Amerigo Vespucci: differenze tra le versioni

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* Amerigo Vespucci, ''Lettere sul mondo nuovo'', Finisterrae, Mantova 2009
* Amerigo Vespucci, ''Lettere sul mondo nuovo'', Finisterrae, Mantova 2009
* Davide Baldi, The Young Amerigo Vespucci's Latin Exercises, in Humanistica Lovaniensia, 65 (2016), pp. 39-48.
* Bruno Bonari, Amerigo Vespucci. La vita e i viaggi, Centro Editoriale Toscano, Firenze, 2011.
* Bruno Bonari, Amerigo Vespucci. La vita e i viaggi, Centro Editoriale Toscano, Firenze, 2011.
* Bruno Bonari, Amerigo Vespucci ((1450 c.a. - 1512), C.T.L. Livorno 2013.
* Bruno Bonari, Amerigo Vespucci ((1450 c.a. - 1512), C.T.L. Livorno 2013.

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Disambiguazione – Se stai cercando il veliero scuola della Marina Militare Italiana, vedi Amerigo Vespucci (A 5312) .
Amerigo Vespucci

Amerigo Vespucci (Firenze, 9 marzo 1454Siviglia, 22 febbraio 1512) è stato un navigatore, esploratore e cartografo italiano, cittadino della Repubblica fiorentina prima e suddito del Regno di Castiglia dal 24 aprile 1505[1].

Fu tra i primi esploratori del Nuovo Mondo, tanto da lasciare il suo nome al continente (che gli fu dato dai cartografi Martin Waldseemüller e Matthias Ringmann). L'intuizione fondamentale di Vespucci fu di aver compreso che le nuove terre non costituissero porzioni di territorio dell'Asia, ma rappresentassero una "quarta parte del globo" indipendente e separata dal continente asiatico. Egli notò infatti, compiendo un viaggio al servizio del Portogallo nel 1501, che l'estensione delle zone scoperte si spingeva fino al 50º grado di latitudine sud. Da tale notevole grandezza comprese di essere in presenza di un continente fino ad allora sconosciuto.

Biografia

Statua di Amerigo Vespucci, Uffizi, Firenze

Terzo figlio di Anastasio o Nastagio Vespucci, notaio fiorentino, e di Elisabetta o Lisa Mini, nobildonna di Montevarchi[2], nacque il 9 marzo 1454,[3][4][5] e fu battezzato il 16 marzo 1454, come testimonia l'atto di battesimo di S. Maria del Fiore[3]; nel 1489 si trasferì a Siviglia su incarico del banchiere Lorenzo il Popolano. A Siviglia conobbe Cristoforo Colombo.

Nel 1499 si unì ad Alonso de Ojeda, il quale aveva ricevuto dalla Spagna l'incarico di esplorare, in direzione sud, le coste del continente scoperto da Colombo.

Navigatore e profondo studioso dei mari, durante i suoi viaggi esplorò gran parte delle coste orientali del Sud America. Fu tra i primi sostenitori dell'idea che Cristoforo Colombo avesse scoperto un nuovo continente e non una rotta occidentale per raggiungere l'Estremo Oriente per mare.

La figura di Amerigo Vespucci è molto controversa, a causa delle sue lettere la cui autenticità è stata spesso messa in discussione: la Mundus Novus ("Nuovo Mondo") e la Lettera (o "Il quarto viaggio"). Alcuni sostengono che Vespucci abbia esagerato il suo ruolo e romanzato gli avvenimenti, altri che abbia contraffatto gli originali di altri viaggiatori dell'epoca. Le due lettere contestate parlano di quattro viaggi in America. Attualmente vi è una disputa tra alcuni illustri storici (Germán Arciniegas e Gabriel Camargo Perez) che sostengono che il primo viaggio di Vespucci sia avvenuto insieme a Juan de la Cosa nel giugno del 1497, con probabile comandante Juan Díaz de Solís, e altri che ritengono che questo viaggio non sia mai avvenuto.

Amerigo Vespucci e le sue lettere sono state particolarmente studiate dal dott. Bruno Bonari, che negli ultimi cinque anni ha pubblicato tre libri riguardanti la sua vita ed i suoi controversi scritti, cercando di far chiarezza sulla vita di questo Navigatore.

In ogni caso nelle sue lettere Amerigo Vespucci descrisse la terraferma visitata come un "Nuovo Mondo" e fu il primo a rendersi conto di essere al cospetto di un nuovo continente. Il fatto che sia stato o no il primo europeo a giungere nella terraferma americana (il 24 giugno 1497), curiosamente lo stesso giorno che Giovanni Caboto pose piede nell'isola di Cab Breton, nel territorio di Nuova Scozia, non ha particolare importanza. Quello che importa è che nelle sue lettere, indirizzate a Lorenzo il Popolano, descrive con dovizia di particolari i nuovi territori, i popoli visitati, la fauna e si rende conto che quel nuovo continente non può essere l'Asia.

Fu la rapida diffusione delle lettere circolate a suo nome che indusse il cartografo Martin Waldseemüller a usare il genere femminile (America) del suo nome latinizzato (Americus Vespucius), per indicare il nuovo continente in una carta del mondo disegnata nel 1507, contenuta nella Cosmographiae Introductio. L'idea di Waldseemüller era che l'appellativo si riferisse all'attuale America meridionale, cioè alle terre toccate da Vespucci.

Qui di seguito si riporta un passo di una delle lettere, nel quale Vespucci si rende conto di essere al cospetto "della quarta parte della Terra" e cioè di un nuovo continente:

«Arrivai alla terra degli Antipodi, e riconobbi di essere al cospetto della quarta parte della Terra. Scoprii il continente abitato da una moltitudine di popoli e animali, più della nostra Europa, dell'Asia o della stessa Africa»

La versione, che vuole attribuire a Giovanni Caboto attraverso le sue scoperte avvenute il 24 giugno 1497 la coniazione del nome "America", avallata da un'annotazione estrapolata da un fantomatico annuario di Bristol, è priva di fondamento storico. Questa versione sostiene che Caboto, partito da Bristol con il Matthew il 2 maggio del 1497, avesse dedicato le terre da lui scoperte il 24 giugno e cioè l'Isola del Capo Bretone la Nuova Scozia e l'isola di Terranova, al finanziatore delle sue imprese, l'armatore Richard Amerycke o Ap Meryke. L'annotazione ripresa da una copia tarda delle Cronache di Bristol del 1497, andata bruciata, è il risultato di una pura e semplice arbitraria deduzione, originata nel 1909 da un funzionario doganale di Bristol Alfred E. Hudd. Il funzionario sostenne di aver letto un breve passo a margine delle suddette Cronache, scritte da Maurice Toby e pubblicate successivamente nel 1527: "... il giorno di San Giovanni, la terra d'America venne scoperta dai mercanti di Bristowe, su una nave chiamata Mathew".

L'unico documento su cui viene per la prima volta segnalato il toponimo America rimane quindi l'opera, Cosmographiae Introductio, stampata con l'autorizzazione dal Presule e della Santa Sede da cui il monastero di Saint.Dié des Vosges dipendeva il 25 aprile del 1507. [6]

Amerigo Vespucci fu nominato, nel 1508, "Piloto Mayor de Castilla", dal re Ferdinando II d'Aragona. Questo titolo era importante perché era il responsabile di organizzare le spedizioni nelle nuove terre e di formare piloti e cartografi, insegnando loro l'uso del quadrante e dell'astrolabio.

Vespucci morì nel 1512 a Siviglia, in Andalusia. Non ebbe discendenza ma lasciò i suoi beni alla moglie, l'andalusa Maria Cerezo.

Si crede che la salma di Vespucci fosse rimpatriata a Firenze e qui tumulata nell'Abbazia di Ognissanti. È più probabile che l'Americo Vespucci tumulato a Firenze sia il suo nonno, di stesso nome. La pietra sepolcrale menziona l'anno di decesso 1471.

I viaggi in America

Ritratto di Vespucci

Primo viaggio

Probabilmente fu il re Ferdinando II d'Aragona a volere questa spedizione, per rendersi conto se la terraferma fosse realmente distante dall'isola di Hispaniola e avere così una visione più ampia e precisa delle nuove terre. Le navi toccarono terra probabilmente nell'attuale penisola della Guajira (Colombia), in quanto nelle sue lettere Vespucci descrive i nativi locali e il loro uso delle amache, e la loro descrizione fa pensare agli indigeni Guajiros. Successivamente la spedizione deve aver visitato l'attuale laguna di Maracaibo. Qui Vespucci nota delle casupole sul mare e pensa a Venezia: nelle sue lettere infatti dice:

«E seguendo da lì sempre la costa, con varie e diverse navigazioni e trattando in tutto questo tempo con molti e diversi popoli di quelle terre infine, dopo alcuni giorni, giungemmo ad un certo porto nel quale Dio volle liberarci di grandi pericoli. Entrammo in una baia e scoprimmo un villaggio a modo di città, collocato sopra le acque come Venezia, nel quale vi erano venti grandi case, non distanti tra loro, costruite e fondate sopra robusti pali. Davanti agli usci di codeste case vi erano come dei ponti levatoi, per i quali si passava da una all'altra, come se fossero tutte unite.»

A lui si deve quindi anche il nome di Venezuela. La spedizione rientrò in Europa costeggiando le coste centro americane e navigando tra l'isola di Cuba e la Florida, provando così l'insularità di Cuba. Ciò si evince dal fatto che Juan de la Cosa al ritorno dal viaggio successivo del 1499, redasse il primo mappamondo nel quale si descrivono le coste centroamericane e nel quale appunto si mostra Cuba come un'isola, come in realtà è. Siccome nel viaggio del 1499 sicuramente non ci fu la circumnavigazione di Cuba, Juan de la Cosa deve averla appunto circumnavigata prima, appunto nel 1498 di ritorno dal viaggio del 1497. Questi fatti sono anche descritti nelle lettere di Vespucci e sono supportati dagli storici Germán Arciniegas e Gabriel Camargo Peres.

Secondo viaggio

  • 1499 - 1500: Amerigo partecipò a una spedizione guidata da Alonso de Hojeda. Nella spedizione vi era anche il cantabrico Juan de la Cosa, famoso pilota e cartografo. Dopo aver toccato terra in corrispondenza dell'odierna Guyana, i due si separarono. Amerigo continuò verso sud fino a toccare la foce del Rio delle Amazzoni, all'incirca a 6° S.

Una delle prove dell'arrivo di Vespucci presso le due bocche del Rio delle Amazzoni (bocca nord e bocca sud, detta Rio Pará), è questa citazione, parte delle sue lettere a Lorenzo di Pier Francesco de Medici:

«Credo che questi due fiumi siano la causa dell'acqua dolce nel mare. Accordammo entrare in uno di questi grandi fiumi e navigare attraverso di esso fino ad incontrare l'occasione di visitare quelle terre e popolazioni di gente; preparate le nostre barche ed approvvigionamenti per quattro giorni con venti uomini ben armati ci mettemmo nel fiume e navigammo a forza di remi per due giorni risalendo la corrente circa diciotto leghe, avvistando molte terre. Navigando così per il fiume, vedemmo segnali certissimi che l'interno di quelle terre era abitato. Quindi decidemmo di tornare alle caravelle che avevamo lasciato in un luogo non sicuro e così facemmo.»

Analizzando questa lettera, si nota che Vespucci parla di due fiumi la cui acqua dolce viene notata nel mare, al largo. Questi fiumi non possono che essere le due disimboccature del Rio delle Amazzoni, quella nord dove sorge l'attuale città di Macapá e quella sud dove sorge Belém, detta Rio Pará; si noti che l'acqua dolce del Rio delle Amazzoni si può individuare fino a 100 chilometri dalla costa brasiliana. Vespucci fu quindi il primo europeo a individuare l'estuario del Rio delle Amazzoni pochi mesi prima di Vicente Yáñez Pinzón.

Successivamente Vespucci proseguì verso sud fino al Cabo de São Roque, (Capo San Rocco), circa 30 km a nord dell'odierna città di Natal. Di questo viaggio Vespucci ci ha lasciato alcune descrizioni dei popoli incontrati e della fauna trovata. È interessante vedere che il fiorentino veniva colpito dalla fauna (pappagalli), che in questo passaggio descrive con stile poetico:

«Quello che vidi fu... tanti pappagalli e di tante diverse specie che era una meraviglia; alcuni colorati di verde, altri di uno splendido giallo limone e altri neri e ben in carne; e il canto degli altri uccelli che stavano negli alberi era cosa così soave e melodica, che molte volte rimanemmo ad ascoltare tale dolcezza. Gli alberi che vidi sono di tale e tanta bellezza e leggerezza che pensammo di trovarci nel paradiso terrestre...»

In questo viaggio Vespucci individuò «quattro stelle figurate come una mandorla» che indicavano la direzione del Sud, che vennero poi chiamate "La Croce del Sud". In una sua lettera a Lorenzo di Pier Francesco de' Medici, Vespucci riportò i celebri versi del Purgatorio di Dante Alighieri, per descrivere le stelle scoperte:

«Io me volsi a man destra, e puosi all'altro polo, e vidi quattro stelle non viste mai fuor ch'alla prima gente. Goder pareva il ciel di lor fiammelle: oh settentrional vedovo sito, poi che privato se´ di mirar quelle!»

Quindi la spedizione rientrò verso nord riconoscendo l'isola di Trinidad e il fiume Orinoco, prima di fare ritorno in Spagna.

Terzo viaggio

1501 - 1504: in questo periodo, Amerigo viaggiò al servizio del Portogallo. Nel 1501 prese parte a una spedizione comandata da Gonzalo Coelho. La spedizione si fermò alcuni giorni nelle isole di Capo Verde, e venne in contatto con le navi di Pedro Álvares Cabral, esploratore portoghese di ritorno dal suo viaggio in India. A Capo Verde Vespucci conobbe l'ebreo Gaspar da Gama che gli descrisse i popoli, la fauna e la vegetazione dell'India. Comparando questo racconto con quello che lui aveva osservato nel Nuovo Mondo, si convinse ancor di più che le terre da lui visitate non potevano fare parte dell'Asia.

La spedizione di Coelho raggiunse successivamente le attuali coste brasiliane, entrò il 1º gennaio 1502 in una baia meravigliosa che fu nominata Rio de Janeiro. Quindi la spedizione proseguì verso sud raggiungendo l'estuario di un immenso fiume il Rio de la Plata che fu inizialmente battezzato Rio Jordan. La spedizione, si spinse più a sud fino alla latitudine 52° S quasi all'imboccatura del famoso stretto che sarà scoperto 18 anni più tardi dal portoghese Ferdinando Magellano. Il punto più a sud della Patagonia raggiunto da Vespucci fu il Rio Cananor. Qui di seguito si riporta un passaggio delle "Lettere" di Amerigo Vespucci, nel quale il fiorentino descrive gli ultimi giorni del viaggio in Patagonia prima di ritornare verso il Portogallo:

«Navigammo fino ad incontrare che il Polo meridionale si elevava cinquantadue gradi sopra l'orizzonte, in termini che già non potevamo vedere la Orsa maggiore né la minore. Il 3 di aprile ci fu una tormenta così forte che ci fece ammainare le vele, il vento era di levante con onde grandissime e aria tempestosa. Così forte era la tempesta che tutta la ciurma stava in gran temore. Le notti erano molto lunghe, quella del 7 di aprile fu di quindici ore, perché il sole stava alla fine di Ariete e in questa regione era inverno. Nel bel mezzo della tempesta avvistammo il 7 di aprile una nuova terra, che percorremmo per circa venti leghe, incontrando delle coste selvagge, e non vedemmo in essa nessun porto, ne gente, credo perché il freddo era così intenso che nessuno della flotta poteva sopportarlo. Vedendoci in tale pericolo e tale tempesta, che appena si poteva vedere una nave dall'altra, tanto erano alte le onde, accordammo fare segnali per riunire la flotta e lasciare queste terre per rientrare verso il Portogallo. E fu una decisione molto saggia, perché se avessimo ritardato quella notte, di sicuro ci saremmo perduti tutti.»

Si dice che Ferdinando Magellano nel 1520, quando i suoi uomini vacillarono disse:

«Fin qui arrivò Amerigo Vespucci, il nostro destino è di andare oltre!»

In questo viaggio Vespucci menzionò due luminose stelle, oggi chiamate Alfa e Beta Centauri, conosciute agli antichi greci ma che successivamente divennero invisibili alle latitudini mediterranee a causa della precessione degli equinozi, venendo quindi dimenticate.

Quarto viaggio

  • 1503 - 1504: Nel suo quarto viaggio, sempre comandato dai portoghesi, Vespucci individuò un'isola situata nel bel mezzo dell'oceano che fu successivamente battezzata Fernando de Noronha, in onore di uno dei componenti dell'equipaggio. Quindi la spedizione continuò verso le coste dell'attuale Brasile, ma non ci furono importanti scoperte.

«[...] e partimmo di questo porto di Lisbona tre navi di conserva a di 10 maggio 1501. Vedemmo venire una donna del monte, e giunta dove stava il nostro cristiano gli venne per addietro e alzato il bastone gli dette così gran colpo che lo distese morto in terra; già le altre donne, facendo pezzi del cristiano e a un grande fuoco, lo stavano arrostendo e mangiandolo.»

Conoscenze cosmografiche di Amerigo Vespucci

Erme di Vespucci sul Palazzo dei Visacci, Firenze

Amerigo Vespucci osservava attentamente il cielo, e la notte del 23 agosto del 1499, durante il suo secondo viaggio scrisse:

«In quanto alla longitudine dico che per conoscerla incontrai moltissima difficoltà che ebbi grandissimo studio in incontrare con sicurezza il cammino che intraprendemmo. Tanto vi studiai che alla fine non incontrai miglior cosa che vedere e osservare di notte la opposizione di un pianeta con un altro, e il movimento della luna con gli altri pianeti, perché la Luna è il più rapido tra i pianeti come anche fu comprovato dall'almanacco di Giovanni da Monteregio, che fu composto secondo il meridiano della città di Ferrata concordandolo con i calcoli del Re Alfonso: e dopo molte notti passate ad osservare, una notte tra le altre, quella del 23 agosto 1499, nella quale vi fu una congiunzione tra la Luna e Marte, la quale congiunzione secondo l'almanacco doveva prodursi a mezzanotte o mezz'ora prima, trovai che all'uscire la Luna dal nostro orizzonte, che fu un'ora e mezza dopo il tramonto del Sole, il pianeta era passato per la parte di oriente, dico, ovvero che la luna si trovava più a oriente di Marte, circa un grado e qualche minuto, e alla mezzanotte si trovava più all'oriente quindici gradi e mezzo, dimodoché fatta la proporzione, se le ventiquattrore mi valgono 360 gradi, che mi valgono 5 ore e mezza? Trovai che mi valevano 82 gradi e mezzo, e tanto distante mi trovavo dal meridiano della cibdade de Cadice, dimodoché assignando cada grado 16 e 2/3 leghe, mi trovavo 1374 leghe e 2/3 più ad occidente della cibdade de Cadice.»

«La ragione per la quale assegno ad ogni grado 16 leghe e 2/3 è perché secondo Tolomeo e Alfagrano, la Terra ha una circonferenza di 6.000 leghe, che ripetendosi in 360 gradi, corrisponde ad ogni grado a 16 leghe e 2/3 e questa proporzione la provai varie volte con il punto nave di altri piloti cosicché la incontrai vera e buona.»

In seguito a questi ragionamenti vari astronomi e cosmografi dell'epoca e delle epoche successive riconobbero che Vespucci aveva inventato come verificare una longitudine con il metodo della distanza lunare. Ad esempio nel 1950, l'astronomo del Vaticano, il professor Stein, disse: «Mi meraviglia che fino ad oggi nessuno abbia verificato le osservazioni fatte da Vespucci nella notte del 23 agosto 1499, dove calcolava la posizione relativa di Marte e della Luna in quell'epoca».

Da tutto ciò si evince che Vespucci sapeva benissimo dove si trovasse, ed era in grado più di ogni altro di fare il punto nave con precisione quasi assoluta.

Note

  1. ^ Amerigo Vespucci amerigovespuccisociety.com
  2. ^ Leone Ugo Masini, Montevarchi attraverso i secoli, Firenze, Bemporad Marzocco, 1960, pag. 140
  3. ^ a b Luzzana Caraci, Ilaria (1999) Amerigo Vespucci, in Nuova raccolta colombiana, v. 21.2 (parte seconda), chapter 1-5, pages pp. 103-136. I.P.Z.S., Roma unifi.it
  4. ^ Vespucci, Amerigo treccani.it
  5. ^ Marzo 1454: nasce Amerigo Vespucci storiadifirenze.org
  6. ^ Comitato Amerigo Vespucci a Casa Sua|i Navigatori Toscani.2012 editore FirenzeLibri, Firenze, Licini Patrizia, Speculum mundi A:D: 1052: Erdominium Northmannum factum est magnum in Calabria, et Apulia. Speculum mundi A.D. 1507:America ex bis binis Americi navigationibus, in Simonetta Conti e Giuseppe F. Macrì (a cura di} Giochi di Specchi. Spazi e paesaggi mediterranei tra storia e attualità. Atti del Convegno, 18-20 settembre 2008, Locri, Palazzo Nieddu-Gerace, Chiesa di San Francesco, Locri, Franco Pancallo Editore, 'Historiae/89 contributi per una storiografia del mezzogiorno', 2011, pp.95-194.

Bibliografia

Fonti

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Approfondimenti
  • Amerigo Vespucci, Lettere sul mondo nuovo, Finisterrae, Mantova 2009
  • Davide Baldi, The Young Amerigo Vespucci's Latin Exercises, in Humanistica Lovaniensia, 65 (2016), pp. 39-48.
  • Bruno Bonari, Amerigo Vespucci. La vita e i viaggi, Centro Editoriale Toscano, Firenze, 2011.
  • Bruno Bonari, Amerigo Vespucci ((1450 c.a. - 1512), C.T.L. Livorno 2013.
  • Bruno Bonari, Le Lettere di Amerigo Vespucci, C.T.L. Livorno 2015.
  • (ES) Germán Arciniegas, América, 500 años de un nombre – Vida y época de Amerigo Vespucci, Bogotá, Villegas Editores, terza edizione, 2002
  • (ES) M.Fernández de Navarrete, Viajes de Amerigo Vespucio, Madrid, Gráficas Reunidas, 1923
  • (ES) Camargo Gabriel Pérez, Colombia 1497, primer arribo español a tierra firme, Bogotá, Instituto Colombiano de Cultura Hispánica, 1985
  • (ES) Felipe Fernandez-Armesto, Amerigo. The Man Who Gave HIs Name to America, Weidenfeld & Nicolson, 2006
    • Felipe Fernandez-Armesto, Amerigo. La vita avventurosa dell'uomo che ha dato il nome all'America, traduzione di Ester Borgese, Pearson Paravia Bruno Mondadori S.p.A., 2009

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