanni XII, repressione che accrebbe l’odio dei Romani nei confronti dell’imperatore e, di conseguenza, del suo papa, sebbene Leone si fosse adoperato per la cessazione delle violenze da parte degli imperiali, nella speranza di recuperare la benevolenza del popolo<ref name=":1" />. Così il [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] riferisce quegli avvenimenti:
{{Citazione|Poiché era stato deposto, Giovanni XII s'era guadagnato simpatie e qualche cosa più in là: era il papa eletto dai Romani, simbolo adesso di amor di nazione. I suoi amici dispensavano oro e promesse, ed alcuni baroni della Campagna s'impegnarono a prestare soccorso. Il giorno 3 gennaio del 964, si die' di repente nelle campane a stormo; i Romani si scagliarono sul Vaticano, dove Ottone aveva sua stanza, ma il loro intendimento fallì. Infatti, la schiera dei cavalieri imperiali si gettò sopra gli assalitori, distrusse la barriera che questi avevano innalzata a ponte s. Angelo; non ne ebbero riparo più i fuggitivi, e furono schiacciati con orribile macello, finché l'imperatore, con la sua propria bocca, comandò che si cessasse.|{{Cita|Gregorovius|p. 43}}}}


Sedati i disordini, i Romani , in cambio del perdono, giurarono obbedienza ad Ottone e al papa<ref name=":1" />.Pensando che la situazione in città si fosse ormai finalmente tranquillizzata,il 14 febbraio del [[964]]<ref name=":2" /> l'imperatore, rilasciati tutti gli ostaggi romani, partì per una spedizione contro [[Spoleto]]<ref name=":1" />, roccaforte di quell'[[Adalberto II d'Ivrea|Adalberto]] figlio di [[Berengario II d'Ivrea|Berengario II]] che era entrato in combutta con Giovanni XII per spodestare Ottone. Ma questa volta s’ingannava:
{{Citazione|Poiché era stato deposto, Giovanni XII s'era guadagnato simpatieequalche cosa più in là: era il papa eletto dai Romani, simbolo adesso di amor di nazione. I suoi amici dispensavano oro e promesse, ed alcuni baroni della Campagna s'impegnarono a prestare soccorso. Il giorno 3 gennaio del 964, si die' di repente nelle campane a stormo; i Romani si scagliarono sul Vaticano, dove ottone aveva sua stanza, ma il loro intendimento fallì. Infatti, la schiera dei cavalieri imperiali si gettò sopra gli assalitori, distrusse la barriera che questi avevano innalzata a ponte s. Angelo; non ne ebbero riparo più i fuggitivi, e furono schiacciati con orribile macello, finché l'imperatore, con la sua propria bocca, comandò che si cessasse.|{{Cita|Gregorovius|p. 43}}}}
{{Citazione|Lasciò esacerbata la Città, e il papa come agnello tremante in mezzo a’ lupi. Il sangue che le armi tedesche avevano sparso in Roma il 3 gennaio, non si asciugò mai più; ne trasse alimento l’odio contro gli stranieri, e i Romani, già oppressi con la forza, non prima videro in libertà i loro ostaggi e lontano l’imperatore, s’affrettarono a dar libero sfogo alla loro sete di vendetta.|{{Cita|Gregorovius|p. 43}}}}
</ref>, Leone fu scacciato da Roma<ref name=":0" />. Riparato a [[Camerino]]<ref>{{Cita|Rendina|p. 333}}</ref>, ove vi era l'accampamento imperiale. In seguito alla fuga, il 26 febbraio, dopo appena due mesi e mezzo di regno, fu deposto da un sinodo tenuto sotto la presidenza dell'ex-[[papa Giovanni XII]] che ridivenne pontefice<ref>{{Cita|Gregorovius|p. 44}}</ref>. Nel maggio del medesimo anno, però, Giovanni XII morì improvvisamente<ref name=":2" /> ed il popolo fu chiamato nuovamente a eleggere il suo successore.

Leone fu scacciato da Roma<ref name=":0" />, e riparò a [[Camerino]]<ref>{{Cita|Rendina|p. 333}}</ref>, presso l'accampamento imperiale. Il 26 febbraio, dopo appena due mesi e mezzo di pontificato, Leone fu deposto da un sinodo tenuto sotto la presidenza dell'ex [[papa Giovanni XII]] che, immediatamente rientrato. Aveva ripreso il suo posto da pontefice<ref>{{Cita|Gregorovius|p. 44}}</ref>. Nel maggio del medesimo anno, però, Giovanni XII morì improvvisamente<ref name=":2" /> ed il popolo fu chiamato di nuovo ad eleggere il suo successore.


===== L'elezione e la deposizione di Benedetto V =====
===== L'elezione e la deposizione di Benedetto V =====
{{Vedi anche|Papa Benedetto V}}
{{Vedi anche|Papa Benedetto V}}
I romani elessero, pochi giorni dopo la morte di Giovanni XII, un "loro" pontefice, nella figura del [[cardinale diacono]] [[Benedetto V|Benedetto]]<ref name=":4">{{Cita|Delogu}}</ref>, sfidando apertamente l'imperatore, il "suo" papa Leone e il ''Privilegium Othonis''. Ritornato a Roma da Camerino, l'esercito imperiale strinse d'[[assedio]] Roma,costringendo i romani ad accettare Leone VIII come legittimo pontefice. Benedetto V fu deposto in un sinodo tenutosi il 23 giugno 964<ref name=":4" /><ref name=":5">{{Cita|Rendina|p. 334}}</ref>, accettando egli stesso Leone come pontefice, così lo stesso giorno Leone VIII passò da antipapa a papa (o divenne papa per la seconda volta). La tradizione racconta che, al sinodo che depose Benedetto, Leone concesse all'imperatore e ai suoi successori pieni diritti d'investitura come sovrani d'Italia, ma la genuinità dei documenti sui quali si basa questa ipotesi è più che dubbia<ref name=":0" /><ref name="Piazzoni" />.Il cronista [[Liutprando da Cremona|Liutprando]] riferisce che Benedetto, spogliato degli abiti e delle insegne pontificali, si inginocchiò di fronte a Leone, in segno di umiltà e volontaria sottomissione al "nuovo" pontefice: nelle intenzioni di Benedetto, un'abdicazione volontaria. Leone VIII, in tutta risposta, gli spezzò addosso il bastone pastorale: è la prima menzione dello scettro papale<ref name="Piazzoni">{{Cita|Piazzoni, 2005|p. 102}}</ref>.
Pochi giorni dopo la morte di Giovanni XII, i Romani elessero, un "loro" pontefice, nella figura del [[cardinale diacono]] [[Benedetto V|Benedetto]]<ref name=":4">{{Cita|Delogu}}</ref>, sfidando apertamente l'imperatore, il "suo" papa Leone e il ''Privilegium Othonis'' (l’atto stipulato tra Ottone e Giovanni XII con cui si stabiliva che l’elezione di un pontefice potesse avvenire solo con il consenso dell’imperatore). Ritornato a Roma da Camerino, l'esercito imperiale strinse d'[[assedio]] Roma, costringendo i romani ad accettare Leone VIII come legittimo pontefice. Benedetto V fu deposto in un sinodo tenutosi il 23 giugno 964<ref name=":4" /><ref name=":5">{{Cita|Rendina|p. 334}}</ref>, accettando egli stesso Leone come legittimo pontefice, che dunque divenne papa per la seconda volta. Secondo la tradizione, al sinodo che depose Benedetto Leone concesse all'imperatore e ai suoi successori pieni diritti d'investitura come sovrani d'Italia, ma la genuinità dei documenti sui quali si basa questa ipotesi è più che dubbia<ref name=":0" /><ref name="Piazzoni" />. Il cronista [[Liutprando da Cremona|Liutprando]] riferisce che Benedetto, spogliato degli abiti e delle insegne pontificali, si inginocchiò di fronte a Leone, in segno di umiltà e volontaria sottomissione al "nuovo" pontefice: nelle intenzioni di Benedetto, un'abdicazione volontaria. Leone VIII, in tutta risposta, gli spezzò addosso il bastone pastorale: è la prima menzione dello scettro papale<ref name="Piazzoni">{{Cita|Piazzoni, 2005|p. 102}}</ref>.

==== Il secondo pontificato (23 giugno 964-1º marzo 965) ====


==== Il secondo pontificato (23 giugno 964-1 marzo 965) ====
===== Un falso storico: il ''Privilegium Leonis'' =====
===== Un falso storico: il ''Privilegium Leonis'' =====
Il secondo pontificato di Leone non ebbe storia. Dopo la partenza di Ottone nell'ottobre del 964<ref name=":0" />, diretto in [[Sacro Romano Impero germanico|Germania]] insieme al deposto Benedetto V, Leone governò tranquillamente in una Roma terrorizzata da ulteriori rappresaglie dell'imperatore, qualora avessero deciso ulteriormente di ribellarsi. Inoltre, bisogna ricordare di come l'imperatore avesse decretato, alla fine del sinodo del 23 giugno, che l'elezione del nuovo pontefice spettasse solamente all'imperatore, annullando così ogni libertà elettorale del popolo romano. Tale decreto, ricordato da Gregorovius come ''privilegium Leonis''<ref>In {{Cita|Gregorovius|p. 44}} l'indice del capitolo terzo si conclude con «privilegium» di Leone VIII.</ref>, però, è da considerarsi un falso, in quanto prodotto dai sostenitori di [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] durante la [[lotta per le investiture]] dell'[[XI secolo|XI]]/[[XII secolo]], tesi ribadita dal biografo di Leone VIII, Ambrogio Piazzoni<ref>{{Cita|Piazzoni, 2000}}:
Il secondo pontificato di Leone non ebbe storia. Dopo la partenza di Ottone, il 1° luglio del 964, diretto in [[Sacro Romano Impero germanico|Germania]] insieme al deposto Benedetto V, Leone governò tranquillamente in una Roma terrorizzata da ulteriori rappresaglie dell'imperatore, qualora i Romani avessero deciso di ribellarsi ancora. Inoltre, bisogna ricordare come Ottone avesse decretato, alla fine del sinodo del 23 giugno, che l'elezione del nuovo pontefice spettasse solamente all'imperatore, annullando così ogni libertà elettorale del popolo romano. Tale decreto, ricordato da Gregorovius come ''privilegium Leonis''<ref>In {{Cita|Gregorovius|p. 44}} l'indice del capitolo terzo si conclude con «privilegium» di Leone VIII.</ref>, è però, da considerare un falso, in quanto prodotto in realtà dai sostenitori di [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] durante la [[lotta per le investiture]] dell'[[XI secolo|XI]]/[[XII secolo]], tesi ribadita sia dal biografo di Leone VIII, Ambrogio Piazzoni<ref>{{Cita|Piazzoni, 2000}}:
{{Citazione|A questo tempo sono datati tre documenti certamente falsi, attribuiti a L[eone] ma redatti oltre un secolo più tardi nell'ambiente dei sostenitori italiani dell'imperatore Enrico IV durante le fasi più cruciali della lotta delle investiture: si trattava di due privilegi (detti maius e minus), con cui si pretendeva che il pontefice avesse concesso al sovrano il diritto di scelta del papa e di investitura feudale dei vescovi prima della loro ordinazione...}}</ref>, sia dal [[Louis Duchesne|Duchesne]], curatore del ''[[Liber Pontificalis]]'':

{{Citazione|A questo tempo sono datati tre documenti certamente falsi, attribuiti a L[eone] ma redatti oltre un secolo più tardi nell'ambiente dei sostenitori italiani dell'imperatore Enrico IV durante le fasi più cruciali della lotta delle investiture: si trattava di due privilegi (detti maius e minus), con cui si pretendeva che il pontefice avesse concesso al sovrano il diritto di scelta del papa e di investitura feudale dei vescovi prima della loro ordinazione...}}
</ref>, sia dal [[Louis Duchesne|Duchesne]], curatore del ''[[Liber Pontificalis]]'':

{{Citazione|Allusione alla falsa bolla di Leone VIII sulle elezioni imperiali e pontificali, nonché sulla nomina dei vescovi. Questo documento, fabbricato senza dubbio ai tempi della lotta delle investiture, circolava già nel XII secolo.|{{Cita|Liber Pontificalis|p. 250}}|Allusion à la fausse bulle de Léon VIII sur les élections impériales et pontificales, ainsi que sur la nomination des evêques. Ce document, fabriqué sans dout au temps de la querelle des investitures, circulait déjà au XIIe siècle.|lingua = Fr|lingua2 = Ita}}
{{Citazione|Allusione alla falsa bolla di Leone VIII sulle elezioni imperiali e pontificali, nonché sulla nomina dei vescovi. Questo documento, fabbricato senza dubbio ai tempi della lotta delle investiture, circolava già nel XII secolo.|{{Cita|Liber Pontificalis|p. 250}}|Allusion à la fausse bulle de Léon VIII sur les élections impériales et pontificales, ainsi que sur la nomination des evêques. Ce document, fabriqué sans dout au temps de la querelle des investitures, circulait déjà au XIIe siècle.|lingua = Fr|lingua2 = Ita}}


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== La questione sulla legittimità ==
== La questione sulla legittimità ==
[[File:Pope Leo VIII.jpg|thumb|Litografia di papa Leone VIII]]
[[File:Pope Leo VIII.jpg|thumb|Litografia di papa Leone VIII]]
Le vicende che intercorsero tra il concilio del 6 novembre 963, quello in cui Ottone I dichiarò decaduto [[Papa Giovanni XII|Giovanni XII]], e quello del 23 giugno 964, in cui sempre Ottone I dichiarò decaduto [[Benedetto V]] e come unico papa legittimo Leone VIII, sono alquanto confuse, ai fini di una corretta [[Lista dei papi|cronotassi dei vescovi di Roma]]. Gli stessi contemporanei (o gli uomini delle generazioni immediatamente successive), si trovarono in difficoltà sulla legittimazione di [[Papa Giovanni XII|Giovanni XII]], Leone VIII e [[Benedetto V]] come papi in questo periodo. Molti elenchi papali medievali, infatti, non annoverano Leone come papa legittimo. Il problema si origina dalla dubbia validità dei concili del 6 novembre 963, in quanto presieduto dall’imperatore, quello del 26 febbraio 964, indetto e presieduto da un papa deposto (Giovanni XII), e quello del 23 giugno 964, anche questo indetto e presieduto da un papa deposto (Leone VIII); in tutti e tre i casi il sinodo deponeva un pontefice, ma se sussistono dubbi sulla validità dei concili, altrettanti ne sussistono sulla conseguente validità degli atti da quelli scaturiti, e quindi sulle deposizioni. L’''Annuario Pontificio'' riporta Giovanni XII regnante fino alla morte, e dunque non dovrebbe essere valida (in quanto regnante il predecessore) l’elezione e consacrazione di Leone VIII, regolarmente riportato invece dal 6 dicembre 963 alla morte; allo stesso modo, essendo vivente il papa precedente, non dovrebbe essere valida l’elezione e consacrazione di Benedetto V, che invece figura tra i papi dal 22 maggio 964 alla morte<ref>{{Cita|Rendina|p. 333}}</ref>. Inoltre Leone VIII, in quanto non regolarmente eletto dal clero e popolo romano, sembrerebbe anche per questo motivo doversi considerare piuttosto un “antipapa”. Ma nel [[1049]], appena 85 anni dopo la sua morte, il successivo [[Papa Leone IX|Leone]] prese il numerale "IX" anziché riprendere "VIII". L'erudito ottocentesco [[Gaetano Moroni]], che considera Leone VIII un antipapa, giustifica la scelta di Leone IX con la necessità di non scontrarsi con l'allora imperatore germanico [[Enrico III il Nero|Enrico III]], lontano discendente di Ottone I<ref>{{Cita|Moroni|p. 187}}</ref>. Oggi molti elenchi papali mettono in rilievo questi dubbi ponendo Leone VIII prima di Benedetto V e sovrapponendo, nello stesso mese, i loro pontificati, in quanto, formalmente, Leone fu eletto prima di Benedetto. [[Claudio Rendina]], chiosa tale discussione asserendo che:

=== Il dibattito ===
Le vicende che intercorsero tra il concilio del 6 novembre 963<ref>Quello con cui Ottone I dichiarò decaduto Giovanni XII (Cfr. [[Papa Giovanni XII|Giovanni XII]]).</ref> e quello del 23 giugno 964<ref>con cui sempre Ottone I dichiarò decaduto Benedetto V e come unico papa legittimo Leone VIII (Cfr. [[Benedetto V]]).</ref> sono alquanto confusionarie, se si vuole dare una corretta [[Lista dei papi|cronotassi dei vescovi di Roma]]. Gli stessi contemporanei (o gli uomini delle generazioni immediatamente successive), si trovarono in difficoltà sulla legittimazione di [[Papa Giovanni XII|Giovanni XII]], Leone VIII e [[Benedetto V]] come papi in questo periodo. Molti elenchi papali medievali, infatti, non annoverano Leone come papa legittimo. Paradossalmente, però, nel [[1049]], appena 85 anni dopo la sua morte, il successivo [[Papa Leone IX|Leone]] prese il numerale "IX" anziché riprendere "VIII". L'erudito ottocentesco [[Gaetano Moroni]] lo arriva, però, a considerare un antipapa, giustificando che Leone IX decise di prendere tale numerale per non scontrarsi con l'allora imperatore germanico [[Enrico III il Nero|Enrico III]], lontano discendente di Ottone I<ref>{{Cita|Moroni|p. 187}}</ref>. Oggi molti elenchi papali mettono in rilievo questi dubbi ponendo Leone VIII prima di Benedetto V e sovrapponendo, nello stesso mese, i loro pontificati, in quanto, formalmente, Leone fu eletto prima di Benedetto. [[Claudio Rendina]], chiosa tale discussione asserendo che:

{{Citazione|La questione in definitiva appare molto confusa; ho creduto opportuno non allontanarmi dalle indicazioni dell'''Annuario'' e tantomeno considerare Leone VIII un antipapa, come azzardano alcuni testi anche contemporanei.|{{Cita|Rendina|p. 334}}}}
{{Citazione|La questione in definitiva appare molto confusa; ho creduto opportuno non allontanarmi dalle indicazioni dell'''Annuario'' e tantomeno considerare Leone VIII un antipapa, come azzardano alcuni testi anche contemporanei.|{{Cita|Rendina|p. 334}}}}


A comprovare ciò è la stessa cronotassi riportata sul sito del Vaticano<ref name=":3" />, ove Leone VIII appare come regnante tra il 4/6 dicembre 963 e il marzo 965. Ed infatti, per la [[Chiesa cattolica|Chiesa Cattolica]], Leone VIII viene considerato pontefice legittimo: la sua effigie è presente, come si può notare dal sito del Vaticano, nella [[Basilica di San Paolo fuori le Mura]].
A comprovare ciò è la stessa cronotassi riportata sul sito del Vaticano<ref name=":3" />, ove Leone VIII appare come regnante tra il 4/6 dicembre 963 e il marzo 965. Ed infatti, per la [[Chiesa cattolica]], Leone VIII viene considerato pontefice legittimo, e la sua effigie è presente, come si può notare dal sito del Vaticano, nella [[Basilica di San Paolo fuori le Mura]].


== Note ==
== Note ==
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* {{Cita libro|autore=Ambrogio M. Piazzoni|titolo=Storia delle elezioni pontificie|città=Casale Monferrato|editore=Edizioni Piemme|anno=2005|ISBN=88-384-1060-7|cid=Piazzoni, 2005}}
* {{Cita libro|autore=Ambrogio M. Piazzoni|titolo=Storia delle elezioni pontificie|città=Casale Monferrato|editore=Edizioni Piemme|anno=2005|ISBN=88-384-1060-7|cid=Piazzoni, 2005}}
* {{Cita libro|autore = [[Claudio Rendina]]|titolo = I Papi - storia e segreti|anno = 2005|editore = Newton&Compton editori|città = Roma|SBN = IT\ICCU\PAL\0279694|cid=Rendina}}
* {{Cita libro|autore = [[Claudio Rendina]]|titolo = I Papi - storia e segreti|anno = 2005|editore = Newton&Compton editori|città = Roma|SBN = IT\ICCU\PAL\0279694|cid=Rendina}}



== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 22:50, 9 set 2017

Papa Leone VIII
132º papa della Chiesa cattolica
Elezione4 dicembre 963
Insediamento6 dicembre 963
Fine pontificato1º marzo 965
Predecessorepapa Benedetto V
Successorepapa Giovanni XIII
 
NascitaRoma, ?
Ordinazione sacerdotale5 dicembre 963 dal cardinale Siccone
Consacrazione a vescovo6 dicembre 963 dal cardinale Siccone
Morte1º marzo 965

Leone VIII (Roma, ... – 1º marzo 965) è stato il 132º papa della Chiesa cattolica. Fu papa effettivo per due volte distinte, dal 963 al 964 e dal 964 al 965.

Biografia

Un laico alla corte papale

Romano di nascita, figlio del protoscrinario Giovanni[1], proveniva da una famiglia benestante, residente sul clivus Argentarii[2]. Benché reggesse l'incarico di protoserinus (lo stesso che “protoscrinario”, cioè il capo della Cancelleria del Laterano[1]), Leone era un laico[1].

In tale veste, Leone fu inviato nell'estate del 963 da papa Giovanni XII presso l'imperatore Ottone I di Sassonia che stava assediando il deposto re d’Italia Berengario II nella fortezza di San Leo, in territorio pontificio[2][3], per reclamare contro l’invasione delle terre del Patrimonium Sancti Petri da parte del re tedesco. Costui, in risposta, mostrò le lettere che aveva intercettato e che provavano il tradimento del papa, il quale, dopo averlo incoronato imperatore e aver sancito patti di reciproca lealtà, si era invece rivolto ad Adalberto, figlio di Berengario, per un’alleanza politica anti-tedesca.

I due pontificati

Elezione

Ritornato a Roma, Leone visse i tragici momenti che portarono Giovanni XII a fuggire dall’Urbe, incalzato dall’alleato tradito Ottone, e l'apertura del concilio in San Pietro ad opera dello stesso imperatore il 6 novembre[3], durante il quale vennero pronunciate contro il papa varie gravissime accuse di indegnità. Quando Giovanni, dal suo esilio in Corsica, si rifiutò di comparire davanti al Concilio per discolparsi, lo stesso sinodo il 4 dicembre lo dichiarò decaduto dal Soglio[3]. Ottone, che a questo punto aveva bisogno di un pontefice fidato e di chiara probità morale, andando contro tutte le norme del diritto canonico riguardo al conferimento degli ordini sacri[4], impose ai vescovi ivì presenti la nomina, inaspettatamente, del morigerato, pio e docile Leone[1][5]. Il giorno successivo[1] il vescovo cardinale di Ostia, Siccone[2] lo consacrò suddiacono, diacono e presbitero. Il giorno 6 dicembre[6], nella Basilica di San Pietro, fu consacrato vescovo di Roma dallo stesso Siccone, dal Vescovo di Porto e Santa Rufina Benedetto, e dal Vescovo di Albano Gregorio[1].

Il primo pontificato (6 dicembre 963 - febbraio 964)

La fuga da Roma e la reinstaurazione di Giovanni XII

Leone, però, non era ben accetto dai romani, in quanto imposto con la forza da parte dell'imperatore senza aver prima consultato il popolo. E dunque Ottone preferì rimanere per un po’ a controllare la situazione. Non si sbagliava, e dovette reprimere nel sangue una sollevazione popolare, con tanto di assalto al Vaticano e barricate a ponte Sant'Angelo, scoppiata il successivo 3 gennaio e sobillata dal lontano Giovanni XII, repressione che accrebbe l’odio dei Romani nei confronti dell’imperatore e, di conseguenza, del suo papa, sebbene Leone si fosse adoperato per la cessazione delle violenze da parte degli imperiali, nella speranza di recuperare la benevolenza del popolo[2]. Così il Gregorovius riferisce quegli avvenimenti:

«Poiché era stato deposto, Giovanni XII s'era guadagnato simpatie e qualche cosa più in là: era il papa eletto dai Romani, simbolo adesso di amor di nazione. I suoi amici dispensavano oro e promesse, ed alcuni baroni della Campagna s'impegnarono a prestare soccorso. Il giorno 3 gennaio del 964, si die' di repente nelle campane a stormo; i Romani si scagliarono sul Vaticano, dove Ottone aveva sua stanza, ma il loro intendimento fallì. Infatti, la schiera dei cavalieri imperiali si gettò sopra gli assalitori, distrusse la barriera che questi avevano innalzata a ponte s. Angelo; non ne ebbero riparo più i fuggitivi, e furono schiacciati con orribile macello, finché l'imperatore, con la sua propria bocca, comandò che si cessasse.»

Sedati i disordini, i Romani , in cambio del perdono, giurarono obbedienza ad Ottone e al papa[2].Pensando che la situazione in città si fosse ormai finalmente tranquillizzata,il 14 febbraio del 964[3] l'imperatore, rilasciati tutti gli ostaggi romani, partì per una spedizione contro Spoleto[2], roccaforte di quell'Adalberto figlio di Berengario II che era entrato in combutta con Giovanni XII per spodestare Ottone. Ma questa volta s’ingannava:

«Lasciò esacerbata la Città, e il papa come agnello tremante in mezzo a’ lupi. Il sangue che le armi tedesche avevano sparso in Roma il 3 gennaio, non si asciugò mai più; ne trasse alimento l’odio contro gli stranieri, e i Romani, già oppressi con la forza, non prima videro in libertà i loro ostaggi e lontano l’imperatore, s’affrettarono a dar libero sfogo alla loro sete di vendetta.»

Leone fu scacciato da Roma[1], e riparò a Camerino[7], presso l'accampamento imperiale. Il 26 febbraio, dopo appena due mesi e mezzo di pontificato, Leone fu deposto da un sinodo tenuto sotto la presidenza dell'ex papa Giovanni XII che, immediatamente rientrato. Aveva ripreso il suo posto da pontefice[8]. Nel maggio del medesimo anno, però, Giovanni XII morì improvvisamente[3] ed il popolo fu chiamato di nuovo ad eleggere il suo successore.

L'elezione e la deposizione di Benedetto V
Lo stesso argomento in dettaglio: Papa Benedetto V.

Pochi giorni dopo la morte di Giovanni XII, i Romani elessero, un "loro" pontefice, nella figura del cardinale diacono Benedetto[9], sfidando apertamente l'imperatore, il "suo" papa Leone e il Privilegium Othonis (l’atto stipulato tra Ottone e Giovanni XII con cui si stabiliva che l’elezione di un pontefice potesse avvenire solo con il consenso dell’imperatore). Ritornato a Roma da Camerino, l'esercito imperiale strinse d'assedio Roma, costringendo i romani ad accettare Leone VIII come legittimo pontefice. Benedetto V fu deposto in un sinodo tenutosi il 23 giugno 964[9][10], accettando egli stesso Leone come legittimo pontefice, che dunque divenne papa per la seconda volta. Secondo la tradizione, al sinodo che depose Benedetto Leone concesse all'imperatore e ai suoi successori pieni diritti d'investitura come sovrani d'Italia, ma la genuinità dei documenti sui quali si basa questa ipotesi è più che dubbia[1][11]. Il cronista Liutprando riferisce che Benedetto, spogliato degli abiti e delle insegne pontificali, si inginocchiò di fronte a Leone, in segno di umiltà e volontaria sottomissione al "nuovo" pontefice: nelle intenzioni di Benedetto, un'abdicazione volontaria. Leone VIII, in tutta risposta, gli spezzò addosso il bastone pastorale: è la prima menzione dello scettro papale[11].

Il secondo pontificato (23 giugno 964-1 marzo 965)

Un falso storico: il Privilegium Leonis

Il secondo pontificato di Leone non ebbe storia. Dopo la partenza di Ottone, il 1° luglio del 964, diretto in Germania insieme al deposto Benedetto V, Leone governò tranquillamente in una Roma terrorizzata da ulteriori rappresaglie dell'imperatore, qualora i Romani avessero deciso di ribellarsi ancora. Inoltre, bisogna ricordare come Ottone avesse decretato, alla fine del sinodo del 23 giugno, che l'elezione del nuovo pontefice spettasse solamente all'imperatore, annullando così ogni libertà elettorale del popolo romano. Tale decreto, ricordato da Gregorovius come privilegium Leonis[12], è però, da considerare un falso, in quanto prodotto in realtà dai sostenitori di Enrico IV durante la lotta per le investiture dell'XI/XII secolo, tesi ribadita sia dal biografo di Leone VIII, Ambrogio Piazzoni[13], sia dal Duchesne, curatore del Liber Pontificalis:

(FR)

«Allusion à la fausse bulle de Léon VIII sur les élections impériales et pontificales, ainsi que sur la nomination des evêques. Ce document, fabriqué sans dout au temps de la querelle des investitures, circulait déjà au XIIe siècle.»

(IT)

«Allusione alla falsa bolla di Leone VIII sulle elezioni imperiali e pontificali, nonché sulla nomina dei vescovi. Questo documento, fabbricato senza dubbio ai tempi della lotta delle investiture, circolava già nel XII secolo.»

Morte e sepoltura

Leone VIII morì il 1º marzo del 965[10] (o più generalmente ai primi di marzo[1][6]) e probabilmente fu sepolto in San Pietro[1].

La questione sulla legittimità

Litografia di papa Leone VIII

Le vicende che intercorsero tra il concilio del 6 novembre 963, quello in cui Ottone I dichiarò decaduto Giovanni XII, e quello del 23 giugno 964, in cui sempre Ottone I dichiarò decaduto Benedetto V e come unico papa legittimo Leone VIII, sono alquanto confuse, ai fini di una corretta cronotassi dei vescovi di Roma. Gli stessi contemporanei (o gli uomini delle generazioni immediatamente successive), si trovarono in difficoltà sulla legittimazione di Giovanni XII, Leone VIII e Benedetto V come papi in questo periodo. Molti elenchi papali medievali, infatti, non annoverano Leone come papa legittimo. Il problema si origina dalla dubbia validità dei concili del 6 novembre 963, in quanto presieduto dall’imperatore, quello del 26 febbraio 964, indetto e presieduto da un papa deposto (Giovanni XII), e quello del 23 giugno 964, anche questo indetto e presieduto da un papa deposto (Leone VIII); in tutti e tre i casi il sinodo deponeva un pontefice, ma se sussistono dubbi sulla validità dei concili, altrettanti ne sussistono sulla conseguente validità degli atti da quelli scaturiti, e quindi sulle deposizioni. L’Annuario Pontificio riporta Giovanni XII regnante fino alla morte, e dunque non dovrebbe essere valida (in quanto regnante il predecessore) l’elezione e consacrazione di Leone VIII, regolarmente riportato invece dal 6 dicembre 963 alla morte; allo stesso modo, essendo vivente il papa precedente, non dovrebbe essere valida l’elezione e consacrazione di Benedetto V, che invece figura tra i papi dal 22 maggio 964 alla morte[14]. Inoltre Leone VIII, in quanto non regolarmente eletto dal clero e popolo romano, sembrerebbe anche per questo motivo doversi considerare piuttosto un “antipapa”. Ma nel 1049, appena 85 anni dopo la sua morte, il successivo Leone prese il numerale "IX" anziché riprendere "VIII". L'erudito ottocentesco Gaetano Moroni, che considera Leone VIII un antipapa, giustifica la scelta di Leone IX con la necessità di non scontrarsi con l'allora imperatore germanico Enrico III, lontano discendente di Ottone I[15]. Oggi molti elenchi papali mettono in rilievo questi dubbi ponendo Leone VIII prima di Benedetto V e sovrapponendo, nello stesso mese, i loro pontificati, in quanto, formalmente, Leone fu eletto prima di Benedetto. Claudio Rendina, chiosa tale discussione asserendo che:

«La questione in definitiva appare molto confusa; ho creduto opportuno non allontanarmi dalle indicazioni dell'Annuario e tantomeno considerare Leone VIII un antipapa, come azzardano alcuni testi anche contemporanei.»

A comprovare ciò è la stessa cronotassi riportata sul sito del Vaticano[6], ove Leone VIII appare come regnante tra il 4/6 dicembre 963 e il marzo 965. Ed infatti, per la Chiesa cattolica, Leone VIII viene considerato pontefice legittimo, e la sua effigie è presente, come si può notare dal sito del Vaticano, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j Piazzoni, 2000
  2. ^ a b c d e f Rendina, p. 332
  3. ^ a b c d e Cfr. Papa Giovanni XII
  4. ^ Piazzoni, 2000

    «All'ancor laico Leone furono conferiti in un sol giorno - contro quanto previsto dal diritto canonico del tempo - tutti gli ordini sacri.»

  5. ^ Gregorovius, p. 43:

    «d'altronde, l'animo di Leone era debole, pieghevole all'altrui volere, e ciò assai bene s'acconciava ai disegni di Ottone.»

  6. ^ a b c Leone VIII, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 9 novembre 2015.
  7. ^ Rendina, p. 333
  8. ^ Gregorovius, p. 44
  9. ^ a b Delogu
  10. ^ a b Rendina, p. 334
  11. ^ a b Piazzoni, 2005, p. 102
  12. ^ In Gregorovius, p. 44 l'indice del capitolo terzo si conclude con «privilegium» di Leone VIII.
  13. ^ Piazzoni, 2000:

    «A questo tempo sono datati tre documenti certamente falsi, attribuiti a L[eone] ma redatti oltre un secolo più tardi nell'ambiente dei sostenitori italiani dell'imperatore Enrico IV durante le fasi più cruciali della lotta delle investiture: si trattava di due privilegi (detti maius e minus), con cui si pretendeva che il pontefice avesse concesso al sovrano il diritto di scelta del papa e di investitura feudale dei vescovi prima della loro ordinazione...»

  14. ^ Rendina, p. 333
  15. ^ Moroni, p. 187

Bibliografia


Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Leone VIII, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 9 novembre 2015.
  • Leo VIII, su documentacatholicaomnia.eu. URL consultato il 9 novembre 2015., Opera Omnia dal Migne Patrologia Latina con indici analitici
Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Benedetto V 4 dicembre 963 - 1º marzo 965 Papa Giovanni XIII
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