Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano: differenze tra le versioni

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La chiesa, originariamente detta ''ad duas domos'' (cioè presso le case di Gabinio e Caio) oppure secondo altre fonti ''Titulus Cai'',<ref>Tina Squadrilli,''Vicende e monumenti di Roma'', [[Staderini Editore]],1961,Roma,pag.344</ref> in forma [[basilica]]le, fu fatta riedificare prima da [[papa Leone III]], nell'[[800]]<ref>[[Liber Pontificalis]] 98, IX (ed. L. Duchesne, ''[https://archive.org/search.php?query=liber%20pontificalis%20duchesne Le Liber Pontificalis. Texte, introduction et commentaire]'', vol. I, Paris 1886; vol. II, Paris 1892).</ref>, e poi completamente da [[papa Sisto IV]] nel [[1475]]. L'attuale facciata è opera di [[Carlo Maderno]] del [[1603]].
La chiesa, originariamente detta ''ad duas domos'' (cioè presso le case di Gabinio e Caio) oppure secondo altre fonti ''Titulus Cai'',<ref>Tina Squadrilli,''Vicende e monumenti di Roma'', [[Staderini Editore]],1961,Roma,pag.344</ref> in forma [[basilica]]le, fu fatta riedificare prima da [[papa Leone III]], nell'[[800]]<ref>[[Liber Pontificalis]] 98, IX (ed. L. Duchesne, ''[https://archive.org/search.php?query=liber%20pontificalis%20duchesne Le Liber Pontificalis. Texte, introduction et commentaire]'', vol. I, Paris 1886; vol. II, Paris 1892).</ref>, e poi completamente da [[papa Sisto IV]] nel [[1475]]. L'attuale facciata è opera di [[Carlo Maderno]] del [[1603]].


Dal 7 ottobre [[1587]], [[papa Sisto V]] ne fece la sede della comunità monastica [[Monache Cistercensi|cistercense]] di san Bernardo (femminile). Il complesso, espropriato con gran parte del convento dallo Stato unitario dopo il [[1870]], ritornò gradualmente in possesso del titolo cardinalizio, assegnato dal [[1937]] a cardinali americani (per questa ragione è attualmente la [[chiese nazionali di Roma|chiesa nazionale]] dei cattolici [[Stati Uniti d'America|statunitensi]]), e attraverso il cardinale [[Richard James Cushing|Cushing]] fu restituito in proprietà al monastero cistercense.
Dal 7 ottobre [[1587]], [[papa Sisto V]] ne fece la sede della comunità monastica [[Monache Cistercensi|cistercense]] di san Bernardo (femminile). Il complesso, espropriato con gran parte del convento dallo Stato unitario dopo il [[1870]], ritornò gradualmente in possesso del titolo cardinalizio, assegnato dal [[1937]] a cardinali americani (per questa ragione è fino a 2017 la [[chiese nazionali di Roma|chiesa nazionale]] dei cattolici [[Stati Uniti d'America|statunitensi]]), e attraverso il cardinale [[Richard James Cushing|Cushing]] fu restituito in proprietà al monastero cistercense.
Nel piano pastorale della diocesi di Roma, la chiesa di Santa Susanna è prima di tutto una chiesa monastica e poi chiesa nazionale. La comunità monastica cistercense femminile è proprietaria del complesso monastico e della stessa chiesa.
Nel piano pastorale della diocesi di Roma, la chiesa di Santa Susanna è prima di tutto una chiesa monastica e poi chiesa nazionale. La comunità monastica cistercense femminile è proprietaria del complesso monastico e della stessa chiesa.



Versione delle 21:07, 10 ago 2017

Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
LocalitàFile:Roma-Stemma.png Roma
IndirizzoVia XX Settembre, 14 - Roma
Coordinate41°54′15.18″N 12°29′37.46″E / 41.904217°N 12.493739°E41.904217; 12.493739
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSanta Susanna di Roma
DiocesiDiocesi di Roma
ArchitettoCarlo Maderno
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione800
Completamento1603
Sito webwww.santasusanna.org

La chiesa di Santa Susanna è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nel Rione Trevi.

Storia

Nelle strutture della chiesa sono stati osservati resti di un edificio romano di epoca imperiale[1].

Fu elevata a titolo cardinalizio sul sito delle case di Gabinio e Caio, intitolata alla martire Susanna. Scavi del XIX secolo hanno effettivamente portato alla luce, sotto la confessione (cioè l'altare edificato sul luogo del martirio), i resti di una casa romana del III secolo, ora visibili attraverso la pavimentazione in vetro della sacrestia. Altri scavi del 1990 hanno riportato in luce un sarcofago romano con dentro frammenti di intonaco dipinto.

La chiesa, originariamente detta ad duas domos (cioè presso le case di Gabinio e Caio) oppure secondo altre fonti Titulus Cai,[2] in forma basilicale, fu fatta riedificare prima da papa Leone III, nell'800[3], e poi completamente da papa Sisto IV nel 1475. L'attuale facciata è opera di Carlo Maderno del 1603.

Dal 7 ottobre 1587, papa Sisto V ne fece la sede della comunità monastica cistercense di san Bernardo (femminile). Il complesso, espropriato con gran parte del convento dallo Stato unitario dopo il 1870, ritornò gradualmente in possesso del titolo cardinalizio, assegnato dal 1937 a cardinali americani (per questa ragione è fino a 2017 la chiesa nazionale dei cattolici statunitensi), e attraverso il cardinale Cushing fu restituito in proprietà al monastero cistercense. Nel piano pastorale della diocesi di Roma, la chiesa di Santa Susanna è prima di tutto una chiesa monastica e poi chiesa nazionale. La comunità monastica cistercense femminile è proprietaria del complesso monastico e della stessa chiesa.

Descrizione

Esterno

La facciata

La facciata di Santa Susanna, definita come il primo esempio pienamente realizzato di architettura barocca[4], costituisce un momento di straordinaria qualità nel passaggio complesso dal tardo Manierismo romano all'inizio del Seicento. Infatti, alcune intuizioni sembrano anticipare le ricerche barocche sul tema della visione e del rapporto con il contesto urbano.

L'elemento che più colpisce l'osservatore è il tema del graduale avanzare verso l'esterno della facciata nella sua parte centrale, una sorta di anticipazione del tema della facciata sinusoidale borrominiana, ottenuta qui attraverso passaggi non concavo-convessi, ma attraverso scatti successivi degli elementi strutturali, tesi a rafforzare l'asse centrale del tempio.

Al primo ordine si passa infatti dalle lesene singole e poco rilevate, poste agli estremi della facciata, ad un primo avanzamento ottenuto con una colonna quasi in alveolo e infine con l'accostamento di due colonne, la prima in alveolo e la seconda a tutto tondo, che delimitano il portale disposte in modo gradualmente emergente verso il centro.

Al contrario volendo si potrebbe leggere la facciata come un processo di rarefazione degli elementi architettonici dal centro all'esterno. Lo stesso processo si evidenzia in una lettura dal basso verso l'alto, in quanto al secondo ordine le colonne lasciano il posto a lesene molto meno rilevate, mentre il timpano si conclude con un coronamento a balaustra che lascia intravedere il cielo. Non si può ancora parlare di ricerca dell'infinito, ma gli spunti potrebbero essere stati importanti per gli allievi di Carlo Maderno.

Interno

L'abside

L'interno della chiesa è a navata unica con una cappella laterale in prossimità della balaustra del presbiterio. Le pareti sono state completamente affrescate con Storie della vita di Santa Susanna di Baldassarre Croce nel 1595. Il soffitto, invece, è a cassettoni dorati e reca al centro un'immagine della Madonna sormontata dallo stemma Rusticucci. Il presbiterio è diviso dalla navata tramite una balaustra marmorea. In fondo ad esso, l'abside semicircolare, più piccola rispetto alla navata, con l'affresco Gloria di Santa Susanna nel catino, opera di Cesare Nebbia. L'altare maggiore, invece, accoglie la pala Martirio di Santa Susanna, opera del palermitano Tommaso Laureti.

La cappella Peretti, a sinistra, è stata progettata da Marsilio Fontana di Melide, fratello del più celebre Domenico Fontana; nel 1597 vi trovò la morte durante i lavori.[5]. In essa vari dipinti, fra cui Il Martirio di San Lorenzo di Cesare Nebbia e il Battesimo di San Genesio di Baldassarre Croce.

Dietro l'abside della chiesa, separato da questa da una grata in ferro, è situato il coro delle monache, fatto realizzare nel 1596 dal cardinale Girolamo Rusticucci, titolare della chiesa tra il 1570 e il 1597. Il coro, rettangolare, fu fatto costruire da papa Paolo V, con un soffitto in legno a cassettoni. Gli affreschi alle pareti sono attribuiti a Francesco Mezzetti (1676-1706).

Nella sacrestia delle Monache cistercensi sono conservati gli affreschi del VII secolo riferibili alla primitiva chiesa paleocristiana e ritrovati durante gli scavi archeologici eseguiti negli anni 90 del secolo scorso[6]. Sotto la chiesa e sotto il monastero delle monache cistercensi sono stati rinvenuti mosaici e affreschi di ville romane del periodo imperiale.

Organo a canne

Santa Susanna, controfacciata e organo

Sulla moderna cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne della chiesa, costruito dai Fratelli Ruffatti nel 1965.

Lo strumento è a trasmissione elettrica, con mostra priva di cassa, e la sua consolle, avente due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note, è situata a pavimento nella navata.

Di seguito, la disposizione fonica dello strumento:

Prima tastiera - Grand'Organo
Principale 8'
Flauto 8'
Bordone 8'
Ottava 4'
Flauto 4'
Decimaquinta 2'
Ripieno 5 file
Voce umana 8'
Seconda tastiera - Espressivo
Bordone 8'
Viola da Gamba 8'
Principalino 4'
Flauto a camino 4'
Sesquialtera 2 file
Ottavino 2'
Ripienino 3 file
Voce celeste 8'
Tromba armonica 8'
Tremolo
Pedale
Subbasso 16'
Principale 8'
Bordone 8'
Flauto 8'
Tromba 8'

Collegamenti

È raggiungibile dalla stazione Repubblica.

Note

  1. ^ Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Arnoldo Mondadori Editore, Verona 1984, pag. 223.
  2. ^ Tina Squadrilli,Vicende e monumenti di Roma, Staderini Editore,1961,Roma,pag.344
  3. ^ Liber Pontificalis 98, IX (ed. L. Duchesne, Le Liber Pontificalis. Texte, introduction et commentaire, vol. I, Paris 1886; vol. II, Paris 1892).
  4. ^ C. Norberg - Schulz, Architettura Barocca, Martellago (Venezia) 1998, p. 175.
  5. ^ Mollisi, La parrocchiale di Melide, 2007, p. 63.
  6. ^ Alessandro Bonanni, Scavi e ricerche in Santa Susanna in Roma, Atti del VII Congresso nazionale di Archeologia Cristiana, Cassino 2003, v. I, pp. 359-376; Maria Andaloro, I dipinti murali depositati nel sarcofago dell'area di Santa Susanna in Roma, ivi, v. I, pp. 377-386

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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