Papa Giovanni XI: differenze tra le versioni

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La relazione tra Sergio e Marozia, quindi, fu intrattenuta tra il [[907]]<ref name=":0" />, anno in cui probabilmente Marozia potrebbe aver dato alla luce Giovanni, e il [[910]]<ref name=":1">{{Cita|Piazzoni}}</ref> (altra data plausibile della nascita di Giovanni, che le fonti riportano essere morto venticinquenne nel [[935]]). Giovanni, comunque sia, non conobbe mai il padre, visto che Sergio morì nel [[911]].


Dal matrimonio con Alberico Marozia ebbe altri figli, ma riservò a Giovanni la carriera ecclesiastica, facendogli percorrere le tappe necessarie per diventare pontefice mentre sedevano, sul soglio pontificio, gli abulici [[Papa Leone VI|Leone VI]] e [[Papa Stefano VII|Stefano VII]].
Dal matrimonio con Alberico Marozia ebbe altri figli, ma riservò a Giovanni la carriera ecclesiastica, facendogli percorrere le tappe necessarie per diventare pontefice mentre sedevano, sul soglio pontificio, gli abulici [[Papa Leone VI|Leone VI]] e [[Papa Stefano VII|Stefano VII]].


=== Il pontificato (931-935) ===
=== Il pontificato (931-935) ===
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==== Una pedina di Marozia ====
==== Una pedina di Marozia ====
Giovane e inesperto, oltre che debole di carattere, per i primi due anni di pontificato, cioè finché Marozia ebbe il potere assoluto su Roma, Giovanni rimase totalmente succube della volontà della madre e del fratello [[Alberico II di Spoleto|Alberico]]<ref>{{Cita|Moroni|pp. 52-53}}</ref>.
Giovane e inesperto, oltre che debole di carattere, per i primi due anni di pontificato, cioè finché Marozia ebbe il potere assoluto su Roma, Giovanni rimase totalmente succube della volontà della madre e del fratello [[Alberico II di Spoleto|Alberico]]<ref>{{Cita|Moroni|pp. 52-53}}</ref>.


Rimasta vedova per la seconda volta, nel [[932]] Marozia concluse un terzo matrimonio con il [[Re d'Italia]] [[Ugo di Provenza]], che era però suo cognato, in quanto fratello del defunto secondo marito di lei [[Guido di Toscana]]<ref name=":2" />. Giovanni, come papa e figlio della sposa, non ebbe ovviamente problemi a superare le norme del diritto canonico al riguardo, che avrebbero dovuto impedire il matrimonio incestuoso tra congiunti, ma Ugo preferì non correre rischi e inventò una diversa ascendenza sia per Guido che per l'altro fratello Lamberto<ref>Per dimostrare la sua vera ascendenza Lamberto ricorse vittoriosamente al [[Ordalia|giudizio di Dio]], ma Ugo, per evitare che intralciasse i suoi piani, lo tolse di mezzo facendolo accecare</ref>. Giunto a Roma, il matrimonio fu celebrato in [[Castel Sant'Angelo]]<ref name=":2">{{Cita|Rendina|p. 321}}</ref>. [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] ritiene plausibile che fosse proprio Giovanni ad officiare e benedire le nozze:
Rimasta vedova per la seconda volta, nel [[932]] Marozia concluse un terzo matrimonio con il [[Re d'Italia]] [[Ugo di Provenza]], che era però suo cognato, in quanto fratello del defunto secondo marito di lei [[Guido di Toscana]]<ref name=":2" />. Giovanni, come papa e figlio della sposa, non ebbe ovviamente problemi a superare le norme del diritto canonico al riguardo, che avrebbero dovuto impedire il matrimonio incestuoso tra congiunti, ma Ugo preferì non correre rischi e inventò una diversa ascendenza sia per Guido che per l'altro fratello Lamberto<ref>Per dimostrare la sua vera ascendenza Lamberto ricorse vittoriosamente al [[Ordalia|giudizio di Dio]], ma Ugo, per evitare che intralciasse i suoi piani, lo tolse di mezzo facendolo accecare</ref>. Giunto a Roma, il matrimonio fu celebrato in [[Castel Sant'Angelo]]<ref name=":2">{{Cita|Rendina|p. 321}}</ref>. [[Ferdinand Gregorovius|Gregorovius]] ritiene plausibile che fosse proprio Giovanni ad officiare e benedire le nozze:
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==== Ostaggio nel Laterano ====
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È da ritenere comunque che senza la “tutela” della madre, Giovanni XI non fosse neanche in grado di prendere decisioni rilevanti per la Chiesa. Precisa il {{Cita|Piazzoni}} che «G[iovanni] da allora e solo per qualche anno (morì venticinquenne) esercitò il suo ministero praticamente agli arresti domiciliari nel Laterano e limitandosi ad attività liturgiche e religiose.» Infatti anche questo secondo periodo del suo pontificato non ebbe storia, come rimarca [[Ferdinand Gregorovius]]<ref name=":6">{{Cita|Gregorovius|p. 13}}</ref>.
È da ritenere comunque che senza la “tutela” della madre, Giovanni XI non fosse neanche in grado di prendere decisioni rilevanti per la Chiesa. Precisa il {{Cita|Piazzoni}} che «G[iovanni] da allora e solo per qualche anno (morì venticinquenne) esercitò il suo ministero praticamente agli arresti domiciliari nel Laterano e limitandosi ad attività liturgiche e religiose.» Infatti anche questo secondo periodo del suo pontificato non ebbe storia, come rimarca [[Ferdinand Gregorovius]]<ref name=":6">{{Cita|Gregorovius|p. 13}}</ref>.


Un papa così mediocre ebbe però il merito di aver conferito, nel 931, all'abate [[Oddone di Cluny|Oddone]] dell'[[abbazia di Cluny]] ([[Borgogna]]) un privilegio che sarà fondamentale per la [[Riforma dell'XI secolo|rinascita spirituale]] dell'[[XI secolo]]: la protezione diretta della Santa Sede sul monastero francese e la possibilità di aggregare monasteri al "monastero madre"<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/oddone-di-cluny-santo/|titolo = Sant'Oddone di Cluny|accesso = 7 novembre 2015|editore = Treccani.it}}</ref>. Quest'atto escludeva l'interferenza di principi e del vescovo locale nella vita della comunità, rendendo Cluny una sorta di ''enclave'' papale in terra francese. Ciò permise ai monaci "[[Riforma cluniacense|riformatori" cluniacensi]] di operare indisturbati nella diffusione dei loro ideali comunitari e delle virtù che si prefiggevano di raggiungere.
Un papa così mediocre ebbe però il merito di aver conferito, nel 931, all'abate [[Oddone di Cluny|Oddone]] dell'[[abbazia di Cluny]] ([[Borgogna]]) un privilegio che sarà fondamentale per la [[Riforma dell'XI secolo|rinascita spirituale]] dell'[[XI secolo]]: la protezione diretta della Santa Sede sul monastero francese e la possibilità di aggregare monasteri al "monastero madre"<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/oddone-di-cluny-santo/|titolo = Sant'Oddone di Cluny|accesso = 7 novembre 2015|editore = Treccani.it}}</ref>. Quest'atto escludeva l'interferenza di principi e del vescovo locale nella vita della comunità, rendendo Cluny una sorta di ''enclave'' papale in terra francese. Ciò permise ai monaci "[[Riforma cluniacense|riformatori" cluniacensi]] di operare indisturbati nella diffusione dei loro ideali comunitari e delle virtù che si prefiggevano di raggiungere.


=== Morte ===
=== Morte ===
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==Note==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==

Versione delle 23:21, 24 mar 2017

Papa Giovanni XI
Giovanni XI
125º papa della Chiesa cattolica
Elezionemarzo 931
Insediamentomarzo 931
Fine pontificatodicembre 935/gennaio 936
Cardinali creativedi categoria
Predecessorepapa Stefano VII
Successorepapa Leone VII
 
NascitaRoma, tra il 907 e il 910 circa
Mortedicembre 935/primi gennaio 936
SepolturaBasilica di San Giovanni in Laterano

Giovanni XI (Roma, 906; 910dicembre 935; inizi del 936) è stato il 125º papa della Chiesa cattolica dal 931 al 935.

Biografia

Origini incerte e carriera ecclesiastica

Lo stesso argomento in dettaglio: Sergio III e Marozia.

Giovanni nacque, ufficialmente, da Marozia e da Alberico I di Spoleto[1], suo primo marito. La maggior parte degli studiosi e degli storici contemporanei degli eventi propende però per la tesi che afferma Giovanni essere nato da una relazione extra-coniugale tra il papa Sergio III e l'allora quindicenne o diciottenne Marozia (nata verso l'892[2]). La fonte principale su tale evento, Liutprando da Cremona, riporta così nella sua Antapodosis:

(LA)

«Quo mortuo, ipsius Marotiae filium Johannem nomine, quem ex Sergio papa meretrix ipsa genuerat, papam constituunt.»

(IT)

«Morto costui [papa Giovanni X], eleggono papa lo stesso figlio di Marozia[3], di nome Giovanni, che proprio quella meretrice aveva generato da papa Sergio (III).»

L'avversione da parte di Liutprando (acceso sostenitore di Ottone I di Sassonia[4]) nei confronti dei papi di quella generazione potrebbe far dubitare della sua obiettività nel riportare la notizia, ma d'altro canto la depravazione della madre di Giovanni e i costumi tutt'altro che illibati di Sergio III sono elementi a favore dell'autenticità della stessa. E del resto anche il Liber Pontificalis, curato da Louis Duchesne nel XIX secolo, riporta:

(LA)

«Iohannes, natione romanus, ex patre Sergio papa...»

(IT)

«Giovanni, di stirpe romana, figlio di papa Sergio...»

È dunque comprensibile che gli storici e i biografi dei papi d'epoca successiva a quella di Liutpando, quali l'umanista Platina, e storici contemporanei come Claudio Rendina e il tedesco Franz Xavier Seppelt sostengano l'ipotesi di Liutprando e del Liber Pontificalis. Il Seppelt, in particolare (citato dal Rendina, p. 320), afferma che "Il maldicente Liutprando non costituisce l'unica fonte sui natali illegittimi del nuovo papa, per cui questa illegittimità può essere ammessa con una certa fondatezza"[5].

La relazione tra Sergio e Marozia, quindi, fu intrattenuta tra il 907[2], anno in cui probabilmente Marozia potrebbe aver dato alla luce Giovanni, e il 910[6] (altra data plausibile della nascita di Giovanni, che le fonti riportano essere morto venticinquenne nel 935). Giovanni, comunque sia, non conobbe mai il padre, visto che Sergio morì nel 911.

Dal matrimonio con Alberico Marozia ebbe altri figli, ma riservò a Giovanni la carriera ecclesiastica, facendogli percorrere le tappe necessarie per diventare pontefice mentre sedevano, sul soglio pontificio, gli abulici Leone VI e Stefano VII.

Il pontificato (931-935)

Elezione

Quando Stefano VII morì, nel marzo del 931[7], Giovanni era cardinale prete di Santa Maria in Trastevere[6], e dunque salì al soglio di Pietro quando aveva tra i 21 e i 24 anni.

Una pedina di Marozia

Giovane e inesperto, oltre che debole di carattere, per i primi due anni di pontificato, cioè finché Marozia ebbe il potere assoluto su Roma, Giovanni rimase totalmente succube della volontà della madre e del fratello Alberico[8].

Rimasta vedova per la seconda volta, nel 932 Marozia concluse un terzo matrimonio con il Re d'Italia Ugo di Provenza, che era però suo cognato, in quanto fratello del defunto secondo marito di lei Guido di Toscana[9]. Giovanni, come papa e figlio della sposa, non ebbe ovviamente problemi a superare le norme del diritto canonico al riguardo, che avrebbero dovuto impedire il matrimonio incestuoso tra congiunti, ma Ugo preferì non correre rischi e inventò una diversa ascendenza sia per Guido che per l'altro fratello Lamberto[10]. Giunto a Roma, il matrimonio fu celebrato in Castel Sant'Angelo[9]. Gregorovius ritiene plausibile che fosse proprio Giovanni ad officiare e benedire le nozze:

«Ugo adesso era messo dentro al castel s. Angelo, vi celebrava il suo matrimonio con Marozia e può darsi che il figlio di lei, Giovanni XI papa, lo benedicesse.»

Le ambizioni di Marozia, ormai, erano talmente palesi e sfacciate che cominciarono a suscitare malumori nell'aristocrazia romana[6], capeggiata in questo sentimento d'avversione da un altro figlio di Marozia, Alberico[11][12]. Costui finora aveva in qualche modo celato le sue ambizioni di sostituire la madre come signore de facto di Roma, ma ora, con l'arrivo di uno straniero arrogante e borioso qual era Ugo che, tra l'altro, lo aveva pubblicamente schiaffeggiato durante il ricevimento di nozze, suscitò una rivolta popolare, cacciò da Roma Ugo prima che potesse essere incoronato imperatore ed imprigionò la madre. Quanto a Giovanni, fu confinato nella sua residenza lateranense, rimanendo in funzione solo come capo della Chiesa[12][13]. Così Gregorovius sintetizza la situazione politica venutasi a creare: «In un colpo solo i Romani s'erano sbarazzati del regno, dell'impero e della potestà temporale del pontefice e avevano conquistato l'indipendenza.»[12].

Ostaggio nel Laterano

È da ritenere comunque che senza la “tutela” della madre, Giovanni XI non fosse neanche in grado di prendere decisioni rilevanti per la Chiesa. Precisa il Piazzoni che «G[iovanni] da allora e solo per qualche anno (morì venticinquenne) esercitò il suo ministero praticamente agli arresti domiciliari nel Laterano e limitandosi ad attività liturgiche e religiose.» Infatti anche questo secondo periodo del suo pontificato non ebbe storia, come rimarca Ferdinand Gregorovius[14].

Un papa così mediocre ebbe però il merito di aver conferito, nel 931, all'abate Oddone dell'abbazia di Cluny (Borgogna) un privilegio che sarà fondamentale per la rinascita spirituale dell'XI secolo: la protezione diretta della Santa Sede sul monastero francese e la possibilità di aggregare monasteri al "monastero madre"[6][15]. Quest'atto escludeva l'interferenza di principi e del vescovo locale nella vita della comunità, rendendo Cluny una sorta di enclave papale in terra francese. Ciò permise ai monaci "riformatori" cluniacensi di operare indisturbati nella diffusione dei loro ideali comunitari e delle virtù che si prefiggevano di raggiungere.

Morte

Nel dicembre 935[13] (o al massimo ai primi di gennaio del 936[6][7][14]) Giovanni XI morì all'improvviso, all'età di soli 25 anni[6] (o poco più, secondo quando si collochi l'incerta data di nascita), «dopo essere vissuto per cinque oscuri anni sotto lo sguardo vigile del fratello»[14]. È sepolto in San Giovanni in Laterano[13][16].

Note

  1. ^ Saba-Castiglioni
  2. ^ a b Di Carpegna Falconieri
  3. ^ La notizia in realtà non è corretta, in quanto tra Giovanni X e Giovanni XI si sono succeduti Leone VI e Stefano VII, pontefici di levatura talmente poco significativa da essere completamente ignorati dallo storico.
  4. ^ Pivano
  5. ^ F.X. Seppelt - G. Schwaiger, Storia dei Papi, Roma 1962-1964
  6. ^ a b c d e f Piazzoni
  7. ^ a b Giovanni XI, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 7 novembre 2015.
  8. ^ Moroni, pp. 52-53
  9. ^ a b Rendina, p. 321
  10. ^ Per dimostrare la sua vera ascendenza Lamberto ricorse vittoriosamente al giudizio di Dio, ma Ugo, per evitare che intralciasse i suoi piani, lo tolse di mezzo facendolo accecare
  11. ^ Alberico portava il nome del padre, Alberico I di Spoleto. Era dunque figlio di primo letto di Marozia.
  12. ^ a b c Gregorovius, p. 4
  13. ^ a b c Rendina, p. 322
  14. ^ a b c Gregorovius, p. 13
  15. ^ Sant'Oddone di Cluny, su treccani.it. URL consultato il 7 novembre 2015.
  16. ^ Moroni, p. 53

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Giovanni XI, su w2.vatican.va, vatican.va. URL consultato il 10/1/2015.
  • Ioannes XI, su documentacatholicaomnia.eu. URL consultato il 7 novembre 2015., Opera Omnia dal Migne Patrologia Latina con indici analitici
  • Oddóne di Cluny, santo, su treccani.it. URL consultato il 7 novembre 2015.
Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Stefano VII marzo 931 - dicembre 935 Papa Leone VII
Controllo di autoritàVIAF (EN76671746 · ISNI (EN0000 0000 0274 9964 · CERL cnp00166335 · LCCN (ENnb2007019950 · GND (DE100950108 · J9U (ENHE987007397570105171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007019950