Biblioteca (Pseudo-Apollodoro): differenze tra le versioni

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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Diller Aubrey, ''Studies in Greek Manuscript Tradition'' (Studi sulla tradizione dei manoscritti greci), Amsterdam 1983, pp. 199–216. [http://abel.arts.kuleuven.ac.be/detail.php?id=118 Riferimento.]
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* Monique van Rossum-Steenbeek, ''Studies on a selection of subliterary papyri'' (Mnemosyne Suppl. 175), Leiden 1997, 25 ss.
* Monique van Rossum-Steenbeek, ''Studies on a selection of subliterary papyri'' (Mnemosyne Suppl. 175), Leiden 1997, 25 ss.



Versione delle 06:13, 8 set 2017

Biblioteca
Titolo originaleΒιβλιοθήκη
Altri titoliBiblioteca di Apollodoro
Frontespizio della Biblioteca, da un'edizione del 1805
AutorePseudo-Apollodoro
1ª ed. originaleII secolo d.C. circa
Genereraccolta
Sottogeneremitologica
Lingua originalegreco antico

La Biblioteca è un antico testo suddiviso in tre libri che contiene un'ampia raccolta di leggende tradizionali appartenenti alla mitologia greca e all'epica eroica.

Attribuito inizialmente ad Apollodoro di Atene, attualmente il suo autore è convenzionalmente indicato con il nome di Pseudo-Apollodoro.

Unica opera di questo tipo a essere giunta fino a noi dall'antichità classica, la Biblioteca è una guida fondamentale allo studio della mitologia greca, che tratta a partire dalle leggende sull'origine dell'universo fino alle vicende della guerra di Troia. La Biblioteca è stata usata come fonte dai classicisti a partire dall'epoca della sua compilazione - I secolo / II secolo - fino a oggi, e ha esercitato la sua influenza su scrittori di tutte le epoche. Contiene la storia completa dei miti greci e racconta la cronologia di tutte le più importanti dinastie eroiche, raccontando diffusamente gli episodi legati alle figure degli eroi e delle eroine principali come Giasone, Perseo, Eracle ed Elena. Fonte primaria per la mitologia greca, la Biblioteca è un'opera indispensabile per chiunque sia interessato alla mitologia classica, considerando sia per la sua particolarità di compendio completo, sia per gli spunti che fornisce per comprendere come gli stessi antichi Greci vedessero la loro tradizione mitica.

Alcuni dei manoscritti sopravvissuti attraverso i quali l'opera è giunta fino a noi, riportano come autore un certo "Apollodoro".[1] Questo Apollodoro è stato erroneamente identificato con Apollodoro di Atene (nato circa nel 180 a.C.), un allievo di Aristarco di Samotracia, principalmente perché si sa - da riferimenti presenti in alcuni scolia apposti alle opere di Omero - che Apollodoro di Atene scrisse un compendio mitologico in versi simile a questo. Il testo di cui siamo venuti in possesso cita invece un autore romano, Castore l'Annalista, che fu contemporaneo di Cicerone e visse quindi nel I secolo a.C. L'attribuzione sbagliata va fatta risalire all'opera degli studiosi dell'epoca del Patriarca Fozio I di Costantinopoli.

Sfortunatamente la Biblioteca, che originariamente si componeva di quattro libri, non è giunta completa fino a noi: parte del terzo libro e tutto il quarto sono andati perduti. Siamo comunque in possesso di un'epitome realizzata sulla base dell'opera completa, che permette di ricostruire in parte i contenuti delle parti perdute.

Note

  1. ^ Diller 1983, op. cit.

Bibliografia

  • Diller Aubrey, Studies in Greek Manuscript Tradition (Studi sulla tradizione dei manoscritti greci), Amsterdam 1983, pp. 199–216. Riferimento.[collegamento interrotto]
  • Monique van Rossum-Steenbeek, Studies on a selection of subliterary papyri (Mnemosyne Suppl. 175), Leiden 1997, 25 ss.

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