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L'opera più celebre del Litta Biumi, dettata dal suo profondo suo interesse per la storia e per la [[genealogia]], fu il ''[[Famiglie celebri italiane]]'': l'opera, iniziata nel [[1814]] dopo le campagne militari al fianco della [[Francia]], ebbe il compito di esaltare le numerose [[Nobiltà del Regno napoleonico d'Italia|casate nobili della penisola Italiana]] con particolare riguardo a quelle [[Nobiltà milanese|milanesi]] di cui egli stesso era rappresentante. |
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L'opera, iniziata nel [[1814]] dopo le campagne militari al fianco della [[Francia]], ebbe il compito di esaltare le numerose [[Nobiltà del Regno napoleonico d'Italia|casate nobili della penisola Italiana]] con particolare riguardo a quelle [[Nobiltà milanese|milanesi]] di cui egli stesso era un rappresentante. L'idea del Litta, come si evince dal titolo, non era però quella di narrare di tutte le casate nobili d'Italia, ma solo di quelle "celebri", ovvero distintesi in particolare per qualche atto. |
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== Note == |
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Versione delle 13:49, 10 apr 2017
Conte Pompeo Litta Biumi | |
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Nascita | Milano, 24 settembre 1781 |
Morte | Milano, 17 agosto 1852 |
Dati militari | |
Forza armata | Esercito napoleonico del Regno d'Italia |
Grado | Capitano |
Battaglie | Assedio di Ulma, Battaglia di Austerlitz, Battaglia di Raab, Battaglia di Wagram |
Studi militari | Scuola militare di La Fère e di Strasburgo |
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Il conte Pompeo Litta Biumi (Milano, 24 settembre 1781 – Milano, 17 agosto 1852) è stato uno storico, militare e politico italiano.
Biografia
Figlio del conte Carlo Matteo Litta Biumi e di Antonia, figlia del conte Carlo Giuseppe Brentano, Pompeo apparteneva a uno dei molti rami nei quali la casata Litta si era suddivisa nel corso della sua storia e che solo nel Settecento aveva aggiunto il cognome Biumi grazie al matrimonio di Francesco, nonno di Pompeo, sposato con Angela Biumi, figlia del marchese di Binasco. Il nonno materno del Litta era stato invece tesoriere generale del Ducato di Milano all'epoca di Maria Teresa imperatrice.
Ancora giovane, frequentò dapprima il collegio dei nobili di Milano e studiò in seguito a Como per poi passare a Venezia ed infine a Siena. Intrapresa la carriera diplomatica, nel 1802 ottenne il primo incarico ufficiale presso la Repubblica italiana napoleonica come segretario aggiunto alla Consulta di Stato. La sua carriera si interruppe però bruscamente nel 1804 quando decise di arruolarsi volontario nell'esercito napoleonico in Italia nel ramo dell'artiglieria, ricevendo un elogio pubblico dal presidente, Francesco Melzi d'Eril, per essere stato il primo nobile a compiere quell'atto. Per questo scopo seguì inizialmente dei corsi di preparazione nelle scuole militari di La Fère e di Strasburgo dalle quali uscì col rango di tenente. Dal 1805 e sino al 1809 prese parte a tutte le campagne napoleoniche contro l'Impero austriaco, segnalandosi in particolare nell'Assedio di Ulma, nella Battaglia di Austerlitz, nella Battaglia di Raab e nella Battaglia di Wagram del 6 luglio del 1809, combattimento quest'ultimo ove ottenne sul campo la promozione a capitano e la Legion d'onore.
Inviato quindi ad Ancona, ebbe l'incarico di organizzare il corpo d'artiglieria destinato alla difesa delle coste contro l'intervento eventuale degli inglesi e si segnalò sempre nel 1814 nella difesa di Ancona contro le truppe del Maresciallo MacDonald. Dopo lo scioglimento dell'esercito napoleonico soggiornò per qualche tempo a Roma per poi fare ritorno a Milano dove mantenne i contatti con il fervente ambiente liberale della metropoli lombarda, collaborando attivamente con il Conciliatore ed intrattenendo rapporti d'amicizia e collaborazione con Federico Confalonieri e Carlo Cattaneo.
Dopo le Cinque Giornate di Milano (1848), fu ministro della Guerra nel governo provvisorio di Lombardia. Per eredità ricevuta da suo nonno tramite sua madre, divenne proprietario del Palazzo Brentano a Corbetta che abitò saltuariamente, in particolare durante i periodi estivi.
Nel 1874, ventidue anni dopo la sua morte, nel palazzo dell'Accademia di Brera venne inaugurato un monumento a ricordo del Litta: la statua, opera del milanese Francesco Barzaghi, fu scoperta il 7 di agosto durante una commemorazione a ricordo del conte.[1]
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Statua di F. Barzaghi presso l'Accademia di Brera
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Busto di Pompeo Litta nel cortile di Palazzo Morando a Milano
Le "Famiglie celebri italiane"
L'opera più celebre del Litta Biumi, dettata dal suo profondo suo interesse per la storia e per la genealogia, fu il Famiglie celebri italiane: l'opera, iniziata nel 1814 dopo le campagne militari al fianco della Francia, ebbe il compito di esaltare le numerose casate nobili della penisola Italiana con particolare riguardo a quelle milanesi di cui egli stesso era rappresentante.
Note
- ^ Carlo Belgiojoso, Commemorazione del conte Pompeo Litta Biumi letta il giorno 7 d'agosto 1874, Milano, G. Bernardoni, 1874 (archiviato dall'originale il 2008) .
Bibliografia
- P. Litta, Autobiografia, in D. Diamilla Müller (a cura di), Biografie, autografe ed inedite di illustri italiani di questo secolo, Torino, 1853
- Passerini, Luigi, Necrologia di Pompeo Litta, Firenze, M. Cellini, 1853 (archiviato dall'originale il 2012) .
Onorificenze
Voci correlate
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Pompeo Litta Biumi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pompeo Litta Biumi
Controllo di autorità | VIAF (EN) 54916402 · ISNI (EN) 0000 0000 6132 9468 · BAV 495/78102 · CERL cnp01083926 · LCCN (EN) nb2004312208 · GND (DE) 117068411 · BNF (FR) cb10476505v (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-nb2004312208 |
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